Se frequentate anche sporadicamente i social network vi sarete senz'altro imbattuti in uno dei video della campagna #coglioneNo. L'hanno ideata Stefano De Marchi, Nicola Falsetti e Alessandro Grespan, tre ragazzi italiani che assieme formano la giovane agenzia ZERO. Il loro obiettivo era quello di sensibilizzare in merito al rispetto delle professioni creative, diffondendo in rete alcuni brevi filmati in cui situazioni apparentemente surreali e tragicomiche ci spingono a riflettere su una situazione a cui molti di noi sono ormai tristemente abituati.
Io, per lo meno, l'ho vissuta in più occasioni, sia direttamente che come spettatrice del giusto sdegno di persone a me care. Il punto è che al tuo idraulico non diresti mai “non ti pago per avermi aggiustato il water, ma ti do visibilità”. O magari "fa curriculum". Con i servigi di un freelance, però, sembra normale farlo. Di questa mentalità assurda soffrono pubblicitari, copywriter, autori di articoli su riviste e periodici online (che in molti casi si meriterebbero l'appellativo di “giornalista” molto più di certi professionisti iscritti all'albo), ballerini, fotografi, musicisti, artisti e chi più ne ha più ne metta.
Il problema, a quanto pare, non è limitato ai nostri confini nazionali. Mera consolazione, lo so. Ma il fatto che la campagna di ZERO, adesso, si stia diffondendo anche in Spagna mi fa quantomeno sentire ancora più vicina all'altro dei miei due Paesi. In qualità di blogger italo- spagnola, i video non potevo che proporveli sottotitolati (se non dovessero apparirvi i sottotitoli in automatico, potete attivarli - dopo aver cliccato play - tramite l'icona apposita in basso a destra sotto i filmati, quella accanto all'orologio).
Per tutti gli itañoli che dicono “creativo sí, #GilipollasNo”.
Per tutti gli itañoli che dicono “creativo sí, #GilipollasNo”.
ben fatta!:-)))
RispondiEliminakit