giovedì 17 aprile 2014

Come la campanella l'ultimo giorno di scuola.

Terminare l'ultima attività lavorativa prima di un weekend festivo ha lo stesso sapore liberatorio (e ormai dimenticato) del suono della campanella l'ultimo giorno di scuola. Certo, quel che fai di lavoro è decisamente molto meglio di due ore di chimica. Materia che, tra parentesi, da un po' in qua associo in modo pressochè esclusivo alla produzione di metanfetamine. Dev'essere per il successo di Breaking Bad, vai a sapere. Comunque. Vi scrivo dalle quattro pareti dell'ufficio, in frenesia da dire senza saper cosa, entusiasta ma troppo stanca per esternarlo in qualsivoglia maniera. 



Come al solito, sono rimasta a presidiare il forte. Ultima sopravvissuta oltre l'orario canonico. Sola. Gli occhi che bruciano. Il portachiavi rosso di rimandi pop. E, anche se davanti a me ho soltanto quattro giorni - e non tre mesi - di vacanza mi sembra comunque un traguardo da festeggiare.

Perchè, del resto, è tutto come sempre. Aprile che mi sfugge dalle dita. Il ciclo che si allinea alle date dei miei viaggi. Una quantitá eccessiva di idee gestire. Gli spritz che ordino con l'unica e precisa finalità di ingozzarmi di patatine. Insomma, sono sempre io. É sempre la mia vita. 

Con la sola differenza che un bisogno di vacanze cosí estremo, francamente, non lo avvertivo da tempo.

Quindi, niente: domani parto. Direzione Lago di Garda, conoscenza di figlie di migliori amiche (sono emozionata!), collassi su letti altrui.

E, visto che mi aspetta una quantitá esagerata di preparativi, non mi resta che augurarvi Buona Pasqua sin da ora. Fate i bravi, staró via solo un po'. 

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