domenica 26 agosto 2018

Nela Garcìa e il doppio mistero dell'estate


Ormai é un dato di fatto: i Thriller dell'estate, in Spagna, si leggono su Twitter. A un anno quasi esatto dal fenomeno Bartual, oggi tocca a Nela García tenere il Paese incollato allo schermo del cellulare. Proprio come successe con il vignettista, il suo thread- che conta ormai quasi 83.000 RT - è già soggetto di critiche e dibattiti, oltre che spunto per innumerevoli meme. 




Narrata in un finto real-time, e paragonata nientemeno che a Black Mirror, la trama ruota attorno al misterioso cellulare trovato per strada dalla protagonista. Al suo interno, pochissime app e nessun contatto. Solo un account Facebook e un profilo Instagram senza  follower permettono di risalire al nome della proprietaria: una certa Marta Gutierrez, di Madrid. O, almeno, così pare. Basta, infatti, una semplice ricerca immagini su Google per ritrovare quello stesso volto sul blog di viaggio di Beatrice Williams, una turista americana morta otto anni prima. Sarebbe già abbastanza inquietante, ma non è finita qui: chiamando un numero presente nel registro delle ultime chiamate, una voce contraffatta invita a risolvere delle prove...

Qual è la posta in gioco? E cosa c'entra una scimmia rossa con la sparizione della madre di Nela? Tra parole, foto, video e sondaggi, l'autrice ci regala un colpo di scena dietro l'altro, dimostrando di saper usare a perfezione i codici espressivi di un nuovo formato narrativo ormai del tutto sdoganato in uno dei Paesi più twitteri e social d'Europa.




Ancor più dei suoi predecessori, la García unisce la multimedialità all'interazione, lasciando che siano i suoi follower a risolvere gli enigmi per lei. Non solo, ma ne cita le risposte nei tweet che compongono il racconto, portando l'esperimento ad un livello successivo. In questo modo la trama - per quanto sicuramente pre-studiata - si aggiusta e modifica giorno dopo giorno, anzichè avvalersi esclusivamente di materiali elaborati ad hoc. In sostanza, la comunità diventa PARTE della storia, e non più mera spettatrice. 

Ma non è l'unico elemento di unicità nel caso più virale dell'estate spagnola. Si dà il caso, infatti, che il thread contenga un mistero nel mistero. Prima ancora di chiedersi "come andrà a finire?" la domanda che la Nazione si fa è: "chi c'è dietro?".

Di Nela García non si sa molto, per non dire nulla. Ha i capelli bicolore, con le punte colorate di rosa. Nella biografia di Twitter, si definisce "programmatrice di giorno e gamer di notte". Tutto qui. Senza altri dettagli a gettare luce sulla sua vera identità, le teorie "complottistiche" si sprecano. Anche perchè - ammettiamolo - di dettagli sospetti ce ne sono un bel po'.

L'utente Jose Alonso (@JoseAlonso) è stato tra i primi ad accorgersene. Come tutti i blog, anche quello teoricamente appartenuto a Beatrice Williams contiene un numero di identificazione. Copiandolo e incollandolo sulla barra di ricerca di Google, Alonso è stato rimandato al profilo di un unico utente. Il nome? Ebbene sì, MANUEL BARTUAL. Difficile, peraltro, non accorgersi che il thread della García é iniziato il 20 Agosto del 2018, esattamente alla vigilia dell'anniversario del fenomeno virale di Bartual.

C'è chi è andato più in là. El Hematocrítico - uno degli account twitter più popolari in Spagna - ha azzardato l'ipotesi che il racconto della ragazza sia in realtà frutto della collaborazione tra il vignettista e Modesto García, autore di un altro popolarissimo twit-racconto vincitore di ben due premi alla recente #FeriaDelHilo: il primo contest di twitteratura indetto da Twitter Spagna con il supporto di numerosi brand. Apro una parentesi con almeno due motivi per adorarlo: è malagueño, e l'alter ego con cui ha firmato il suo hilo è Mr.Brightside, come la canzone più famosa dei The Killers. Sto cercando di capire se è single. 

Comunque. Secondo questa teoria, il nome stesso "Nela Garcìa" deriverebbe dall'unione dei nomi dei due autori: Manuel (da cui Manuela, abbreviato Nela) e Garcìa. Non solo, ma sull'account Facebook di Nela, ad inizio Agosto, erano state postate delle foto in cui si vedeva la ragazza intenta a leggere il famoso thread di Modesto. In un altro scatto, il libro di Manuel Bartual appariva in bella vista sullo scaffale alle sue spalle. 


Nela García legge il thread di Mr. Brightside AKA Modesto García


Il libro di Manuel Bartual sulla libreria di Nela García 


Se vi sembrano prove un po' deboli - in fondo, chiunque voglia scrivere un thread virale dovrebbe documentarsi con dei casi di successo - beccatevi questa:

L'indirizzo e-mail di recupero dell'account gmail della supposta proprietaria del cellulare trovato da Nela, marta.gutierrez.espinosa@gmail.com, risulta essere i***@mod**********.com, che corrisponde a perfezione con info@modestogarcia.com: l'indirizzo e-mail riportato sul profilo twitter di Modesto García. Non dimentichiamo, inoltre, che quest'ultimo aveva raccontato il suo famoso thread usando un altro account creato per l'occasione (Mr.Brightside, appunto), quindi non ci sarebbe niente di strano se anche Nela fosse uno pseudonimo. 





La data di nascita di Nela, secondo il suo profilo di Twitter, è 3-2-88. Curiosamente simile a 328, il numero della stanza d'albergo al centro della storia di Bartual. 

Aggiungo che io ho scoperto il thread del momento perchè condiviso- quando ancora i retweet erano relativamente pochi - dall'head of brand strategy di Twitter Spagna, responsabile diretto del racconto di Natale di Manuel Bartual e della #feriadelhilo. Inoltre, il cellulare misterioso è inquadrato troppe volte e mostrato in tutte le sue funzioni per non pensare ad una pubblicità della Samsung. E indovinate chi c'era tra i brand hanno sponsorizzato la Feria del Hilo?

Qualcuno potrebbe obiettare che l'account di Nela esiste dal 2012. Vero. Ma basta una ricerca con i filtri avanzati di Twitter per accorgersi che solo quest'anno il nome é stato cambiato. Prima, l'account apparteneva a un tal @victorizado che - ta daaaan! - stranamente twittava molto sulle partite del Málaga C.F. Da quando ha cambiato nome, Nela ha anche interagito in un paio di occasioni con Bartual. 






Insomma, forse è vero che qualcosa di strano c'è. Ma, qualunque sia la verità, una cosa è certa: la fiction su Twitter è arrivata per restare. 

Potete leggere il thread di Nela Garcìa - chiunque lei sia - qui




UPDATE: Poche ore dopo aver scritto questo post, il racconto si è concluso con un insospettato messaggio educativo e dei titoli di coda da film hollywoodiano. Con essi, la conferma ufficiale: gli autori sono Manuel Bartual e Modesto García, che hanno iniziato a lavorare al progetto due mesi fa. Samsung ha sponsorizzato la cosa, e l'head of brand strategy di Twitter Spagna figura tra i collaboratori. Per il personaggio di Nela sono state utilizzate almeno tre "attrici" diverse e, clamorosamente, nessuno se ne é reso conto. El Hematocrítico non ha svelato nessun inghippo. Al contrario, era anch'egli complice e  il suo thread cospiratorio faceva parte della strategia promozonale. 

martedì 21 agosto 2018

Incompleta.

L'hot dog delle 5.30 del mattino getta silenzio tra le conversazioni.
Mancano i cornetti. Abbonda il sonno. E qualche ricordo fresco ancora da assimilare. 

I bassi di un brano reggaetón ci raggiungono dalla caseta di fronte, testimoni del via vai di un mondo parallelo. Di gonne flamenche che accarezzano l'asfalto. Di trucchi disfatti. Di file all'ingresso come un insulto all'alba che non deve arrivare. 




"Se acabó la Feria, chicos".
Nella mia voce una punta di tristezza si mischia al sapore dell'ultimo Cartojal. 

L'ho salutata per bene la mia Málaga, 'sta volta.
E l'amarezza di un volo in ritardo sembrava ribadirmi quello che già so. 

Lasciarla fa male, da sempre. Che sia per dieci giorni o per dieci anni interi. 

Perchè il mio posto è qui, non ho alcun dubbio. E a spaventarmi non è la resaca all'aeroporto, ma piuttosto l'idea di risvegliarmi come quella che una volta ero. Non voglio perderla, la leggerezza di quest'estate assurda. La scintilla nello sguardo che ha fatto dire ad un'amica che mi vede "più donna". La spontaneità con cui consiglio dischi alle commesse del Corte Inglés. 

Ogni volta che torno, un sonno che pare eterno mi getta sfinita sul letto della casa in cui sono cresciuta. Al risveglio le immagini della mia vita andalusa sembrano i resti di un sogno che fatico a mettere a fuoco. Lontane. Indistinte. Irreali. Non ci sono notifiche sul cellulare, né programmi per il fine settimana. 

Ogni volta è come se gli ultimi due anni si fossero cancellati nella pigrizia estrema che di nuovo mi investe. E mi rende bambina. E m'incatena per mio stesso volere alla routine mai perduta del passato.

Ecco, è questo che mi fa paura. 

Eppure Dio sa se le volevo, queste vacanze estive nella terra patria.
Dio sa se ne avevo bisogno.  

Tanto. 


Come di un punto e a capo. Un attimo di autentica disconnessione. Una parentesi di tranquillità che nelle notti lunghe della Costa del Sol non riesco - né, temo, riuscirò mai del tutto - ad incontrare. 

Solo che la tocco con mano, ogni giorno, la nostalgia degli altri italiani che vivono in Spagna. Per quanto amino il Paese in cui vivono, tutti loro hanno qualcosa per cui sospirare. 

La difendono nelle conversazioni. Li riempie di orgoglio e di emozione quando comprano un biglietto aereo. E, anche se non l'ho mai ammesso, io li invidio.

Non l'ho mai provato, quel senso forse di appartenenza alla mia città o alla mia Regione. 
E solo adesso mi accorgo che mi fa sentire incompleta. Diversa. In colpa, persino.

Nel mio Nord-Est ci torno - e volentieri! - per la famiglia. 
Ma, per quanto mi sforzi, la lista di ragioni si esaurisce  lì. 

Da me non ci sono, purtroppo, i mari cristallini del Sud. Le spiagge di Málaga che tanti criticano sono nettamente migliori di tutte quelle che ho accanto nel mio angolo d'Italia. 

In più l'acqua è fresca e subito fonda, proprio come piace a me. Non devi camminare per chilometri perchè ti arrivi ad altezza vita. Nè litigare con i bambini che giocano a palla in una pozza a temperatura pipì.

La gastronomia andalusa - non è un mistero- mi piace da morire. Per un espeto potrei fare la guerra. Il Moscatel lo importerei senza remore.

Non mi manca il cibo italiano, perchè se ne ho bisogno lo trovo a Málaga, e di miglior qualità di quello che posso reperire a Trieste o a Monfalcone. 

Non sto scherzando. 

Il Terra Mia fa la pizza più buona di qualunque pizzeria dell'Isontino. L'osteria da Angelino, vicino alla Cattedrale, propone una cucina romana da leccarsi i baffi. Alla Bacanal lo spritz è ottimo. E ci sono posti in cui i cannoli li importano direttamente dalla Sicilia. 

Se penso alle uniche pietanze veramente locali che in Andalusia non trovo mi vengono in mente tuttalpiù il cotto col kren (aka rafano), la Iuta, la cubana, il frico, la polenta, i cevapcici, la lubianska. Ma onestamente chi le mangerebbe, con quaranta gradi all'ombra? 

A Málaga il caffè buono si trova, se sai dove cercare. E senza le orde di zanzare. I temporali ogni  sera. Le facce incazzate della gente che va sempre di fretta per le strade. A Nord - Est il sole se ne va a dormire presto, e nessuno canta flamenco mentre passeggia davanti alle finestre della sala. 





Gli occhi degli estranei ti evitano invece di fissartisi addosso in un sorriso. Nessuno, dietro allo sportello di una banca - o alla cassa di un supermercato - inizia a chiacchierare con te della tua vita. 

Quando gli altri italiani all'estero mi chiedono di dire qualcosa nel mio dialetto, io fatico un sacco a ricordarmi le parole. In cambio, conosco a perfezione gran parte delle espressioni malagueñe più tradizionali.

É come se fossi completamente disconnessa dal mio passato. Come se fossi priva di radici. 
E, ve lo giuro, mi dispiace da morire. 

Perchè tra questi palazzi da mozzare il fiato e queste vocali troppo aperte; tra la Fincantieri e l'Ursus; tra le raffiche di vento e la statua di Svevo ...qui, alla alla resa dei conti, ci sono le mie origini.

Vorrei poter essere in grado di difenderle, come chiunque altro. 
Di riscoprirle. Di riconoscere il ruolo che devono pur aver avuto in ciò che sono diventata. 

Vorrei con tutta me stessa avere il sorriso che hanno gli italiani all'estero quando s'imbarcano in direzione "casa". Il sorriso che, al contrario, ho io soltanto quando la rotta è a Sud-Ovest.

Così, in queste vacanze, ho deciso di impiantarmi nello sguardo il filtro dei turisti entusiasti.
Di cercare tutto il bello della mia terra, immagazzinarlo, e poi sputarlo fuori. 

Sotto forma di foto. 
Di storie su Instagram. 
Di parole sui social network. 

Voglio provare, per una volta, ad ignorare il resto. 
E vedere se così riuscirò finalmente a sentirmi completa. 














venerdì 10 agosto 2018

4 negozi flamenchi di Málaga che dovreste seguire su Instagram


Signori, l'ora ics sta per scattare. 
A mezzanotte in punto, con tutto il frastuono dell'aspettativa che esplode, i fuochi d'artificio daranno il benvenuto alla Feria de Málaga. Qui vi dò qualche dritta per viverla come dei veri boquerones. Quelli che non scappano dal delirio, quantomeno.

Se avete deciso di vestirvi da flamenca, sappiate che i negozi di settore tendono a rimanere aperti a orario pressochè continuato per tutta la durata dell'evento. Perciò non preoccupatevi se non avete ancora trovato l'abito giusto: da qualche parte, dietro una vetrina, un groviglio di volant vi sta aspettando in trepidante attesa. 

La cosa migliore è che quasi tutti hanno Instagram. Il che vi permette di dare un'occhiatina alle collezioni comodamente sedute sul divano. Sbizzarrirvi coi like. E varcare la soglia con le idee già abbastanza chiare su quello che davvero volete.

Credetemi: è più utile di quanto pensiate. La folla che li prende d'assalto, i consigli delle commesse e il tripudio di colori delle stoffe potrebbero stordirvi. Per evitarvi lo sconforto dell'indecisione ho quindi voluto segnalarvi gli account dei miei quattro negozi preferiti, con una piccola anteprima di quello che potrete trovare nelle rispettive gallery. 

Buono shopping e buona Feria a tutte!




Il migliore per qualità/prezzo. Questo piccolo ma fornitissimo angolino dell'Entorno Thyssen rischia di passare un po' inosservato. Il motivo è che non cerca di stupirvi con effetti speciali e allestimenti spettacolari (di fatto l'individuerete solo in virtù del manichino fuori dalla porta); ma vi sorprenderà con una varietà sorprendente di abiti e accessori di ogni tipo. Oltre a portarvi a sbirciare all'interno e a condividere le foto dei prodotti in vendita, sui social organizzano anche qualche sorteggio a beneficio delle più fortunate.
Ve lo consiglio per le gonne corte, particolarmente economiche per la media (attorno ai 40 euro l'una) e decisamente adatte al caldo dell'Agosto malagueño. 





Negozio storico del centro di Málaga - è lì dal 1984! - per il mio gusto personale Viva La Feria vende gli abiti più belli in assoluto. Purtroppo, sono anche tra i più cari. Se decidete che l'investimento valga la pena, vi consiglio di sceglierne uno dal taglio classico, capace di resistere al passare del tempo e delle mode. Magari in un intramontabile rosso, che peraltro è anche uno dei colori di tendenza per quest'anno (Che ne dite di questo?) 

Su Instagram potete ammirare i prodotti in esposizione o indossati da modelle in carne ed ossa, che posano davanti alle vetrine o in contesti festivi. Anche in questo caso, non mancano i sorteggi saltuari.





Non ho avuto sempre le migliori esperienze con le commesse in loco, ma sui social network sono senza dubbio i migliori. Alternano le foto dei capi con quotes a tema flamenco, informazioni sui trend del momento e grafiche ad hoc per annunciare le offerte. Per la media del settore, i prezzi sono più che ragionevoli (potete trovare gonne a 89 euro e abiti interi a 99 euro).  

Vendono anche vestiti con le maniche smontabili per le più indecise. Il mio consiglio, se li comprate, è di tenerne una sola: l'asimmetria va di moda quest'anno. 





Altra boutique storica in città, Golo de Lunares è su Instagram da poco ma si sta già facendo notare. La gallery è un campionario accurato dei prodotti in vendita, tutti rigorosamente confezionati in Andalucía. Io mi sono innamorata del dettaglio di quest'abito, che racchiude ben tre delle tendenze del 2018: la stampa floreale, la già citata asimmetria e il rosa acceso, che - complice il Cartojal - è sempre e comunque il colore della Feria de Málaga. 



Infine, se non vi interessa essere particolarmente fashion e cercate semplicemente un vestito flamenco a prezzi stracciati, ci sono due posti in cui potete andare: il negozio solidale della Fundación Cudeca in Plaza de La Merced (li vendono di seconda mano anche per una ventina di euro) e il Mercato di Huelin, dove il Mercoledì e il Sabato mattina potrete scovarne sulle bancarelle addirittura a 3 euro l'uno.