mercoledì 26 settembre 2012

Mai darsi alla cucina etnica durante il Depression Day!


Ieri, mentre a Madrid stava scoppiando un casino, io mi son messa a pensare a statistiche idiote. Per esempio: avevo letto, tempo fa, che i suicidi femminili aumentano sensibilmente al secondo giorno del ciclo mestruale. 'Sta cosa mi è rimasta talmente impressa da battezzare quella particolare ricorrenza “Depression Day”. Quindi, insomma, avrei dovuto anche intuirlo, che forse non era il caso di azzardare esperimenti culinari. Eppure.

Il fatto è che c'erano volute ricerche mica da ridere, per reperire tutti quanti gli ingredienti. L'aneto, tanto per dirne una, non è che proprio abbondi nelle remote cittadine del nord est. Per non parlare delle foglie di vite, rubate al giardino di un ignaro sconosciuto e lavate venti volte in panico da insetti e verde rame. Comunque. Una volta compiuta l'impresa, sarebbe stato un peccato non arrivare alla fine. Il ricordo dei Dolmadakia di Salonicco era ancora troppo vivo nelle mie papille gustative per non volerlo a tutti i costi ricreare. Senza contare che di Giallo Zafferano mi sono sempre fidata un bel po'.



Così mi sono messa all'opera. Solo che, dopo un pomeriggio intero passato ai fornelli, il risultato non contemplava molto più di quanto segue. Ovvero: svariate punture di zanzara sulle mani, e involtini immancabilmente apertisi inondando di riso annacquato pressapoco tutta la cucina. Con l'aggiunta della sottoscritta in lacrime, intenta a celebrare il suo Depression Day singhiozzando sconfitta come se l'avessero appena accoltellata. Le robe incomprensibili che blateravo mentre tiravo su col naso si potrebbero riassumere in un monologo afflitto sui temi piú svariati. Tipo: “io una volta cucinavo bene, il mondo è un brutto posto in cui vivere, sono un'inetta, non troverò mai un uomo, due anni dalla laurea e ancora disoccupata, devo sposarmi un greco che almeno i dolmadakia li cucina lui, no anzi forse no, ma perchè cacchio non ho fatto una pasta, morirò da sola con diciotto gatti in un appartamento col soffitto umido e pieno di muffa, non avrò mai figli, mio nonno da piccola mi diceva che non vedeva l'ora di vedermi col vestito bianco, vestito bianco uguale gente che tira riso, ecco, il riso, merda, oltrettutto sa troppo di limone, e guarda che casino in giro ora mi tocca pulire. Shhhrgt (soffiata di naso)”.

Per concludere: alla fine ho cenato un tozzo di pane col formaggio e una mela, sognando la fine della giornata e un gofre bello imbevuto di cacao. Grasso. Taaanto grasso. Grasso da morire.

Per fortuna (mia e dell'umanità) il Depression Day è poi passato. Oggi ricomincio flamenco. Domani parto alla volta di Riva del Garda per una nuova edizione del Blogfest. E, di conseguenza, tutto può soltanto migliorare. Anzi, vado a preparare la borsa.

Ci si legge al mio ritorno. O forse anche durante. Che ne so.  

3 commenti:

  1. grazie ila,mi hai risollevato il morale in una giornata di merda!
    ersy

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  2. adesso devo proprio tirarti sù il morale .-) perchè...1-non eran mica facili da fare 2-nessun cuoco esperto azzecca subito la combinazione giusta...3-dai risultati falliti,si capisce dove è lo sbaglio..e la prox volta si corre ai ripari...4-io li ho mangiati e non eran male,e non mi han fatto male :-) 5-qualsiasi piatto etnico,rifatto in italy,non avrà mai lo stesso sapore del luogo dove lo si è mangiato...anche gli ingredienti hanno gusti diversi per il tipo di sole,aria,terra....
    vabbè....buona BLOGFEST!in bocca al lupo!Chiara

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  3. Arrivo in ritardo ma...grazie a entrambe! Ed Ersy, spero che il tuo umore sia migliorato almeno quanto il mio!! :)

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