...Che
poi, a dirla tutta, non é che resti molto da raccontare. Voglio
dire: lo sposo é di famiglia tecnologica. Il che implica cerimonia
in diretta streaming, ri-guardabile in differita quante volte vuoi.
Ma anche una serie di hashtag dedicati agli eventi, che garantiscono
una minuziosa cronaca consultabile da Twitter. 140 caratteri per
volta. Minuto per minuto. E qualche foto.
A
volervi raccontare l'inedito, dovrei piuttosto dirvi dell'immane
fatica fatta per non piangere. O, forse, dell'aspetto migliore delle
nozze in Comune. Perché, se é vero che la Chiesa ha atmosfera e
solennitá, il freddo di una stanza bianca induce a personalizzare.
Cosí, il rito puó essere officiato da una cugina dello sposo, che
antepone a formule collaudate il discorso modellato ad hoc che puó
fare solo chi ti conosce bene. E la sposa puó entrare ballando,
valorizzata da un vestito da favola, in omaggio all'arte che
abbraccia sin da quando era bambina. La voce di Andrea, pulita e
bellissima, la accompagna intonando “The Power of Love”. Cosí,
con veli bianchi e neri, lei svela in parte il motivo del dress code
imposto: quel bianco e nero d'impatto elegante che mi ha accolta
all'ingresso poco fa. I non-colori d'anime complementari, unite nello
yin e nello yan che ora assembla sul suolo.
E
sí, lo vogliono. Sí, tutti abbiamo sentito. No, nessuno si oppone.
Poi
c'é il riso, raccolto in cartoncini neri monodose. Sovrastato da un
paio di petali bianchi. Rovesciato da un sacchetto intero dritto
nella giacca dello sposo, tra foto di rito, guerre di bambini, e
scoppi di ilaritá.
A
volervi raccontare di piú, dovrei insistere di certo sul tragitto
verso il ristorante.
“Guarda,
c'é la mamma di Laura, seguiamo lei!”, diceva la conducente.
“Ma
dove?”
“Questa
qui davanti!”
“Ma
sei sicura che sia lei? A me sembra che avesse un'altra macchina...”
“No,
no, é lei! Fidati! L'ho vista qualche volta!”
“Sí,
anch'io, ma...”
Non
era lei. Lo appuriamo alla terza rotonda, quando ormai gli altri
invitati sono giá spariti chissá dove. E
adesso che si fa? Segui “Centenaro/Vaccarolo”, dovrebbe essere da
quelle parti. Ok, peró aspetta che chiamo Alberto.
Ma Alberto, manco lui, non sa dove andare.
Finalmente,
un'auto grigia palesa nei fiocchetti l'appartenenza alla carovana
nuziale. Ci lanciamo all'inseguimento, solo un po' piú calme che in
un film di spionaggio americano. Peccato che, dieci minuti dopo, tra
noi e quell'auto si frapponga un furgone. Come nei migliori
depistaggi, sparito il furgone, anche l'auto grigia non c'é piú. Al
suo posto, un cartello con sú scritto “deviazione”. E una
stradina sterrata, inondata di pozzanghere fangose, che si snoda nel
deserto della campagna bresciana. Di bene in meglio, della serie. Ma,
per fortuna, c'é il mio navigatore. Quello del cellulare, intendo,
che prima di allora non avevo testato proprio mai. Incredibilmente,
nonostante la mia diffidenza, ci porta a destinazione prima ancora
degli sposi. Ed è lí che ci raggiunge la chiamata di Alberto,
disperato in mezzo ai campi, in cerca di un aiuto via Whatsapp.
In
ogni caso, la destinazione é idilliaca. Merito, in parte, anche del
meteo. Ha mantenuto le promesse, valorizzando in un cielo
azzurrissimo le rose bianche dell'agriturismo. I profumi. Il giardino
immenso che incornicerá l'aperitivo. E con lui le nostre
chiacchiere. Qualche altra foto. L'allegria palpabile che non lascia
indifferente nessuno, neanche i camerieri. Accesi dibattiti su
avvenenza e orientamento sessuale di uno di questi animeranno, del
resto, buona parte della cena.
Il
nostro tavolo, d'altronde, é ben assortito. Lo distingue un testo di
Darwin sulle emozioni di uomini e animali. Sí, perché ogni tavolo é
abbinato ad un libro che ha avuto rilevanza nella storia d'amore
degli sposi. E' una delle loro tante idee geniali, che si somma alla
piantina di fragole data in omaggio agli ospiti, e alla chiavetta usb
usata come bomboniera. Rispetta a pieno i criteri della perfezione
elencati nel solito libro di Bianchini: esteticamente bella (bianca e
nera, d'altro canto), utile, e personalizzata. Chè non solo data ed
iniziali dei coniugi sono incise sul retro, ma all'interno é
custodita la presentazione pseudo-scientifica con cui ci hanno dato
il benvenuto poco fa. Nozioni vere di chimica e comunicazione hanno
in tale circostanza intervallato battute e siparietti, nel tentativo
di dimostrare in modo efficiente perché mai due persone si
dovrebbero legare per l'eternitá.
Qualunque
sia, in effetti, dev'essere un motivo valido. Lo capisco quando Piero
si avvicina raggiante al nostro gruppetto-gossip, per dichiarare
contento che “sposarsi é una figata, dovreste farlo tutti”. E a
me, d'un tratto, torna in mente una cosa che mi aveva detto sua
moglie ormai diversi anni fa. Era un discorso elaborato, e tuttavia
riassumibile in un solo concetto: si era resa conto di quanto la sua
vita sarebbe cambiata in peggio se avesse perso lui. Ed era stato
allora che aveva capito davvero quanto fosse importante. Capite? Sono
cose del genere a darmi ancora fiducia, nonostante tutto, nell'amore.
Perché
a vederli lí, adesso, nei loro abiti da cerimonia, ti contagiano nel
lieto fine tutta la loro immensa felicitá. Aprono le danze con un
Valzer da Fiaba della Disney, per poi lasciare che tutti si scatenino
in pista. E al liscio seguono i balli di gruppo. Ai balli di gruppo
il revival anni ottanta. Per poi finire con il trash odierno di quel
gangnam style che, peró, alle tre di notte e con la giusta
compagnia, riesce ad essere divertente un casino. Tra un passo e
l'altro, lanterne giapponesi sono volate nell'aria, illuminate dal
fuoco. Certo, almeno tre sono bruciate prima. Altre due hanno
rischiato di schiantarsi su un pino provocando incendi epocali. Una,
sul palo della luce, rischiando il black out. Ma sono dettagli. Il
fatto é che non c'é stato un momento- un solo,
minuscolo,insignificante attimo- di quella giornata in cui io non
abbia riso o sorriso.
E
sapete che c'é? Visto l'andazzo, non so se mai mi sposeró.
Tantomeno so quando o con chi. Se mai accadrá, so che probabilmente
sará diverso. Ci sará musica dal vivo, spazio per ballare
sevillanas, qualcosa che – come poi dev'essere- rispecchi me e
quest'eventuale povero malcapitato. Di una cosa, peró, sono sicura:
vorrei che tutti, in quell'occasione, uscissero con il cuore gonfio
di gioia e la mente piena di aneddoti. Esattamente come é accaduto a
me con il matrimonio di Laura e Piero.
bellissimo dos!
RispondiEliminaemoticKit!<3 <3 <3
Allora <3 dos! :D
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