domenica 4 febbraio 2018

Operación Abbiocco

Integrarsi nel Paese che ti ospita vuol dire anche conoscerne i fenomeni sociali. Da un po' in qua uno in particolare domina le chiacchiere nei bar, i trending topic su Twitter, le pubblicità di Spotify e i dibattiti televisivi. Così, armata di tutto il mio amore per la Spagna, Lunedì scorso ho deciso di guardare per la prima volta Operación Triunfo. Spoiler: è stata una pessima idea.

Ve ne parlo solo adesso perchè ho avuto bisogno di tempo per riprendermi. Tanto per cominciare continua a stranirmi che un programma in Prime Time inizi alle 22.35. Ma quello va bene - anzi, benissimo! - dato che è esattamente l'ora in cui finisco di cenare. Quindi divano, copertina, cellulare. Qualche casino per trovare l'hashtag giusto (dico sul serio: non potete sceglierne uno fisso anzichè cambiarlo ogni settimana?). E via, pronti per l'avventura. 

Dopo una breve introduzione, cinque tizi inquietantemente giovani attaccano a cantare in coro una roba che vedrei bene nella colonna sonora del Re Leone. Il cartone, non il musical. "É che l'hanno un po' cambiata, prima era meglio", si affretta a spiegarmi qualcuno sui social. Sarà. Però la sensazione di trovarmi in un film Disney non accenna a diminuire. 




Il punto è che a parole, qui, è tutto bellissimo. I giudici elogiano ogni singola performance. Gli autori dei brani si sprecano in complimenti. I concorrenti sono un susseguirsi di baci e abbracci. Persino su Twitter - cioè, T W I T T E R! - le critiche si contano sulle dita di una mano.

Voglio dire, dove sono quei bei sani litigi pro-audience? Il Morgan della situazione che si accoltella verbalmente con un sostituto di Fedez? Una Maionchi che dica cazzo ogni quattro parole? Tutto questo miele mi alza il tasso glicemico, dai. Non può essere sano. 

Tra i protagonisti della favola troviamo Aitana/Biancaneve: una tizia con la vocina da Topo Gigio (lo so, io dovrei solo starmene zitta) che però quando canta si trasforma nella Celine Dion de noaltri. Secondo me è posseduta.

Poi Ana Guerra/Jasmine, che copia-incolla i brani latini che malsopporto in discoteca ma se non altro aggiunge un po' di ritmo alla serata. La Bella Addormentata Miriam, la più insipida tra tutte. Il Principe Azzurro Alfred, che strappa applausi con il suo abito femminista e interpreta l'unico brano che mi piace. Anche se è una brutta copia di Pereza e obiettivamente canta male. E infine Amaia, la Cenerentola del posto.  Ecco, lei di fama la conoscevo.
In effetti non mi stupisce che la Spagna l'adori: è genuina, un po' naif, con una voce pazzesca. Peccato che, per qualche insondabile mistero, a quelle brave finiscano sempre per assegnare brani impostati che sembrano usciti direttamente dagli anni 50. L'ideale per  chi ha problemi di insonnia. 

E intanto sui social parlano di
Almaia (che scopro essere la crasi tra Alfred e Amaia), Aiteda (Aitana più Cepeda, uno che non è manco più in gara), War (la suddetta Ana Guerra). Cioè, ragazzi, abbiate pazienza: già non è facile memorizzare cinque nomi di botto, se me li cambiate in corsa e battezzate anche le coppie non andiamo mica d'accordo!

Repiro profondo. Manteniamo la calma. 

In fondo c'è David Otero, quindi non può essere tutto così male. Sul momento ho persino faticato a riconoscerlo, in preda al tipico smarrimento che ti provocano i volti famigliari in situazioni inaspettate. Riponevo molte speranze sul brano che aveva scritto assieme a Funambulista e Tato Latorre. Chissà: magari sarebbe stato proprio quello che, al termine della serata, il pubblico avrebbe votato per mandare all'Eurovision. Una canzone di David Otero a rappresentare la Spagna, ci pensate? 

Ma, no. Alla fine no. Alla fine MOLTO MEGLIO, MA PROPRIO MOLTISSIMISSIMO MEGLIO di no. Che di per sé il pezzo non sarebbe stato neanche male. Struttura ben studiata. Testo mediamente gradevole. Solo che vuoi l'impostazione classica del duetto, vuoi il trucco degno del Mago Forrest del mazzo di fiori estratto dal taschino della giacca... oh, ragazzi, a me è presa la depressione. 





E poi, di nuovo, sia benedetto X Factor. Perchè bastano delle tizie improbabili con un tutù sulla ricostruzione piatta di un'ambientazione circense per scoprire che le coreografie di Tommassini possono mancarti più della mozzarella di bufala.  

Morale: all'una passata di notte, dopo la sorella di Sobral in acustico, Conchita Wurst e i vecchi concorrenti in visita, persino J Balvin riesce a sembrarmi un capolavoro. 

Alla fine, manco a dirlo, all'Eurovision andrà la canzone più Disney di tutte. E pensare che avrebbero potuto letteralmente sbancare il festival col tormentone "NO QUIERO NADA MALO NO NO NO, PA' FUERA LO MALO NO NO NO" che a distanza di una settimana ho ancora in testa dopo averlo ascoltato una volta sola. Invece no. Gli spagnoli, che amano i gossip e le favole ancora più di noi, hanno scelto Amaia e Alfred. Scusate, Almaia. Due giovani fidanzatini conosciutisi in tv che si guardano negli occhi mentre sparano acuti. La storiella a lieto fine da coronarsi nel bacio a beneficio delle telecamere.



Stavo per dire che almeno a trasmissioni musicali è messa meglio l'Italia. Solo che poi mi sono ricordata che tra poco inizia Sanremo. Che come Operación Triunfo é sulla tv di Stato, solo che ha molta più pubblicità. Che come Operación Triunfo finisce ad ore impossibili della notte, ma iniziando un'ora e mezza prima e per un'intera settimana.

Quindi niente, spagnoli. Nonostante tutto, mi sa che avetedi nuovo vinto voi. 


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