domenica 20 novembre 2016

La lettera di Fernando Ónega a Málaga

Fernando Ónega è un giornalista spagnolo. É passata una settimana, ormai, da quando una sua lettera alla città di Málaga mi aveva increspato la pelle attraverso le frequenze di Onda Cero. Mi ero ripromessa di tradurla. E ieri, dopo essere passata in poco piú di mezz'ora dalle persone che ancora fanno il bagno nei venticinque gradi tersi della spiaggia di Huelin all'atmosfera natalizia di Calle Larios - ponte ideale tra due dimensioni, luce e buio, costa e metropoli, identico amore - ho capito che era giunto il momento di farlo per davvero.

Senza altre parole, eccovi il testo in italiano. E chiunque viva o abbia vissuto a Málaga lo sentirà proprio, perchè capirà quanto questo posto riesca dannatamente a conficcartisi nel cuore. La versione in spagnolo, se lo desiderate, potete ascoltarla qui





Buona sera Málaga. Bellissima, accogliente, affettuosa città di Málaga. 

Pronuncio il tuo nome e mi vengono in mente le onde del Mediterraneo, il sole, la spiaggia, le vacanze, le fughe urgenti per i ponti e i fine settimana. E ancora gli espetos de sardinas, i gamberi della baia, le porras antequeranas, il vino dolce che porta il tuo illustre nome. 

Immagino che oggi dovrei renderti omaggio perchè quest'anno, come tutta l'Andalusia, hai battuto il record del numero di turisti che sono venuti a cercare le tue seduzioni.
Ma tu sei molto di più di un fenomeno turistico, Málaga. 

Sei un paradiso della Cultura, la città con più musei per metro quadrato: il Picasso, questo Carmen Thyssen da dove si trasmette "La Brujula" (trasmissione di Radio Onda Cero, NDT), il Centro Pompidou, la sede del museo russo di San Pietroburgo, quello delle arti e dei costumi popolari, quelli della scienza, dell'arte sacra, e tanti altri ancora. 

Sei la città con più grandi orchestre, con più teatri, con più sale per mostre, e la Noche en Blanco, quest'orgia notturna della cultura ha compiuto otto anni. Ecco, questo sì che è un buon motivo per farti i complimenti, Málaga! Questa sí che é una sorpresa: una città spagnola che basa la sua vitalità su di un'offerta culturale che riesce a rendere compatibile con la festa e con la gioia di vivere. 

Cara Málaga, patria di Picasso e di Antonio Banderas, del Marchese di Salamanca e- lasciami dirlo - del grande Manuel Alcantara;
Per entrare nella tua anima bisogna cominciare a guardarti dal Monte Gibralfaro, bisogna farsi pervadere di spirito malagueño in Calle Larios, immergersi nel quartiere de El Palo, calpestare la terra della Vega del Guadalhorce, salire sulla Cresta de la Reina - ah, magari poterci arrivare in cima! - e sul picco de La Maroma; e camminare sulla storia del tuo centro storico, e del teatro romano, e meravigliarsi sull'Alcazabilla. E dopo aver fatto tutto questo si capirà perchè ti chiamano, Malaga, "Málaga La Bella". 

Cosmopolita ma con angoli romantici, marinara ma con i monti nel tuo DNA e nelle cartoline, sofferente per la siccità eppure maestosa nella tua flora e nel verde dei tuoi giardini. 

Leggenda è nei tuoi villaggi: Parauta, nascosto nella regione montuosa, Velez Málaga nella Axarquía, Sedella, quello del fiume, Cañete la Real, ai piedi di quel dirupo, Gaucín, Jubrique, Ronda, Mijas, Antequera, Casares, Archidona o il centro storico di Marbella. Tutti loro "Pueblos Blancos" , paesi che mi stanno tutti in questa lettera, paesi ricchi di magia e di fascino, paesi che costituiscono la geografia umana di una provincia piena di splendore. Fenicia, romana, moresca e cristiana. 

Una terra da godere? Sì, ma è troppo poco: una terra da vivere. 


- Fernando Ónega 


1 commento:

  1. gracias por compartir! in effetti mi è venuta proprio la piel de gallina.
    luca_parma

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