lunedì 11 febbraio 2013

...E, proprio alla fine, i Grammy.


Sanremo. Carnevale. San Valentino. Come se non bastasse, ci si mette pure il Papa. Il mio blocco creativo, in queste circostanze, sa piuttosto di quiete prima dell'uragano. E lo so, lo so: si dice “della tempesta”. Solo che a me suonava meglio, uragano.

Perciò me ne sto qui, in attesa della neve. Con un inquietante essemesse della vodafone a informarmi che, se voglio, posso conoscere in anteprima Pino il Pinguino. Molto gentili, non c'è che dire. E, intanto, anche quest'anno, i miei propositi carnascialeschi sono belli che andati in fumo. Insomma, avrei voluto puntare sull'auto-promozione. Vestirmi da antica greca, lanciando evidenti messaggi subliminali ogni qualvolta avessi impugnato il cellulare. Magari mi sarei corredata di attrezzi da cucito, a tratteggiare un po' di più Penelope. E però no: il freddo, alla fine, ha congelato le intenzioni. Certo, un peplo candido a lasciare scoperta la spalla sarebbe stato perfetto per la discoteca. Molto secsi. Ci avevo pure pensato, non crediate. Solo che sono ormai irrimediabilmente anziana inside. Una da tea caldo con le amiche in un bar del centro. Di quelle, per capirci, che il sabato sera scrivono: “senti, io salterei, ché sono k.o con i dolori mestruali”; e si sente rispondere, con estremo sollievo: “ah sì, sì, chi ha voglia di uscire? Io son già in pigiama”. Una che Lunedì c'è un'altra festa. Già, ma “devo lavorare”. E poi si sa che dei tendoni riscaldati urge pur sempre diffidare un po'. Sapete, i reumatismi... Oh, al diavolo, che mi è capitato? Vecchia. Vecchia proprio. Sbalzi d'umore, un gatto, e il blocco creativo. Da copione. Ché poi si fa per dire,“blocco”. In realtà sono preda costante di frasi ad effetto. Sul serio. Cioè, mi vengono in mente 'sti pensieri sconnessi a cui non sono in grado di trovare un senso logico. Non valgono neanche come tweet. Non arrivano all'Haiku. Non servono. Fossi un compositore indie potrei farci sù un testo criptico da elogi della critica. Fossi un poeta, mascherarli da svolta ermetica. Ma sono essenzialmente una povera pirla. Ergo, continuo ad appuntarli senza sapere perchè.



E ora penserete che stia esagerando. “Dai, non possono essere così insensati”. E allora spiegatemelo voi cosa accidenti dovrebbe dire: “ forse è omicidio efferato di un cielo rubato di rose e perchè”. Ecco, appunto. Manco Battiato nei suoi momenti migliori. Il guaio è che non sono neanche ubriaca. Non fumo, non mi sono presa una cotta... insomma, zero giustificazioni. Così preferisco parlare di “blocco creativo”. Anche se ho una voglia matta di scrivere. Anche se me ne sto qui, ad aspettare la neve, e pur di aggiornare il blog mi lancio in un delirio dei miei. Ché, a dire il vero, è dei Grammy che vi avrei voluto parlare. I Grammy, già. Per una volta – forse la prima in molti anni – sono abbastanza soddisfatta dei vincitori (l'elenco completo, diviso per categorie, lo trovate qui ).




In particolare, plaudo al trionfo dei miei adorati Fun. All'incoronamento di Juanes (mi è sempre stato simpatico) in una tra le più importanti categorie latine. Agli svariati premi attributi alla bella "Somebody that I used to Know”. A (bavetta) Jhonny Depp. E, soprattutto, al vestito di Rhianna. Ecco: quel vestito lì lo voglio anch'io.



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