domenica 15 maggio 2016

Il momento più italo-spagnolo dell'Eurovision


L'Eurovision dovrebbe promuovere la fratellanza tra i popoli e, foss'anche in modo parziale, quest'anno ci è riuscito eccome. L'ho capito nel momento del conteggio dei voti, quando una formula più complicata di un'equazione quantistica (no, davvero: voi c'avete capito qualcosa?) ha chiarito una volta per tutte quali siano le vere dinamiche dei rapporti internazionali. E cioè, fondamentalmente, che Italia e Spagna si amano da morire. 

Ma facciamo un passo indietro. La competizione, come ormai saprete, l'ha vinta l'Ucraina. Un trionfo che il sottotesto politico ci ha messo pochissimo a far diventare un caso. Curioso che il testa a testa finale sia stato proprio tra lei e il concorrente russo. Una lotta all'ultimo respiro per riuscire a superare l'outsider Australia - quella che sì, abbiamo capito, con l'Europa non c'entra, ma ora potete anche smetterla di fare tutti la stessa battuta. 

Quando Jamala ha ricantato per l'ultima volta la sua canzone anti-russa ho pensato che sarebbe bello se le guerre si combattessero così. Su un palcoscenico, a colpi di note e televoto. Con la vittoria ridotta ad un trofeo e la sconfitta a un volto deluso.

Foto: IlCorriere.it
Forse è anche per questo, se l'Eurovision piace. Perchè ti induce a credere in un mondo parallelo, utopico, fatto di pailettes e patriottismi inaspettati. Un mondo in cui tutti ci sentiamo improvvisamente uniti nel tifare Michielin anche se non abbiamo mai comprato un suo disco  in vita nostra - ma poi perchè quella scenografia vegana? E che c'entra il laghetto incantato?
Foto: Ilfattoquotidiano.it

La Michielin alla finale di Eurovision, secondo Twitter.

Un mondo in cui la Francia si riscopre amica nel regalarci i suoi voti, la Croazia si veste da paralume ad una festa di Halloween e gli effetti per l'esibizione della Georgia ci fanno sentire tutti come se avessimo preso una pasticca di ecstasy.

Il look sobrio della concorrente croata (fonte: BBC/ Buzzfeed España) 


E poi arriva gente improbabile tipo il rappresentante della giuria islandese, che annuncia il verdetto nazionale con un cane in braccio perchè... insomma, perchè no? Oppure la tizia del peso lordo di 1,5 kili che, in diretta dall'alba di Sidney, scambia tagliatelle crude per una collana.

Tra l'altro quello delle tagliatelle è stato forse l'unico intervento valido dei commentatori nostrani, evidentemente mandati a Stoccolma con il preciso intento di farci venire il mal di testa. Insomma, che bisogno c'era di divagare continuamente invece di limitarsi a tradurre quello che si sono impegnati a dire a tutt'Europa i conduttori svedesi? Senza contare che, da adolescente fanatica degli Alcazar e post-adolescente che ascoltava i Mando Diao, il siparietto sulla storia della musica locale l'avrei davvero voluto sentire.

Ma si diceva dell'amore tra Italia e Spagna. Si diceva di Barei, la sconosciuta rappresentante iberica che, scaraventandosi a pancia in giù sul palco, ha fatto preoccupare mezzo Continente in due secondi di stacco su nero.

Fonte BBC/Buzzfeed España




I bookmakers la davano tra i favoriti, a esibizioni concluse. Eppure, nessuno delle giurie sembrava essere d'accordo. All'apice della delusione, gli unici a regalarle il massimo dei punti siamo stati proprio noi italiani.

Fonte: eurofestivalnews.com




Da Twitter, la gratitudine di un popolo non è tardata ad arrivare. Hanno tirato in ballo la Carrà, gli Erasmus, persino Banderas. Tutto con una sola morale: siamo gli unici alleati, nella buona e nella cattiva sorte. Ci vogliono bene, bella Italia, nonostante lo sport e gli esemplari più machos che gli rimorchiano le donne sulle spiagge in estate.

Ho raccolto qui sotto alcuni dei cinguettii più rappresentativi, a chiara dimostrazione che quest'edizione dell'Eurovision è stata a suo modo meravigliosamente italo-spagnola (tra l'altro, alla maggior parte degli spagnoli pare sia piaciuta anche molto la canzone della Michielin). 













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