In questo Martedì che sembra Domenica il cielo ha il colore netto della mia allegria.
Mi sveglio dalle mie ormai consuete sei ore scarse di sonno. Era una fase REM bizzarra e colorata, di cui ora non mi resta che un senso indefinito di star bene. La moka è già pronta sul fornello. Da fuori, in lontananza, il vento trascina fino alla mia finestra le note calme di una canzone.
La riconosco. Certo che sì. É "Siempre me quedará" di Bebe.
Chiunque la stia ascoltando la rimette ancora. E ancora. E ancora.
Non ci credo più alle coincidenze. Ormai - visione zen - credo solo al Destino.
Quel brano lo ascoltavo sempre, in loop pure io, quando otto anni fa Málaga mi ha rubato il cuore.
Allora come oggi il senso che le attribuisco è un po' diverso da quello che probabilmente voleva dargli chi l'ha scritto. Va al di là delle parole, in cerca di un senso più profondo. Quello di una vita da cui scappi, delle ferite - anche moralmente autoinflitte - che piano piano il tempo curerà.
Quel brano lo ascoltavo sempre, in loop pure io, quando otto anni fa Málaga mi ha rubato il cuore.
Allora come oggi il senso che le attribuisco è un po' diverso da quello che probabilmente voleva dargli chi l'ha scritto. Va al di là delle parole, in cerca di un senso più profondo. Quello di una vita da cui scappi, delle ferite - anche moralmente autoinflitte - che piano piano il tempo curerà.
É una rinascita costruita sul passato. La miglior colonna sonora possibile che potessi trovare per il Día de Andalucía.
E allora grazie, terra "mia": oggi vorrei dirti solo questo. Grazie perchè mi hai resa una persona migliore. Perchè ogni giorno esco a testa alta e sorrido; e mi incanto a guardare le bellezze dei dettagli di azulejos, vasi e terrazze bianche che fanno di te un tutto così meraviglioso. Perchè mi trattieni per la giacca ogni volta che rischio per pigrizia di privarmi di un po' dei tuoi odori. Grazie, perchè essere scambiata per "una di qui" è per me il miglior complimento possibile. Perchè quando ti sento nel mio accento ritrovo l'identità che credevo di aver perduto. Grazie per la cassiera del Mercadona che mi saluta ormai come fossimo vecchie amiche. Per il cameriere che mi promette un chupito gratis se torno a mangiare nel suo locale. Per la signora del mercato che si ricorda ancora dei regali di Natale. Per i tizi che, mentre una collega mi scatta una foto, si fermano ad approvare in un "muy guapa, si señó". Per quest'umanità, in definitiva, composta di tanti piccoli paesini che, fattisi quartieri, si addensano senza snaturarsi a formare una grande città.
Il fatto, Andalusia, è che tu per me sei molto più di un'entità geografica. Sei lo skyline che ho dato ai miei sogni. La dimostrazione che sono capace di lottare per quello che voglio. Che tutto può girare - dalle idee alle opportunità, forse al Pianeta intero - se mosso dal motore della gioia.
Quando sono scesa dall'autobus, in centro, la bandiera bianca e verde veniva innalzata su un pinnacolo. Sotto, una banda suonava l'inno di Spagna e, per qualche motivo la pelle mi si è increspata di brividi. Qualcosa ha iniziato a pungermi sotto agli occhi e non è possibile, Dio mio, non è possibile, che stia piangendo fuori il patriottismo di una Patria che non è la mia.
Il fatto, Andalusia, è che tu per me sei molto più di un'entità geografica. Sei lo skyline che ho dato ai miei sogni. La dimostrazione che sono capace di lottare per quello che voglio. Che tutto può girare - dalle idee alle opportunità, forse al Pianeta intero - se mosso dal motore della gioia.
Quando sono scesa dall'autobus, in centro, la bandiera bianca e verde veniva innalzata su un pinnacolo. Sotto, una banda suonava l'inno di Spagna e, per qualche motivo la pelle mi si è increspata di brividi. Qualcosa ha iniziato a pungermi sotto agli occhi e non è possibile, Dio mio, non è possibile, che stia piangendo fuori il patriottismo di una Patria che non è la mia.
Battito veloce di ciglia, il vento per giustificare. E poi di corsa ad un appuntamento al CacMa, constatando quanto siano moleste ma appaganti le lunghe file per entrare ai musei. Al bookshop mi ricredo all'istante sui colpi di fulmine davanti al ragazzo della libreria. Al bar, il tizio che ci prende le ordinazioni per le tapas mi fa spaventare ufficialmente per gli effetti che la Primavera sta già avendo sui miei ormoni.
O magari l'entusiasmo ti mette addosso un paio di occhiali in grado di ribaltarti la percezione del mondo. Ma va bene così. Perchè amo il posto in cui vivo. La decisione che ho preso.
E nel Día de Andalucía sono più che mai consapevole che è il luogo in cui scopri te stessa, e non quello in cui nasci, quello che davvero puoi chiamare casa.
O magari l'entusiasmo ti mette addosso un paio di occhiali in grado di ribaltarti la percezione del mondo. Ma va bene così. Perchè amo il posto in cui vivo. La decisione che ho preso.
E nel Día de Andalucía sono più che mai consapevole che è il luogo in cui scopri te stessa, e non quello in cui nasci, quello che davvero puoi chiamare casa.
Se poi un giorno dovessi tornare indietro; Se poi tutto si dovesse guastare, beh... in fondo lo diceva già Bebe:
"Siempre me quedará la voz suave del mar, volver a respirar la lluvia que caerá sobre este cuerpo y mojará la flor que crece en mí, y volver a reír, y cada día un instante volver a pensar en ti".
Ciao Ilaria, seguo il tuo blog già da un po' e penso che tu sia davvero brava a descrivere l'Andalusia che tanto ami. Mi ricordi tantissimo la Raffaella che ormai 8 anni fa sbarcava per la prima volta a Malaga e aveva una settimana per trovare un appartamento in affitto ;-) In bocca al lupo con la tua avventura andalusa!
RispondiEliminaDue cose...la prima è che ti invidio....un'invidia sana, data dal fatto che stai vivendo la vita che avrei voluto vivere io...la seconda è che ti ringrazio perchè ogni volta che ti leggo è come se la stessi vivendo :-) Luciano "Maluveron"
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