Mi perdonerete se mi prendo un'altra breve pausa dall'italo-spagnolismo, ma qui bisogna pensare ai seri problemi che affliggono l'umanità. Ad esempio: come vestirsi ai tour invernali. Si dà il caso, infatti, che io abbia trascorso gli ultimi due weekend pianificando le prossime trasferte concertistiche. La cosa ha provocato grande soddisfazione a Ryanair, Booking.com, EasyJet, Trenitalia e compagnie di trasporti pubblici d'origine francofona. Grande disperazione è stata invece arrecata alla mia banca, il cui prossimo sms per avvisarmi di acquisti effettuati online recherà probabilmente il PS personalizzato "Hai finito, sì?". Comunque sia, si dà il caso che il prossimo live sia nientemeno che Sabato prossimo, ed io non sappia ancora cosa mettermi. DISASTRO. Così, mi sono messa a scandagliare il web in cerca di ispirazione, nel tentativo di estrapolarne i maggiori trend della moda concertistica universale. Perché, come sempre, la pioggia e le robe-che-faccio-per-lavoro hanno conseguenze preoccupanti sul mio stato mentale.
Insomma, le conclusioni che ho tratto sono quelle che seguono, da stampare e appendere all'armadio come vademecum della fan fashionista. Anzi, già che ci sono mi prendo la licenza di inventare un neologismo ad-hoc: fanshionista. Lo so, sono evidentemente un genio.
- REGOLA NUMERO 1: MAI SENZA SCIARPETTA!
Se c'é una cosa che salta subito all'occhio, passando in rassegna tutte le foto che ho scattato in attesa di qualche concerto dal 2008 ad oggi (perché prima non avevo Facebook), é che c'è un accessorio che non può mancare nel guardaroba di nessuna fan: quell'accessorio è la sciarpetta. Variopinta o monocromatica, in netto contrasto con il colore degli indumenti oppure tono su tono, è il pass-partout perfetto per l'outfit con occasione d'uso "ho intenzione di passare tutto il giorno in fila davanti a un palasport". Adatto a qualsiasi stagione e di versatilità invidiabile, questo capo - che puoi acquistare a pochi spiccioli da qualsiasi cinese - ti offre una comoda via d'uscita a tutti i problemi della groupie. Ti protegge la voce in vista di cori appassionati ed isterici "aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhiiiihhhiiiiihhh" da invasata; ti offre un riparo dal freddo; può trasformarsi in turbante nel caso in cui piova. Non solo, ma - una volta piegato- è anche un comodo cuscino per schiacciare un pisolino sull'asfalto. Ed é, ovviamente, il miglior stuoino fai-da-te che si possa immaginare in assenza di cartoni, sacchetti di plastica, asciugamani, teli mare, bandiere e qualunque altra membrana svolga la funzione basilare di separare il tuo culo dal cemento.
- REGOLA NUMERO 2: NERO E LOW COST
Le fescionbloggerz di tutto il mondo, com'è noto, postano le loro mise in pose plastiche su svariate piattaforme dedicate. Una delle più utilizzate è senza dubbio Lookbook. Sono andata a cercarci gli outfit più popolari per il tag "concert", e le statistiche del sito hanno confermato i due principi chiave della moda applicata alla musica:
1) Il nero è il colore del rock 'n'roll (e se ti sporchi di asfalto, fango, porchetta ruzzolata giù dal panino si nota meno). Ergo, è anche il più diffuso per i look delle fanshioniste.
2) Vestiti low cost. Ad un live salterai, pogherai, suderai, affronterai intemperie e sigarette altrui. Per questo, al momento di scegliere cosa indossare, dovresti tener presente che potresti rovinarlo. Secondo me il fatto che H&M sia il brand più usato per i look da live va interpretato anche così.
- REGOLA NUMERO 3: IN ESTATE, SHORTS!
Pare non ci sia dubbio, almeno a giudicare dal sopra citato Lookbook: siano in jeans, borchiati, a righe o di colori accesi, gli shorts sono la scelta irrinunciabile per un concerto in estate. Nozione di cui al momento me ne frega poco o nulla, ma che mi premeva ugualmente condividere con il Pianeta.
- REGOLA NUMERO 4: IL QUADRO FA SEMPRE GRUNGE.
Ebbene sì. A giudicare dalle fescionbloggerz, il buon vecchio camicione a quadri (possibilmente oversize) va sempre alla grande sottopalco. Puoi indossarlo sopra ad una t-shirt, o magari per sdrammatizzare un vestito altrimenti elegante. Altro accessorio chiave: gli occhiali da sole. Peraltro utilissimi per coprire le occhiaie dopo una notte passata in tenda.
- REGOLA NUMERO 5: SCARPE BASSE.
Non servirebbe neanche dirlo, in effetti: oltre ad essere estremamente poco pratico, il tacco 12 nel contesto di un concerto trasmette un solo ed inequivocabile messaggio: "sono qui perché voglio farmi notare dal cantante; e sono disposta a portarmi a letto chiunque sia necessario per raggiungere il mio obiettivo". O, almeno, così viene interpretato dalle altre rappresentanti del genere femminile, che ti dichiareranno immediatamente guerra ed eterno astio anche se tu, magari, volevi solo fare innocentemente la figa. Un motivo in più per scegliere le scarpe basse. E, se le converse sono da fan qualunque, le più fashion, in inverno, tendono a preferire gli ankle boots. Pratici e molto più chic.
- REGOLA NUMERO 6: KEEP CALM AND BE CIPOLLA
Il look da concerto più popolare in assoluto su Lookbook, se devo proprio essere sincera, mi genera un discreto ribrezzo. Insomma, 'sta tizia (che vedete qui sotto) s'è messa sù i pantaloni del pigiama e un maglioncino di un grigetto smorto, in un abbinamento che penalizzerebbe pure Naomi Campbell. Se ipotizziamo, però, che sotto al maglioncino ci sia una canottiera, lo possiamo prendere ad esempio di un altro dei concetti che ho personalmente sempre ribadito: il vestirsi a strati come must have. Soprattutto in inverno, in effetti. Ché dentro fa caldo, fuori ci sono i pinguini, e il coccolone non è mai il modo più scoppiettante per dare inizio alla serata. A ben vedere, lo confermano anche altri due outfit tra i più popolari, nonché tra i più amati da me stessa medesima. Li trovate, anch'essi, qui sotto (notare, in quello a sinistra, un'ulteriore esaltazione dell'accessorio sciarpetta).
- REGOLA NUMERO 7: PERSONALIZZA IL MERCHANDISING
Parliamoci chiaro: le t-shirt che vendono al banchetto del merchandising sono da annoverarsi tra le piaghe dell'umanità. Non si sa bene per quale ragione, dopo ogni concerto, provi sempre l'impulso irrefrenabile di comprartene una. Non importa che ci siano file chilometriche e che costino, in media, almeno il doppio di qualsiasi maglietta venduta in altre circostanze. Sai che la DEVI avere. E allora scegli, sborsi, te la porti via tutta felice nel tuo bel sacchettino. Solo che, ovviamente, non la te la fanno provare. Così, smaltito l'entusiasmo, appena la indossi sembri una sottospecie di versione rock-n-roll di Cucciolo: ti sta larga, ti penzola da tutte le parti, e - come se non bastasse - ti senti molto spesso troppo bimbaminkia all'idea di indossarla davvero per uscire. Da lì, l'inevitabile destino di tutte le magliette comprate al merchandising: trasformarsi nel pigiama più caro della storia.
Per evitarlo, basta qualche accorgimento. Pinterest, ad esempio, è pieno di tutorial su come customizzare le t-shirt di vecchie band. Dal classico nodo al taglio di una spalla passando per il collo a V, puoi fare della tua maglietta un vero e proprio top alla moda di cui non ti dovrai più vergognare. E, se proprio ti venisse male, puoi sempre cucirla assieme a tutte le altre in un'unica variopinta sciarpa, come suggeriscono qui.
Spero che tutto ciò vi sia utile in vista del prossimo live, care le mie amiche fanshioniste. Quanto a me, mi sa che è meglio se torno a svuotare gli armadi.
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