Malagueta batte Paseo del
Prado. Ho deciso dove voglio vivere, scelto l'obiettivo da inseguire.
E, come quasi sempre, ha vinto il mare.
Lo so, per voi
probabilmente non c'è niente di nuovo. Se il mio blog fosse un
libro, lo stroncherei parlando di sviluppi scontati. Si capiva dalla
prima riga, dai. Che razza di colpo di scena sarebbe? Solo che le
cose, nella vita, non sono mai così semplici come in una trama di
finzione. Dovrei mettermici più spesso, nella pelle dei personaggi
generati da menti altrui.
Il punto è che ho sognato dei numeri, l'altro giorno. Li ho giocati. E così, quasi per scherzo, mi sono messa a fantasticare. "Se diventassi milionaria", mi son chiesta, "dove accidenti mi trasferirei"? Devo dire che ha sorpreso anche me, la facilità con cui mi sono data una risposta. Ferma. Senza alcuna obiezione, punto sospensivo o virgola. Perché per Madrid, in fondo, da María Zambrano parte pur sempre l'Ave.
E
allora Malagueta sia. Un appartamento anche piccolo ai piani alti
di quegli edifici moderni a bordo spiaggia. Ecco, è lì che voglio
stare. Dove ogni giorno, aprendo la finestra del salotto, io possa
vedere il mediterraneo. I turisti inglesi dalla pelle arrossata che
affollano i chiringuitos. Gli studenti erasmus che si comprano la
pizza da mangiare sulla sabbia, ancora nel cartone, ai primi sintomi
d'estate.
Ed è vero, avrei potuto scegliere piuttosto una delle
villette basse nella zona de El Limonar. Sono di certo più
graziose. Più tranquille. E, sulla spiaggia di Pedregalejo, i
ristoranti di pesce hanno miglior qualità.
Però hanno un altro
vantaggio, quei condomini esternamente anti-estetici con vista
Malagueta. Ed è che, con dieci minuti scarsi di cammino, sei già in
centro. Con meno di cinque arrivi a un supermercato aperto
ventiquattr'ore. Se non hai voglia di spostarti troppo, hai persino qualche discoteca pretenziosa a due passi. E nella notte di San
Juan, dalla finestra, ti godresti tutti i faló ed i concerti che vuoi.
Sembrerà stupido, ma ci
ho pensato così a lungo che mi sembra di abitarci già.
Di piú: mi ci visualizzo con tanta nitidezza che mi sembra
inevitabile che accada. Insomma: giá
soltanto immaginarlo mi riempie di una felicitá talmente
incontenibile da essere inumana. E quando sai, quando capisci
finalmente dov'é che saresti felice, beh...non cercare di andarci
sarebbe un'idiozia. E allora al diavolo chi dice “c'é la crisi”!
Chi scuote la testa, statistiche alla mano, ripetendo che “non é il
momento, sai”. Perché mi sono resa conto, scherzando coi miei
sogni, che essere milionaria non mi serve affatto.
Voglio
dire: gli affitti sono bassi, a Málaga. Qualcuno di quegli
appartamenti l'avevo appuntato sulla lista dei possibili giá
quand'ero in Erasmus. Il che, vista la scarsitá economica della
borsa di studio, dovrebbe giá risultarvi indicativo. In quella
cittá, poi, ho piú amici di quanti io ne abbia nel luogo in cui
vivo ora. Il che vuol dire che la vita sociale, no, nemmeno quella
sarebbe da costruire da zero. Senza contare il dato piú importante:
il lavoro. Per quello che svolgo ora basta una connessione ad
internet. Lo posso fare da qualsiasi angolo del globo: l'aveva detto
a suo tempo anche la mia “capa”.
Quindi, sí, probabilmente avrei dovuto parlarvi di Bigas Luna. Di una perdita che ha scosso me, il cinema europeo, e Dani Martín. Avrei dovuto dirvi che è tornato su twitter per un dovuto messaggio di tristezza e condoglianze, come del resto ci si sarebbe potuti aspettare. E quindi parlarvi dello schifo che quest'oggi ho provato per la razza umana, quando per quel messaggio migliaia di ragazzine hanno avuto il coraggio di gioire. Di scrivere: “che bello, sei tornato!”. Di chiedere del disco, del tour, dei progetti futuri. Senza rendersi conto del contenuto di quel che il loro idolo aveva scritto. Senza mostrarsi minimamente in grado di discernere i momenti giusti da quelli sbagliati, né mostrare rispetto per la morte ed il dolore. Sí, avrei dovuto parlarvi di questo. Di quanto a volte mi faccia venire la nausea il micromondo a cui pur spesso mi sono sentita appartenere.
Avrei
dovuto, giá. Ma oggi ho preso una decisione troppo importante perché
qualsiasi altro evento arrivi a metterla in secondo piano.
Oggi
ho deciso che vivró in quei dannati condomini sulla Malagueta. Lo
faró, e basta. Non importa quanti anni ci impieghi. Mi impegneró
nel lavoro ancor piú di quanto abbia fatto fino ad ora. Cercheró di
essere impeccabile, fino a guadagnarmi un aumento di stipendio. Una
posizione piú stabile. Una cifra che mi garantisca di essere
indipendente. E, non appena l'otterró, prenderó un aereo.
Con una
valigia da 25 kili in stiva e, all'orizzonte, tutta intera la mia
felicitá.
sei grande...te deseo mucha suerte
RispondiEliminaGracias anonimo! ;)
RispondiEliminaCiao! Nonostante probabilmente ti interesserà molto poco sapere che io quando vivevo a Malaga ero in un attico sul mare giusto al lato della seconda ciminiera del paseo maritimo, ti confermo che in effetti vivere sul mare è una roba meravigliosa.
RispondiEliminaIo però quando sarò milionario (o pensionato non milionario) vorrei andare a vivere sì in Spagna, ma a Mallorca. Voglio comprarmi una piccola casetta di campagna ad una massimo 5 km dalla spiaggia.
Luca_parma
Invece mi interessa molto...a partire da quest'istante sarai l'oggetto della mia ammiratissima invidia! ;) Ma ti imiterò, prima o poi! :P
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