Amo i negozi piccoli e curati, quelli in cui tutto sembra avere un'anima.
E con loro amo le persone che si sforzano per proporre qualcosa di diverso, lottando giorno dopo giorno contro le inevitabili difficoltà.
Spesso, a Málaga, capita che le due cose si fondano in un sorriso.
É allora che mi ricordo come l'utilità di un blog risieda anche - forse soprattutto- nel condividere quello che amiamo.
Questo post è nato così: nei pochi, graziosi, metri che incorniciano le meraviglie varie di Madame Bombay. Ci passavo davanti di frequente, percorrendo la discesa che da Plaza Montaño porta alle vicinanze del teatro Cervantes.
La minuscola vetrina era un campionario di borsette in paglia, minigonne a fiori con cartellini del prezzo ridicolmente bassi ed oggetti vintage che mi sarebbero stati decisamente bene a casa. Stavano disposti con accortezza tra le vecchie valige in pelle e quei mappamondi che da sempre esercitano su di me un'attrazione ancestrale. A volte mi fermavo ad ammirarli, il naso quasi incollato al vetro. Altre volte sbirciavo dentro dalla porta aperta, un po' più incerta sul da farsi.
Solo che in quel posto non c'era mai nessuno.
Foto: Madame Bombay |
Chissà perchè l'assenza di persone ci intimorisce. Come se l'idea di essere gli unici clienti possa sminuire di per sé il prestigio della mercanzia. Siamo bestie da branco. Disposte a fingerci cacciatrici di tendenze solo se c'è una piccola folla che le caccia assieme a noi.
Così passavano i giorni, ed io lì dentro non ci entravo mai.
Finchè non è comparso il cartello "Liquidación". Dall'oggi al domani. Come una stilettata al cuore.
Non vorrai mica chiudere, vero?!?
Non potevo permetterlo. Non prima di aver dato almeno una sbirciatina.
D'impulso, ho finalmente varcato la soglia con passo deciso.
E il sorriso di Esther, incollato ad uno "scusa per il disordine", mi ha fatta sentire come se entrassi nella casa di un'amica.
E il sorriso di Esther, incollato ad uno "scusa per il disordine", mi ha fatta sentire come se entrassi nella casa di un'amica.
Stavo passando le dita tra la seta gialla di un vestito lungo e le trasparenze di una maglia con le frange quando altre due persone mi hanno imitata.
La conoscevano, a quanto pare.
"Ma quindi che fai?"
"Yo qué sé, tía! Questa faccenda della Catalogna mi sta penalizzando. I rifornitori sono catalani e la gente quando vede il nome mi dice che non vuole comprare marchi catalani. Che devo fare?"
"La gente si aggrappa a qualunque cosa, assurdo."
"Che poi se sono per l'unità di Spagna dovrebbero rendersi conto che i prodotti catalani sono prodotti spagnoli, no?"
"Comunque, guarda, secondo me è anche un po' la zona..."
Intanto i miei occhi si erano posati su una collana bellissima. Colorata. D'effetto. Decisamente mia. Più ci spaziavo con la vista attorno pensavo che fosse in qualche modo profondamente ingiusto che lì dentro non ci fossero orde di persone.
"Scusa, quanto costa?"
E assieme ai dodici euro ho scoperto che quelle collane le fa lei, Esther, forse proprio nel laboratorio allestito nell'altra stanza. Questa, in concreto, l'aveva assemblata rivestendo di stoffa e perline gli anelli delle tende. "Provala, se vuoi".
Me l'ha sistemata un po' meglio, mentre lo specchio a figura intera mi restituiva un'assurda coincidenza cromatica.
"Non mi ero accorta che ha gli stessi colori della borsa! Sai cosa? Te la compro e me la tengo sù".
É un pezzo unico, mi ha detto, che probabilmente aspettava proprio me.
Nell'amore con cui parlava delle sue creazioni, quasi come fossero persone, una specie di strana affinità mi ha riportata ad una trama che non ho (ancora) mai tradotto in pagine.
Nell'amore con cui parlava delle sue creazioni, quasi come fossero persone, una specie di strana affinità mi ha riportata ad una trama che non ho (ancora) mai tradotto in pagine.
La mia nuova collana di Madame Bombay |
Quattro chiacchiere di rito.
"Se hai bisogno di qualunque cosa o ti serve aiuto, sai dove trovarmi", ha concluso stringendomi la mano.
Ed io da quel posto ci sono uscita felice, nonostante il portafoglio lievemente alleggerito.
"Se hai bisogno di qualunque cosa o ti serve aiuto, sai dove trovarmi", ha concluso stringendomi la mano.
Ed io da quel posto ci sono uscita felice, nonostante il portafoglio lievemente alleggerito.
No panic, a proposito: pare che la liquidación si riferisse solo agli ultimi capi della collezione estiva.
Anche se non ho la visibilità della Ferragni, mi piace pensare che nel mio piccolo qualcuno tra i lettori di questo blog si incuriosisca al punto da andare a dare un'occhiata. E magari compri qualcosa. E magari ne parli a qualcun altro. Finchè il negozio di Esther brulichi di vita e non debba davvero chiudere mai. Augurarsi che la vita sia all'altezza di Hollywood è sempre stata una delle mie debolezze maggiori.
Madame Bombay è in Calle Peña 1 e potete seguirla sulle principali piattaforme social: Facebook, Instagram e Twitter.
Se poi vi piacciono i negozi particolari che magari tendono a passare un po' inosservati, qui ce ne sono altri tre che potrebbero sorprendervi nel centro di Málaga:
Foto: volandoentacones.com |
Preparatevi a fare un viaggio nel tempo. In uno di quegli ambienti che non ti stancheresti mai di fotografare, tutti divani e targhe di automobili, qui i vestiti si comprano al kilo. Proprio così: scegliete i vostri capi preferiti di autentico abbigliamento vintage americano, pesateli, e rifatevi letteralmente il guardaroba per meno di 30 euro.
C/ Ollerías 27
Tendiamo a pensare che le finalità benefiche escludano l'estetica, ma nel caso di Cudeca il concetto non potrebbe essere più sbagliato. Nel loro negozio in Plaza de la Merced troverete un po' di tutto, dai libri a pochi euro fino a capi d'abbigliamento degni di nota. Le vetrine mi hanno stupita in più occasioni con abiti da sera dal taglio originale, o abiti flamenchi per soli 25 euro l'uno nel periodo della feria. All'interno, la mia ossessione boho ha trovato soddisfazione in un gilet con le frange a soli 4 euro. L'aspetto migliore? Il ricavato dai vostri acquisti andrà a beneficio dei pazienti malati di cancro o altre malattie terminali.
Pl. María Guerrero, 6 / Pl. Merced
Foto: Sharma |
Potrà sembrarvi uno dei tanti negozi colorati a stampo etnico di Calle Granada, ma Sharma ha una particolarità: tutti i capi sono dipinti a mano, uno per uno, dal proprietario. Se vi piacciono, sarete certi di avere per le mani un pezzo al 100% unico.
C/Granada 39
Ah, e poi naturalmente c'è Dona Moda Mediterranea in calle Granada 45, il mio angolino delle meraviglie preferito di sempre che da pochi giorni si può seguire anche su Instagram per l'imminente rovina della mia economia. (#VoglioTutto)
C/ Granada 45
Se ne avete altri da suggerire, scrivetemi nei commenti: sarò più che felice di andare a farci un salto.
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