giovedì 24 giugno 2021

La notte della magia.

Questa notte il mare si è vestito per le grandi occasioni. Sfoggia un abito blu scuro con le pailettes, tipo quello che ho cercato invano di creare con Clo3D.



Ché non lo so nemmeno io, perchè mi perdo con certe cose. Insomma, mi ci vedete a disegnare moda? Come se non avessi di meglio da fare. Mi affaccio al balcone con gli occhi arrossati da una settimana da invasata completa. 

Ogni sera, alle sette in punto, chiudevo il mio ufficio virtuale con grafica da videogioco anni ‘80 per mettermi a guardare tutorial in inglese che spiegassero come accidenti attaccare le balze alla gonna dell’avatar. Senza nessuna ragione apparente, e ancora meno necessità professionali.

Forse sto impazzendo. Forse è il balletto degli ormoni del pre-ciclo.
O magari è vero quello che ho letto da qualche parte, che la creatività è una necessità fisiologica. Tipo quando devi espellere liquidi in eccesso: se non sudi, fai pipì. Se non scrivi, dipingi. 


… O fai moda in 3D.

Male. 


A volte le parole fanno fatica a uscire, questo è. Passi otto ore al giorno davanti a un foglio bianco, spremendoti il cervello per trovare le migliori.
E poi ne passi altre due a leggere libri che ti spieghino come metterle nell’ordine giusto.
E poi altre due ancora ad ascoltare gente che ti parla di altra gente che le ha disposte in modo da indurre altra gente a fare qualcosa. Comprare, per lo più. Emozionarsi, ogni tanto.

In fondo il mio mestiere (il mio bellissimo mestiere!) consiste nell’arredare risme di carta impalpabile con mobili già usati da milioni di altre persone… e nonostante questo, cercare di creare un ambiente unico. Mi riesce bene, dicono, ogni tanto. “É quello che sai fare meglio”, mi hanno detto l’altro giorno. Ed é stato come se mi avesse colpita un asteroide in piena faccia. Grande almeno quanto quello che ha estinto i dinosauri. Perché quello che “so fare meglio” sentivo di non riuscire a farlo più. E allora cosa resta di me?

É che arriva un momento, ogni tanto, in cui i neuroni si stancano di trascinare costantemente call to action per le scale, come Ross con il divano in quella puntata mitica di Friends.  Stremati dallo sforzo costante - Piiiivooooot - si accasciano sulla prima superficie morbida e non si rialzano più.

Pare quasi di sentirli: “Come sarebbe a dire che vorresti scrivere? Ancooora? PerPiacerePerPiacere, no. Pietà, per Dio! Lasciaci in pace”. E allora ecco che rimpiazzo le mille idee per i blog con cartamodelli dalle proporzioni sbagliate, in preda ai sensi di colpa di chi sente di tradire il Grande Amore della Vita per un tizio col Q.I di un armadillo. 


Ma questa non è una notte tra le tante. Non lo è mai, San Juan.

La Luna è un riflettore enorme puntato sui drappeggi da red carpet dell’unica Vera Diva. Miss Mediterraneo. Il mare è donna, dai, oggi si vede.

Sulla spiaggia deserta, sei piani più in basso, le volanti della polizia l’illuminano a fasi alterne. Riflettori azzurrognoli in cerca di trasgressori che bevono birra attorno a un falò. Ne trovano due, verso mezzanotte, colpevoli di passeggiare mano nella mano troppo vicini alla riva. Una conversazione immaginata da lontano, forse una multa. Li vedo tornare da dove sono venuti.


Sono passate sedici ore, e inizia a farmi male il braccio. 


La prima dose di Pfizer nelle vene mi ha lasciato addosso un intontimento quasi piacevole, simile a quello che ti invade dopo qualche chupito. Ho postato la foto di rito, quella che sancisce il primo passo verso una vita un po’ più simile a “prima”. Quella che presagisce concerti, viaggi senza più paletti nel naso, aria pura senza l’odore di plastica della mascherina nuova.

L’estate del 2021 profuma di ottimismo. E l’unico desiderio che avrei voluto esprimere nella notte di San Juan è, in fondo, che quest’ottimismo sia fondato.

Invece, come sempre, ho messo nero su bianco tre speranze più concrete. Le candele accese sul terrazzo tingevano di tonalitá calde la sagoma del mio ragazzo mentre una carrellata di ricordi in ordine cronologico mi dipingeva  un mezzo sorriso sul volto.

La Misericordia nel 2019.
L’appartamento del lockdown nel 2020.
La terrazza della nostra casa nuova nel 2021.

Posti diversi, vite diverse, e tre sole costanti: noi due, Málaga e le fiamme che consumano biglietti scritti a mano.

“Non hai anche tu la sensazione che sia una notte speciale?”
“Ma se è dalle dieci che non dico altro! Però ora entriamo, eh? Che mi stanno massacrando le zanzare” 


Verso l’una di notte, con la volante ormai lontana, un ragazzo accendeva una lanterna giapponese nascosto dietro al bidone della spazzatura. Pochi metri più in là, due persone appena distinguibili nel buio si guardavano attorno furtive prima di immergere i piedi in mare.

Perchè, nonostante tutto e in barba a tutti i divieti, l’essere umano ha bisogno di aggrapparsi alla magia.

La notte di San Juan ho dormito profondamente, sotto una Luna Piena più luminosa del solito. Poi mi sono svegliata. E all’improvviso, dopo tanto, ho avuto di nuovo voglia di scrivere. 


 



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