Va bene, lo so: avevo detto di aver finito, con i post su Málaga. Solo che in città si è appena conclusa la Feria, e - insomma- mica pretenderete che passi sotto silenzio uno degli eventi più attesi e chiacchierati dell'anno? Che non vi dedichi nemmeno un paio di righette striminzite tanto per?
Dai, siamo seri.
Ché poi la Grande Festa sembra proprio non farcela più, a trascorrere immune da polemiche. Abusi alcolici, aggressioni sessuali e strascichi di spazzatura ne stanno deturpando negli ultimi anni il bel volto colorato di musica e folklore. Del tipo che la parte da protagonista l'hanno le pudenda di un tizio che ha ben deciso di combattere il caldo andando in giro nudo. Atti osceni in luogo pubblico. Non fosse che nessuno dei presenti sembra averci fatto poi questo gran caso.
Sono in tanti a sostenere che la colpa sia dell'amministrazione. Che, con il fine di fomentare la frequentazione dello spazio feriale del Real anche in pieno giorno, il sindaco abbia finito per abbandonare il centro della città a se stesso. Il risultato è che l'atmosfera flamenca e le tradizioni equestri appaiono sempre più confinati nelle pur numerose casetas a pochi passi dalla ruota panoramica. E; mentre gli over trenta iniziano con sempre maggior frequenza a disertare un appuntamento che era sempre stato fisso, turisti e giovanissimi si impadroniscono di un'addobbata calle Larios con il solo, preciso e documentato intento di attaccarsi all'ennesima bottiglia di Cartojal.
Triste, sì. Ma, nonostante tutto, io mi rifiuto di credere che la Feria sia soltanto questo. L'ho visto con i miei occhi, l'entusiasmo delle ragazze nei giorni precedenti i fuochi di artificio. Si recavano nei negozi di moda flamenca con la stessa emozionata solennità di chi va in cerca del proprio abito da sposa. Accompagnate da madri, sorelle ed amiche dialogavano con commesse premurose arrabattandosi tra vestiti in saldo, fiori, peinetas ed orecchini coordinati. Le vedevo sfilare tra gli applausi e i "guapa!", mentre le balze colorate accarezzavano il pavimento, aperte come fiori all'incontrario sulle silhouette attillate.
Per loro era importante, si vedeva. Avrebbero speso cento, duecento, anche più euro pur di essere stupende nella loro mise. Una mise con cui non si sarebbero limitate a ballare sevillanas o muovere qualche passo su di un tablao improvvisato. Anzi, forse non l'avrebbero fatto per niente, obbedendo tuttavia orgogliose ad un rituale storico precedente la loro stessa esistenza. Tenendo viva - soprattutto - la tradizione della loro città.
Per loro era importante, si vedeva. Avrebbero speso cento, duecento, anche più euro pur di essere stupende nella loro mise. Una mise con cui non si sarebbero limitate a ballare sevillanas o muovere qualche passo su di un tablao improvvisato. Anzi, forse non l'avrebbero fatto per niente, obbedendo tuttavia orgogliose ad un rituale storico precedente la loro stessa esistenza. Tenendo viva - soprattutto - la tradizione della loro città.
E' su questo che preferisco concentrarmi, quando parlo della Feria de Málaga. Sul folklore. Sul flamenco. Sulla sua moda. Perché mai come in questo caso l'esternazione estetica riveste un ruolo piú importante di quello di avvolgere un corpo. E non é vero che l'aspetto piú autentico si é perso: basta sapere dove guardare.
Io, ad esempio, ho guardato su Instagram. Su Facebook. Ho spulciato tra le tante photogallery dei quotidiani locali. Ed é lí che - nell'impossibilitá di essere presente - ho cercato e selezionato i migliori outfit flamenchi immortalati nel corso settimana clue dell'estate malagueña.
Il bilancio é che, in generale, le tendenze di stagione sono state rispettate. Ho visto molte stampe floreali; molte frange; molte maniche oversize. In testa non c'era quasi mai un solo fiore, ma piuttosto elaborate composizioni multicolor. Tra le mise a tinta unita sono risultate particolarmente popolari le nuance più chiare, con il bianco in primis. Molto presenti anche gli intarsi in pizzo, a donare un tocco di sensualità in più.
Il bilancio é che, in generale, le tendenze di stagione sono state rispettate. Ho visto molte stampe floreali; molte frange; molte maniche oversize. In testa non c'era quasi mai un solo fiore, ma piuttosto elaborate composizioni multicolor. Tra le mise a tinta unita sono risultate particolarmente popolari le nuance più chiare, con il bianco in primis. Molto presenti anche gli intarsi in pizzo, a donare un tocco di sensualità in più.
Sempre tantissime sono le ragazze che optano per abiti e gonne corte, di quelle che arrivano a malapena fino al ginocchio. Pressochè inutili ai fini coreografici di un ballo, ho ormai imparato a riconoscerle come un Grande Classico della Feria: il capo perfetto per adeguarsi all'atmosfera senza soccombere ai quaranta gradi della Costa del Sol.
Poche novità tra gli accessori: i più comuni sono sempre il classico ventaglio e la mini-borsetta da sera, quasi sempre con tracolla dorata o argentata.
Ma ecco, qui sotto, una slideshow con i miei look preferiti. Ché le polemiche non ci piacciono, ma i volant ...oh, eccome. A voi quale piace di più?
mi ricordano un po' i balli dei licei americani ;-)
RispondiEliminacomunque gallery interessante!
http://www.audreyinwonderland.it/
Interessante paragone...sai che non ci avevo mai pensato?!
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