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lunedì 26 febbraio 2018

Da dove vengono i modi di dire spagnoli (Perchè Buzzfeed SA TUTTO)

É cosa risaputa che Buzzfeed abbia le risposte ai grandi problemi dell'umanità. Io, ad esempio, mi ero sempre chiesta da dove venissero certe espressioni popolari della lingua spagnola. Perchè, diciamocelo, alcune sono alquanto bizzarre. 

Mi sento, quindi, q in obbligo di condividere il post che mi ha resa più saggia, e che trovate in lingua originale qui. Ok, non è recentissimo; ma se è vero che i modi di dire possono cambiare nel tempo, le loro origini di certo no. 

Vi riporto in traduzione i paragrafi più illuminanti, così potrete fare bella figura con gli amici alla prossima cena. 

1. No ha venido ni El Tato 
(Letteralmente: non è venuto neanche El Tato)

Immagine via: Buzzfeed España


Che significa: che una festa o evento ha avuto meno successo di un programma presentato da Pilar Rubio. Sì, insomma, che s'è vista anima viva.

Da dove viene: 
Pare che "El Tato" esistesse davvero. Si chiamava Antonio Sánchez "El Tato" ed era un torero di Siviglia che ha goduto di una certa popolarità nel diciannovesimo secolo. Nel suo periodo d'oro era praticamente impossibile trovare un manifesto di una corrida in cui non ci fosse il suo nome. Inoltre, era un assiduo frequentatore delle feste e della vita notturna sivigliana. Per cui, se nemmeno El Tato si degnava di farsi vedere ad un evento, significava che l'evento in questione era stato un completo disastro sociale. 

2. Dormir la mona 
(Letteralmente: far addormentare la scimmia) 

Immagine via: Buzzfeed España


Che significa: addormentarsi dopo aver bevuto.

Da dove viene: stando a quanto spiegato dalla filologa francese Heloise Guerrier nel suo libro "con dos huevos", quest'espressione risale al sedicesimo secolo quando i marinai trasportavano scimmie dall'Africa e avevano questa folle abitudine di dare loro del vino per vedere cosa succedeva. Spoiler: si ubriacavano e poi si addormentavano, come qualsiasi mortale.

3. Hacer la pelota 
(Letteralmente: fare la palla) 

Immagine via: Buzzfeed España


Che significa: adulare molto qualcuno per ottenere qualcosa, come nella scena dello shopping di "Pretty Woman" .

Da dove viene:
a quanto pare la parola "pelota" (palla), per il fatto di passare da molte  mani, è anche sinonimo di "donna pubblica" o, per dirla in un altro modo, di prostituta. Anticamente, pelota era il nome che veniva dato alla prostituta e pelote era il suo protettore. "Fare la pelota" non era quindi altro che adulare, abbindolare e corteggiare un cliente per fare in modo che usufruisse dei servigi offerti.

4. Poner los cuernos 
(Letteralmente: mettere le corna) 

Immagine via: Buzzfeed España

Che significa: essere infedele al partner

Da dove viene: in epoca feudale esisteva una cosa chiamata ius primae noctis, che consentiva ai signori di avere relazioni sessuali con qualsiasi donzella del loro feudo che stesse per sposarsi con qualcuno dei propri servi. A quanto pare, nel Medioevo, quando il signore si trovava a casa del servo per esercitare tale diritto si mettevano delle corna di cervo sulla porta. Insomma, si mettevano (letteralmente) le corna. 

5. A buenas horas mangas verdes
(Letteralmente: alla buon'ora maniche verdi) 

Immagine via: Buzzfeed España


Che significa: 
quando aspetti qualcosa o qualcuno con urgenza ma quando si presenta non serve più. 

Da dove viene:   I mangas verdes (maniche verdi) erano i "capisquadra" della Santa Hermandad e si occupavano di arrestare e incarcerare i malfattori. A quanto pare erano un vero e proprio disastro nel loro lavoro e arrivavano quasi sempre tardi, facendo sì che i crimini restassero impuniti. 

6. Montar un pollo 
(Letteralmente: montare su un pollo) 

Immagine via: Buzzfeed España


Che significa: quando qualcuno fa casino. 

Da dove viene: contro a tutti i pronostici, non ha a che fare con nessun pennuto. La sua origine viene dalla parola "poyo": un podio o piedistallo di pietra che si metteva vicino alle pareti delle case e su cui si venivano declamati discorsi che finivano col trasformarsi in discussioni accaloratissime stile "Sálvame Deluxe". 

7. Echar un polvo (Letteralmente: farsi una polvere) 

Immagine via: Buzzfeed España


Cosa significa: quello che state pensando. 

Da dove viene: pare che gli appartenenti all'alta società del diciottesimo e diciannovesimo secolo, che erano persone molto fini, avessero l'abitudine di sniffare una specie di polvere di tabacco chiamata "rapé". Per farlo, il cavaliere o la dama in questione si appartava in una stanzetta dove erano solite consumarsi relazioni sessuali furtive. Un po' come l'"usciamo a fumare?" di oggi, però con sottovesti scomode. 




sabato 24 ottobre 2015

5 trucchi per imparare lo spagnolo

Babbel è sempre un'ottima fonte di articoli interessanti a tema linguistico. Questo, per esempio, raccoglie 5 consigli per imparare rapidamente lo spagnolo. A dispensarli sono due poliglotti, uno italiano (Luca) ed uno di madrelingua anglofona (Matthew). Ironia della sorte, le loro tattiche sono le stesse che, inconsapevolmente, ho adottato anch'io. Ecco perchè posso dirvi che funzionano. Ed ecco perchè mi sembra cosa buona e giusta condividerle con voi, accompagnandole ad un breve commento con la mia esperienza personale. Di seguito, la traduzione del post. Sperando in un mondo sempre più pieno di itagnoles. 

5 trucchi per imparare lo spagnolo



1. Legalo alla tua vita.
Non separare lo studio della lingua dal resto della tua vita. Non stai certo studiando spagnolo per parlare del fatto che stai studiando spagnolo. Questo tipo di loop autoreferenziale rischia di diventare noioso in fretta e può essere demotivante. Invece, pensa allo spagnolo come ad un nuovo modo di sperimentare la vita di ogni giorno: imposta la lingua del tuo computer sullo spagnolo; cerca film e programmi televisivi spagnoli da guardare (meglio ancora se con i sottotitoli in spagnolo); leggi le news o i gossip dai magazine, dai quotidiani e dai portali spagnoli; guarda video su youtube in spagnolo su temi che davvero ti interessano ed appassionano. Se usi lo spagnolo per fare cose che fai già comunque, studiarlo quotidianamente diventerà un riflesso automatico anzichè un lavoro temuto. Ricorda che le lingue sono un mezzo per raggiungere uno scopo, non obiettivi finali di per sè.





>> Una delle primissime cose che ho fatto, quando ho iniziato a studiare spagnolo, è stata proprio impostare sul castigliano la lingua del cellulare, cosa che mi ha permesso di imparare senza accorgermene tutta una serie di termini come "carpeta", "buzón de voz", "pantalla" o "tono del móvil". Più tardi ho fatto lo stesso con Facebook. Ed, ovviamente, i miei Trending Topic di Twitter sono impostati stabilmente sugli argomenti di conversazione più discussi in Spagna.

>> Quanto al resto, per me le passioni musicali sono sempre state una motivazione fortissima allo studio di una lingua. Leggere e partecipare attivamente al forum ufficiale de El Canto del Loco, guardare video di trasmissioni a cui la band aveva presenziato su Youtube, ascoltare radio come Los 40 Principales e Cadena 100 via internet, leggere - e tradurre in italiano - le interviste apparse sulla stampa spagnola mi è servito (e non mi vergogno di dirlo) più di qualsiasi lezione frontale all'università. Certo, la base di grammatica serve comunque, ma è vero che è solo quando ti interessa il contenuto che fai di tutto per capire il linguaggio in cui viene espresso.



2. Interagisci con i madrelingua 



Il miglior modo per legare lo spagnolo alla tua vita quotidiana è passare del tempo con persone madrelingua. Se hai qualche amico che parla spagnolo, convincilo a parlare con te ameno per metà del tempo in spagnolo quando vi vedete. Se vai a mangiare in un ristorante messicano, cerca di ordinare in spagnolo. Se viaggi in Spagna o in America Latina, non chiedere sempre "Habla Inglés?": ogni volta che ti si presenta un'opportunità di parlare in spagnolo, COGLILA! C'è sempre bisogno di fare pratica quando cerchi di imparare qualcosa, e parlare è il miglior modo di farla. Quando sei in grado di sostenere una conversazione basica, trova un qualsiasi gruppo o club formato da persone che parlano spagnolo, così da poter portare avanti qualche tuo hobby in quella lingua. Può essere qualsiasi cosa: da un corso di danza ad un club di astronomia.


Questo è anche il segreto per non dimenticare quello che hai imparato. Come dice Luca, "i miei genitori avevano alcuni buoni amici spagnoli che venivano a mangiare da noi una volta a settimana, così io potevo fare pratica con loro. Se hai l'opportunità di parlare più lingue su base giornaliera, non le dimenticherai!". Questo succede sia che tu maneggi più di dieci lingue sia che tu stia semplicemente cercando di tenere una seconda lingua ben stretta nella tua memoria. Più la usi e meno facilmente la dimenticherai!







>> Ancora una volta, frequentare i fan de El Canto del Loco prima, e de El Pescao e Dani Martín poi, mi ha permesso di conoscere un sacco di persone di madrelingua spagnola con cui esercitarmi quotidianamente. Ma non c'é stato solo questo. Ricordo che, quando studiavo spagnolo all'università, in vista degli esami cercavo di parlare in spagnolo con una mia amica altrettanto italianissima, in modo da fare pratica il più possibile. Frequentare corsi di flamenco, inoltre, mi ha messo in contatto con un sacco di persone innamorate della Spagna almeno quanto me... e chi ama la Spagna, almeno un pochino, lo spagnolo è sempre dispostissimo a parlarlo!


3. Tutte le strade portano a Roma

Spagnolo, francese, inglese, portoghese e romeno possono a malapena essere considerate "lingue straniere" perchè tutte derivano dal latino. Queste lingue "romanze" hanno vocabolario, sintassi e grammatica talmente simili da poter essere considerate sorelle. Questa vicinanza con la sua lingua madre (l'italiano) ha fatto sì che per Luca fosse facile iniziare ad imparare lo spagnolo, ma anche così ha dovuto concentrarsi e fare dello studio dello spagnolo una pratica quotidiana.

In comparazione, potrebbe sembrare più difficile per un inglese imparare spagnolo. Dopo tutto, l'inglese deriva dall'Anglo-sassone, una lingua germanica. Cos'hanno in comune l'inglese e lo spagnolo? In realtà, molto. L'inglese deve una buona metà del suo vocabolario a francese e latino, così - se proprio non fratelli - inglese e spagnolo sono almeno cugini. Basta pensare all'esempio di Matthew, "la proclamación de la democracia". Questa frase ha a malapena bisogno di essere tradotta in inglese! E, come dice Luca “democratisation, democratización, démocratisation, democratizzazione …puoi imparare quattro lingue in un colpo solo".


4. Il gioco dei mimi







Un accento autentico: la frontiera finale. Per riuscire ad avere un accento spagnolo devi ascoltare con attenzione i madrelingua ed imitare quello che senti. Pensa a te stesso come ad un attore: non stai soltanto leggendo un copione, stai cercando di calarti nella parte. Ogni volta che ti poni di fronte allo spagnolo (incontrando amici spagnoli, parlando con partner "tandem" su skype, guardando film o programmi tv in spagnolo) imita le voci nel modo più accurato che puoi. Con il tempo, questo ti permetterà di familiarizzare con suoni che non sei abituato a fare. All'inzio potrebbe farti sentire sciocco, come se stessi facendo una brutta impressione, ma non appena inizierai ad entrare nel personaggio, allora parlerai spagnolo.

Siccome in Spagna ci sono diversi accenti regionali, le persone che sceglierai di imitare potranno darti una particolare inflessione. Matthew, avendo studiato a Barcellona, parla spagnolo come un barcellonese, mentre Luca ha sviluppato un accento madrileño uscendo con una ragazza di Madrid.

>> Non l'ho mai rivelato perchè mi sentivo idiota, ma dopo aver letto questo punto mi sento in obbligo di confermare. Per tutto il primo periodo di "fanatismo" per El Canto del Loco  imitavo per scherzo l'accento e la gestualità di Dani Martín, con il risultato che, ad un viaggio nelle Canarie, mi é stato detto che avevo l'accento madrileño. L'imitazione, peró, puó anche venire spontanea. Vivendo in Andalusia durante il mio erasmus e stando a stretto contatto con i locali, mi sono trovata ad assumere la loro inflessione senza accorgermene, come ti si attaccano certi accenti italiani. Non serve sforzarsi: viene naturale. 


5. Salta a bordo!

I trucchi sopra elencati ti aiuteranno soltanto ad iniziare ad imparare. No, non domani: adesso! Cosa stai aspettando? Ti basterà cominciare con 10 minuti al giorno, abbinando brevi sessioni di studio teorico con i consigli qui riportati, e ti ritroverai a parlare spagnolo in  men che non si dica!

domenica 30 novembre 2014

Lo spagnolo in immagini

Lo spagnolo, se l'analizzi dall'esterno, affascina anche per le tante bizzarrie. Sono espressioni peculiari di cui è spesso difficile trovare in altre lingue un corrispettivo letterale. É storia fatta lettere. Frutto semantico di una società in cui chi ama le parole non può far altro che perdersi ammirato. Come me. Oppure come Ed M.Wood, di origine anglofona, che così bene lo racconta su Babbel.com. 
É proprio lí che ha raccolto in un post i suoi vocaboli castigliani preferiti, corredandoli di stupende gif animate in grado di riportarne il significato in modo visivo, immediato, e con la sempre apprezzabile aggiunta di un pizzico di ironia. 
Ho voluto riportarne qui i principali. Non solo per il valore estetico o l'utilità educativa, ma anche perché - solidarietà tra stranieri - sono pure tra quelle che piú hanno conquistato me. 

1. L'ossessione per il latte 



"Non si può fare molto con il latte, in inglese", dice Ed M.Wood. E neanche in italiano, a dire il vero. Si può bere a colazione. Averlo alle ginocchia. Piangerci sopra dopo averlo versato (ma è meglio di no). Poco altro. Non è così in Spagna, dove è  l'ingrediente principale della maggior parte delle conversazioni colloquiali. Anziché a "tutto gas" lì si va a "tutto latte" (a toda leche) quando si corre molto veloci, si "dà un latte" (dar una leche) a qualcuno quando lo si colpisce, ci si attacca un latte (me he pegado una leche) quando si cade e ci si fa male. Una cosa è "la leche!" quando è veramente una gran figata, ma se ci aggiungi un "ay" davanti e cambi il tono, stai imprecando per qualcosa che non va. Se defechi nel latte ("me cago en la leche!"), poi, sei proprio contrariato. Forse é perché sei di latte cattivo ("estar de mala leche"), e cioé davvero di pessimo umore. Ma, se qualcuno te lo fa notare, potresti rispondere incazzato "y una leche!". Come a dire "per niente", intendendo di sí. 
2. 50 sfumature di grigio...polvere.  


La polvere è un altro dei concetti più versatili della lingua spagnola. In italiano gli oggetti possono prenderla e le persone possono morderla, ma nella lingua castigliana... oh, nella lingua castigliana ci puoi fare moltissimo di più. Chiedete ad un mia compagna di Erasmus, che all'arrivo a Málaga credeva di dire "ti spolvero" quando in realtà stava facendo pesanti avance sessuali ad ignari sconosciuti! Ma se "echar un polvo" significa avere un rapporto carnale (quante sfumature di grigio ha la polvere spagnola!, dice il nostro amico Ed su Babbel), basta la forma passiva ed un'acca spostata per intendere che si é veramente stremati ("estar hecho polvo") dopo una giornata di lavoro. Se dici a qualcuno che "ha la polvere" (tiene polvo) stai dichiarando di sentirti attratta fisicamente da lui, mentre se lo fai polvere (hacer polvo a alguien) lo stai distruggendo in un qualche tipo di competizione. 

3. Le onde della Resaca





La risacca, per noi, é solo quella della marea. Per i postumi di una sbronza dobbiamo usare perifrasi lunghe e mai abbastanza utili a descrivere mal di testa epici e rapporti ravvicinati con la tazza del wc. Forse l'assenza di sintesi dipende dal nostro generico non essere, poi, dei gran bevitori. Studi relativamente recenti hanno dimostrato che il maggior consumo di alcol, in Europa, arriva dall'Inghilterra e dalla Spagna: due Nazioni che, guarda caso, hanno vocaboli sintetici ed azzeccatissimi per indicare le conseguenze degli eccessi: hangover e resaca. In questo senso l'immagine che accompagna la definizione del vocabolo nel post di Babbel.com é, secondo, me, in assoluto la piú azzeccata. Basta guardarla un po' piú a lungo e ti viene la nausea. Come dopo una notte a troppi brindisi all'ora. 

4. La Grande Bottiglia 


Letteralmente "grande bottiglia", "botellón" é in realtà uno di quei vocaboli che semplicemente non si possono tradurre. Intimamente correlato alla resaca, e spagnolo piú delle tapas e delle corride, indica l'abitudine, da parte della popolazione piú giovane, a mettere ciascuno una cifra per comprare dell'alcol e consumarlo in compagnia in qualche luogo pubblico. Come ricorda anche Ed M. Wood, é in genere il primo vocabolo che imparano gli studenti Erasmus appena atterrano su suolo iberico... chissà perché. 

5. La candela non brucia la vela. 


Dove c'é mare, ci sono navigatori. Sarà per questo che la Spagna, terra peninsulare e ricca di arcipelaghi, fa della parola "vela" un altro dei vocaboli piú frequenti e versatili del parlare comune? Non lo sapremo mai. Resta il fatto che quello della tela che, spinta dal vento, muove la barca, non é l'unico concetto indicato da una parola apparentemente identica all'italiano. La vela é anche la candela, e se stai a due candele ("estar a dos velas") a livello economico non te la passi bene. Se invece passi la notte in candela ("pasar la noche en vela") significa che non riesci a dormire, mentre se ti "desvelas" ti svegli, e se hai passato il tempo "desvelado" quando avresti dovuto riposarti significa che non hai chiuso occhio, in genere per qualche causa esterna, dai rumori dei vicini alle preoccupazioni. 

E le vostre parole spagnole preferite, quelle che piú vi affascinano a livello semantico, quali sono? 

domenica 6 ottobre 2013

Piú simpatico di uno spagnolo che fa paragoni.

La vera natura di un popolo - ne sono convinta -si capisce dalle sue conversazioni. A ben vedere é anche per questo, se amo gli spagnoli. Perchè sono fissati con i paragoni. Tu ci parli per un po' e...zac! Ti piazzano in mezzo alla frase una comparazione umoristica di massima efficacia. Sempre geniale. Molte volte spiazzante. Spesso poco diplomatica. 'Na roba tipo "sei più pericoloso di Michael Jackson in un asilo", per intenderci. 
Se non ci sei abituato a te scappa da ridere, è inevitabile. E loro ti guardano straniti, chiedendosi con tutta probabilità cosa diavolo ci sia di divertente in una battuta ormai entrata da anni a far parte del dire quotidiano.

Ecco: quelle comparazioni, per me, sono l'anima stessa della gente spagnola. La descrizione perfetta di uno spirito scherzoso. Di una vita vissuta col sorriso sulle labbra e una disperata voglia di prenderla alla leggera. 

In tutti questi anni, nel corso delle mie scorribande nella Terra di Cervantes, ho avuto modo di ascoltarne parecchie. E oggi ho scelto di elencarvi le mie preferite, in originale e traduzione italiana. Se ne conoscete altre, al solito, sentitevi liberi di segnalarmele. In caso contrario, spero strapperanno una risata anche a voi. Perchè è dalle risate - quasi sempre - che poi nasce l'amore. 

- Más perdido que un pulpo en un garaje
Più perso di un polipo in un garage. 





- Más feo que El Fary chupando limones

Più brutto de El Fary che succhia limoni.
(Per la cronaca, El Fary è questa personcina qui sotto )





- Más líado que la pata de un romano
Piú incasinato della gamba di romano.

(Líado, letteralmente, vuol dire anche "intricato", "ingarbugliato", insomma, un po' come avvolto da corde o fili. Saputo questo, pensate ai sandali degli antichi romani.)



- Más breve que el vocabulario del Correcaminos
Piú breve del vocabolario di Bee-Beep.



- Más feo que el parto de Mick Jagger

Piú brutto del parto dI Mick Jagger.




- Más feo que mandar a la abuela a por droga
Piú brutto che mandare la nonna a comprar droga. 

- Más feo que pegarle a un padre
Piú brutto che picchiare un padre (da notare che c'é anche la variante peggiorativa "más feo que pegarle a un padre con un calcetín sudado", cioé: "piú brutto che picchiare un padre con un calzino sudato") 



- Más agobiado que el fontanero del Titanic

Piú in ansia dell'idraulico del Titanic.

- Tener más hambre que el tamagochi de un sordo
Avere piú fame del tamagochi di un sordo.




- Más feo que una nevera por detrás
Piú brutto di un frigorifero visto da dietro.




- Más falso que el pelo de un playmobil
Piú falso dei capelli di un playmobil.





- Estás más buena que comer el pollo con las manos


Sei piú buona che mangiare il pollo con le mani.

(in realtá "estar buena" significa in linguaggio colloquiale "essere figa", un po' come il "sei bona" romano, in fondo.) 




- Más contento que un perro con dos colas
Piú contento di un cane con due code. 




Allora? Qual é il vostro preferito?