La Spagna è al terzo
posto in Europa per opportunità offerte all'imprenditoria giovanile.
Nonostante la crisi. Nonostante tutto. Ormai da giorni non penso che
a 'sta cosa, sentita di sfuggita al tg di TVE.
Vedete: io non ho mai
parlato di politica in questa sede, e certo non intendo cominciare
ora. Sono quella che insegue salatini con le erbette, pur di sfuggire
ai candidati regionali. Manca un giorno al voto ed immancabilmente
eccoli lì, a fare ruote da pavoni ai vernissage. “Il voto è
importante”, mi han detto. Salatini. “Mi raccomando, eh?”,
m'hanno strizzato l'occhio. Ancora Salatini. Perchè, dite quel che
volete: sono l'unica salvezza, i salatini. L'unico pretesto non
alcolico per evitare inopportuni scoppi d'ira.
E' solo che, ogni tanto,
la classe dirigente rispecchia veramente ciò che siamo. E guardate
lì. Guardate ai massimi vertici. Pensate ad un signore di quasi
novant'anni rieletto nel momento stesso in cui un po' tutti vorremmo
cambiare. Non ditemi che non ci ritrovate un Paese interno. Un paese
vecchio. Stanco. Inesorabilmente stantio. Dove chi ci governa non
riuscirebbe a mettersi d'accordo neppure sui gusti della pizza. E ci
regala titoli ancora una volta poco lusinghieri su pressochè tutti i
quotidiani stranieri.
Fa differenza, allora,
dove metto la crocetta? Se associo il mio nome ad un partito o a una
persona? Tanto, ad un'idea, non potrei associarlo in nessun caso.
Perchè di idee, mi sembra, non c'è proprio nessuno disposto a
difenderne davvero.
Io, se penso all'Italia,
vedo una gigantesca palude. Nient'altro. E, invece, avrei bisogno di
un futuro. Di un domani di cui ormai non resta neanche la speranza.
Ma il punto è che non sono sola. Il punto è che siamo in tanti,
troppi, a sentirci addosso questo schifo. Penso a come questo
sentimento condiviso potrebbe svilupparsi. Penso allo sbocco naturale
delle troppe ali tarpate, e...possibile che non lo vedano? Possibile
che nessuno si accorga che la corda è troppo tesa? Sono lì, troppo
presi a litigare per capire che, se i giovani non vedono un futuro,
hanno davanti a sé due soluzioni: e, se la prima è andarsene,
l'altra è molto meno pacifica. Non so a voi, ma a me entrambe fanno
paura.
Allora preferisco parlar
d'altro. Chessò, magari delle opere di Federica Gonnelli. Chè,
oltre ad avere un bel po' di talento, almeno è una ragazza in lotta
per un sogno. E l'arte, in tutte le sue forme, rimane pur sempre
l'evasione migliore. O magari stilo liste di ciò che mi fa star
bene. Mi ubriaco di flamenco. Mi tingo le unghie di rosso. Esco sotto
la pioggia coprendomi il capo con un trench. Magari, sì, magari mi
bevo anche uno spritz a stomaco vuoto, e al diavolo gli effetti. A me
è di questo, che piace parlare. Dei fiori neri a pois bianchi che
completano un'acconciatura. Delle canzoni sempre diverse che mi
svegliano al mattino. Dei miei sbalzi d'umore e le mie idee bizzarre,
per cui mi sento mille volte più pazza che geniale.
Non tratto la politica, mai. Con tutto quello che succede, più di qualcuno lo prenderà come un disinteresse. Invece lo faccio perchè, dopo quasi cinque anni, mi sto ri-adattando al mio Paese. Ascolto musica italiana. Apprezzo le varietà regionali di culture ed accenti. Ho perso quella lieve cadenza andalusa quando parlo spagnolo. E, prima che potessi accorgermene, ho riguadagnato pure la rassegnazione. Questa pigrizia che in Spagna non ho mai sentito. La poca predisposizione al coraggio e al movimento che immancabilmente, subdola, questa dannata terra ti contagia.
Poi sento questa cosa, a
TVE. Questa faccenda delle opportunità all'imprenditoria giovanile.
Ed è vero: la politica iberica è tutto fuorchè un esempio di
decenza ed onestà. Ma, se non altro, alle idee non oppongono
muraglie di burocrazia. Uno spiraglio di domani, almeno, lì lo si
riesce ancora a intravvedere.
Il punto è questo: dopo
quasi cinque anni, mi sento finalmente tornata. Se non parlo di
politica, è solo perchè ogni volta che ci penso mi accorgo di quanto
questo sia il più grande dei miei errori.
C'è solo una cosa che non condivido del tuo "scritto"e su cui vorrei farti riflettere: sei proprio sicura che a questo punto gli "scoppi d'ira" siano inopportuni ?
RispondiEliminaFulvio.
Letto
RispondiEliminaCondiviso
Sottoscritto
Non ho altro da aggiungere.
Grazie. Direi "mal comune mezzo gaudio", ma non mi sembra molto il caso...
RispondiEliminami associo!!!!!
RispondiEliminachiara