Mi sembra ieri che ho comprato il biglietto online, fissando mentalmente al 17 Marzo la data d'inizio di una delle stagioni concertistiche più appassionanti degli ultimi tempi. Da allora sono passati giorni, settimane, mesi. Nuvole veloci si sono rincorse in un cielo variamente azzurro mentre le coperte lasciavano piano spazio ai costumi sulle corde per stendere del patio.
Per questo mi sembra incredibile che il countdown sia ormai agli sgoccioli. Venerdì andrò a vedere David Otero (aka El Pescao, aka gli strascichi di passione di una vita in musica); Ed è emozionante, dopo tanti anni, rendersi conto che per la prima volta potrò farlo senza bisogno di aerei, autobus o eccessi di preavviso.
Suona a Málaga, a La Cochera Cabaret. E per l'occasione mi è sembrato giusto scrivere il post che rimando da una vita. Perchè avrei voluto parlarvene molto prima, dell'ultimo disco di David. Quando ancora odorava di nuovo. Quando l'involucro in plastica della Fnac conservava insieme il rumore dell'aspettativa e un silenzio vuoto di recensioni. Ormai lo sapete che la vita qui mi scompiglia i piani. Adesso di parole se ne sono spese tante, proporzionali al numero di riproduzioni in loop che ho concesso a quel quadrato musicale.
Non mi rimane molto da dirvi, adesso, se non che la ritrovata identità di David gli ha regalato il disco migliore della sua carriera solista. O che riesce sempre, in qualche modo, ad essere un'iniezione istantanea di buon umore. Tra i miei brani preferiti ci sono "Un mundo para ti", la già citata "Me voy", l'ossessiva "Me enciendes" e l'ultimo singolo "Aire": un gioiellino in cui, come già accadeva per "Castillo de Arena", di nuovo gli elementi naturali si personificano per diventare protagonisti di una storia d'amore.
Quello su cui però vorrei richiamare la vostra attenzione è "David y Goliath", la traccia che chiude l'album. É un pezzo che tende a passare inosservato. Snobbato dalla maggior parte dei fan. Diverso nel genere. Forse leggermente inferiore agli altri nella qualità dell'arrangiamento. Eppure - magari sarò strana - a me è subito piaciuto da morire. Il fatto è che ci trovo dentro il ritratto più completo ed intimo di David. Mi fa sentire felice di averlo conosciuto quel tanto che basta per sentirci l'eco di tutti i post, le conversazioni in camerino, le caramelle gommose e i marciapiedi di un quartiere di Madrid. E, cosa forse ancora più importante, nonostante sia così personale riesco lo stesso ad identificarmi in molti dei versi, con tutte le mie moderne e banali contraddizioni.
Davide e Golia
(David Otero)
Non sono né alto né basso,
né grasso né magro,
Un po' solitario e non mi raso mai.
Mi piace camminare per il lato della vita
In cui nessuno mi mente ma tutti mi guardano
Sono uscito dalla mia bolla e ho potuto guardare l'orizzonte
Io non mi rendevo conto
Di cosa avevo di fronte:
un mondo pieno di milioni di persone,
ciascuna col suo sogno,
ma quasi tutte sole.
Io mi sento diverso
da quasi tutto quello che vedo
Mi piacciono quelli in basso,
a quelli in alto non credo.
Sono un calciatore frustrato e con la dislessia
Un Cristiano dimenticato
che un giorno è andato in Chiesa,
ma perché obbligato.
Sono pigro
nei confronti di tutto quello che non mi diverte
Schiavo dei social,
connesso a tanta gente.
Mi irritano le critiche
e mi piacciono gli elogi,
soprattutto se li ricevo
per le cose che faccio.
E tu che pensi
che non ho dato il meglio di me,
prigioniero del silenzio che non ho mai sentito.
Sembra troppo tardi
e ti sei dimenticato di vivere.
Magari se risvegli dentro di te
Le cose che solo troverà l'amore
capirai un po' alla volta
e prima che io possa continuare.
Sono una via di mezzo
tra egoista e solidale.
Mi piace guardarmi allo specchio ogni giorno,
Mi annoia seguire tutta la politica,
ma non c'è alternativa
perchè ha bisogno di critica!
Ogni tanto nuoto
e mi credo una stella:
spot alla tv, concerti alla feria...
Ma quando torno a casa e mi spoglio
sono un idiota come qualunque altro uomo nudo.
Io non venivo mai notato
dalle ragazze del mio quartiere,
però mi consolavo con una del calendario.
Fino a 17 anni non ho dato il mio primo bacio
ma è stato bellissimo
perchè nessuno bacia come me.
E tu che pensi
che non ho dato il meglio di me...
Preferisco chiacchierare
con il fruttivendolo del mio quartiere
che farlo con un swagger
che era hipster un anno fa.
Sono passato dall'essere l'ultimo della fila
a suonare su palchi davanti a migliaia di persone.
Adesso sono di nuovo lo sfigato di prima,
Con molti anni e tutta la vita davanti
Capisco meglio cosa mi ha dato la vittoria:
sono quelli che ho davanti,
non è la fama né la gloria
Non credo né al fallimento né al successo nella vita
Non credo negli estremi
Né nell'arrivare fino in cima,
Mi sembra meglio godersi ogni singolo passo,
anche se piccolo,
anche se andiamo piano.
Ed é tutta una pazzia:
innalzare la guerra come bandiera,
i confini sulla terra,
la quantità di barriere,
i mari inquinati,
i poli che si scongelano,
uccidere migliaia di balene
e guardare dall'altra parte
Però, attenzione: bisogna andarci piano
perchè io sono il primo che consuma come un matto.
Mi piace avere un iPhone e un paio di Levi's,
guardare il calcio sui canali a pagamento...
io sono più snob degli snob.
E come cavolo faccio?
Vado a vivere in campagna
con un orto vicino a un lago
e smetto di mangiare tanto?
É che sembra che ci troviamo in un gioco molto complesso,
chiusi in casa anche senza avere le sbarre.
Dai il meglio di te adesso
che é il tuo ultimo minuto
Me ne vado a quel paese
se non mi godo quello che faccio
Dicendo quello che sono
e a chi avesse qualcosa da ridire lo stendo
come Golia con la mia fionda.
Nessun commento:
Posta un commento