Forse non lo sapete, ma
collaboro con il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste. Mi
hanno chiamata lo stesso giorno in cui ho ricevuto la proposta per la pubblicazione del libro. Ché quando butta bene, butta bene.
La cosa comporta un reminder dei miei primi anni di Università, dato il vistoso incremento dei viaggi mattutini in treno. Viaggi che, come appuravo già allora, durano esattamente quattro canzoni. Lasso temporale del tutto insufficiente all'abbiocco con bava; E tuttavia adattissimo a perdere coscienza su una base musicale. Io ci incastro apposite playlist, per la verità senza sprecarmi troppo in quanto a fantasia. Più che altro, mi cimento nell'ascolto a rate degli ultimi due cd acquistati da Mediaworld. Leggi: Il Cile e Papitwo. Chè - per nome o per lingua- bisognerà pur sempre rimanere in tema. Il primo, l'italiano, é una rivelazione di poesia. Il secondo potrebbe competere solo se si limitasse ai brani dall'otto al dieci. Ma poi c'è la Bimba. E allora...
Sulle loro note, ad ogni
modo, il mare si spalanca. Succede appena voltata la curva, dietro
al finestrino sporco del mio “senso di marcia” . Quasi lo calma,
il brodo primordiale di pensieri che ho in testa. Anzi, non lo fa
per niente. Però l'emozione è ancora la stessa che mi provocava
anni fa.
E' un ambiente friendly,
quello del Festival. Fatto di persone che ti danno del tu prima
ancora di incontrarti. Di esse marcate. Bi che sembrano
vi. Frasi di lingue armonicamente abbracciate e accenti che da
soli valgono la mia allegria. A completare il quadro, addetti stampa
provati dalle troppe notti insonni, trailer di film che vorrei vedere
(quattro, come le canzoni) e caffè sorseggiati al tavolo di un bar
che non sapevo fosse greco. Con la scritta dolmadakia, manco a dirlo,
a perseguitarmi gigante sopra una lavagna nera.
In realtà inizio a
pensare che 'sta storia degli involtini sia tutta una sorta di
vendetta da parte della Spagna. L'entità Spagna, intendo
dire. Non i suoi abitanti. Una specie di mood nazionale che aleggia
nell'aria. E tutto vede. E tutto sa. Una gigantesca donna immaginaria
che ha appena trovato tracce di un rossetto non suo sulla camicia a
righe del marito. Insomma, magari si sente un po' tradita. Le vacanze
in Grecia, il tentativo di ricrearne la cucina... un po' sarei gelosa
anch'io. Vaglielo a spiegare, che non ne ha motivo!
Comunque, dicevo del festival. Perchè a comporlo, soprattutto, c'è un sacco di gioventù. Ragazzi e ragazze che mi basta poco a prendere in simpatia. Sarà la conoscenza della lingua ispanica, il sorriso cordiale, magari la cadenza bolognese di una di loro, che tanto mi riporta agli anni emiliani. Insomma, che ne so. Il punto è che mi ci trovo bene. Per cui mi capirete se aggiorno un po' meno il blog.
Tra parentesi, mentre
attaccavo locandine gialle mi sono innamorata di un vestito griffato.
Novanta euro, tanto per gradire. Proprio nel periodo in cui più di
altri dovrei risparmiare. Ché io ci ho provato, a improvvisare un
crowdfounding su twitter. Un euro a testa, daaaai. Ma, niente.
La gente, per le giuste cause, non s'impegna mica. E dire che era
così carino, d'un verde smeraldo un po' tendente al blu. Con
l'arricciatura sulla scollatura. E il fiore. E la gonna corta. Mi
sarebbe stato bene. Tzé.
Se è per quello, prima
di una conferenza stampa, mi sono anche innamorata di un completino
intimo visto da Tezenis. Per il bene della mia reputazione di donna
ancora un po' sana di mente, probabilmente non dovrei descrivervelo.
Solo che mi piace troppo. E' rosso bordeaux, a pois bianchi, con i
pizzetti sul bordo delle mutande e del reggiseno. 'Na roba da Minnie,
insomma. Però taaanto carino.
(Questo un po' ci somiglia, ma non é quello che intendo io)
(Questo un po' ci somiglia, ma non é quello che intendo io)
Al diavolo. Io, quando
sono contenta, le vetrine non le dovrei proprio guardare.
Perchè butta bene. Caspita, se butta bene.
Ad esempio: ora che ho
firmato il contratto, mi contatta pure un'altra casa editrice. Mi
vorrebbe pubblicare anche lei, in barba al mare di rifiuti che
avevo ipotizzato. Che sarebbe stato logico ipotizzare. Mi
offrono un sacco di servizi promozionali, roba da non crederci.
Compresa la tivù. Ovviamente è troppo tardi. Ovviamente,
l'esclusiva già concessa ad altri ormai m'impone il no. D'altronde
non che me ne penta, anzi. Oltrettutto la tivù mi avrebbe moralmente
obbligata all'acquisto di quel vestito. Non era il caso, capite. Son
contenta così.
Solo che mi sento contesa
come una dama tra due cavalieri medievali. E al brodo primordiale
s'aggiungono ulteriori pensieri. Del tipo:
“Ma davvero quel che ho
scritto é così buono? “
Oppure ho solo tanto culo?
Ai posteri l'ardua
sententia. Nel frattempo, mentre procedo con gli esorcismi
anti-karma, credo di aver trovato la playlist ideale per andare a Trieste in treno. Inzia con "Il nostro duello de Il Cile", che youtube curiosamente non propone. La seconda é il duetto di Bosé con il "mio" Dani, che ho riportato giá qualche post fa. Per le altre due, basta cliccare play.
eccomi ai consueti commenti!
RispondiEliminacome sempre li ho letti tutti i tuoi post....per pigrizia,commento poco,ma li apprezzo tamtissimo...e se ,e sicuramente sarà così,il tuo libro è bello come te,come la tua scrittura,allora nessuna meraviglia che tutti lo vogliano....e successo sarà!
enhorabuena!!! kit
Gracias Kit, sempre gentilissima!
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