Gli eventi di portata storica, lo capirete, non possono mica essere taciuti. A maggior
ragione se regalano momenti emozionanti. Tipo l'infanta Elena che si
commuove con un espressione alla “m'hanno spremuto un limone negli
occhi” per la standing ovation rivolta a mamma Sofia;
il look stile
Ottocento di Mariano Rajoy, completo di una shorta di shmoking shvolazzante da fare invidia al migliore dei Dandy.
O ancora
la conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – che Felipe stava
meglio con la barba. Ma meglio un bel po', eh. Barbetta per tutti
come decreto legge internazionale.
Della sua incoronazione, a dire il vero, a me hanno colpito anche altre cose. Per esempio, il drappo rossogiallo affisso alla parete del palazzo del Congresso. Beeeelllo. Solenne. Coreografico. Talmente d'impatto da decidere di valutarlo come possibile decorazione per la mia famosa festa dei trent'anni che (tra parentesi) dovrei anche decidermi a iniziare a organizzare. Perchè io non sono megalomane per niente, è chiaro.
Degna di nota anche l'espressione di felicità di Juan Carlos
sul balcone del Palacio Reale. Al diavolo la perdita di immunità e
tutto il resto! Glielo si leggeva negli occhi, il sollievo di chi
pensa “oh, finalmente posso andare a vedere anch'io i lavori edili
con le mani conserte dietro la schiena”. Son soddisfazioni mica da
ridere, che credete. E poi le mini- infantas. Bionde, boccolose,
catatoniche. Così tenere nei loro vestitini eleganti da farmi venire
subito in mente scene da film del terrore.
Difatti.
La reazione del web
iberico non si è fatta attendere. É bastata una loro inquadratura
in mondovisione a scatenare la perfidia dei social network. L'ammasso
di collage intervenuto a paragonarle alle gemelle di Shining m'ha
restituito di colpo la fede nell'umanitá e l'amore incondizionato
per il mio secondo Paese. Ho addirittura provato un po' di dispiacere
a posteriori per l'eliminazione della Roja ai mondiali. Davvero.
A compensare il senso
d'inquietudine, c'è stato per fortuna il bacio appassionato dei
nuovi Reali dal balcone di cui sopra: All rights reserved to Disney,
vietata la riproduzione. C'è una carrozza di cristallo da spostare
in seconda fila. Ah no, è una zucca. Ah no.
Un'altra cosa che m'è
rimasta impressa della cerimonia reale è stata la pronuncia del
titolo completo del nuovo monarca. Voglio dire: “Felipe VI” è
una cosa. “Felipe VI de Borbón”, un'altra. Ma “Felipe VI de
Borbón Y Grecia” un po' di smarrimento te lo crea.
Per un attimo ho pensato che anche i Greci avessero addobbato
tutt'Atene con i drappi rossogialli di cui sopra. Mi sono aspettata
il collegamento via satellite di un popolo in sbornia d'ouzo. Mi sono
chiesta perché allora le due nazionali non unissero le forze ai
Mondiali. Poi mi sono ricordata di non essere piú in epoca
coloniale.
Ad ogni modo: io potrei
continuare finché volete a fare della satira di dubbio gusto
sull'Evento Spagnolo dell'anno, ma non farei altro che sprecare
energie. Sí, insomma, c'é giá chi l'ha fatta molto meglio di me.
Parlo di Wyoming e Dani Mateo, che hanno sopperito alle ferie
inopportune di Buenafuente (certo che, anche lui: non poteva
aspettare una settimana in piú? Gli aumentavano i prezzi dei voli Ryan Air?
Eccheccacchio) con una visione altrettanto sarcastica dell'intera
vicenda.
Piú che altro, diciamo
che i due si sono concentrati su particolari entusiasmanti che,
nell'euforia generale, erano magari sfuggiti alla vista e riflessione
dei piú.
Uno su tutti, il tizio in
uniforme militare la cui ingrata mansione consisteva
nell'accompagnare uno ad uno i numerosi invitati alla firma del
passaggio di consegne tra Juan Carlos e il figlio. Firma che avveniva
in un salone raggiungibile esclusivamente dopo aver percorso a piedi
la bellezza di 149 gradini. Ché qualcuno c'ha provato, poverino, a
chiedere di usare l'ascensore. Ma niente. Quello, in teoria, era
riservato alle “Dame”. L'hanno concesso, in via straordinaria,
giusto giusto a un tizio sopra gli ottant'anni, probabilmente per
scongiurare l'evenienza che gli collassasse a metá strada rovinando
l'atmosfera. Gli altri, per le scale. E rigorosamente camminando sul
tappeto, non sia mai che a qualcuno venisse in mente di alleggerire lo
sforzo appoggiandosi a un muro o una ringhiera. Ti piace vincere facile? Potsipotsipopopo.
Morale della favola: 'sto
tizio in uniforme, poverino, s'é fatto 149 scalini in salita e 149
scalini in discesa per un numero imprecisato di volte nell'arco della
giornata, sognando con tutta prevedibilitá un futuro impiego come
cassiere al Mc Donald's. Quando é arrivato il momento di
accompagnare Zapatero (tra parentesi: che gli é successo? Siamo
sicuri che stia bene? Cioé, non vi sembra un po' pallidino?) il
poverino era cosí fradicio di sudore che manco Cremonini a metá di
un concerto (o dopo i primi 5 minuti, se é per quello). Immaginate
che simpatico olezzo, oltretutto. Anche se Wyoming e Mateo, questo,
non l'hanno voluto sottolineare.
Invece l'hanno fatto con
un'altra, di mansione ingrata. Un po' meno faticosa, certo, ma
altrettanto ingrata. Altrimenti come la chiamereste, l'attivitá
esclusiva di dare e togliere il bastone da passeggio a Juan Carlos
per tutta la durata dell'atto ufficiale? Juan Carlos si siede: prendi
il bastone. Juan Carlos si alza: dagli il bastone. Juan Carlos si
risiede. Togli il bastone. E via cosí. La sera stessa la moglie gli
avrá chiesto: “com'é andata oggi, a lavoro?”. E lui: “Bene.
Ho preso il bastone tre volte, gliel'ho ridato quattro volte,
gliel'ho ripreso altre tre”. Emozionante. Quanta azione. Quanta
avventura. Tra l'altro, con 'sti Re e con 'sti bastoni facesse
Briscola, almeno.
Poi ci sono i politici,
che hanno documentato l'intera vicenda dell'incoronazione postando
selfie a manetta su twitter. Robe che neanche il peggiore dei
bimbiminkia a un concerto di Justin Bieber. E i tizi a cavallo,
durante la parata sulla Gran Via, con l'inevitabile quesito suscitato
nei comici spagnoli: “dove si impara a suonare il tamburo a cavallo
con un mocio in testa?”. Ma soprattutto: “cosa stavano suonando?
La Marcia Reale o Pittbull?”. Quesiti che non troveranno mai una
risposta, come i cerchi nel grano, le origini dell'universo, o diavolo come
facciano gli americani a bere frullati al cioccolato mentre mangiano
un hamburger.
Ma c'é soprattutto una
cosa, che mi ha fatto notare la visione satirica di Wyoming e Dani
Mateo. Ovvero: 'sti poveri Cristi di Felipe e Letizia (bel vestito,
by the way), al termine della cerimonia e tutto il resto, hanno
dovuto stringere la mano a – occhio al numero!- DUEMILA invitati.
Duemila, capite? Cioé, se stringi la mano a duemila persone poi come
minimo dovresti pretendere che nessuno ti tocchi per tre giorni. É
disumano. Gli saranno venuti i calli? Avranno usato della crema nivea
per ammorbidire la pelle? Avranno avuto la mano sudaticcia alla fine?
Ma soprattutto: saranno riusciti a mangiarsi almeno una tartina, poi?
Comunque sia, una cosa é
certa: puoi essere monarchico o repubblicano; puoi amarli, odiarli o
guardarli con indifferenza, ma i Reali spagnoli – vecchi o nuovi –
rispecchiano sempre il modo d'essere del loro popolo. Voglio dire,
prendi gli inglesi. Sono rigidi, formali, impongono rispetto e
solennitá. Davanti alla regina Elisabetta ti viene naturale assumere
un certo comportamento, inchinarti, mantenere le distanze seguendo
l'etichetta. Davanti a Felipe e Letizia, come giá davanti a Juan
Carlos e Sofia, no. Per niente. I reali di Spagna sembrano sempre
gente comune; persone alla mano, a cui dare del tu. Persone che puoi anche permetterti di prendere bonariamente in giro, come fossero amici di vecchia data. Dai, a Felipe ti
verrebbe da dargli una pacca sulla spalla e dirgli “andiamo a farci
'na birretta, quando finisci qui?”. E a me – saró anche strana-
questa cosa piace un bel po'. Viva el Rey!
adorabile!bella cronaca seria-ironica nel tuo stile migliore!
RispondiEliminabesos
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