Non so se abbiate letto il mio pezzo sui fatti di Valencia. Quello su Total Free Magazine, intendo. Anzi, per dirla tutta non so nemmeno se sappiate cosa sta succedendo, a Valencia. I media italiani continuano ad ostentare in merito una silenziosa indifferenza che mi fa veramente incazzare. Ma, chissà, forse la rete tornerà di nuovo a indirizzare il flusso di notizie verso le piattaforme cosiddette più autorevoli. Forse quegli scontri, prima o poi, finiranno tra i titoli del Tg1 come fossero una novità. In ritardo, come la Spanish Revolution, ma almeno ci saranno. Almeno mi toglieranno di dosso questa fastidiosa sensazione di premeditato. Di temuta emulazione, nostrana ed europea. Come in quel mese di Maggio, per l’appunto. Almeno mi rassicureranno sull’unica altra possibile- e altrettanto preoccupante- ragione del silenzio, dicendomi che no, che non si sta sottovalutando un bel niente.
I giovani spagnoli, da un po’ in qua, sono agguerriti. Combattivi. Più che mai risoluti a fare dei loro diritti una missione. Ne paragonano le battaglie a quelle di Atene. Le rivendicazioni al sessantotto, addirittura. Sì. Perché sui fatti di Valencia, ognuno ci tiene a dire la sua.
E per lo più sono frasi di circostanza, quelle che i vip (Dio, quanto odio questo termine!) iberici affidano ai Social Networks. A volte esageratamente retoriche, a volte scontate, a volte, semplicemente, espressione colloquiale del comune sentire. Il testo di David Otero, però…quello sì, che mi ha veramente colpita.
L’ha pubblicato sulla sua pagina di facebook: sfogo notturno condito dalle preoccupazioni di un padre. Mi ha emozionata, questo è. Mi ha stranita. Altrettanto di sicuro, mi ha fatta pensare. Perciò non scriverò dei fatti di Valencia. In fondo, l’ho già fatto per Total Free Magazine. No. Io qui mi limito a tradurvi quel testo, senza altre parole, né giudizi, né opinioni. Solo le frasi di quel compositore, in versione integrale, ansiosa di sapere quale effetto producano in voi.
"Fino a oggi mi sono mantenuto in silenzio, come nell’ombra. Non ho mai dato la mia opinione politica né religiosa in pasto ai social networks, le ho affidate impermeabili ai miei pensieri, non mi sembrava bello utilizzarle per non collocarmi al fianco di nessuno, di nessun movimento né politico né sociale, perché non credo in nessuno di essi, e non mi sento identificato in niente e in nessuno. Mi piace avere la mia personale opinione sul mondo in cui vivo senza influenze, senza squilibri. Ma c’è una cosa che voglio sia chiara, ed è il mio rifiuto totale della violenza, sia fisica che verbale. Sia degli uni che degli altri, è questo il principale motivo per cui scrivo questo testo. Ogni tanto guardo i notiziari, un paio di volte alla settimana, e con la stessa frequenza leggo i titoli dei giornali, ho un’opinione superficiale dell’attualitá e non leggo mai gli articoli interi. Quindi le mie opinioni si basano su ció che vedo per strada, ai concerti, quando vado a bermi qualcosa fuori, o a fare la spesa, o mentre sono imbottigliato nel traffico o faccio una passeggiata. Tante volte mi viene voglia di criticare tante cose, ma credo che anch’io commetto molti errori e preferisco lavorare su di me che cercare di cambiare il mondo che c’è fuori. Ma oggi sono rimasto sconvolto vedendo ció che è successo a Valencia. Mi sembra che quando ci sono proteste e scontri per motivi politici e ci si confronta tra adulti , ognuno sa quello che fa, ma oggi c’erano tanti ragazzini…mi sembrano altrettanto orribili quelli che lanciano sassi e bruciano cassonetti e quelli che danno manganellate e calci a chi si trovasse a incrociarsi con loro. Davvero mi spaventa tutto questo, perché qui è dove crescerà mia figlia. Voglio che lei lotti per i suoi diritti, che senta di poter dire la sua su quel che succede, senza dover aver paura, e che possa farlo in modo pacifico. Non capisco che bisogno abbiamo di scontrarci, né i poliziotti sono nostri nemici, né noi siamo i loro. Bisogna potersi esprimere senza essere aggrediti, e si deve esprimere la propria opinione senza aggredire chi ci sta davanti, se no smette di essere opinione e si trasforma in imposizione, proprio come quelle contro cui protesti.
C’è sempre qualche amico che ha un papá poliziotto cattivissimo, e poliziotti di Valencia che hanno figli senza il riscaldamento a scuola. Non siamo nemici, siamo compagni in questa società. Ma allora? Cosa c’é dietro? C’é un interesse che fa sí che esistano questi tipi di protesta? Vogliono che ci mettiamo gli uni contro gli altri?...Io credo che la chiave stia lí, e per questo motivo lo scrivo. Per poter esprimermi del tutto e perché lo legga chiunque sia interessato alla mia opinione. In 140 caratteri è molto difficile esprimere quello che uno sente e mi sembra piú logico dedicare il tempo che ci vuole a dire la mia. Continuo…
Sí! Credo che quello che interessa è che ci sentiamo divisi e spaventati, che sentiamo che quelli del PP e quelli del PSOE sono nemici, che sentiamo che quelli del Real Madrid e quelli del Barcellona si odiano, che sentiamo che ogni giorno ci sono sempre piú differenze tra i ricchi e i poveri, tra gli stranieri e gli spagnoli, tra i giovani e gli adulti, tra i baschi e i cantabri, tra gli andalusi e i galleghi. Credo che stia crescendo un clima di estremi che non mi piace per niente, e credo che non stia succedendo senza volere. Ma, chi puó volere una cosa del genere?! Lí sta la cosa divertente di tutto ció. Non ne ho idea, ma lo percepisco. Non penso che siano i politici, e non li vedo come dei nemici, né mi considero anti-sistema, perché credo che il sistema lo dobbiamo utilizzare per il bene sociale, non per tirargli sassi. Ma in qualche modo neanche la classe politica puó fare qualcosa, solo assumere misure disperate in situazioni disperate, e questo provoca altri estremi, altri scontri, altra violenza verbale e fisica, sia da casa guardando la tv, dalla manifestazione quando chiamiamo “figlio di…” quello che abbiamo di fronte, o sia dando manganellate indiscriminatamente.
E’ un circolo vizioso da cui non si puó uscire senza lavorarci duramente. Ma credo che se siamo piú intelligenti di quelli che provocano lo scontro, ci sia un piccolo raggio di sole a darmi un minimo di speranza. Non sappiamo contro chi ci scontriamo ma sappiamo che quanto piú ci opponiamo gli uni agli altri, piú vincono questi “loro”, li chiamerò cosí a partire da ora, “loro”. Siria, Messico, Africa, da lí traggono “loro” il beneficio, dalle armi, dalla violenza, dagli scontri. Continuiamo ad approfondire…petrolio? Droghe? Armi? Denaro? Alcol? Tabacco? Non so perché , ma tutto mi puzza della stessa cosa, di “loro”. Ho la sensazione che tutta ‘sta cosa della crisi sia una formula molto ben studiata perché succeda quel che sta succedendo , e se c’è qualcuno che è capace di fare una cosa del genere, devono essere “loro”. Crediamo di essere piú forti che mai perché abbiamo una democrazia e una costituzione e peró, all’improvviso, non siamo capaci di cambiare niente, forse lo vogliamo? O vogliamo solo continuare con l’idea che avevamo fino a qualche anno fa di avere sempre di piú, e di piú, e di piú…Io credo che neanche questo sia evolversi, questo è solo l’inganno che ci hanno messo “loro” perché crediamo di essere sempre piú felici, e in fondo è tutto un miraggio, “non è felice chi piú ha, ma chi di meno ha bisogno”, ma “loro” vogliono che sentiamo che la felicità arriva solo a mezzo del possedere cose. Prima di concludere, voglio dire che abbiamo un’arma che tutti sappiamo utilizzare…l’AMORE…cosa sarebbe successo se, a Valencia, una di quelle ragazze che lottavano per i loro diritti si fosse avvicinata a uno degli antisommossa e l’avesse abbracciato, gli avesse raccontato della sua preoccupazione e gli avesse dato la mano, tirato via il guanto e lanciato il manganello per terra? Suona impossibile, ma qualcuno ci ha provato? Magari cosí fosse…mi piacerebbe vederlo in tv, penso che piangerei di emozione e inizierei a pensare che stiamo iniziando ad avere la meglio su di “loro”…e continuo a pensare..Chi saranno, “loro”? Dove vivranno, cosa penseranno, come saranno…? Magari non sono tanto diversi da noi, magari sono molto piú vicini di quel che pensiamo , magari condividono la vita con noi, al nostro fianco, e non ce ne accorgiamo, magari…cazzo, magari “loro” siamo “noi”! E non siamo capaci di vedere che siamo il nostro peggior nemico, e la fonte di cosí tanta follia, e al contempo di cosí tante cose belle…non odiamoci piú, per favore, perché quando odiamo qualcosa fuori di noi, odiamo anche qualcosa dentro di noi, non continuiamo ad odiarci, cosí non dovró piú scrivere papiri come questo per esprimere la mia opinione. Buona notte…"
David Otero, “El Pescao”.
completamente daccordo su tutto con david!..una sola perplessità...l'abbraccio al tutore dell'ordine(bellissima idea,peraltro)non so se in spagna sia fattile...ma in italia,i polizziotti sono addestrati al timore....se ti avvicini anche con intenzioni pacifiche,sono allertati,spaventati...e non saprei se risponderebbero a quell'abbraccio....
RispondiEliminaconsideriamo poi...che la paura che provano,lo stato di tensione..è sempre molto alto.....
besitospacifisti kit
Sí, ma infatti nemmeno io credo che la cosa dell'abbraccio sia fattibile...penso sia soltanto un'immagine bellissima ed utopica usata come esempio di ció che David intendeva dire! :)
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