Mi chiedevo se ne avessero una vaga idea. Sì, insomma, i giovani d'oggi. Quelli che vanno al cinema a vedere Titanic in treddí. Che io già non capisco che senso possa avere aggiungere dimensioni a sequenze giá girate. Figuriamoci comprendere il tormento infernale di tenere sul naso gli occhialini per tre ore. Comunque. Mi chiedevo se si fossero mai chiesti come possa essere stato essere tredicenni nel 1998. Perché di certo ignorano cosa quel film abbia significato per noi. Noi, gente brufolosa senza manco un cellulare, convinta che le relazioni potessero dirsi tali anche se duravano dieci minuti scarsi e non prevedevano baci. Noi, che avevamo gli stessi patemi d'animo delle teenagers d'oggi. Solo che non potevamo condividerli su facebook. Cosí, oggi le mie mensole s'appesantiscono di vecchi diari. Le paturnie hanno il carattere di fitta corrispondenza postale su carta da lettere rosa. L'ho legata con un nastro. Archiviata in un cassetto. E a dieci acari piace quest'elemento. Un casino.
Titanic. Quando uscí, ero indaffarata nella prima redazione della mia vita: quella del giornalino delle medie. Ricordo che mi avevano nominata caporedattrice della sezione “spettacolo” . E la cosa mi piaceva talmente da decidere che l'avrei voluto fare per il resto della vita. Il giornalino, unito ai miei voti da secchiona, mi permetteva di entrare e uscire a piacimento dalle ore di lezione. Avevo a capo un piccolo gruppetto,a cui imponevo le mie linee editoriali con una fermezza adrenalinica del tutto inaspettata, a dire il vero, data la mia timidezza di allora. Mi documentavo. Ritagliavo. Scrivevo. Mi incazzavo. Mi compiacevo. E poi scrivevo ancora. Era...bellissimo. Davvero bellissimo. Almeno quanto, all'epoca, mi sembrava essere Di Caprio.
Il mio primo reportage é stato su di lui. Ché i giovani d'oggi non lo sanno, ma Leo era...sí, insomma, il J.B. di allora. E dico J.B per non far nomi. Per evitare che un pubblico inappropriato giunga invano a questo blog lanciando urletti. Comunque avete capito, dai. Parlo del nano con la frangetta, quello lí. Che noi stiamo tanto a criticarle, le sue fan adoranti, ma eravamo anche peggio. Lo giuro. E se no chiedete ad una ventisettenne qualunque che sia andata al cinema all'uscita di Romeo+Juliet. I dialoghi del film non si sentivano, posso dire solo questo. Era tutto un agglomerato ormonale di urletti e “sei bellissiiiiiiimooooo”, lanciati allo schermo come se l'oggetto dei nostri desideri ci potesse effettivamente ascoltare. Piú che nella sala di un cinema, il dramma dei due amanti suicidi sembrava svolgersi ad un concerto pop.
Erano queste, le premesse di Titanic.
Del tipo che quando uscí io sapevo persino quale fosse il nome del cane dell'attore protagonista. Ero al corrente del suo passato e delle sue aspirazioni, e dicevo ai miei compagni maschi che non potevano insultarlo perché non lo conoscevano. Come se io, invece, sí. Avevo anche uno stock di magliette con la locandina stampata in copertina, che sfoggiavo fiera nelle ore di ginnastica. Me le aveva regalate un'altra delle redattrici. Un'altra di quelle che avevano preso la faccenda molto a cuore.
Anche lei, come me, sapeva a memoria il testo di My Heart will Go On.
E allora mi chiedevo se i giovani d'oggi, quando vanno a vedere Titanic, dicano mai: “Toh, senti, é la canzone dei peruviani”.
I tempi cambiano. Non c'é altro da dire.
PS: poco dopo aver scritto il post dell'altro giorno, l'ipod mi ha casualmente riproposto “Hasta Que Pase la Tormenta”, dei Despistaos. E improvvisamente ho ascoltato il testo da un punto di vista completamente inedito, reinterpretandolo con qualcosa che sicuramente non volevano dire. Insomma, m'é sembrata una risposta. Perché sí, io credo che le canzoni mi parlino: sono a questo livello di follia. Comunque sia, mi ha fatta stare meglio. A ben vedere é per questo che amo tanto la musica.
il nano con la frangia...sto ridendo cm una matta!!!e si,romeo+juliet è stato un cult dei nostri tempi...ke ritorno al passato ke mi hai fatto fare!quanti ricordi e sogni ad occhi aperti..ke per certi versi quei sogni ad occhi aperti li faccio ancora...
RispondiEliminax quanto riguarda le canzoni ke ti"parlano",se può consolarti non sei la sola alla quale succede..
ersy
non sentitevi strane!:-) è questo il ruolo delle canzoni...e di tutto ciò che è arte,sia maiuscola che minusvola!
RispondiElimina..e comunque..cambiano le tecnologie...ma i teenagers avranno sempe un idolo a cui rivolgere i loro sbalzi ormonali....bellissimo davvero questo post!
un beso KIT
ps.ti ci vedo a fare la piccola caporedattrice!..e che sia un'augurio e un auspicio per una brillante carriera che meriti!
Sono contenta di avervi fatte sorridere e fare un tuffo nel passato...l'intento era proprio quello! :) Quanto alle canzoni che parlano, mi consola il fatto di non essere l'unica! :D
RispondiElimina