Tra i santi di oggi,
scelgo Sanremo. Non che quest'anno mi sia andata bene: per trovare un
italospagnolismo all'Ariston dovrei tutt'al più aggrapparmi ai
suffissi in “able” di un improponibile Crozza. Perchè non è per
la politica, signori. Certo, è vero che se ne parla fin troppo per
trovarla incastonata anche in uno show musicale. Ma non è questo,
no. Il punto è che a me Crozza non fa ridere affatto. E poi la
dobbiamo smettere, di concedere agli ospiti di allargarsi in questo
modo. Sto guardando un festival, mica un monologo su La Sette.
Insomma, chiamateli. Chiamate lui, chiamate il coreano di Gangnam
Style, chiamate chi diavolo vi pare. Ma cercate di ricordarvelo, per
una volta, che i protagonisti della serata non dovrebbero in nessun
caso essere loro.
Scelgo Sanremo. Sono
single. Poteva forse essere altrimenti? Solo che, questa volta, devo
farci sopra un post normale. Beh, sempre che si possa considerare
“normale” qualcosa che parli del festival senza abbondare in
critiche. Perchè, al di là della parentesi citata, quest'anno la
Kermesse mi sta piacendo davvero.
Ottimi conduttori.
Splendida scenografia post-atomica con le scale componibili a
meritarsi da sole la mia stima. Ritmo sostenuto, salvo rare
eccezioni. E, soprattutto, una media di canzoni stranamente buone.
Secondo me, almeno. Ché, a giudicare dai commenti su twitter, i miei
gusti non coincidono in nulla con quelli di critici ed esperti del
settore. Dovrei ragionevolmente concluderne che non ci capisco una
mazza, ed è probabile che corrisponda al vero. Non per questo cambio
di opinione, però. Giudico con la pancia. Con il cuore. Giudico in
base alle emozioni che dalle orecchie mi arrivano all'anima.
L'ho sempre fatto, e non ho intenzione di cambiare ora.
Sono un'ascoltatrice media, nient'altro. Un'innamorata della musica a
San Valentino. E allora questi sono i brani che ho apprezzato di più.
I vostri quali sono?
Max Gazzé –
Gazzé aveva le due canzoni migliori di tutto il festival. Di quella
eliminata, mi ha affascinata la frase “Potrei farti da fermaglio per capelli se per sbaglio ti venisse voglia di tenerli su". Di questa rimasta in
gara, il ritmo incalzante che un po' mi ricorda Bregovich. In fondo
l'ho sempre detto: c'è un'anima zingara in me.
Il Cile – A
questo punto devo aprire una parentesi. Perchè, sì, è da ieri
sera che canticchio senza sosta “le parole non servono più”.
Eppure, credo che questo brano non sia neanche lontanamente
all'altezza delle capacità di Cilembrini. Un po' troppo affastellato
di aggettivi. Lontano dalla perfezione endemica di uno dei miei
dischi preferiti. Al di sopra della media, senza dubbio. Lui lo è
sempre. Però, anche se bellissima, non è la sua miglior canzone. E ora che ho finto di
essere obiettiva posso anche dirvi la verità. Perchè, cacchio, io
del Cile sono ormai diventata a tutti gli effetti una fan. Non so
precisamente come o quando sia successo, ma il mio grado di
ammirazione nei suoi confronti è arrivato a un livello inquietante.
Dove per inquietante intendo che sono riuscita a trovarlo affascinante anche con il look che ha sfoggiato ieri sera (a tal proposito, ricordatemi che vi devo postare un'infografica). Cioè, capite la gravità? Che poi secondo me gli è giunta voce che
mi piacciono quelli con la barbetta. Solo che io intendevo barba di
uno o due giorni. Insomma, un filino, senza esagerare. Ma magari non
mi ero spiegata bene. Comunque, vabbè. Sono disposta a sorvolare
persino sugli stivaletti. Il fatto è che
essenzialmente non sono obiettiva. Che bramo con tutta me stessa di
andare ad un suo concerto. E che, come diretta conseguenza, sono
incazzata come una iena per la sua eliminazione. A prescindere.
Cilembrini AiLaviu e voi giurati siete brutti e cattivi. Ecco.
Renzo Rubino – Dai,
ammettetelo: Rubino che si veste di rosso rubino fa ridere.
Comunque bella voce, canzone ben costruita, testo non banale come,
invece, ci si sarebbe potuti aspettare dalla scelta di un argomento
un po' ruffiano. Insomma, bravo. E brava anche Irene Ghiotto. E
bravi anche i Blastema, con uno degli Emo di Zelig
come vocalist. Scherzi a parte, i giovani che si sono esibiti ieri
superavano in qualità gran parte dei big. Devo ancora decidere se
sia più rassicurante o deprimente. Però they rocks. Tutti e
quattro. Ora aspetto al varco i colleghi di questa sera.
Almamegretta –
Non hanno scritto una canzone “per Sanremo”. Sono rimasti fedeli
al loro stile, senza farsi influenzare dalla cornice. Il
che non é per niente poco.
Simone
Cristicchi – Quest'uomo è un genio. Ok,
riascoltando l'esibizione devo ammettere che ha stonato un po'. Però,
se il brano eliminato non mi aveva convinta, “La prima volta che
sono morto” ha il testo più originale del festival. E i mix
equilibrati di sorrisi e lacrime mi riescono sempre a conquistare.
Simona Molinari e Peter Cincotti –
Un po' jazz e un po' anni cinquanta, il duetto mi ha sorpresa
gratamente. Sarà che non mi aspettavo molto. O sarà che loro ci
sanno fare.
Elio e le storie tese– Degli “elii” mi piace il fatto che si divertano sul
palco. Perchè si vede che lo fanno. Giocano con la musica, ci
infilano dentro un po' di teatro, prendono in giro l'ambiente che dà
loro da mangiare. E l'unico motivo è che gli piace farlo. Lo
so che sembra un paragone assurdo, ma “la canzone mononota” mi
ricorda il motivo per cui ho scritto #Odissea: per il gusto di farlo.
Per dirlo alla spagnola, per “pasármelo bien”.
Evviva la gioia, allora.
Modà –
I “Modá” fanno i Modá. Niente piú e niente meno. Il brano in
gara é una copia quasi perfetta di un paio di altre loro canzoni. Ma
finché copiano se stessi, se non altro si puó definire “stile”.
Canzoncina radiofonica come tante altre, con alcuni passaggi del
testo che peró mi sanno affascinare. "Se solo avessi un po' più tempo per viaggiare frantumerei il mio cuore in polvere di sale per coprire ogni centimetro di mare", per esempio.
Malika Ayane
– Il brano che é stato eliminato portava voce e accenti del
Sangiorgi piú contorto. Quello che é passato é piú orecchiabile,
ma forse nell'interpretarlo lei ci si é impegnata meno. Da
riascoltare.
Annalisa –
A volte mi secca ammetterlo, ma dai talent show escono anche delle
voci carine.
Marco Mengoni – A me di Mengoni
piaceva un sacco l'altra, di canzone. Quella scritta dalla Nannini.
Ma, l'ho detto: non vado d'accordo con la giuria. Questa é un po'
piú banale, ma ti si incolla in testa per le eternitá a venire. A
meno che, ovviamente, non intervenga Il Cile.
diciamo che a parte Elio(con cui concordo sulla gio eia del fare)e Cristicchi,che non mi ha convinto del tutto,son daccordo con le tue scelte!:-) io ci aggiungo il Gualazzi eliminato e forse(devo riascoltarla)Chiara!
RispondiEliminabuon sanremo!
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