A Málaga è arrivato l'inverno, sempre che così si possa chiamare.
É comparso all'improvviso, sotto forma di folata umida in arrivo dal mare. Era una serata solitaria, insolitamente silenziosa. Dall'altro lato dell'Oceano, i voti dentro un'urna si preparavano a preoccupare il mondo intero.
Non se n'è più andato, da allora.
Non se n'è più andato, da allora.
Inverno, a Málaga, vuol dire strati di vestiti uno sull'altro. Vuol dire condanna al chiodo in pelle, perchè con temperature a due cifre ti rifiuti comunque di darla vinta al cappotto. Vuol dire cedere all'inganno di un cielo azzurro- Agosto scordandosi che poi viene la sera.
Inverno è quando le ragazze abbandonano gli intramontabili shorts - quelli che portano persino coi collant pesanti, indossati Dio Sa Come e soprattutto Perchè sopra alla cavigliera - in favore di abiti in maglina tutti uguali. Quando il taxista di una notte finita un po' più tardi passa l'intero tragitto a blaterare tra i "qué frío!" che loro no, non sono mica abituati. E tu sorridi, ma vorresti dirgli "che ne sai". Della Bora che si insinua tra le ossa, del gelo che fa ghiaccio le pozzanghere, della salita di Via Tigor con la neve. Che ne sai del bianco eterno sulla testa. Della nebbia di Parma. Dei pomeriggi a studiare avvolta in una coperta. Del pigiama sul termosifone. Che ne sai, taxista, che ne sai.
Ma le decorazioni di Natale sono ovunque, ormai. Stelle colorate. Arcate d'orgoglio pronte all'accensione in Calle Larios. E a me, ogni tanto, prende la nostalgia.
Arriva quando meno me l'aspetto, pure lei. Sempre per cose piccole e concrete. Mia madre che cucina la polenta. I mercatini di Cervignano. Due amiche che si scattano un selfie a lezione di flamenco. I tweet su X Factor, che mi fanno rimpiangere le sere passate a guardarlo in famiglia. Un bimbo in passeggino, proiezione del figlio di un'amica che chissà quando conoscerò. E non è facile, in quei momenti. Per niente. Perchè fai i conti delle spese mensili per capire se puoi permetterti il commercialista e il risultato della somma, maggiore del previsto, indica tutto quello a cui dovrai rinunciare.
Sarebbe così comodo tornare indietro. Dormire più di sei ore a notte. Lasciare che qualcuno si occupi di te. Insomma, cosa ci sarebbe stato di sbagliato? Studiare la Rumba al corso di flamenco in cui i selfie te li scattavi tu. Prendere un treno ogni tanto, andare a Desenzano. A Roma. Ai concerti de Il Cile.
Eppure. Quando ci penso, in quei momenti di nostalgia, una vocina mi ricorda perchè sono venuta qui. Perchè non voglio arrivare a quarant'anni e vivere ancora coi miei. Perchè il confort della mia routine di Monfalcone mi ha sempre paralizzata, inibendo ogni sforzo per cercarmi una via. Era più comodo, senz'altro, ma non mi sentivo mai dove dovevo stare.
Non come adesso, quando passeggio per il centro e, senza motivo apparente, mi scopro a sorridere da sola. Anche se ho meno soldi e molte più preoccupazioni.
Muelle Uno |
Di nuovo, come a Parma, mi viene in mente PadreMadre di Cesare Cremonini. "Se sono stato così lontano è stato solo per salvarmi", diceva. E, a proposito di canzoni, chi avrebbe mai immaginato che la colonna sonora di questa nuova avventura malagueña sarebbe stata Safari di J Balvin e Pharrell Williams! Colpa del tizio che, puntuale come un orologio svizzero, ogni sera passa sotto casa in macchina con quello stesso brano a tutto volume.
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E si va avanti, allora. Mi immergo anima e corpo nel vortice di eventi in cui ho scelto di riempirmi questa nuova vita. "Il trucco é non fermarsi", mi hanno detto, "non fermarsi mai". Ché tanto lo so - lo ricordo dal duemilaotto - che sono i primi tre mesi ad essere i più difficili. Poi le facce nuove diventeranno amicizie. La burocrazia abitudine. I passi che non vengono, coreografia.
Si va avanti perchè la nostalgia è solo un neo infinitamente piccolo in mezzo a tutto il Bello che questa città mi sta facendo vivere. Bello come riabbracciare un'amica che non vedi da un po'. Come raccontarsi le novità sorseggiando un vino di nome Celeste che risulta stupendo almeno quanto il nome. Come spulciare distratta le camicette appese da H&M mentre Grace ti racconta dei suoi sogni e si accorge che sei stanca prima che glielo dica tu. Bello è che tua cugina ti faccia visita, in una tappa dei suoi mille viaggi più folli dei tuoi, e ti dica che il posto in cui vivi le ricorda la California. E tu, con un orgoglio "patrio" che non credevi possibile, ti gonfi di soddisfazione ascoltandola affermare che Málaga é la città che ha preferito tra tutte quelle viste in Andalusia.
Playa de Huelin |
Dell'inverno è tutto sommato facile dimenticarsi, quando sull'autobus di ritorno dalla scuola di danza conosci una polacca che è arrivata qui soltanto per poter imparare il flamenco. O quando una serata di scambio linguistico spagnolo-inglese raffazzonata all'ultimo minuto si rivela una delle più riuscite dell'ultimo periodo. E finisce che ti ritrovi a bere birra e ridere fino all'una di notte con due malagueñi, una turca, un'italiana e una ragazza di Jaén. Parli in perfetto spanglish di Dani Rovira, musica, film, e detti malagueñi davanti a un pintxo dal nome evocativo di "abre los ojos". Rivivi nella testa le conversazioni sulle differenze culturali fatte poco prima al tavolo della tetería, in mezzo a persone cosí interessanti che varrebbero da sole un libro. E, di nuovo, ti scopri felice.
Ieri pomeriggio, passeggiando per il Muelle Uno, ho lasciato una copia del mio romanzo nella piccola biblioteca dello spazio ArtSenal. C'é una dedica, dentro. Chi vuole può prenderlo gratuitamente, leggerlo, e lasciarne un altro in cambio. Oppure riportarlo indietro una volta finito.
Ieri pomeriggio, passeggiando per il Muelle Uno, ho lasciato una copia del mio romanzo nella piccola biblioteca dello spazio ArtSenal. C'é una dedica, dentro. Chi vuole può prenderlo gratuitamente, leggerlo, e lasciarne un altro in cambio. Oppure riportarlo indietro una volta finito.
Uscita da lì, mi sono sentita addosso la stessa sensazione piacevole di quando fai un regalo a qualcuno a cui vuoi bene, e non vedi l'ora che lo apra.
Quel libro, l'ho capito dopo, è il mio regalo a Málaga.
E quest'aria umida, adesso, mi fa quasi piacere.
stupendo!bacioKit
RispondiEliminaBellissimo post! Mi manca tanto Malaga, e mi piace riviverla attraverso le tue parole.
RispondiEliminaTi auguro tutto il meglio del mondo, hai fatto bene a lanciarti in questa esperienza!
Un abbraccio
Grazie di cuore Diletta! Da sempre quel po' di carica in più leggere commenti di approvazione e sostegno, in questi casi :)
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