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sabato 28 gennaio 2017

Moda Flamenca: i Trend da We Love Flamenco 2017


Tanto per rispettare le tradizioni, anche quest'anno ho riassunto per Total Free Magazine i principali trend emersi dalle passerelle di We Love Flamenco. Nel riportarvi l'articolo - scritto all'una e mezza di notte con gli occhi a cuoricino e la NECESSITÁ di possedere ogni singolo vestito - ne approfitto per ricordarvi che potete leggermi anche lì ogni Mercoledì. Giusto nel caso vi mancassi, ecco. 

Stay trendy, stay flamencas ... e buon weekend!

MODA FLAMENCA: I TREND DA “WE LOVE FLAMENCO" 2017




Gioite, bailaoras e fashion blogger: la stagione della moda flamenca è cominciata! Il compito di inaugurarla è toccato come sempre a We Love Flamenco, la passerella sivigliana che tradizionalmente anticipa le tendenze del settore. E, tanto per non perdere le buone abitudini, anche quest’anno la rubrica più itagnola di Total Free Magazine ve le ha volute riassumere in un post. Ormai lo sapete: se state cercando gli abiti per il vostro prossimo spettacolo o più semplicemente non volete sfigurare alla Feria de Abril, la lettura è quasi obbligata. Perchè flamenca va bene, ma flamenca trendy è meglio!


1. MIX DI FANTASIE 


Indecise tra pois e fiori? Quest’anno non dovrete più scegliere. Fantasie e tessuti diversi si fondono in un unico capo nelle proposte di designer come Manuela Macías o El Ajolí, per un risultato innovativo che attualizza anche le linee più classiche. Il trend aveva già iniziato a fare capolino la scorsa stagione, ma si consolida adesso come vero e proprio must have. 


2. GIALLO 


Se il 2016 è stato l’anno del Rose Quartz, nel 2017 la moda flamenca punta tutto sul giallo. In passerella l’abbiamo visto in tutte le possibili versioni: senape o giallo canarino, a tinta unita o a pois, portato con il nero o abbinato a colori accesi. Non vi resta che trovare la tonalità che più vi dona ed iniziare a fare spazio negli armadi! 


3. FRANGE OVUNQUE! 


L’era delle frange non accenna a tramontare. La novità, però, è che quest’anno compaiono anche dove non ce le saremmo aspettate: sotto le maniche, come nel caso di Pablo Retamero y Juanjo Bernal, nel punto in cui nascono i volant, sulla cintura, o magari incrociate sul petto. Da Ángeles Verano a Jonathan Sánchez Ventura passando per Camacho Ríos, Mónica Méndez o Juan Boleco sono davvero tantissimi gli stilisti che le hanno incorporate ai loro capi nei modi più insoliti, come a dirci che l’imperativo è solo uno: indossate le frange come e dove vi pare, purchè le indossiate. 


4. VITA ALTA


Spesso anche la moda flamenca subisce l’influenza di quella “civile”: ecco allora che la vita si alza considerevolmente in modelli che non sfigurerebbero anche al di fuori dei contesti di feria e baile. I migliori esempi arrivano dalla collezione di José Hidalgo, con abiti dal leggero taglio asimmetrico e addirittura tasche in bella vista sulle gonne! 


5. PAROLA D’ORDINE: COMFORT 


La comodità è la grande protagonista del fashion in senso ampio, e il flamenco non avrebbe certo potuto fare eccezione. La caratteristica - e attillatissima - silhouette “a chitarra” inizia a cedere il passo in favore di gonne decisamente più ampie e linee più morbide che si staccano dal corpo offrendo maggior libertà di movimento e favorendo anche le bailaoras più curvy. L’abbiamo visto, tra le altre, nelle proposte di Fabiola, Rocío Olmedo, o Mercedes Dobenal. 


6. ANIMALIER 


Ve lo immaginate un abito flamenco a fantasia leopardata o zebrata? Se la risposta è no, è tempo di provarci: l’animalier entra di prepotenza nel mondo dei volant regalandoci abiti con cui passare inosservate diventa in due parole un’impresa impossibile. Tra le varie proposte segnaliamo quella di Javier Jiménez, che con la sua collezione “Mundos” (ispirata alle culture di Kenia, Messico e Giappone) ha addirittura mescolato due pattern diversi. Se avete voglia di osare, sapete dove cercare!


7. MANICHE “ZINGARE”


Nonostante il clima caldo dell’Andalusia, da qualche anno ormai le maniche degli abiti flamenchi coprono tutto il braccio e adesso tornano di gran moda nella versione “zingara”: lunghe fino al polso, senza volant, e il più voluminose possibile. Non sempre semplici da gestire, come scrive il Diario de Sevilla aumentano però “l’eleganza e il romanticismo” delle silhouette flamenche. 


Il prossimo appuntamento è quello con il più prestigioso SIMOF, in programma dal 2 al 5 Febbraio. Come sempre, aspettiamo di vedere se le tendenze verranno confermate anche dai grandi nomi. 

martedì 19 aprile 2016

Il Coachella e la Feria de Sevilla hanno più cose in comune di quante pensiate.


Ragazzi, non mi potete concentrare il Coachella e La Feria de Abril negli stessi giorni, però. Dico davvero, è cattiveria. Ché poi finisce che passo ore intere a scorrere fotogallery su Internet con gli occhi a cuoricino e la voglia di comprare qualsiasi cosa includa fiori e frange. Non va bene, lo capite? Insomma, ho dei progetti. Devo risparmiare. 'Nnaggiaavoi. 

Comunque. Siccome devo pur condividere la mia sofferenza con qualcuno, ho voluto raccogliere le immagini di alcuni tra i migliori outfit visti ai due eventi clue della settimana scorsa. Chè, tra l'altro, se ci fate caso, di cose in comune ne hanno un bel po'. Al di la del periodo, dei fiori e delle frange, intendo.

Non mi credete? Pensateci sù.

Tanto per cominciare dettano tendenza. Il Coachella per quanto riguarda la moda da festival, lo stile boho, e quelle robe lì. La feria de Abril per il flamenco. In tutti e due i casi, chi pensa di assistervi studia il proprio look per tempo, spendendoci una barca di soldi pur di curarlo nei minimi dettagli a beneficio di blog e cacciatori di street style. I brand li sfruttano entrambi per lanciare collezioni ed accessori dedicati, per non parlare degli spot tematici che impazzano sui rispettivi media locali. Naturalmente, le celebrities non si fanno sfuggire l'occasione. Ed eccole, puntuali, al centro della ribalta, sorridenti e super stylish sulla passerella più cool del momento. Certo, in California c'è Taylor Swift e a Siviglia tuttalpiù qualche consorte di torero, ma il concetto di base non cambia, no?

Prima di lasciarvi alle immagini (e giusto per non farvi mancare nulla) vi fornisco anche un brevissimo riassunto delle tendenze di quest'anno.

Al Coachella il capo must-have è stato la bandana, resa necessaria dal clima particolarmente ventoso. Imprescindibili anche gli short e gli stivali da cow-girl, mentre le corone di fiori continuano comunque ad andare alla grande. Alla Feria de Abril, le flamenche hanno scelto trasparenze e pois più piccoli, puntando spesso su abiti la cui particolarità si concentra tutta sulle maniche, proprio come dettato dalle passerelle del settore. Il fiore è, tranne qualche eccezione, uno solo e centrale, come nella tradizione più classica.

E quindi eccoli qui, i miei outfit preferiti.
Voi quale amate di più?

lunedì 24 agosto 2015

Moda Flamenca: i migliori outfit dalla Feria de Málaga

Va bene, lo so: avevo detto di aver finito, con i post su Málaga. Solo che in città si è appena conclusa la Feria, e - insomma- mica pretenderete che passi sotto silenzio uno degli eventi più attesi e chiacchierati dell'anno? Che non vi dedichi nemmeno un paio di righette striminzite tanto per

Dai, siamo seri. 



Ché poi la Grande Festa sembra proprio non farcela più, a trascorrere immune da polemiche. Abusi alcolici, aggressioni sessuali e strascichi di spazzatura ne stanno deturpando negli ultimi anni il bel volto colorato di musica e folklore. Del tipo che la parte da protagonista l'hanno le pudenda di un tizio che ha ben deciso di combattere il caldo andando in giro nudo. Atti osceni in luogo pubblico. Non fosse che nessuno dei presenti sembra averci fatto poi questo gran caso. 

Sono in tanti a sostenere che la colpa sia dell'amministrazione. Che, con il fine di fomentare la frequentazione dello spazio feriale del Real anche in pieno giorno, il sindaco abbia finito per abbandonare il centro della città a se stesso. Il risultato è che l'atmosfera flamenca e le tradizioni equestri appaiono sempre più confinati nelle pur numerose casetas a pochi passi dalla ruota panoramica. E; mentre gli over trenta iniziano con sempre maggior frequenza a disertare un appuntamento che era sempre stato fisso, turisti e giovanissimi si impadroniscono di un'addobbata calle Larios con il solo, preciso e documentato intento di attaccarsi all'ennesima bottiglia di Cartojal.

Triste, sì. Ma, nonostante tutto, io mi rifiuto di credere che la Feria sia soltanto questo. L'ho visto con i miei occhi, l'entusiasmo delle ragazze nei giorni precedenti i fuochi di artificio. Si recavano nei negozi di moda flamenca con la stessa emozionata solennità di chi va in cerca del proprio abito da sposa. Accompagnate da madri, sorelle ed amiche dialogavano con commesse premurose arrabattandosi tra vestiti in saldo, fiori, peinetas ed orecchini coordinati. Le vedevo sfilare tra gli applausi e i "guapa!", mentre le balze colorate accarezzavano il pavimento, aperte come fiori all'incontrario sulle silhouette attillate.

Per loro era importante, si vedeva. Avrebbero speso cento, duecento, anche più euro pur di essere stupende nella loro mise. Una mise con cui non si sarebbero limitate a ballare sevillanas o muovere qualche passo su di un tablao improvvisato. Anzi, forse non l'avrebbero fatto per niente, obbedendo tuttavia orgogliose ad un rituale storico precedente la loro stessa esistenza. Tenendo viva - soprattutto - la tradizione della loro città. 




E' su questo che preferisco concentrarmi, quando parlo della Feria de Málaga. Sul folklore. Sul flamenco. Sulla sua moda. Perché mai come in questo caso l'esternazione estetica riveste un ruolo piú importante di quello di avvolgere un corpo. E non é vero che l'aspetto piú autentico si é perso: basta sapere dove guardare. 

Io, ad esempio, ho guardato su Instagram. Su Facebook. Ho spulciato tra le tante photogallery dei quotidiani locali. Ed é lí che - nell'impossibilitá di essere presente - ho cercato e selezionato i migliori outfit flamenchi immortalati nel corso settimana clue dell'estate malagueña.

Il bilancio é che, in generale, le tendenze di stagione sono state rispettate. Ho visto molte stampe floreali; molte frange; molte maniche oversize. In testa non c'era quasi mai un solo fiore, ma piuttosto elaborate composizioni multicolor. Tra le mise a tinta unita sono risultate particolarmente popolari le nuance più chiare, con il bianco in primis. Molto presenti anche gli intarsi in pizzo, a donare un tocco di sensualità in più. 

Sempre tantissime sono le ragazze che optano per abiti e gonne corte, di quelle che arrivano a malapena fino al ginocchio. Pressochè inutili ai fini coreografici di un ballo, ho ormai imparato a riconoscerle come un Grande Classico della Feria: il capo perfetto per adeguarsi all'atmosfera senza soccombere ai quaranta gradi della Costa del Sol. 

Poche novità tra gli accessori: i più comuni sono sempre il classico ventaglio e la mini-borsetta da sera, quasi sempre con tracolla dorata o argentata. 

Ma ecco, qui sotto, una slideshow con i miei look preferiti. Ché le polemiche non ci piacciono, ma i volant ...oh, eccome.  A voi quale piace di più? 




giovedì 11 giugno 2015

Fan che incontri, Emoji che trovi


Non per fare la nerd, ma questo post ha avuto serie ripercussioni sulla mia sanità mentale. Così, in uno dei miei consueti attacchi di "Chissà Cosa", mi sono messa in testa di provare a capire quali fossero le emoji più usate dai fan dei musicisti che seguo. Non che il mio metodo sia stato proprio scientificissimo, eh. Più che altro dovete visualizzarvi una povera Crista che, sul Lago di Garda, passi i tempi morti a scartabellare Instagram mentre appunta su un foglietto: "lingua-pugno-fiorellino-scimmietta che si tappa gli occhi". Roba che, se mi avessero scoperta, ora vi starei scrivendo dall'Ospedale Psichiatrico. Comunque. Il fatto è che - per quanto sembri strano - 'sta cosa mi ha divertita. Tanto che, al momento di ricopiare il tutto su Excel (fare i conti a mano era oggettivamente troppo impegnativo) mi sono resa conto che di foto ne avevo ormai visualizzate ben più di un migliaio. Quindi sì, magari i risultati della mia ricerca non saranno proprio da prendere come La Verità Assoluta, però secondo me rischiano di andarci vicino. 



Quello che ho scoperto, in sintesi, è che non solo le emoji più utilizzate cambiano effettivamente molto a seconda dell'artista ammirato (e meno male! Immaginate se avessi fatto tutto 'sto lavoro per niente); ma rispecchiano anche in modo sorprendente i tratti distintivi delle diverse community di fan prese in esame. E questo posso dirlo, visto che - più o meno da vicino- le frequento tutte e cinque anch'io. Eccovi i dettagli. 

IL CILE - "Ciao proprio!"





I fan del Cile salutano. Non perchè siano particolarmente cortesi, quanto perchè tendono a trasferire in linguaggio grafico il gergo giovanile in cui si esprimono sul web: un agglomerato di espressioni idiomatiche in cui io ho sempre scorto una qualche lieve connotazione rappettara. Così, ecco che i "ciao proprio" si sottolineano con la manina ondeggiante, mentre che il pezzo è "una bomba" o "il top" lo dicono le icone corrispondenti. Un po' fuori dal quadro la frequenza del fiore, che ipotizzo legata alla citazione dei "prati di viole" o all'aspetto più sensibile dei testi di Cilembrini: in effetti, è più usata in relazione ai suoi brani piuttosto che all'onnipresente collaborazione nel tormentone estivo di J-Ax. In generale manca solo un "bella zio", che a questo punto mi sarei aspettata di veder descrivere così: 
 (Quello coi baffi è chiaramente uno zio, dai). 

DANI MARTÍN - Too much love! 




Saranno i proverbiali occhi azzurri. Sarà la prevalenza di ragazze molto giovani nella composizione del suo pubblico. Sarà - chissà - forse anche il contenuto romantico delle sulle canzoni più famose. Il punto è che l'ex leader de El Canto del Loco si conferma un conquistador anche su Instagram. Basta cercare l'hashtag #DaniMartín per ritrovarsi letteralmente sommersi da cuoricini di ogni tipo. Il più usato in assoluto é quello doppio, descritto nei miei foglietti come "cuore grande-cuore piccolo". La cosa (essendo io scema) mi fa anche un po' ridere, dato che nella ricerca da cui tutto ha avuto origine era risultato essere il più utilizzato per indicizzare le foto scattate dalle madri assieme ai loro figli. Molto presente anche il piú classico cuore rosso, superato in quantità soltanto dai sorrisi. Chiude l'alfabeto grafico l'emoji con il bacio. Anzi besos. Ché "eso es lo que quiero". 

EL PESCAO - Blub Blub Blub 





Per quanto possa sembrare scontato, l'emoji del pesciolino azzurro è ormai diventata il codice internazionale ed universalmente riconosciuto per indicare il nome d'arte di David Otero. Il suo impiego supera di gran lunga quello di qualunque altra immagine a lui associata, facendo pensare ad una sorta di convenzione non scritta che imponga ai suoi fan di inserirla per un preciso obbligo morale. Al secondo posto, seppur molto distanziata, c'è l'emoticon con il gesto dell'ok, utilizzata soprattutto in relazione alle foto dei live, come ad indicarne l'eccelsa qualità. Molto usata anche la chitarra, che strizza l'occhio anche al ruolo di David all'interno de El Canto del Loco. Il cuore è presente anche qui, ma nella forma del rettangolo/carta da gioco, evidenziando una vena più creativa ed anti-convenzionale dei seguaci de El Pescao rispetto a quelli piú tradizionalisti del cugino Dani Martín. 

IMAGINE DRAGONS - LOL 





Arrivati a questo punto, verrebbe da pensare che i fan degli Imagine Dragons facciano man bassa di queste icone: (per il nome della band), ☢ (per la hit "Radioactive") e (perché sono di Las Vegas). Beh, niente di tutto ciò. Invece, se la ridono un casino. Non è poi così strano come sembra: basta guardare quello che scrivono su Twitter, o video tipo questo, per capire che 'sti ammeregani sono obiettivamente out like the balcons, fuori come balconi. Io li amo anche per questo, e sembra sia così anche per le migliaia di persone che in tutto il mondo abbinano alle loro foto la faccina con le lacrime di gioia. Salvo che poi spunta una specie di bipolarismo latente quando constati la frequenza (insolita, per un fan) del posting dell'emoticon disperata. Sbalzi d'umore che si spiegano, nella maggior parte dei casi, con la lontananza di un evento live a cui si sarebbe voluti assistere, o con l'eccessiva attesa per l'agognato concerto nella propria Nazione. Da segnalare anche la presenza delle stelle (When the stars look down on me, what do they se?") e, al secondo posto, dell'emoticon con gli occhi a cuore. D'altronde l'ho sempre detto, io: "Imagine Dragons = cuoricini". 

CESARE CREMONINI - Get Lucky!





Ascoltare Cremonini porta fortuna! O, per lo meno, porta fortuna seguire su Instagram i suoi fan, che tappezzano il social di quadrifogli. Si tratta, per lo più, del giusto complemento all'augurio della hit "buon viaggio", e fa ad apripista a tutto un universo insolitamente natural. Le cosiddette "Furie Rosse" usano infatti molto anche il sole e il girasole, per quanto quest'ultimo in quantità per poco non sufficiente ad entrare nelle Top 4. Vale la pena segnalare  anche il palloncino rosso, che a me ricorda sempre il ciclo mestruale, ma che in realtà potrebbe essere una sorta di riferimento indiretto al colore storicamente indossato dagli utenti del suo forum ufficiale per riconoscersi ai concerti. 





Se volete che analizzi le emoji utilizzate su Instagram dai fan di qualche altro cantante specifico, dite pure. Però poi mi pagate, sia chiaro. 


sabato 31 gennaio 2015

Moda flamenca: 4 designer da tenere d'occhio al SIMOF

Il prossimo 5 febbraio, a Siviglia, avrà inizio la ventunesima edizione del SIMOF. Per chi non lo sapesse, la sigla sta per Salón Internacional de la MOda Flamenca: l'evento in assoluto più importante e prestigioso per le fashion victim di nacchere e volants. Sì, insomma; chi segue la scena flamenca anche al di là di teatri e tablao saprà che alle ferias non ci puoi mica andare conciata come ti pare e piace! Ci sono dei trend che, proprio come per i vestiti "civili", cambiano di stagione in stagione. Ebbene, quei trend sono dettati dal SIMOF. Vuoi essere veramente cool mentre balli le sevillanas in una caseta qualsiasi? Vuoi evitare costumi e fantasie retrodatate per il tuo prossimo spettacolo? Allora devi guardarne le sfilate, poco da fare. Quest'anno saranno ben 32 quelle dei professionisti e 10 quelle degli emergenti, per un totale di oltre 1.200 abiti presentati. Inutile dire che aggiornarsi su tutte, soprattutto dall'estero, rischia di essere un'impresa che rasenta l'impossibile. Ci sono però degli stilisti di cui, più d'altri, io sono curiosa di scoprire le nuove collezioni. Ve li elenco a seguire. Chissà che non sia un buon punto di partenza per far appassionare alla moda flamenca pure voi! 




Lungi da me mentirvi: di fashion designer flamenchi, in realtà, ne conosco soltanto una piccola percentuale. Tra questi, però, Vicky Martín Berrocal é senza dubbio la mia preferita. Avevo già avuto modo di parlarvene su questo blog, tempo addietro. Raffinata e originale, mi strappa sempre un "wow" con ogni creazione. Incluse quelle esterne al mondo del baile, come gli abiti da sera o gli accessori. Al SIMOF festeggerà i 10 anni di carriera e viene descritta dai siti del settore come una delle presenze più mediatiche e uno dei ritorni più attesi al Salone. D'altronde, di lei si è detto che ha rivoluzionato il concetto stesso di sfilata flamenca, facendo scuola negli anni. Le sue nuove creazioni saranno presentate nella giornata inaugurale del 5 Febbraio alle ore 22.00. 

Un'immagine dalle sfilate di Vicky Martin Berrocal degli anni passati




La nuova collezione di Pilar Vera, dal nome "La Glorieta", conta - tra le altre - sulla collaborazione di Elena Rivera, la mia preferita tra le fashion blogger flamenche. Da lì, la personalissima curiosità a proposito del nuovo lavoro. Proprio in un'intervista per il blog di Elena, la stilista ha dichiarato che la linea sarà "molto sivigliana" con creazioni ed atmosfere ispirate ai poeti e ai luoghi più emblematici della città andalusa. I tessuti utilizzati si annunciano leggeri e vaporosi, e c'è molto giallo in tutte le immagini usate per le anteprime sui social. Un indizio? Lo scopriremo presto! L'appuntamento al SIMOF è per il 7 Febbraio alle 17.30.

L'immagine usata da Pilar Vera per annunciare l'imminente arrivo della nuova collezione su Facebook



La primissima gonna di flamenco che io abbia mai indossato era firmata Molina, così ho sviluppato una sorta di affetto irrazionale per il brand, che è stato anche uno dei primi che io abbia seguito online. In genere alterna creazioni più tradizionali con abiti dal taglio più moderno o innovativo, prediligendo i colori del rosso e del bianco. Nessun dettaglio è ancora trapelato (almeno che io sappia) sulla nuova linea, che sfilerà il prossimo 6 Febbraio alle 19.30.

Uno dei modelli di Molina presentati alla scorsa edizione del SIMOF



Mercedes Mestre è forse la designer che più sta destando curiosità a pochi giorni dall'inizio del Salone di Siviglia. Il motivo? L'annuncio di una collezione ispirata nientemeno che alle creazioni di Gaudi, che secondo i media potrebbe potenziare il legame tra l'ambiente flamenco dell'Andalusia e della Catalogna.  Sfilerà il 6 Febbraio alle 16.30.

Una creazione di Mercedes Mestre


Inutile dire che vi aggiornerò sui migliori modelli da loro proposti. Nel frattempo, potete seguire il Salone sui social network qui e qui. Buon SIMOF (e buon flamenco!) a todos! 

lunedì 8 dicembre 2014

Being FaNshionista: i trend della moda da concerto

Mi perdonerete se mi prendo un'altra breve pausa dall'italo-spagnolismo, ma qui bisogna pensare ai seri problemi che affliggono l'umanità. Ad esempio: come vestirsi ai tour invernali. Si dà il caso, infatti, che io abbia trascorso gli ultimi due weekend pianificando le prossime trasferte concertistiche. La cosa ha provocato grande soddisfazione a Ryanair, Booking.com, EasyJet, Trenitalia e compagnie di trasporti pubblici d'origine francofona. Grande disperazione è stata invece arrecata alla mia banca, il cui prossimo sms per avvisarmi di acquisti effettuati online recherà probabilmente il PS personalizzato "Hai finito, sì?". Comunque sia, si dà il caso che il prossimo live sia nientemeno che Sabato prossimo, ed io non sappia ancora cosa mettermi. DISASTRO. Così, mi sono messa a scandagliare il web in cerca di ispirazione, nel tentativo di estrapolarne i maggiori trend della moda concertistica universale. Perché, come sempre, la pioggia e le robe-che-faccio-per-lavoro hanno conseguenze preoccupanti sul mio stato mentale. 

Insomma, le conclusioni che ho tratto sono quelle che seguono, da stampare e appendere all'armadio come vademecum della fan fashionista. Anzi, già che ci sono mi prendo la licenza di inventare un neologismo ad-hoc: fanshionista. Lo so, sono evidentemente un genio. 

- REGOLA NUMERO 1: MAI SENZA SCIARPETTA! 

Se c'é una cosa che salta subito all'occhio, passando in rassegna tutte le foto che ho scattato in attesa di qualche concerto dal 2008 ad oggi (perché prima non avevo Facebook), é che c'è un accessorio che non può mancare nel guardaroba di nessuna fan: quell'accessorio è la sciarpetta. Variopinta o monocromatica, in netto contrasto con il colore degli indumenti oppure tono su tono, è il pass-partout perfetto per l'outfit con occasione d'uso "ho intenzione di passare tutto il giorno in fila davanti a un palasport". Adatto a qualsiasi stagione e di versatilità invidiabile, questo capo - che puoi acquistare a pochi spiccioli da qualsiasi cinese -  ti offre una comoda via d'uscita a tutti i problemi della groupie. Ti protegge la voce in vista di cori appassionati ed isterici "aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhiiiihhhiiiiihhh" da invasata; ti offre un riparo dal freddo; può trasformarsi in turbante nel caso in cui piova. Non solo, ma - una volta piegato- è anche un comodo cuscino per schiacciare un pisolino sull'asfalto. Ed é, ovviamente, il miglior stuoino fai-da-te che si possa immaginare in assenza di cartoni, sacchetti di plastica, asciugamani, teli mare, bandiere e qualunque altra membrana svolga la funzione basilare di separare il tuo culo dal cemento. 










- REGOLA NUMERO 2: NERO E LOW COST

Le fescionbloggerz di tutto il mondo, com'è noto, postano le loro mise in pose plastiche su svariate piattaforme dedicate. Una delle più utilizzate è senza dubbio Lookbook. Sono andata a cercarci gli outfit più popolari per il tag "concert", e le statistiche del sito hanno confermato i due principi chiave della moda applicata alla musica:
1) Il nero è il colore del rock 'n'roll (e se ti sporchi di asfalto, fango, porchetta ruzzolata giù dal panino si nota meno). Ergo, è anche il più diffuso per i look delle fanshioniste. 
2) Vestiti low cost. Ad un live salterai, pogherai, suderai, affronterai intemperie e sigarette altrui. Per questo, al momento di scegliere cosa indossare, dovresti tener presente che potresti rovinarlo. Secondo me il fatto che H&M sia il brand più usato per i look da live va interpretato anche così. 

- REGOLA NUMERO 3: IN ESTATE, SHORTS!

Pare non ci sia dubbio, almeno a giudicare dal sopra citato Lookbook: siano in jeans, borchiati, a righe o di colori accesi, gli shorts sono la scelta irrinunciabile per un concerto in estate. Nozione di cui al momento me ne frega poco o nulla, ma che mi premeva ugualmente condividere con il Pianeta.  






































- REGOLA NUMERO 4: IL QUADRO FA SEMPRE GRUNGE. 

Ebbene sì. A giudicare dalle fescionbloggerz, il buon vecchio camicione a quadri (possibilmente oversize) va sempre alla grande sottopalco. Puoi indossarlo sopra ad una t-shirt, o magari per sdrammatizzare un vestito altrimenti elegante. Altro accessorio chiave: gli occhiali da sole. Peraltro utilissimi per coprire le occhiaie dopo una notte passata in tenda. 















- REGOLA NUMERO 5: SCARPE BASSE.


Non servirebbe neanche dirlo, in effetti: oltre ad essere estremamente poco pratico, il tacco 12 nel contesto di un concerto trasmette un solo ed inequivocabile messaggio: "sono qui perché voglio farmi notare dal cantante; e sono disposta a portarmi a letto chiunque sia necessario per raggiungere il mio obiettivo". O, almeno, così viene interpretato dalle altre rappresentanti del genere femminile, che ti dichiareranno immediatamente guerra ed eterno astio anche se tu, magari, volevi solo fare innocentemente la figa. Un motivo in più per scegliere le scarpe basse. E, se le converse sono da fan qualunque, le più fashion, in inverno, tendono a preferire gli ankle boots. Pratici e molto più chic. 













- REGOLA NUMERO 6: KEEP CALM AND BE CIPOLLA


Il look da concerto più popolare in assoluto su Lookbook, se devo proprio essere sincera, mi genera un discreto ribrezzo. Insomma, 'sta tizia (che vedete qui sotto) s'è messa sù i pantaloni del pigiama e un maglioncino di un grigetto smorto, in un abbinamento che penalizzerebbe pure Naomi Campbell. Se ipotizziamo, però, che sotto al maglioncino ci sia una canottiera, lo possiamo prendere ad esempio di un altro dei concetti che ho personalmente sempre ribadito: il vestirsi a strati come must have. Soprattutto in inverno, in effetti. Ché dentro fa caldo, fuori ci sono i pinguini, e il coccolone non è mai il modo più scoppiettante per dare inizio alla serata. A ben vedere, lo confermano anche altri due outfit tra i più popolari, nonché tra i più amati da me stessa medesima. Li trovate, anch'essi, qui sotto (notare, in quello a sinistra, un'ulteriore esaltazione dell'accessorio sciarpetta). 























































-  REGOLA NUMERO 7: PERSONALIZZA IL MERCHANDISING

Parliamoci chiaro: le t-shirt che vendono al banchetto del merchandising sono da annoverarsi tra le piaghe dell'umanità. Non si sa bene per quale ragione, dopo ogni concerto, provi sempre l'impulso irrefrenabile di comprartene una. Non importa che ci siano file chilometriche e che costino, in media, almeno il doppio di qualsiasi maglietta venduta in altre circostanze. Sai che la DEVI avere. E allora scegli, sborsi, te la porti via tutta felice nel tuo bel sacchettino. Solo che, ovviamente, non la te la fanno provare. Così, smaltito l'entusiasmo, appena la indossi sembri una sottospecie di versione rock-n-roll di Cucciolo: ti sta larga, ti penzola da tutte le parti, e - come se non bastasse - ti senti molto spesso troppo bimbaminkia all'idea di indossarla davvero per uscire. Da lì, l'inevitabile destino di tutte le magliette comprate al merchandising: trasformarsi nel pigiama più caro della storia. 

Per evitarlo, basta qualche accorgimento. Pinterest, ad esempio, è pieno di tutorial su come customizzare le t-shirt di vecchie band. Dal classico nodo al taglio di una spalla passando per il collo a V, puoi fare della tua maglietta un vero e proprio top alla moda di cui non ti dovrai più vergognare. E, se proprio ti venisse male, puoi sempre cucirla assieme a tutte le altre in un'unica variopinta sciarpa, come suggeriscono qui.  



Spero che tutto ciò vi sia utile in vista del prossimo live, care le mie amiche fanshioniste.  Quanto a me, mi sa che è meglio se torno a svuotare gli armadi. 

venerdì 3 gennaio 2014

I Look Ispirati ai Dischi: New Year's Eve Special Edition


Mi sarebbe un po' spiaciuto, cominciare l'anno all'insegna della moda. A conti fatti, lo scarso tempismo di questo post potrei giustificarlo anche cosí. La verità è che non sono riuscita ad ultimarlo in tempo. Avrei voluto pubblicarlo nel pomeriggio del 31 Dicembre. Stupirvi tutti con effetti speciali. Chessò, magari persino regalare ispirazione a qualche ritardataria in cerca di look per il veglione.

Invece.

Certo, a questo punto avrei anche potuto lasciar perdere. Capodanno è passato. Forse è anche sbagliato insistere su un tema. Ma il fatto è che le cose, a me, non piace lasciarle incompiute. E poi che fai, sprechi ore di lavoro certosino su Polyvore? Manciate di minuti di somma creatività (?) con la colonna sonora di Nashville sparata nelle orecchie a volumi improponibili? Tra l'altro c'ho un problema con Nashville. Dico sul serio. Insomma, sto riscontrando inquietanti paralleli tra la mia dipendenza da quella serie tv e quella che nutrivo da bambina nei confronti delle VHS di Jem. Probabile che io stia regredendo. Ma questo è un altro discorso. 

Il punto è che la risposta è no. Piuttosto, anzichè suggerirvi idee per i vostri outfit di fine anno, vi inviterò a ritrovare tra le mie proposte il più simile a quello che avete indossato. O forse, invece, sarà solo un aneddoto. Una mera elencazione tematica basata sui trend della stagione. 

Perchè è stato quello, il mio punto di partenza: la lettura di un articolo qualunque, postato su un webmagazine qualunque. Diceva che i colori di tendenza, per la notte di San Silvestro 2013, erano il silver, il rosso, il bianco e - come no!- l'intramontabile nero. Consigliavano peraltro di puntare sul total look.

Da lì, la "puntata speciale" della mia rubrichetta fashion, che peraltro noto con sommo dispiacere non caghiate granchè (si soffia il naso rumorosamente dopo profusione di singhiozzi). Pazienza (alzata di spalle). Però vi avverto che a me piace, quindi di tanto in tanto la dovrete sopportare.

Dicevo: sulle basi delle tendenze lette, il post musical-fashion di oggi è dedicato alle copertine dei dischi che meglio si addicono ad un outfit per capodanno. Le restrizioni indotte dalla tematica hanno fatto sì che, questa volta, non si tratti esclusivamente di album che sono solita ascoltare. Anzi, almeno due di essi - non specificherò quali per cortesia e/o amore della suspance - mi risultano abbastanza insopportabili. Tuttavia, i look sulla copertina sono glamour un bel po'.

Sul tema Silver c'è La Oreja de Van Gogh, con il greatest hits live "Primera Fila". Sul tema Rosso, la duplice variante della malagueña Diana Navarro sulla cover di - ironia!- "Camino verde" e dell'italiana Alessandra Amoroso col bellissimo abito che indossa in "Amore Puro". Per il bianco ho optato per la mise un po' mascolina ma comunque elegante di Laura Pausini nel recente Greatest Hits. Per rappresentare la tendenza black, invece, chi meglio di Malú, che in "Gracias" c'ha sú un vestito che comprerei parecchio volentieri anch'io. A tal proposito: manicotti, catene dorate e borchie sono presi dal retrocopertina, come del resto la scollatura sulla schiena della Amoroso. 

Allora? Poi me lo dite, a quale di questi outfit si avvicinava di piú il vostro?


Music Inspired! - La oreja de Van Gogh, Primera Fila