Buenafuente è tornato in tv. Ve lo dico così, senza preambolo alcuno. In fondo chi segue questo blog dagli inizi avrá giá colto in abbondanza il sapore catartico che l'evento ha per me. Anzi, probabilmente l'avrá fatto anche chi, dall'altra stanza di un appartamento universitario, mi sentiva ridere da sola. Lo schermo del pc. Le cuffie. L' effetto del buonumore che proprio non riuscivo a contenere. Ah, Buenafuente! Compagno di tante serate post- studio. Autore di battute dissacranti, di humor intelligente, di monologhi buoni per ogni occasione. Ha lasciato La Sexta, s'é preso un anno sabbatico. E ieri, finalmente, ha debuttato su Antena 3. Nuovo programma, format simile, identico cast. Per farla breve, la differenza é che adesso va in onda una sola volta alla settimana. Oltretutto, in Prime Time. La differenza, anche, é che Andreu ha rinunciato alla barba: scelta stilistica che, a dirla proprio tutta, non approvo. Vabbé. Compensa il logo, la B con gli occhiali. Semplice, ma d'un efficacia'bestiale.
Volevo godermelo in diretta, Buenas Noches y Buenafuente (“Buenas Tardes y Buenafuente se ci guardate dalle Canarie”, tanto per citarne una battuta) . Peccato che lo streaming si bloccasse ogni due secondi, giocando a “un due tre stella” con Berto Romero. Morale: ci ho rinunciato appena dopo la sigla. Tra l'altro, il fatto che ventiquattr'ore dopo la trasmissione sarebbe stata integralmente fruibile dal sito ufficiale, mi regalava un'assurda sensazione di vantaggio. Eddai, si sa che il Lunedí lo humor serve molto piú che alla Domenica sera. Certo, ti devi sorbire gli spottini del programma per surfisti ogni quindici minuti esatti, ma... tutto non si puó avere, no?
Cosí ho premuto play, oggi. Con l'occhio critico di polemiche giá lette e l'entusiasmo ancora troppo alle stelle. E l'inizio – lo ammetto - m'é sembrato forzato. Eccessivamente costoso. Inutilmente denso d'effetti speciali. Lo staff di Buenafuente si lanciava in un metaforico sbarco militare sulla spiaggia di Antena3, per poi riciclare in catene di sogni uno tra gli espedienti piú classici della comicitá. Lo giuro: stavo quasi per parlarvi di delusione. Poi, peró, Andreu é uscito sul solito palco arredato alla David Letterman. In mutande e pantofole, col look di uno che s'é appena alzato dal letto. E i suoi monologhi...Dio, mi vien da dirlo in stile Emo di Zelig: io, i suoi monologhi, li lovvo da morire.
Certo, forse questo ha esagerato in autocelebrazione. Peró era la prima puntata, glielo si puó ben concedere. Ed é anche vero, in effetti, che le battute sulle campagne turistiche in tempo di crisi sembravano abbastanza spudoratamente copiate da un vecchio Trending Topic spagnolo. Tuttavia, io al mio Buenafuente voglio dare fiducia. Ché in fondo, ormai, “il comico ha copiato da twitter” é diventato il nuovo “maestra, Giacomo mi fa il verso”. E a me fa anche un po' ridere, ad essere sincera. Perché, in realtá, gli umoristi hanno sempre “copiato” da qualcosa. Le battute che ci fanno sganasciare rielaborano conversazioni sentite per strada, momenti di vita vissuta, mails che ci sono arrivate. L'ispirazione, gente, non é un dono divino che ci cala addosso dal nulla. O forse anche sí, ma va comunque stimolato. Il talento, piuttosto, sta nel cogliere quel che puó far sorridere. Estrapolarlo dal contesto. Rimodellarlo ad esaltarne gli effetti. L'unica differenza é che il punto di partenza, nella nostra era 2.0, rimane evidente al mondo. Archiviato in un social network . Ritwittato troppe volte per sfuggire alle accuse. Ma non é la copia. E' solo il punto di partenza. Quello che un professionista, a differenza di molti di noi, riesce a far uscire dai centoquaranta caratteri fino a portarlo ad abbracciare un discorso esilarante di satira sociale. E poi, diciamocelo: a me, Buenafuente, le battute le ha sempre rubate. Non si sa come, visto che le pronunciavo nella solitudine di casa mia, ma … sotto sotto ho sempre sospettato che mi spiasse mediante microchip. Eddai, altrimenti come ve la spiegate, anche in questo caso, l'uscita sui Maya? “Non é che finisce il mondo, é che arrivati al 2012 s'erano stufati di scrivere”. Non l'avevo forse giá detto io? Eh? Eh? E non ero sempre io che fingevo di comunicare con i cani nel loro stesso idioma?
Insomma, prima che mi interniate in manicomio, quello che voglio dire é che le battute non necessariamente si copiano: a volte, semplicemente, vengono in mente a piú di una persona. Tutto qui.
E il programma, per chi lo volesse, si puó guardare cliccando qui. Buena visione:
BRAVA!:-)...la capacità e di conseguenza,la bravura di un comico,è il saper raccontare in maniera divertente e originali,aspetti ed emozioni di tutti i giorni,cose ed esperienze che ci sono famigliari..ma noi non riusciremmo a dirle così...ecezzione fatta per te..che con la comicità te la cavi molto,molto bene!.-))ecco perchè la sensazione che ti copino!.-))
RispondiEliminabaciooooo Kit
Mah, su questo c'é della gente che avrebbe da ridire...io piú che altro ho lo humor spagnolo! :D
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