Era qualche giorno
fa, o forse soltanto ieri. Il concetto di tempo, in periodo di feste,
sfugge sempre un po'. Comunque. Chiedevano, su erretielle, da
quali piccole routine annuali fosse composto il nostro Natale. Cioè,
loro in realtà dicevano “da cosa lo capite”. Come se non
bastassero il calendario, le uscite discografiche e le
duemilaseicento pubblicità a tema. Ma tant'è. Il punto è che ci ho
pensato. Ci ho pensato a lungo.
Per me il Natale è colla
e cartoncino mentre mi suona in testa Jingle Bells. E'
l'agenda de il Piccolo infilata in attesa sotto alle pagine dell'anno
che sta per finire. E' il cigolio del tavolo in salotto, che va
ampliato per la cena. Le imprecazioni di mio padre: chè l'impresa,
al primo colpo, non gli riesce quasi mai. Natale è l'odore del
brodo. La maionese sul cotechino. Il Kren (scusate, rafano)
piccante portato da mio nonno, assieme a una bottiglia di rosso di
cui usufruiremo solo in tre. E' l'eterna partita a Risiko in cui non
riesco mai a conquistare la Spagna. E le pedine rosa, giù le mani,
sono mie. Ancora, è l'accurata scelta della colonna sonora per la
sera. Ché dev'essere composta da dischi usciti quest'anno. O almeno,
da canzoni che in qualche modo ne siano state rappresentative. Poi
nessuno ci presta attenzione. E “tieni il volume basso”; e “c'è
da chiacchierare”. Però continua a riempirmi di inspiegabile soddisfazione.
Natale è mia nonna che se le sente perchè ha dimenticato a casa gli occhiali. La gattina che gioca coi nastri dei pacchetti, nel
miagolio inquieto di abitudini spezzate. E' il dolce che da
anni m'incarico di preparare. Quello che stavolta rimando a Santo
Stefano, colpa di un surplus di panettoni e raffreddore. Quest'anno,
sgradita new entry, Natale ha anche il sapore acre di un'aspirina.
Eppure ci riesce lo stesso, a significarmi felicità.
Pigrizia e felicità.
Pigiama, abbuffate, e
felicità.
Famiglia e felicità.
E infine occhi con la forma dello schermo del pc. Stremati dall'assemblaggio di immagini, nel montaggio
di quei video di cui vi parlo da un po'. Se mai foste curiosi di
vederli, eccoli qui. Uno scanzonato, pieno di allegria: tradizione di
un fanclub. L'altro più formale, artistico, commissionato di
apprezzamenti dalla solita Galleria. Una cosa, però, l' hanno in
comune: il riassunto di un anno. Un anno che per me – lungi dal timore di parlare troppo presto – è fino ad ora stato eccezionale.
Non importa quale
preferiate. Se vorrete vederli oppure no. In ogni caso, a tutti voi,
auguri.
Auguri anche e sopratutto a te!...anche quì...il tuo modo di raccontare è così visivo...che mi pare di esserci nel tuo NATALE!
RispondiEliminabacio kit