Ci sono scoperte che puoi
fare soltanto in periodo di festa. Quando hai già mangiato troppo,
ma alle ciambelle di pasta frolla proprio
non sai rinunciare. Le producono a Villafranca, in Veneto. Secondo l'etichetta, pure con passione. Le fai quando la
nebbia ha ormai annullato i contorni di
Grado, e il riscaldamento troppo alto della Feltrinelli ti salva in
extremis dalla bancarotta. Ché nel giro di cinque minuti, di libri
interessanti ne hai già visti almeno tre. Insomma: saranno i
kilometri macinati sotto ai piedi, oppure
i manicaretti accumulati sui fianchi, ma é soprattutto in queste
circostanze che il divaning torna ad essere il migliore tra gli
sport. E allora, scopri. E' inevitabile: scopri.
Perchè lo zapping ti porta
all'ipnosi di fronte ad un qualche non meglio precisato speciale
natalizio su tve. Dove Miguel Bosé si traveste alternativamente da
confetto rosa a divano kitsch di epoca sospesa
tra il barocco e gli anni venti. Robe che manco
Agatha Ruíz de la Prada, tanto per darvi
un'idea. Ma sorvoliamo. Perché mica ti
limiti a scoprire che lo stilista di Bosé si fa di acidi.
Nossignore. In epoca di festa, non scordiamolo, vanno forte gli
spezzoni dei bei tempi andati. Immagini d'archivio raffazzonate alla
bell'e meglio per ripercorrere in musica l'intera storia di una
societá. E, se si tratta della Spagna, io li adoro. E' un amore
intenso. Incondizionato. Eterno. E vengono proprio da lí, le
scoperte a cui mi riferivo. Quelle interessanti.
Per
esempio, lo sapevate che alcune delle piú famose canzoncine per
bambini hanno il loro corrispondente castigliano? Che il Ballo del
Qua Qua diventa “Pajaritos a bailar”?
Che
anche in terra di Cervantes, per il nobile fine dell'educazione al
ricatto, un bimbo incontinente minacciava di far vergognare il padre
? Ecco. Son belle cose.
Ché
poi questa della pipí dev'esser stata un po' una specie di
ossessione, in Spagna. Ché a quanto pare, negli anni ottanta, tali
“toreros muertos” si facevano un sacco di pippe mentali
fantasticando sul viaggio e le peripezie della loro “aguita
amarilla” una volta uscita dal corpo. E noi ci lamentiamo di Pupo.
Quello
che invece mi mette un sacco di allegria, al di lá delle immancabili
sciagure di ogni popolo, é l'elenco scanzonato delle glorie
madrileñe che facevano i Los Refrescos nell''89. Per poi
rinfacciare, peró, alla capitale l'assenza del mare. Che, a loro
dire, vale di piú.
E mi piace anche il fatto di crearmi, poco a poco, una cultura musicale a tutto tondo. Dico davvero, adesso sono seria. Ché tra una risata e una presa in giro bonaria, io ad ogni Natale finisco col saperne un po' di piú, sul passato dell'altra mia terra. Altro che Carlo Conti! Non dovrebbe essere anche questo lo scopo di un servizio pubblico, in realtá?
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