lunedì 27 febbraio 2012

Prima di partire per un lungo viaggio...




Vabbé la voglia di non tornare piú, ma io credo che serva anche una buona dose di determinazione. Sí, insomma, scusate l'assenza: sono stata impegnata a compilare moduli. Ora vi spiego, prima che mi tacciate di enigmatica. Il fatto é che é uscito questo bando meraviglioso: tre mesi di volontariato in Spagna, nell'ambito del progetto Leonardo. In soldoni: aiuti i giovani nella loro integrazione in loco, ti scordi lo stipendio, ma hai viaggio, alloggio e utenze pagate. Piú 200 euro al mese da investire in ció che vuoi. Non male. Un sorriso sulla faccia, nel mio caso, é garantito cien por cien. Peccato che, come sempre, io l'abbia scoperto a pochi giorni dalla scadenza. La busta deve arrivare a Lucca non piú tardi del 2 Marzo. Non fa fede il timbro postale. E allora, via: weekend passato a lottare con Word per l'impaginazione del curriculum nel formato Europass. Eurostress, piú che altro, visto che ci ho messo tre ore a far sparire le inquietanti due pagine bianche che s'ostinavano a frapporsi tra il diploma di maturitá classica e le ultime nuove dalle esperienze professionali. E dire che dovrei essere esperta, in Misteri di Word, ormai. Poi le caselline da riempire: “Fumi? Hai la patente? Hai allergie? “ Ma soprattutto: “Sei vegetariana?”. Che un po' anche te lo chiedi, perché caspita lo vorranno sapere. Ci fai dell'ironia sullo schermo di twitter : “Magari lo stage prevede di essere integrati in un'azienda che produce prosciutti”. Ed immediatamente, vigile come un falco che addocchia la sua preda, il Jamón Ibérico Juan nonsoché mi segue. Cioé, non il prosciutto in sé. Il community manager dell'impresa. O almeno presumo. Comunque sia, discreta acquolina in bocca modo: On. Ancora, la minuziosa redazione di una lettera motivazionale, per poi scoprire che le stesse cose vanno riportate anche sull'application form. Che va compilata a macchina. E' meglio. Solo che lo leggi quando giá l'hai fatto a mano. Ri-stampa. E ora la fototessera. Manteniamo la calma: fototessera. Io ero certa di averne ancora, di fototessere. Dove diavolo...!? Dovró decidermi a metterla in ordine, 'sta stanza, prima o poi.




Comunque. Ho avuto all'incirca quattro attacchi di panico, ma oggi quella busta é partita. Raccomandata A/R. E, comunque vada, ne é valsa la pena. Sí, insomma, ho di nuovo quella sensazione. La sensazione di star lottando, intestardita piú di un mulo, per dare alla mia vita la piega che sognavo. La sensazione, soprattutto, che tutto sommato ci posso ancora riuscire.

Perché, vedete, mentre cercavo quelle maledette fototessere mi ha contattata una ragazza. Manco a farlo apposta, mi chiedeva dell'Erasmus. E mi sono resa conto che, a mancarmi, non é poi solo l'ebbrezza di quei dieci mesi. No. In fondo, a me manca anche il prima. Quell'alternanza continua di speranza e di terrore. La voglia di avventura mischiata con il senso di distacco. La strada nuova che affascina e ti chiama, in senso opposto alle certezze quotidiane. Ecco: questa volta io , tutto questo, non l'avró. Adesso so cosa mi aspetta. Adesso, se anche mi prendessero, lo saprei a Marzo per poi partire ad Aprile. Non ne avrei il tempo, neppure. E, poi, se anche quei sentimenti riprendessero ad invadermi, non avrei il contorno giusto per assaporarli bene.

Niente coinquilina da attendere al varco, per sfogarle addosso paranoie. Niente compagna di corso che ti porta a bere Sangría dopo lezione, costringendoti al barcollo nei kilometri che vanno da Via d'Azeglio a casa. E quanto ridevo, peró. Stavolta, anche volendo, non potrei condividere i pensieri con un altro gruppo di studenti nella stessa situazione. Lí, disposti a semicerchio dentro ad un'aula spoglia, come un gruppo di alcolisti anonimi in attesa che la borsa sia assegnata. “Prima era un pensiero, un'idea. Adesso é vero, ti rendi conto?” . E se poi mi chiedessi “e adesso?”, se poi avessi un minimo di dubbio...beh, credo che i miei mi prenderebbero per pazza se afferrassi uno straccio e mi mettessi a spolverare freneticamente casa. Se lo facessi con i BajoFondo e Julieta Venegas in loop incessante, per lo meno. Volume a palla. Ballando un tango isterico da sola. Perché Julieta Venegas é il mio pre-partenza. Ho parlato spesso di canzoni dell'erasmus. Canzoni post-erasmus. Canzoni il cui testo sembra parlare dell'erasmus. Ma la canzone del pre-erasmus, signori...quella era indubbiamente Pa'Bailar.






Al diavolo. Io non credo che sceglieranno me, per quel progetto di volontariato. Ci sono solo 41 posti in tutt'Italia. Devo essere realistica. Peró ci ho provato. Ho saputo di quel bando e, come ai vecchi tempi, la data di scadenza non mi ha fatta scoraggiare. Sono fiera di me, di nuovo. E' questo che mi piace.

E forse l'Universo se n'é accorto, perché sulla casella mail, oggi, sono arrivate altre belle – forse anche migliori- novitá.

Scusate l'assenza, perció: il resto della vita, certe volte, mi chiama . 

2 commenti:

  1. a manetta Iulieta!.-))spolvera...balla....ma soprattutto CREDICI!...e se anche questa volta..non fosse quella giusta...sorridi..perchè con la positività i sogni prima o poi(ti auguro prima)si avverano!
    in bocca al lupo/SUERTE!!!
    kit

    RispondiElimina