C'è una certezza che mi
porto avanti da ormai più di vent'anni, ed è che le feste di Laura
sono sempre le migliori. Penso ai tanti capodanni a casa dei suoi
suoceri, col semifreddo alle meringhe e i giochi in scatola. I fuochi
artificiali e i trenini con le fusette. Al mattino dopo, scendendo a
fare colazione, trovavo gente addormentata su materassi gonfiabili. E
mi sentivo un po' come in uno spot del – che cos'era? - forse
Nescafè. Oppure la cena spagnola, con una mise en place da
far invidia a Miccio, e i miei capelli che vanno a fuoco per colpa
del lume di candela. Puzza di bruciato per tre giorni a venire. Poi
via, verso il pontile deserto su cui fingevamo d'essere in un
episodio di O.C. Per non parlare dei party per San Lorenzo, con gli
stuoini per guardare le stelle e gli aforismi scritti su cartoncini
da pescare ad occhi chiusi. E ancora, la festa del suo compleanno,
col mio vestito nuovo e le lezioni di bachata. Quella sera d'estate
in cui, congedati gli invitati, siamo rimaste a chiacchierare in
giardino. Nella vasca idromassaggio, con un bicchiere di mirto rosso
in mano. E poi come diavolo c'eravamo
riuscite, a stipare tutta quella gente nel
nostro primo appartamento parmigiano!? A scappare all'ira dei nostri
padroni- dirimpettai che ci svegliavano alle otto di domenica mattina
per chiedere se il terrazzo si fosse allagato? M'ero rovesciata
addosso la crema catalana, lo ricordo come fosse ieri. Perchè nelle
feste con Laura succedeva sempre qualcosa di strano. Come quella
volta al Jamaica Pub, chè io sembravo un gremlins causa
congiuntivite. O quando m'ospitava a Bologna. Il suo uomo preparava
la raclette e poi s'andava tutti al Transilvania, dove lei m'incitava
a scrivere sui bigliettini che cercavo un ragazzo
spagnolo.
E' che Laura ha sempre
assecondato i miei deliri. Laura, tra tutte le amiche, è sempre
stata quella che più mi fa sentire viva. Ci pensavo in treno,
diretta a Desenzano. E, prima del previsto, una lacrima già
affiorava. Non avevo alcun dubbio. Non l'ho mai avuto. Quella
certezza avrebbe spazzato via quelle di molti altri: perchè un
Matrimonio non dev'essere necessariamente noioso. Non se
gli sposi sono Laura e Piero.
E c'ha ragione Bianchini:
ci si potrebbe scrivere un libro, con tutti gli episodi in grado di
accavallarsi in una giornata sola. Lo capisco la sera prima, mentre
parlo con sua zia di vite future cercando di improvvisarmi uno smalto
a pois. Lei è andata con la madre a ritirare il vestito, ed è lì
che inizio a sentire tutto il peso di un evento epocale. Ancora una
volta, in compagnia di una delle mie più vecchie amiche, il resto
della mia vita sembra scomparire. Non esistono internet, il flamenco,
il lavoro, la Spagna, niente. Persino le
novità sul singolo di Dani Martín – di cui
puntualmente mi informa via sms un'amica francese – adesso, mi
sembrano di rilevanza nulla. Conta solo il matrimonio. Solo il fatto
che l'ultima sera da nubile abbia scelto di condividerla anche con
me. Ed é strano quanto la calma dei gesti quotidiani sembri
apparente per tutti. Forse piú per me che per la sposa. Un piatto di
pasta al pesto raffazzonato con gli avanzi in dispensa. Suo fratello
che telefona per parlare di completi, scarpe e fiori. Il modulo della
SIAE che compiliamo ridendo fino alle lacrime, in un gioco demenziale
di cognomi e caselle mancanti. Perché, fondamentalmente, un po'
sceme lo siamo.
Guardiamo
un film a tema, quella sera. Si chiama “le amiche della sposa”.
Una commediola leggera, che avevo giá visto ma non ricordavo. Ci fa
ridere, anche lei. Come il servizio fotografico alle mie unghie
“dotted” in perfetto abbinamento con le lenzuola di Betty Boop. O
il meteo che, da suo iPhone, ci informa che smetterá di piovere. O i
ricordi di momenti che continuano ad assalirmi, senza pietá. Come la
sera della mia laurea, che non si capisce ora che cosa c'entri. Lei
che mi diceva di non mettere i leggings, io che la incolpavo della
pelle d'oca. Mi pare si fosse parlato di nozze, anche quella volta.
Ma non ricordo proprio di chi, e neppure se sia vero. Mentre cerco di
farmelo tornare in mente, lei legge la lettera che le ho voluto dare.
Quella in cui, tanti anni addietro, mi raccontava il suo incontro con
Piero. Ci abbracciamo, ed io non dormiró per l'emozione. Il giorno
dopo quel silenzio non sará che un ricordo, tra invitati che
arrivano alla spicciolata, viaggi verso la stazione, capelli da
acconciare ed occhi da truccare, con il mio chignon che non sta sú.
Il
giorno dopo vivró uno dei matrimoni al contempo piú emotivi e
divertenti che si possano immaginare.
Perché,
ragazzi, le certezze restano certezze.
Laura
si é sposata con Piero, e le feste di Laura e Piero sono sempre
state le migliori.
bellissimo!!!!!
RispondiEliminaemotionKit
<3
RispondiElimina