Abbronzarsi camminando.
100 like su un post. Le parole “avevi ragione”. Alla lista delle
cose che danno soddisfazione mi tocca aggiungere, adesso, anche la
serata di ieri. Ne sono stata coinvolta piú del solito. E non é
solo perché ho ballato.
L'associazione con cui
studio flamenco ha accettato il mio invito. Piú rappresentanti di
quanto sperassi hanno regalato intermezzi coreografici ad
una presentazione letteraria insolita. Osservava rapito, il pubblico.
Ascoltava col sorriso a fior di labbra il racconto di un Camino de
Santiago che, piú che misticismo, trasudava umanitá. L'hanno
narrato due scrittori locali, mettendo talento e verve ironica a
servizio di social network prima, e di fogli stampati poi. Bravi.
Davvero. Anche a catturare l'attenzione di una folla che, seppur
privata di un posto a sedere, non ha mollato la postazione fino
all'ultima parola. E poi c'é stata la Tarta De Santiago, da me cucinata non senza le consuete battaglie con
mattarello, impasto ed autostima. La Sangría, preparata da mia
madre sotto mia ormai consolidata ricetta. La continuitá tematica – forse piú
fortuita che cercata – dei dettagli. Quella che, nel ritmo
frenetico degli eventi, non c'é stato modo di evidenziare.
Ché nel momento in cui
il racconto volgeva verso la conclusione, il palo flamenco messo in
scena altri non era che la Farruca. Di origine incerta, alcuni sostengono che derivi proprio dalla Galizia. Altri, che debba in ogni caso il nome al termine "farruco", con cui gli andalusi designavano gli abitanti del nord-ovest spagnolo che avevano abbandonato la propria terra per emigrare all'estero.
Ché, quando le letture
parlavano di arrivo a Santiago, é stata servita la torta che
tradizionalmente veniva e viene offerta ai pellegrini al completamento del cammino. Non solo, ma il dolce è particolarmente tipico e diffuso proprio in questo periodo, tra l'ultima settimana di Luglio e la prima di Agosto, in occasione dei festeggiamenti per il Santo Patrono (25 Luglio).
Il punto é che questa
mattina mi sono svegliata con i ricordi ancora nitidi della serata
piú italo-spagnola che sia mai stata organizzata alla Galleria La Fortezza di Gradisca d'Isonzo. Ho rivissuto l'ebbrezza di overdose di complimenti. “Che
buona la torta”, “Che brave siete state”, “Che serata
raffinata”. E – sí, lo ammetto – mi sono sentita orgogliosa.
Così, anche se
forse esula un po' dallo stile di questo blog, ho avuto voglia di scrivere un
post con il preciso ed unico intento di dire grazie. A chi ha ballato. A chi ha aderito. A
chi c'era di persona e chi solo con il pensiero. Grazie perché eventi come
questi, in cui la Spagna si unisce all'arte e la declina a 360 gradi, ecco…eventi come questi, a
me, scaldano il cuore.
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