venerdì 28 agosto 2015

Flor de Azahar: un po' di Spagna a Trieste

Io, una bandiera della Spagna, sono in grado di avvistarla anche a migliaia di kilometri. Può essere magari piccola. Accasciarsi avvilita in una zona protetta dal vento e dallo sguardo dei passanti. Eppure io ne annuserò l'odore. Dico sul serio: io so avvertirne la familiarità indotta, patriota - come sempre - di una patria non mia. 

E' così che ho scoperto Flor de Azahar. Attratta dalla famigliarità brillante di quel semi-nascosto simbolo nazionale. Negli occhi ho acceso l'entusiasmo. Ho urlato "Spagnaaaa", come la più pericolosa delle psicopatiche, ed ho improvvisamente cambiato direzione. Succedeva qualche giorno fa, poco prima di passare alla Feltrinelli ad imboccare il tunnel della dipendenza da La Ragazza Del Treno (tra parentesi: leggetelo, vi manderà in trip). 

C'erano delle scarpe, accanto a quella bandiera. Sandali da donna. Con la zeppa. Ho pensato che avrebbero potuto essere nel mio stile. Sopra di loro, la vetrina pulita di un negozio piccolo ma ben arredato dichiarava le sue origini nella parola Madrid. 







Lo confesso, perciò: avrei voluto regalarvi un post più lungo. Uno di quelli che inizio a scrivere senza sapere bene dove voglio andare a parare. Sono rilassanti, per me. Vi avrei detto, magari, del mio ritorno al lavoro. Segnalato un paio di canzoni dei Dorian, di Brandon Flowers e di Fabrizio Moro. Vi avrei, soprattutto, sottoposto dubbi amletici di difficile risoluzione quali: perchè c'è questa mania di fare i concerti di Lunedì? Perchè il ciclo ti viene sempre quando devi andare da qualche parte? Perchè le fashion blogger asiatiche tendono a farsi fotografare con i piedi rivolti all'interno?

Invece. 

Se non l'ho fatto non é per un atto di pietà nei confronti della razza umana, ma perchè ho scoperto che a Trieste esiste un altro luogo per filo-ispaniche incallite. Certo è un po' più defilato rispetto al nuovo Desigual in centro (lo troverete in Corso Italia 9, Galleria Rossoni), 
ma anche molto più autentico e a suo modo originale. Cosa più importante, propone capi di moda iberica a prezzi ragionevoli. E quindi niente: ho pensato che, se vi trovate da queste parti, vi sarebbe piaciuto andare a darci un'occhiata. 



Non foss'altro perchè ha la bandiera all'esterno. Piccola. Protetta dal vento e dagli sguardi dei passanti. Ma, per chi ha il Mal di Spagna, bella quanto basta a farvi sentire a casa. 

lunedì 24 agosto 2015

Moda Flamenca: i migliori outfit dalla Feria de Málaga

Va bene, lo so: avevo detto di aver finito, con i post su Málaga. Solo che in città si è appena conclusa la Feria, e - insomma- mica pretenderete che passi sotto silenzio uno degli eventi più attesi e chiacchierati dell'anno? Che non vi dedichi nemmeno un paio di righette striminzite tanto per

Dai, siamo seri. 



Ché poi la Grande Festa sembra proprio non farcela più, a trascorrere immune da polemiche. Abusi alcolici, aggressioni sessuali e strascichi di spazzatura ne stanno deturpando negli ultimi anni il bel volto colorato di musica e folklore. Del tipo che la parte da protagonista l'hanno le pudenda di un tizio che ha ben deciso di combattere il caldo andando in giro nudo. Atti osceni in luogo pubblico. Non fosse che nessuno dei presenti sembra averci fatto poi questo gran caso. 

Sono in tanti a sostenere che la colpa sia dell'amministrazione. Che, con il fine di fomentare la frequentazione dello spazio feriale del Real anche in pieno giorno, il sindaco abbia finito per abbandonare il centro della città a se stesso. Il risultato è che l'atmosfera flamenca e le tradizioni equestri appaiono sempre più confinati nelle pur numerose casetas a pochi passi dalla ruota panoramica. E; mentre gli over trenta iniziano con sempre maggior frequenza a disertare un appuntamento che era sempre stato fisso, turisti e giovanissimi si impadroniscono di un'addobbata calle Larios con il solo, preciso e documentato intento di attaccarsi all'ennesima bottiglia di Cartojal.

Triste, sì. Ma, nonostante tutto, io mi rifiuto di credere che la Feria sia soltanto questo. L'ho visto con i miei occhi, l'entusiasmo delle ragazze nei giorni precedenti i fuochi di artificio. Si recavano nei negozi di moda flamenca con la stessa emozionata solennità di chi va in cerca del proprio abito da sposa. Accompagnate da madri, sorelle ed amiche dialogavano con commesse premurose arrabattandosi tra vestiti in saldo, fiori, peinetas ed orecchini coordinati. Le vedevo sfilare tra gli applausi e i "guapa!", mentre le balze colorate accarezzavano il pavimento, aperte come fiori all'incontrario sulle silhouette attillate.

Per loro era importante, si vedeva. Avrebbero speso cento, duecento, anche più euro pur di essere stupende nella loro mise. Una mise con cui non si sarebbero limitate a ballare sevillanas o muovere qualche passo su di un tablao improvvisato. Anzi, forse non l'avrebbero fatto per niente, obbedendo tuttavia orgogliose ad un rituale storico precedente la loro stessa esistenza. Tenendo viva - soprattutto - la tradizione della loro città. 




E' su questo che preferisco concentrarmi, quando parlo della Feria de Málaga. Sul folklore. Sul flamenco. Sulla sua moda. Perché mai come in questo caso l'esternazione estetica riveste un ruolo piú importante di quello di avvolgere un corpo. E non é vero che l'aspetto piú autentico si é perso: basta sapere dove guardare. 

Io, ad esempio, ho guardato su Instagram. Su Facebook. Ho spulciato tra le tante photogallery dei quotidiani locali. Ed é lí che - nell'impossibilitá di essere presente - ho cercato e selezionato i migliori outfit flamenchi immortalati nel corso settimana clue dell'estate malagueña.

Il bilancio é che, in generale, le tendenze di stagione sono state rispettate. Ho visto molte stampe floreali; molte frange; molte maniche oversize. In testa non c'era quasi mai un solo fiore, ma piuttosto elaborate composizioni multicolor. Tra le mise a tinta unita sono risultate particolarmente popolari le nuance più chiare, con il bianco in primis. Molto presenti anche gli intarsi in pizzo, a donare un tocco di sensualità in più. 

Sempre tantissime sono le ragazze che optano per abiti e gonne corte, di quelle che arrivano a malapena fino al ginocchio. Pressochè inutili ai fini coreografici di un ballo, ho ormai imparato a riconoscerle come un Grande Classico della Feria: il capo perfetto per adeguarsi all'atmosfera senza soccombere ai quaranta gradi della Costa del Sol. 

Poche novità tra gli accessori: i più comuni sono sempre il classico ventaglio e la mini-borsetta da sera, quasi sempre con tracolla dorata o argentata. 

Ma ecco, qui sotto, una slideshow con i miei look preferiti. Ché le polemiche non ci piacciono, ma i volant ...oh, eccome.  A voi quale piace di più? 




giovedì 20 agosto 2015

Da fare a Málaga: escursioni in catamarano a Puerto Marina

I cinesi possono dire quello che vogliono: questo 2015, per me, è l'anno del Dragone. Sì, insomma, c'è l'attesa per il concerto degli Imagine Dragons. Il preoccupante trip per un brano in cui Sanz canta che "ahora el dragón se ríe de mí". E c'è, soprattutto, il ricordo di un'uscita col catamarano. 



La concludo così, la serie di post dedicati alla mia più recente capatina a Málaga. Parlandovene. E non lo faccio per far contenta una coppia di amici, o perchè la pubblicità mi porti dei vantaggi di qualunque genere (anche se non sarebbe male, a dirla tutta. Ehi, ragazzi, mi sentite?). No, se vi parlo del Dragón De Oro è perchè penso veramente che sia un'opzione ancora troppo poco nota ai turisti italiani in viaggio in Andalusia. Un'esperienza che, in tutti i sensi, vale la pena di fare. 



L'imbarcazione è ormeggiata a Puerto Marina, Benalmádena: un luogo fatto di asfalto, negozi di souvenir e passeggiate su di un lungomare eterno che sconfina nel comune di Torremolinos. Eppure, nonostante la sua essenza artificiale, riesce a custodire un certo fascino bianco nelle architetture incastonate tra le palme. E, mentre fai slalom tra i bambini inglesi col gelato in mano e le guance arrossate, sa ancora strapparti un "wow" nell'ora in cui tramonto s'infrange sul mare. 




Ci si arriva in macchina, a Puerto Marina. Ma anche coi trasporti pubblici dal cuore di Málaga: in autobus, ad esempio. O, ancora più velocemente, in venti minuti di treno e pochi di passeggiata, sfruttando la fermata del cercanías di fronte al CacMa, l'aeroporto o la stazione di Maria Zambrano. 

Lì, Johnny e il suo equipaggio vi porteranno a fare un giro in barca per il Mediterraneo. Vedrete la Costa del Sol stagliarsi all'orizzonte. Potrete fare il bagno al largo. Se avrete fortuna - e pare che, a parte me, l'abbiano quasi tutti - navigherete fianco a fianco coi delfini. Il tutto per un prezzo davvero ridicolo (parliamo di meno di 10 euro a testa) che comprende anche una consumazione a bordo. 






Per un impatto ancora più suggestivo, in periodo di alta stagione il catamarano effettua anche delle uscite notturne. E immaginate come dev'essere romantico sorseggiare un bicchiere di sangría seduti a prua con la vostra dolce metà, il rumore delle onde che si infrangono a fare da colonna sonora, e le luci dell'Andalusia, laggiú, che fanno l'occhiolino...! 

Se poi la dolce metà rompe le balle, potete sempre spingerla a mare. 



Scherzo, dai. Lo sapete che, in fondo, sono una romanticona. 

Piuttosto, se ancora non vi basta, sappiate che il Dragón De Oro può anche essere affittato per addiii al nubilato, celibato e feste private di ogni genere e specie. Basta mettersi in contatto con i proprietari telefonicamente (+34 639 10 37 37), 
via e-mail (excursionespuertomarina@gmail.com) o attraverso la pagina Facebook che, per quanto non sia stata aggiornata di recente, vi garantirà comunque una risposta e qualche informazione in più. Anzi, vi troverete anche video e foto che vi faranno venire ancora più voglia di salpare. 

Se siete nella zona di Málaga o state per partire, fateci un pensierino. E, se ci andate, dite pure che vi mando io. Non garantisco che vi facciano un trattamento di favore, ma per lo meno mi saró sentita utile a qualcosa. 

lunedì 17 agosto 2015

3 nuovi locali di moda (e un negozio!) da scoprire nel centro di Málaga

L'apertura di nuovi locali in quantità prossima all'infinito è senza dubbio parte delle costanti metamorfosi di Málaga. Sono spazi di dimensione varia, costruiti per lo più in obbedienza alle attuali tendenze gastronomiche e di design. E' proprio per questo che - come, del resto, gli autoctoni non mancano di farti notare  - la durata del loro successo è marchiata dall'incertezza. Appesa al filo sottile dei gusti di un pubblico giovane, squattrinato e volubile per definizione. Persone che oggi amano atteggiarsi ad hipster, condividere citazioni in caratteri vintage su Facebook, magari sorseggiare cocktail con vista a trecentosessanta gradi sui tetti della città. Domani, però... domani chissà. Ma a chi importa? A ben vedere forse neanche a chi quei locali li apre, investendo sull'adesso mentre si tiene ben stretta in tasca la capacità di re-invenzione. Perchè intanto, comunque la si veda, quei bar stanno ridisegnando (in certi casi da poco, in altri ormai da un bel po') il flusso migratorio dei luoghi d'incontro. Che sia per un Venerdì sera o per un pomeriggio in centro, sono i nuovi scenari dei selfie su Instagram. Le destinazioni cool in cui, almeno una volta, devi andare. E, nella maggior parte dei casi, vi assicuro, ne vale la pena davvero. 

Ve ne presento alcune tra quelle secondo me più degne di nota. Per le piú "storiche", vi ricordo invece la mia personalissima guida gastronomica stampabile della città, che trovate qui. 







L'ho sentito descrivere come "Uno Starbucks più intimo", e mai definizione mi è sembrata più azzeccata. Questo piccolo bar nel centro di Málaga si caratterizza per l'ambiente raccolto e famigliare con una strizzata d'occhio al buon umore. Dalla panchina collocata all'ingresso fino agli innumerevoli riquadri appesi all'interno, ovunque sono disseminati spunti che invitano alla felicità e al relax. Propongono caffè, succhi di frutta naturali e buonissimi batido di tutti i tipi, che puoi anche personalizzare con ingredienti a piacimento. E, se ancora non vi sembra abbastanza, sul bancone fanno bella mostra di sè biscotti e muffin fatti in casa. I tavolini sono pochi e troverete quasi sempre fila per le ordinazioni, ma la gentilezza del personale, la velocità del servizio e - soprattutto- l'impatto rinfrescante dei mix di frutta nel caldo estivo vi ripagheranno senz'altro. 

Calle Santa María, 9





2. Gourmet Experience, El Corte Inglés 






In linea con la tendenza spagnola di riconvertire i tetti dei palazzi in spazi dedicati alla gastronomia e allo svago, alcune sedi nazionali de El Corte Inglés stanno aprendo i propri "spazi gourmet": bar di aspetto sofisticato collocati sulle terrazze panoramiche in cui i turisti meglio informati possono recarsi anche semplicemente per godersi il panorama. Anche il Corte Inglés di Málaga ha da pochissimo aderito al fenomeno, offrendo la possibilità di godersi piatti emblematici della cucina di tutto il mondo con vista sullo skyline cittadino, Cattedrale inclusa. Certo, la vista non equivale quella insuperabile della più alta e meglio ubicata terrazza dell'AC (vedere punto 8 di questa lista) ma è comunque più che piacevole averla davanti mentre si pasteggia. E non lasciatevi ingannare dalle apparenze! Nonostante i prodotti in vendita all'interno siano per lo più abbastanza cari, si trovano anche alcune opzioni a buon prezzo per garantirsi uno spuntino come si deve. Almeno se siete disposti a rinunciare per un giorno alla filosofia del "sono in Spagna, devo mangiare spagnolo". I tranci di pizza, infatti (che peraltro sono molto invitanti), hanno un costo assolutamente economico, così come il bizcocho de limón e altre prelibatezze al reparto dolci. Il consiglio, insomma, é sempre quello: basta scegliere bene. 

Avenida de Andalucía, 4 e 6









A pochi passi dal Teatro Romano é stato da poco inaugurato un ostello di design dotato di sempre affollatissima terrazza panoramica con vista sull'Alcazaba. Vi si può accedere gratuitamente per un drink anche se non alloggiate nella struttura, e - per quanto non abbia ancora avuto modo di visitarla direttamente - mi dicono si sia trasformata in poco tempo in uno dei luoghi di moda per le serate in città. Da provare!

Calle Alcazabilla, 12 

Una foto pubblicata da Víctor Santiago (@vypunto) in data:


Per quanto non si tratti di un locale in cui si mangia o si beve, non posso poi  concludere il post senza segnalarvi quello che è diventato a tutti gli effetti il mio nuovo negozio preferito nella Capitale della Costa del Sol (ebbene sì, ha superato addirittura Aerostato in Plaza de la Constitución e il sempre venerato Desigual di Calle Larios). Si chiama Dona - moda mediterranea e ha da poco aperto in Calle Granada 45 proponendo abbigliamento ed accessori etnici, originali e coloratissimi a prezzi medio-bassi. Fidatevi di me, donzelle in ascolto: DOVETE passare a dare un'occhiata. A titolo di esempio: il vestito che indosso nella foto qui sotto l'ho comprato lì. 





sabato 15 agosto 2015

L'arte di Málaga.

Dicono i malagueñi che il Centre Pompidou ha cambiato il turismo. Lo raggiungo sudata ed impaziente in un pomeriggio di nuvole finte, quasi tropicali nel loro innocuo addensarsi di umidità. Bello. Armonioso ed imponente quanto basta a farsi pretesto per un viaggio in più. Si staglia all'imbocco del Molo più chic della città, cancellando di policromie lo scenario spoglio di un 2008 che sembra ormai appartenere ad altre vite. La musica chill out arriva attenuata dalla filodiffusione, mentre qualche crocerista passeggia rispettando il divieto di girare a torso nudo. 

La foto di rito. Un lieve tuffo al cuore. 



Ah, Málaga. La cara vecchia Málaga che un tempo m'indignavo fosse segregata a mero punto di partenza per i tour itineranti dell'Andalusia. Punto d'arrivo di carne da spiaggia, teli mare sottobraccio e appartamenti prenotati sul lungomare di Torremolinos. O magari scalo di scolaresche in gita di quinta, di turisti con cartine stropicciate che s'illudevano di averla capita - e quasi sempre snobbata - nella visita lampo alla sua Catedral. L'avevo conosciuta così. Con l'appeal nascosto dei posti turistici ma non troppo. Coi difetti di un lieve degrado nei quartieri malfamati, dei tamarri che strombazzavano per strada dalle auto truccate, del veliero pirata trasformato in discoteca come unico motivo per frequentare il Muelle Uno. All'epoca il Pimpi era un'enoteca con i tavoli in legno in cui, al massimo, potevi ordinare taglieri di affettati per accompagnare il Moscatel. E gli studenti Erasmus occupavano in massa le abitazioni ad affitto low cost nell'area del CacMa, dove l'odore del Guadalmedina quasi sempre prosciugato non si mitigava ancora con la creatività multiforme delle opere di egregia street art. Era la Málaga del Sound. Del Velvet. Del Liceo. Era una Málaga che adesso non esiste più.

Eppure non è un dato negativo. Per niente. Anzi, è stato bello ritornarci di anno in anno. Constatare e documentare la sua lenta metamorfosi. Guardarla farsi bella, sempre più, come un'adolescente che diventa donna privandosi dei brufoli e dei chili in eccesso. Come un bruco che diventa farfalla. Una farfalla coi colori di un gigantesco cubo all'imbocco del Molo più chic della città. 

Hanno ragione solo a metà, i malagueñi: non è il Centre Pompidou ad aver cambiato il turismo. L'ha fatto, poco a poco, una continua e più generale scommessa sull'arte. Un processo cominciato anni addietro, con l'apertura del museo Thyssen e la conversione dello spazio circostante in una zona commerciale tra le più belle della città. Un percorso graduale che è continuato con la trasformazione di quel quartiere tanto caro agli Erasmus in ciò che ora si conosce come "Soho": il "barrio de las artes", la galleria d'arte a cielo aperto sulle cui pareti sono esposte le opere dei più riconosciuti graffittari di Spagna. 

>> TRAVEL TIP: il cosiddetto Soho Málaga é una vera e propria galleria d'arte a cielo aperto che raccoglie le opere dei migliori street-artist di Spagna. La zona si sta progressivamente arricchendo di negozi di design (da segnalare Disaster Street Wear, Urban ByciclesLove is Bakery) e sará plausibilmente davvero completa nel giro di un paio d'anni. 






Un'operazione che è poi confluita, in tempi più recenti, nell'apertura della sede malagueña del Museo di Arte Russa di San Pietroburgo, portando Kandinskij e Chagall nella Capitale della Costa del Sol, a debita distanza - ma al contempo vicinissimi - alla memoria di Picasso custodita nel suo museo. No. Il Centre Pompidou é solo la punta dell'iceberg. Il traino più vistoso ad un turismo culturale. Di qualità. Un turismo che - finalmente! - a Málaga va per restarci. In cerca di arte. In cerca di eccellenza. E' un turismo che, sul volo d'andata, legge libri su Frida Kahlo e parla di Gallerie. Un turismo che ai malagueñi piace. Perché - li senti dire su un taxi, con aria quasi emozionata- é un turismo che non avevano mai avuto prima. E rimanessero pure a Torremolinos, i diciottenni scalmanati con pochi soldi in tasca e le provviste comprate da Mercadona! Qui adesso c'è altro. Qui c'è una città elegante, con le librerie di seconda mano, i bijoux di artigianato, i locali alla moda. Una città che mi sembra di aver visto crescere. Una creatura che ha cambiato abiti e taglio di capelli pur rimanendo fedele a se stessa. Un posto di cui, in qualche strano modo, mi sento ogni giorno più orgogliosa.

>> TRAVEL TIP: Il Museo d'Arte Russa di San Pietroburgo a Málaga offre un percorso cronologico attraverso l'arte russa nel corso dei secoli. Bello lo spazio dedicato alle icone e spettacolare la sala dedicata alle avanguardie. Un po' meno (se non amate il realismo) il resto del museo. A lato, se amate il mondo dei motori, c'é anche il Museo dell'Automobile. 

Avrei voluto passare davanti alla mia vecchia casa. Dopo sei anni mi sentivo finalmente pronta ad affrontare i ricordi. Forse proprio perchè  quell'epoca - l'ho capito al Muelle Uno - non esiste più. Non l'ho fatto. E invece sono andata al Pompidou, assieme a quella che allora era la mia coinquilina. E ora paga il mutuo di un'appartamento grande e luminoso che condivide con il fidanzato e un cane a circa venti minuti di treno da lì. Come per Málaga, in fondo é giusto che la nostra vita segua il corso naturale degli eventi. Che il 2008 e il 2009 rimangano il sottofondo, il punto di partenza. Il terreno in comune su cui far ricadere qualche discorso sporadico. Tra le risate. Mentre parliamo di libri, di turni di lavoro e di come ai concerti non farei più le file. 

Ci siamo state tre ore, dentro a quel cubo colorato. Dove i riflessi dei vetri sotto il cielo opaco fanno da sipario tra una sala e l'altra. Dove una parete piena di post it, all'ingresso, raccoglie le opinioni dei visitatori. E' riuscito ad annullare persino l'innegabile bellezza della mostra allestita al CacMa, quel posto. 

>> TRAVEL TIP: Il CacMa é il Centro di Arte Contemporanea di Málaga. Nel cuore del nuovo quartiere di Soho, ha ingresso gratuito e vanta una serie di esposizioni temporanee sempre di massimo livello. Al momento da segnalare l'allestimento con opere di D*Face e Shepard Fairey. Potete seguire le iniziative del centro anche online, tramite il sempre aggiornato canale Instagram. 



L'ha disintegrata con una tela di Tapies in grado di mozzare il fiato. Con il quadro di Baselitz appeso al contrario, ché ti sembra astratto solo ad una prima impressione. E ancora con i pupazzi parlanti di Tony Oursler, che ti strappano un sorriso nell'illusione che si stiano rivolgendo proprio a te. Con i corpi di donne senza volto di Kader Attia, prostrate ad effetto nel loro abito di domopack davanti ad una statua in metallo che, a seconda di come la guardi, sembra dominarle o sciogliersi sulla spinta di una forza invisibile. Ma, se la sede spagnola del Pompidou è finita dritta dritta nella top 5 dei miei musei preferiti, è soprattutto per il modo in cui è allestita. Per l'ampio spazio riservato all'interattività all'ingresso di ognuna delle sale, dove il filo tematico delle opere esposte si esprime in specchi deformanti, maschere da indossare, materiali in cui imprimere la propria traccia per capire e vivere meglio l'esperienza visiva che si sta per affrontare. 








Al Centre Pompidou, davanti ad una tela di Tapies, le addette alla vigilanza della sala mi hanno fermata per farmi i complimenti per il look. Sacro e profano. Serio e faceto. Ho pensato un'altra volta, in quel preciso istante, che io Málaga la amo da morire.

>> TRAVEL TIP: Imprescindibile la visita al Centre Pompidou di Málaga, unica sede extra-francese del Museo. Oltre alla collezione permanente, vengono allestite mostre temporanee. Attualmente in corso quella di Miró. 

lunedì 10 agosto 2015

Le migliori piscine sui tetti di Madrid

Mi prendo un secondo di pausa dalle avventure andaluse per ricordarvi che, se proprio dovessi mancarvi tantissimo (il che, obiettivamente, é comprensibile) potete sempre leggere i miei articoli su Total Free Magazine. Qui sotto l'ultimo in ordine di tempo, che vi sará particolarmente utile se siete stati cosí masochisti da decidere di trascorrere l'estate a Madrid. 




Ah, ovviamente potete seguirmi anche su Twitter e Instagram. Chevvelodicoaffá? 

mercoledì 5 agosto 2015

20 Ragioni per cui non dovresti mai viaggiare a Málaga

... Alla fine ho deciso di partire. Ed è in onore di un rientro sempre e comunque epico che ho voluto salutarvi traducendo un post. Era stato pubblicato originariamente su Matador Network, narra le 20 ragioni per cui non dovreste mai viaggiare con destinazione Málaga ed è - a mio modo di vedere - qualcosa di molto simile alla Verità Assoluta Per Opposizione Sarcastica. Ci si risente dopo il 12. Spero in salute, questa volta, che sennò la prossima trasferta me la organizzo a Lourdes. 

20 RAGIONI PER CUI NON DOVRESTI MAI VIAGGIARE A MALAGA 


1. Chi li vuole, 300 giorni di sole all'anno? Si sta così bene con la copertina a guardare la pioggia... 


Una foto pubblicata da Málaga City (Spain) (@malaga_pictures) in data:

2. Poter visitare un Museo Picasso, un Pompidou, un Museo Thyssen e una sede secondaria del Museo Statale Russo di San Pietroburgo nella stessa città è un po' troppo. Chi la vuole, tanta cultura? 
Una foto pubblicata da Dave Bull (@ochyenwild) in data:




3. Espeto de sardinas sulla spiaggia? Ma non ce l'hanno un Mc Donald's? 


4. Tra l'altro hanno dei cibi stranissimi: zanahoria morá, ajobacalao, papaveotes... vai a sapere cosa ti portano se li ordini. 
5. Visitare un quartiere certificato di graffiti firmati da gente chiamata Obey , D*Face, Faith 47, Dal East, ROA, Boa Mistura, Dadi Dreucol? Imbrattare i muri é illegale! 
Una foto pubblicata da Olimpia (@olimpia_9) in data:

6. I porti sono sempre brutti e sgradevoli, e quello di Málaga non fa eccezione. Chi vorrebbe andarci? 
Una foto pubblicata da Muelle Uno (@muelleuno) in data:

7. Cos'é 'sta mania che hanno di non chiamare il caffè col suo nome? Che voglia di complicarsi la vita... 

Una foto pubblicata da Enric V. (@envici) in data:


8. Avere tutte le star del cinema spagnolo sul tappeto rosso tutti gli anni per una settimana è troppo glamour, per te. 

9. Perchè provare le proposte di cuochi con stelle Michelin come Dani García? La cucina spagnola é sopravvalutata! 
10. La Feria della città è un casino: non c'è atmosfera, la gente va in giro mascherata, suona musica folcloristica e si beve vino locale. Ma per piacere... 
Una foto pubblicata da Chiara Aquino (@chiaraaqui) in data:

11. Marbella? Ma non ci sono solo hotel con un sacco di piani e turisti ubriachi? 
12. Non capisci cosa ci sia di affascinante nel Tajo di Ronda. Il Patrimonio storico è noioso...non è meglio un centro commerciale? 
Una foto pubblicata da Gerardo Contreras (@gecones) in data:

13. Bisogna essere un po' fuori di testa per camminare a 101 metri di altezza su un ponte di aspetto così instabile come questo... si sta così bene con i piedi per terra! 
14. Tra l'altro, è vicino al Pantano del Guadalhorce, un posto nel mezzo del nulla in cui non puoi neanche fare il bagno. Chi vuole una spiaggia nell'entroterra? Che strani che sono a Málaga!

Una foto pubblicata da Miguel Angel Curiel (@miguelacuriel) in data:



15. E' una delle tre province più montagnose di Spagna, ma si sta così bene sul divano che chi vorrebbe alzarsi per andare in giro tra i sentieri? 
16. Seguire un fiume tra pozze di acqua cristallina e valli da sogno? L'acqua dei fiumi è sempre freddissima! 
Una foto pubblicata da @ale_dv in data:

17. Un labirintico paesaggio carsico pieno di pietre modellate dall'acqua e dal vento fino a somigliare ad un vaso di fiori, una vite o un cappellino non ti sembra interessante. Guardare le rocce non è proprio la tua idea di divertimento. 




18. I paesini sono così brutti e si mangia così male che non vale la pena sprecare benzina per visitarli. 
19. E chissà come devono essere quei paesini, se uno di loro è stato addirittura conquistato dai Puffi e l'hanno dipinto tutto di azzurro... 
Una foto pubblicata da Dan (@swala_twiga) in data:

20. A chi interessa la storia, oltre ai secchioni? 

Una foto pubblicata da @alzo75 in data: