Salvo poche cose, di
S. Valentino. Nello specifico, due. Sempre le stesse, da tempi
immemori. Sono le confezioni dei Baci Perugina e l'invasione di cuori
nelle vetrine. Sul serio. Per quanto riguarda il primo punto, poi,
devo dire che quest'anno si son particolarmente impegnati. Quelle
raffinate scatoline bianche con la rosa rossa sopra sembrano davvero
fatte apposta per me. Che una si chiede anche dove vadano a
nascondersi gli ammiratori segreti. Per dire. Insomma, possibile che
spariscano sempre nei momenti di necessità? Così non si può andare
avanti, dannazione. Deve pur esserci, un'associazione italiana di
ammiratori segreti. Un sindacato, magari. Non so, un posto qualsiasi
in cui si possa sporgere reclamo. Perchè, sia chiaro: la mia
condizione di Bridget Jones perenne non mi turba. Però voglio i
cioccolatini. QUEI cioccolatini. Li voglio disperatamente. Posso mica
continuare a regalarmene da sola, no? Eccheccavolo, un po' di
compassione!
Quanto al secondo punto,
che vi devo dire? Cuoricini rulez. Cioé, a me il cuore piace
proprio a livello estetico. Mi piace come forma. Come marchio sugli
oggetti. Che ne so. Mi piace scarabocchiarne uno nell'angolo in basso
a sinistra di ogni dannato foglio che mi capiti davanti, pure. Magari
ho un animo particolarmente romantico. Il punto è che se
vedo un cuore non ci capisco più niente. Vado in un brodo di
giuggiole. Sento il portafogli che lotta disperatamente per aprirsi.
Davvero, è una sorta di fenomeno paranormale. Per dirvi: l'altro
giorno, all'Outlet di Palmanova, sono stata sul punto di comprare un
orsetto di peluche con il maglione, un set di tazzine, e una serie di
ornamenti inutili con su scritte delle frasi banali. In quest'ordine.
E Tutto perchè sopra c'era almeno un cuore. Alla fine, sconfortata
dall'incomprensione altrui, ho ripiegato su una borsa con le frange.
Come se avessi avuto bisogno di una borsa, poi. Ma, insomma, c'era il
settanta per cento di sconto. E si abbinava così bene ai miei
stivaletti beige...dico, potevo forse lasciarla lì? Eh? Eh? Potevo?
Però, no. Sul serio,
devo darmi una calmata. Non è possibile che a ogni dannato mese di
Febbraio mi venga voglia di comprare di tutto. In effetti, se ci si
pensa, è un altro lato positivo dell'essere single. Se avessi il
moroso, legittimerei con la sua sola esistenza le mie velleità
consumistiche. Finirei per inondarlo di cuori gommosi, pupazzetti, e
altre varie forme di ode al kitsh. Come ovvia conseguenza, lui mi
mollerebbe. O si troverebbe un'altra. E io finirei col piangere sotto
alle lenzuola con su scritto “amore ti amo” senza più uno
straccio di risparmio con cui viaggiare in Spagna. Che fine
drammatica.
In tutto questo,
Pinterest non aiuta. Ho iniziato ad addentrarmici sulla spinta di un
aggiornamento letto sul lavoro. Per farla breve: sembra sia il social
network con la stima di crescita più alta in un prossimo futuro. Chè
comunicheremo sempre più per immagini, e bla bla. Insomma: c'era da
capire di che si stava parlando. E, soprattutto, auto-compiacersi del
proprio essere all'avanguardia (?). Solo che sottovalutavo gli
effetti collaterali. Voglio dire, nessuno me l'aveva spiegato, che
'sto Pinterest è essenzialmente una profusione di oggetti di design
e vestiti bellissimi. Che viaggiare tra le bacheche della gente è
come guardare delle vetrine infinite. E' la fine, capite? La fine,
davvero.
Sono riuscita anche a
trovarci un set da tea a forma di cuore.
Ergo, mi rassegno.
Sospiro. Indosso il paraocchi e mi ripeto il mantra.
“Viaggi/viaggi/viaggi”: rimane sempre quella, la priorità. Ma il
lato positivo, ad ogni modo, è che ora anche il mio blog ha un pannello virtuale su cui attaccare cose. Proprio come il quadro in
sughero che mi sorveglia colorato da camera mia. Non è forse una
figata, tutto ciò?
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