lunedì 27 gennaio 2020

La settimana lavorativa di 4 giorni approda anche in Spagna



Immaginate un fine settimana di tre giorni. Oppure immaginate di uscire dal lavoro non troppo stanchi un Lunedì, quando il pomeriggio è ancora a metà strada. Avete più energie. Siete più felici. Sapete di poter passare il resto della giornata in compagnia di famiglia ed affetti. 

Meraviglioso, vero?

In Spagna si sta parlando molto della settimana lavorativa di 4 giorni (o di 32 ore), che sempre più aziende stanno testando ai quattro angoli del globo con lo scopo di osservarne gli effetti sia sull’equilibrio tra vita personale e professionale che - soprattutto - sulla produttività dei dipendenti. E, se qualcuno ancora parla di utopia, i dati hanno finora dimostrato che questo nuovo sistema non solo è possibile ma è, anzi, consigliato.

É abbastanza intuitivo, del resto: lavorare meno aumenta la produttività, in primo luogo perchè le persone sono più motivate, e in secondo luogo perchè si vedono forzate a concentrarsi al massimo sui loro compiti, dovendo portarli a termine in un lasso di tempo più breve. 


Inoltre il rischio di burnout diminuisce e i dipendenti sono più restii ad andarsene. Per non parlare degli effetti ad ampio raggio sulla società: i locali iniziano a riempirsi da Giovedì sera. I lavoratori hanno più tempo per lo shopping, per il cinema, per le attività di intrattenimento. Con sommo gaudio dell’economia… e forse pure del Pianeta, visto il minor numero di risorse energetiche sprecate dagli uffici e nei trasporti verso il posto di lavoro. 


Ora questo sogno inizia ad essere realtà anche in Spagna grazie alla DELSOL, un’azienda tecnologica con sede in provincia di Jaén (Andalusia). Con un’iniziativa pioniera nel Paese, la compagnia ha deciso di eliminare il Venerdì dal calendario lavorativo senza alcun effetto sul salario dei dipendenti.


Continuate a leggere l'articolo su Total Free Magazine per saperne di più 


Dipendenti dell'azienda DELSOL, la prima ad introdurre la settimana lavorativa di 4 giorni in Spagna (Foto: Rtve) 








venerdì 17 gennaio 2020

ITALO-SPAGNOLA AWARDS 19: Le top 3 parziali a 10 giorni dalla chiusura dei voti


Mancano 10 giorni esatti alla chiusura delle votazioni per gli Italo-Spagnola Awards 2019 (qui tutte le info). So che alcuni di voi sono particolarmente curiosi di sapere come sta andando; E, siccome sono particolarmente magnanima, ho deciso anche quest'anno di lasciarvi dare "una sbirciatina". 

Non c'è di che. 



Quelli che trovate più in basso sono gli attuali primi 3 classificati per ciascuna delle categorie in gara (tranne quella relativa al miglior post del mio blog, per cui vi e mi riservo la sorpresa finale). 


Ogni nome nella Top 3 è accompagnato dalla rispettiva percentuale di voti ottenuti, rigorosamente arrotondata per eccesso. Vale a dire che, nell'eventualità in cui qualcuno si sia aggiudicato - chessò- il 35,8% dei voti totali, quel 35,8% diventerà 36. Fondamentalmente perchè i decimali sono antiestetici, ammettiamolo.

Se siete candidati ai premi e non vedete il vostro nome sul podio, non preoccupatevi: soprattutto in alcune categorie le differenze di voti sono veramente minime, e vi assicuro per esperienza che da qui al 27 Gennaio TUTTO può ancora cambiare.

L'unico consiglio che mi sento di darvi è, perciò, di continuare a votare e - soprattutto - a farvi votare. Se ci tenete a vincere, promuovete più che potete la vostra candidatura: alla fin fine, molto dipende anche dalle vostre abilità di persuasione ;)

Il link diretto al modulo di votazione è questo: https://forms.gle/LUuXJjoUCVSoyjqt5

 
Come detto, avete ancora tempo fino al 27 Gennaio.

Adesso, però, bando alle ciance... ed ecco a voi i risultati parziali:



- MIGLIOR REALTÁ ITALO-SPAGNOLA (Top 3 in data 17/01) 




Tutte le nomination qui

MIGLIOR NEW ENTRY ITALO-SPAGNOLA SUL WEB (Top 3 in data 17/01) 


- MIGLIOR INSTAGRAM ITALO-SPAGNOLO (Top 3 in data 17/01)





- MIGLIOR YOUTUBER ITALO-SPAGNOLO (Top 3 in data 17/01)



Tutte le nomination qui


-MIGLIOR REALTÁ ITALO-ANDALUSA (Top 3 in data 17/01)



- MIGLIOR REALTÁ CULTURALE ITALO-SPAGNOLA (Top 3 in data 17/01)



MIGLIOR BRAND O AZIENDA ITALO-SPAGNOLA SUI SOCIAL (Top 3 in data 17/01)



EVENTO ITALO-SPAGNOLO DELL'ANNO (Top 3 in data 17/01)




- CANZONE ITALO-SPAGNOLA DELL'ANNO (Top 3 in data 17/01)
















domenica 12 gennaio 2020

Turismo Musicale: i festival e i concerti da non perdere in Spagna nel 2020


Non solo è il Paese dell’Unione Europea con il maggior numero di festival organizzati all’anno, ma nel 2019 la Spagna si è anche consolidata come la prima destinazione del turismo musicale nel nostro Continente. In base ai dati raccolti da Spain Live Music, il settore è cresciuto nel Paese a un ritmo del 70% all’anno negli ultimi 3 anni, ponendo numerose sfide sia agli organizzatori (ancora troppo poco tutelati dalla legge) sia alle località ospitanti, che in molti casi si dimostrano inadeguate ad accogliere migliaia di fan provenienti dai 4 angoli del globo. 


Foto: Mad Cool Festival / Facebook
A quanto riportato da Iñaki Gaztelumendi, presidente di Live Spain Music, la maggior parte dei turisti che atterrano in Spagna con il solo ed unico fine di assistere ad un evento di musica live arrivano dal Regno Unito (43%). Seguono a ruota francesi, irlandesi e statunitensi, che lasciano nella terra di Cervantes una media di 300 euro: più dei 282 che spendono in Ungheria e dei 280 di cui si beneficia la Croazia. Nell’epoca dello streaming e della lenta agonia dei cd, gli introiti derivati dei concerti hanno raggiunto i 334 milioni di euro nel 2018: la cifra più alta che sia mai stata registrata su suolo iberico. 


Se state pensando di alimentare il trend, su Totalfree Magazine vi ho elencato i festival e i concerti che non potete perdervi in questo 2020: senza dubbio vi forniranno un’ottima scusa per girare la Spagna di canzone in canzone.

martedì 7 gennaio 2020

Di buoni propositi e come mantenerli


Allora: il fatto che io non abbia ancora pubblicato un post con i propositi per l’anno nuovo non significa che non ne abbia. Lo dico per non creare allarmismi, crisi di panico, isteria generale. 

É solo che in questa prima settimana di decennio sono stata, diciamo… un filino occupata. Sí, insomma, ho avuto il mio bel da fare a piazzare candeline su una torta per poi rendermi conto di non avere neanche un accendino; A fare autogol al calcio balilla in un locale meno nuovo di quanto pensassi (ma sono sempre stata così scarsa? Non rispondete). Ad  evitare caramelle lanciate come razzi alla cabalgata dei Re Magi. Ad imparare la ricetta degli avocado ripieni. A fare prove tecniche di convivenza guardando documentari sui fantasmi mentre sposto varie volte il divano. 



Impegnata in faccende importanti, sù. Serve mica stare qua a specificare.  





I guru della produttività, però, dicono che i propositi vadano condivisi. Pare che, se ne parli con qualcuno, ti crei in automatico dei testimoni. E, con essi, un maggior impegno a mantenerli. A nessuno piace sentirsi dire “AH AH AH avevi detto che l'avresti fatto e non ci sei riuscita cicca cicca", no? Appunto.

Dicono anche che, se vuoi DAVVERO portare a termine i tuoi obiettivi, non dovresti portene più di due o tre al massimo. L’ideale sarebbe fare un brainstorming con tutto quello che vorresti cambiare o migliorare nella tua vita, e dall’elenco risultante estrapolare solo le tre cose che per te hanno più importanza. 

A questo punto dovresti chiederti cosa puoi fare, in concreto, per ottenerle. Per esempio, se tra le tue priorità c’è trovare l’amore (vi chiedo scusa: da un po’ in qua sono troppo romantica) potresti pensare di uscire più spesso, di frequentare nuovi ambienti, persino di scaricarti qualche app di incontri, che so io. 
Se vuoi migliorare la tua salute, chiediti se forse non valga la pena provare a smettere di fumare, mangiare più frutta e fare attività fisica. 

L’obiettivo finale, quindi, sarà il piano d’azione più che il concetto astratto. Vale a dire: “smettere di fumare entro Dicembre 2020” e non “stare meglio”. “Perdere 5 kili entro il 30 Giugno” o “Rientrare nei vecchi Jeans comprati in saldo due anni fa per poterli indossare a Natale dell’anno prossimo” invece di un generico “dimagrire”. 

Sì, perché i guru della produttività dicono anche che i propositi dovrebbero essere S.M.A.R.T. 

Ovvero: 


Specific (specifici) - per l’appunto, chiarite a voi stessi che cosa volete veramente. Scrivere di più o avere un romanzo pronto da inviare alle case editrici entro Settembre?


Measurable (Misurabili) - dovete poter monitorare i vostri progressi. 

Attainable (Realistici) - buttate via quel foglietto con sù scritto “entrare in una nuova dimensione e sconfiggere i Demogorgoni”.

Relevant (rilevanti) - devono avere un impatto concreto sulla vostra vita 

Time based (fissati su una linea temporale) - datevi una data di scadenza o rischierete di non compierli mai. 



Io ci ho provato, a rispettare queste regole. Non dico che mi sia riuscito proprio benissimo, ma in definitiva per quest’anno mi propongo quanto segue: 

1) Leggere almeno 12 libri entro il 31 Dicembre. Uno al mese. Una media non solo accettabile, ma decisamente inferiore al ritmo di lettura abituale che seguivo quando vivevo a Monfalcone. I pro e i contro delle vite interessanti: mi sono bastati 20 giorni a casa dei miei per divorare 3 romanzi. Qui a Málaga, ci ho messo 3 mesi a finirne uno. 



Ve l’ho detto che sono impegnata. 

Ora, però, ho deciso di riprendere le vecchie abitudini. Anche perché più leggo, più mi viene voglia di scrivere. E non è per niente un dato trascurabile.


Per assicurarmi di raggiungere l’obiettivo ho aderito alla sfida di lettura di un sito spagnolo, per cui ogni mese devi leggere un libro che risponda a una caratteristica specifica: un libro che volevi leggere l’anno scorso, un libro scritto da una donna, un libro di un genere che non hai mai letto e così via. In questo modo non resterò mai a corto di stimoli e d'ispirazione. 


Il corriere Amazon mi ha appena recapitato “Io Odio Internet”, che dominava le mie Wishing List del 2019. Domani mi aspetta un viaggio in aereo, e credo proprio che lascerò a casa l’iPod. 

2) Sapermi destreggiare con Photoshop a Dicembre 2020. Dove per “destreggiare” si intende saper utilizzare le funzioni base di grafica e photo-editing necessarie a realizzare loghi e immagini non troppo elaborate per i social network. 

Sono arrivata a definire quest’obiettivo partendo dalla premessa che vorrei uno stipendio più alto e meno precarietà in ambito professionale. Poter chiudere la partita Iva e avere un contratto più o meno fisso mi permetterebbe di stare più tranquilla, aspirare ad un appartamento più grande e concedermi qualche sfizio in più. 

Nel mio settore, purtroppo, gli annunci di lavoro che offrono queste garanzie richiedono tutti o quasi tutti le seguenti competenze: laurea in comunicazione/marketing (celo) , inglese (celo), seconda lingua (celo), esperienza in social media marketing (celo), copywriting (celo), photoshop (manca). 

La cosa positiva di quando non sai fare qualcosa è che puoi sempre impararla, però. Ergo eccomi qui, che tartasso l’anima a tutti i miei conoscenti nel disperato tentativo di trovare una versione ahumma ahumma del programma. O un modo per usare in loop la versione di prova. Qualcosa. Perché checcazPita, Adobe, 24 euro AL MESE?! Ma stiamo scherzando?!? 

Mi sono data un ultimatum: o trovo una soluzione economica entro la fine di questa settimana (il programmatore dell’azienda per cui lavoro avrà un asso nella manica, lo sento) o intanto mi cimento coi 7 giorni di prova. 


3) Lanciare un nuovo progetto personale entro l’1 Agosto 2020. Qui non vi posso dire di che si tratta, altrimenti vi rovinerei l’effetto sorpresa. L’ho detto sia ai miei che al mio ragazzo, però, quindi i testimoni ci sono. Oddio. Ora che ci penso mi hanno risposto entrambi “ah”, senza troppo entusiasmo. Dite che dovrei farmi qualche domanda? 


Naa. Ormai sono partita in quarta e ho una voglia matta di avviare ‘sta cosa a introito zero. 

Forse non sarà poi così rilevante nella mia vita (anzi, non lo sarà per niente), ma ho nelle orecchie la vocina di un’amica che mi dice “non capisco cosa aspetti” in un vocale su whatsapp, e il bisogno di dimostrare a me stessa che qualche idea la posso pure concretizzare. 



Che poi, alla fin fine, il mio problema è che sono disciplinata. Perché, sapete che c'è? Alla faccia dei guru della produttività, secondo me il miglior proposito rimane, in fondo, “non averne nessuno”. 

Quali sono i vostri obiettivi?