La strada, in leggera
salita, forma quasi un auditorium naturale. Ci sono cani che
scodinzolano felici, frenati solo in parte dai guinzagli nei loro
intenti di socializzazione. E poi fotografi, stipati sui balconi in
ferro a immortalare folle da concerto rock. Il resto, è
tutt'un'aggolmerato di facce rapite. In mano depliant gialli, o
magari qualche ipad. Il colpo d'occhio, il primo impatto, è tutto
qui. Tutto nella voce di Faletti che da un palco accosta frasi ad
effetto, talmente affascinanti o divertenti che annotarle sul display
del cellulare è uno di quei peccati che io non commetterei.
“Cucinare è bello
perchè, come in letteratura, non hai altro limite che la tua
fantasia”. Lo sta dicendo proprio adesso, mentre spingo le pupille
ad abbracciare gli stendardi appesi un po' ovunque tra le vie dietro
me.
Erano anni che sentivo
parlare di Pordenone Legge. Del suo successo in crescita, della sua
organizzazione pressochè perfetta, dell'incremento turistico che
porta nei lettori provenienti da ogni dove. Eppure, come in fondo
accade sempre, le parole non bastano mai. E, ancora una volta, finchè
non abbracci con la pelle i confini della loro definizione...beh,
ancora una volta non potrai capire. Io non ci ero riuscita, prima di attraversare il ponte pedonale che tanto mi ricorda scorci parmigiani.
Il fatto è che, da una
fiera del libro, non è che in fondo hai molto da poterti aspettare.
Tutt'al più dei gazebi stracolmi di romanzi e qualche conferenza
chiusa in una sala buia. Niente più. Per questo meraviglia constatare, invece, il coinvolgimento di una città intera. Trovare
incontri, concorsi, dibattiti finanche nei luoghi più impensati.
Dalle osterie ai negozi di arredamento, passando per i teatri, i
baretti più nascosti, le logge comunali o le piazze all'aperto. Per
questo ti entusiasma – forse anche più del dovuto – la finestra
da cui cadono, appesi come post it, decine e decine di pagine coperte
in giallo. Su di esse, nomi di autori che hanno fatto la storia. E
ancora il chiosco da cui caricare direttamente e a titolo gratuito le
tue foto dell'evento su facebook. O magari le frasi a tema affisse
alle vetrine di negozi di abiti alla moda che, apparentemente, con la
letteratura non c'entrano poi granchè.
Il fatto è che quello
che non dicono (per quanto, in effetti, si potrebbe immaginare dallo
slogan) è che Pordenone Legge è una festa vera. Il luogo di ritrovo
ideale per chi ancora ama perdersi tra inchiostro e parole, per
ricercarci dentro frammenti della propria vita. Oppure, al contrario,
per fuggirne un po' via.
Ed erano tante, Sabato,
le persone accalcate sotto a quei gazebi. Tante, quelle disposte in
una fila ordinata per ascoltare un romanziere parlare. Tante, così
tante che mi s'è gonfiato il cuore di gioia. Forse c'è ancora
speranza, allora, per la cultura. C'è ancora speranza, per
l'umanità.
un mondo che ha fame di cultura è un mondo che ha speranza e gioia!
RispondiEliminabesos kit
Verissimo!
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