La primavera, sbocciata finalmente in tutto il suo splendore, sembra aver congelato ogni attività online. Compresa quella della condivisione musicale. Per cui niente, amigos: se volete scoprire quali sono stati i brani più virali della settimana in Spagna e in Italia, non vi resta che fare un copia-incolla da quelli pubblicati sette giorni fa. E continuare imperterriti ad ascoltare i Muse.
Se c'è un motivo per cui proseguo indefessa con questa mia rubrica, però, è la sua capacità di farmi scoprire canzoni sempre nuove. Quindi capirete che non potevo arrendermi. Ben lungi dal rinunciare alla tradizione domenicale, ho scorso i cinquanta brani delle rispettive chart con lo stesso identico metodo con cui scelgo le prossime letture in libreria. Mente spenta. Occhio clinico. Soggettività del quotidiano pronta a manovrarmi l'inconscio, mentre il dito - come sul grilletto- è pronto al clic.
Mi sono fatta attrarre dai titoli, proprio come tra gli scaffali mi lascio sedurre dalle copertine. E, ancora una volta, ha funzionato alla grande.
In questo nono episodio della saga delle "viral song" non vi parlerò, perciò, delle due canzoni più condivise nei miei due Paesi, ma delle due migliori scoperte che la chart di Spotify mi ha regalato. Entrambe, curiosamente, appaiono legate a luoghi geografici concreti. Entrambe, insospettabilmente, si sono rivelate in qualche modo adatte a me.
Per l'Italia si tratta di "Lei, lui, Firenze": un brano di Brunori Sas che, se la documentazione non m'inganna, risale a svariati anni fa. Non avevo mai avuto il piacere di ascoltarlo, però. E chissà cos'avrà spinto la gente a condividerlo in massa fino a farlo salire d'improvviso al quindicesimo posto dei brani più virali. Chissà se lo sapevano, tutte quelle persone, che il ritorno nella città toscana è uno dei piani di trasferta per i miei prossimi mesi.
La Viral top 50 spagnola, invece, mi ha incuriosita per il titolo di un brano dei Dorian, una band di Barcellona. L'ho riprodotto credendo parlasse del capoluogo di Lanzarote, nelle isole Canarie. Invece, "arrecife" era da intendersi con lettera minuscola. Significa scogliera. O, forse, significa entrambe le cose. In fondo si parla di un vulcano, in quel testo che ha saputo penetrarmi l'anima. Ché "so che imparasti a scrivere versi quando iniziasti ad accumulare inverni"; e "oggi hai una frase pronta per mettere fine a qualunque discussione, una canzone disperata, un'enciclopedia della desolazione". Ma "anche se passano gli anni non spegneranno la tua voce". La settimana, questa volta, lascio che la chiuda lei.
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