Sanremo. Carnevale.
San Valentino. Come se non bastasse, ci si mette pure il Papa. Il
mio blocco creativo, in queste circostanze, sa piuttosto di quiete
prima dell'uragano. E lo so, lo so: si dice “della tempesta”.
Solo che a me suonava meglio, uragano.
Perciò me ne sto qui, in
attesa della neve. Con un inquietante essemesse della vodafone a
informarmi che, se voglio, posso conoscere in anteprima Pino il
Pinguino. Molto gentili, non c'è che dire. E, intanto, anche quest'anno, i miei
propositi carnascialeschi sono belli che andati in fumo. Insomma,
avrei voluto puntare sull'auto-promozione. Vestirmi da antica greca,
lanciando evidenti messaggi subliminali ogni qualvolta avessi
impugnato il cellulare. Magari mi sarei corredata di attrezzi da
cucito, a tratteggiare un po' di più Penelope. E però no: il freddo,
alla fine, ha congelato le intenzioni. Certo, un peplo candido a
lasciare scoperta la spalla sarebbe stato perfetto per la discoteca. Molto secsi. Ci avevo pure pensato, non crediate. Solo che sono ormai
irrimediabilmente anziana inside. Una da tea caldo con le
amiche in un bar del centro. Di quelle, per capirci, che il sabato
sera scrivono: “senti, io salterei, ché sono k.o con i dolori
mestruali”; e si sente rispondere, con estremo sollievo: “ah sì,
sì, chi ha voglia di uscire? Io son già in pigiama”. Una che Lunedì c'è un'altra
festa. Già, ma “devo lavorare”. E poi si sa che dei tendoni
riscaldati urge pur sempre diffidare un po'. Sapete, i reumatismi...
Oh, al diavolo, che mi è capitato? Vecchia. Vecchia proprio. Sbalzi
d'umore, un gatto, e il blocco creativo. Da copione. Ché poi si fa
per dire,“blocco”. In realtà sono preda costante di frasi ad
effetto. Sul serio. Cioè, mi vengono in mente 'sti pensieri
sconnessi a cui non sono in grado di trovare un senso logico. Non
valgono neanche come tweet. Non arrivano all'Haiku. Non servono. Fossi
un compositore indie potrei farci sù un testo criptico da elogi
della critica. Fossi un poeta, mascherarli da svolta ermetica. Ma
sono essenzialmente una povera pirla. Ergo, continuo ad appuntarli
senza sapere perchè.
E ora penserete che stia
esagerando. “Dai, non possono essere così insensati”. E allora
spiegatemelo voi cosa accidenti dovrebbe dire: “ forse è omicidio
efferato di un cielo rubato di rose e perchè”. Ecco, appunto.
Manco Battiato nei suoi momenti migliori. Il guaio è che non sono
neanche ubriaca. Non fumo, non mi sono presa una cotta... insomma,
zero giustificazioni. Così preferisco parlare di “blocco
creativo”. Anche se ho una voglia matta di scrivere. Anche se me
ne sto qui, ad aspettare la neve, e pur di aggiornare il blog mi
lancio in un delirio dei miei. Ché, a dire il vero, è dei Grammy
che vi avrei voluto parlare. I Grammy, già. Per una volta – forse
la prima in molti anni – sono abbastanza soddisfatta dei vincitori
(l'elenco completo, diviso per categorie, lo trovate qui ).
In particolare, plaudo al
trionfo dei miei adorati Fun. All'incoronamento di Juanes (mi è sempre stato
simpatico) in una tra le più importanti categorie latine. Agli
svariati premi attributi alla bella "Somebody that I used to Know”. A
(bavetta) Jhonny Depp. E, soprattutto, al vestito di Rhianna. Ecco:
quel vestito lì lo voglio anch'io.
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