martedì 15 gennaio 2013

Generazione Arte.

L'ultimo numero di Panorama sembra fatto apposta per me. C'è un lungo reportage su Twitter, che per la verità un po' mi delude nel suo mero ridursi a dati e cifre. E poi c'è un articolo, più breve, sulla biculturalità. “Sdoppiarsi tra due Paesi è la chiave del successo”, recita il titolo, gonfiandomi un po' l'ego. Mi riconosco nell'ultimo paragrafo, io che soltanto ieri ho detto che in un film qualcuno “stava per tirarsi da un palazzo”. Rischio qualche lacrima. Scatto un'altra foto. “Devo assolutamente mandarlo a Carola”.



Poi, la porta di quel bel negozio in centro si apre ancora una volta su una faccia nota.
Me lo chiedevo, all'epoca, che cosa mai saremo diventati.

Il fatto è che sono giorni strani, fatti di progetti e appuntamenti al bar. Sempre lo stesso, il bar. Per scaramanzia. Sono manciate d'ore costruite su telefono e articoli da spedire. L'inchiostro rosso sull'agenda lascia tracce fino al mese di Marzo. Ed io mi sento quasi una donna in carriera. Sarei in grado di insegnare spagnolo? Saprei davvero tenere un corso di social media? Li incuriosirei, i ragazzi, se presentassi il libro nei licei?

Soprattutto, sono giorni di revival continui.
Chiara. Elisa. Bruno. Ne ho ritrovati tanti, ultimamente, dei compagni di classe delle medie.

Tra loro c'è chi suona in una band. Chi realizza video. Chi lavora in una casa editrice.
Qualcuno ha coltivato la passione per la fotografia, arrivando al punto di organizzare mostre importanti. Un altro dipinge, e lo fa pure bene.

Dall'altra sezione – mi dicono – una ragazza è persino riuscita a girare il mondo ballando. Era il sogno che, ricordo, coltivava sin da bambina. E, nel mio piccolo, scrivendo, anch'io ce l'ho fatta, a realizzare il mio.

Me lo chiedo, adesso, da cosa mai sarà dipeso. Sì, insomma, la percentuale è troppo alta per essere un caso. Tutte le nostre inquietudini artistiche, la smania di viaggiare, l'astinenza da prenotazione aerea... c'entrerà l'educazione ricevuta tra quei banchi? O è piuttosto un marchio generazionale?

X, dicevano. Generazione X. A me piace piuttosto dire ekix, come la suoneria che ho impostato sul cellulare.

Ascolto per caso un brano che non conoscevo. Un verso accenna alla città di Troia. Niente più che una metafora, ci mancherebbe. La storia che racconta, per il resto, non ha niente a che vedere. Ma ho appena finito di parlare di #Odissea : non scorgerci un segno è impossibile. Sempre detto che dovevo comprarlo, il disco dei Maldita Nerea.





Lo aggiungo alla lista degli acquisti musicali in programma. Poi ripenso a quelle facce, ancora. Ripenso a quanto l'arte sappia rendere migliore la vita. E sapete cosa? In fondo non importa, quale sia la ragione.

Saremo anche precari. Bamboccioni. Choosy. Ma il fatto che in così tanti abbiamo finito per dedicarci a qualcosa di creativo, ecco...non so a voi, ma a me conforta un bel po'.




2 commenti:

  1. bravi!..e Brava!.....qualcuno disse...solo l'arte ci salverà!....e sembra proprio sia così....
    kisss Kit

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  2. Io sono d'accordissimo con la frase della foto che ho postato in chiusura del post: senza l'arte, il pianeta sarebbe un posto insulso.

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