lunedì 7 gennaio 2013

Ask: il social network delle domande (e dei tamarri).


Io, ai Social Network, farei prima a farci l'abbonamento. Tuttavia, credo che Ask.fm abbia davvero una grande potenzialità. Insomma, in fondo viene a sostituire quei lunghissimi test da duemila domande l'uno che nella mia immediata post-adolescenza mi divertivo spesso a compilare. Con la differenza che a fartele, quelle domande, sono altre persone. Gente in carne ed ossa, più o meno pettegola, che esprime reali curiosità. Il che lo rende giorno dopo giorno sempre nuovo, e un po' più ricco di stimoli.



Forse, però, dovrei cominciare dall'inizio. E cioè dallo spiegarvi in che cosa consista, 'sto benedetto Ask. Non che del resto ci sia molto altro da aggiungere. Voglio dire, ti crei un profilo. Ne condividi il link. E chiunque lo voglia, in un paio di click, può farti una domanda in modo anonimo. A tua discrezione se rispondere e quando. Ma, se lo farai, sappi che la risposta (con relativo quesito) apparirà in pubblico a chiunque, iscritto o meno al social, decidesse di farsi un po' di affari tuoi. Insomma: è una sorta di continua intervista a mille voci rivolta a persone non famose. Interessante per il marketing. Interessante per gli studi sociologici. Ma soprattutto, interessante per me. Ché, lo ripeto: adoro rispondere a domande nei miei (seppur rari) momenti di noia.

Il problema è che, fino ad ora, Ask – per la sua stessa struttura basata sull'anonimato – sembra essere territorio principe della curiosità morbosa e del gossip sfrenato. Basti pensare a come io l'ho scoperto: colpa della sua diffusione in un ambiente groupie esasperato da eccessive gelosie. L'odio, l'invidia, la necessità assurda di criticarsi gli uni con gli altri ha trovato lì il giusto sfogo. La cornice perfetta a insulti, contrattacchi, insinuazioni. Per contro, sembra anche essere dominio incontrastato di esibizionisti e gente un po' tamarra, almeno a giudicare dalle attività più popolari.

Ma nonostante questo...oh, a me piace.
Mi piace perché, come sempre, un mezzo è solo un mezzo. Poi sta a te decidere che uso farne.
E lì a me chiedono del libro. Dei viaggi. Dei miei progetti personali e professionali.

Su ask mi aiutano a raccontare cose che magari a volte ho dato per scontate. O che, se non altro, non pensavo potessero interessare. Questo sì: devo ancora lavorare sulla sintesi.

Mentre ci provo, se lo volete, potete chiedermi qualcosa anche voi. Basta andare a questo link.  




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