(continua da qui)
Siamo ben assortiti, noi dodici vincitori. Per luogo di provenienza e – soprattutto – per etá. Ci sono due ragazze non ancora diciottenni. Una madre con la sua figlioletta, una bimba ancora piccola e molto timida. C'é una coppia sposata sui quarant'anni che non é mai andata ad un concerto del tour, e due ragazze sui 35 che hanno lasciato a casa le famiglie per passare una giornata in piú con la persona per cui attraversano la Spagna. C'é Celine, che mi accompagna coi suoi dieci anni piú di me che, nell'aspetto, non le attribuirebbe nessuno. E poi ci siamo Cristina ed io, che completiamo il quadro con il nostro equatore d'etá targato anni ottanta.
Siamo ben assortiti, noi dodici vincitori. Per luogo di provenienza e – soprattutto – per etá. Ci sono due ragazze non ancora diciottenni. Una madre con la sua figlioletta, una bimba ancora piccola e molto timida. C'é una coppia sposata sui quarant'anni che non é mai andata ad un concerto del tour, e due ragazze sui 35 che hanno lasciato a casa le famiglie per passare una giornata in piú con la persona per cui attraversano la Spagna. C'é Celine, che mi accompagna coi suoi dieci anni piú di me che, nell'aspetto, non le attribuirebbe nessuno. E poi ci siamo Cristina ed io, che completiamo il quadro con il nostro equatore d'etá targato anni ottanta.
Ci
siamo trovati, quasi tutti, nel luogo di Madrid in cui Carlos ci
aspetta con due furgoncini neri . Ci sono vetri oscurati, aria
condizionata, e silenzi difficili da rompere piú per l'emozione che
per il disagio. E nel tragitto, intanto, lui giá twitta che ci
troveremo tra un po'. Sí, insomma, tempo di iniziare a nutrirci al
buffet allestito per l'occasione. Ché c'é una cassa riconvertita in
tavolo, davanti a quella parete color salmone. Sopra, e a nostro
beneficio, ogni genere di ben di Dio. Tortilla de patatas tagliata a
quadratini, jamón iberico, empanadas, sandwich in farciture variate.
Ed é proprio quando inizio ad addentare qualcosa che un saluto
venuto dal nulla mi sorprende alle spalle, scarsi metri piú in lá.
Merda.
Cosa accidenti fare con una fetta di formaggio giá addentata é un
dilemma che proprio non avevo calcolato di dovermi porre. Dani ha
iniziato ad abbracciare gli invitati e, visto che siamo pochi, stimo
di avere all'incirca dieci secondi per prendere una decisione. Sí,
cioé, non posso mica abbracciarlo con una fetta di formaggio in
mano, no? Sarebbe poco carino. “Tú también has ganado?” , gli
sento dire a Mari Mar, “No, voy de acompañante” . E manca solo
una persona. Aiutomamma. Pensa, Ilaria, pensa. La getto con
nonchalanche in un'aiuola? La infilo in tasca? La nascondo sotto la
tovaglia? L'immagine mentale dell'espressione di María mentre la
ritrova basta a farmi desistere, e proprio mentre lui si avvicina a
me decido d'ingoiare il boccone. La scena che segue prevede Dani
Martín che mi abbraccia forte, e uno scambio di convenevoli
riassumibile in:
“Holaaa!”
“Mhmh-
hmhmh!”.
Della serie: evviva le mie belle figure. Ché tra l'altro lui si mette a ridere e , guardandomi dritta negli occhi con aria divertita, se ne esce con un: “Cioé, non abbiamo ancora iniziato a far niente e state giá mangiando?!” (segue ulteriore “mhmmm- mhhh”, con mano davanti alla bocca e dito dell'altra mano puntato verso il rinfresco). Bene. Guardando il lato positivo, se non altro non mi sono strozzata.
E in fondo, dai! Io sono io. Mica posso smentirmi, no? Io sono quella che, durante la pausa per andare in bagno, finisce col cedere il posto a tutti. Certo, la mia vescica sta per esplodere, ma il saltellio degli altri mi sembra comunque sempre indice di urgenza maggiore. Cosí, mi ritrovo ad essere l'ultima della fila. Ma ogni volta che qualcuna esce dicendo “guardate che c'é un problema con lo sciacquone” mi sembra sempre piú una pessima idea. Tra l'altro, ho un flash mentale del famoso incontro con Cremonini a Cesena nel 2002, con qualcuno che avvertiva: “se dovete usare il bagno, attenti, perché l'acqua non va giú bene”. Che a un certo punto mi vien anche da chiedermi se i wc degli studi di registrazione debbano essere sempre intasati per contratto. Comunque.
Il
punto é che, quando arriva il mio turno, c'é un agglomerato
impossibile di carta igenica sul fondo. Cosa che mi provoca un
sincero e assoluto terrore. Voglio dire, sono l'ultima! Se per puro
caso l'acqua dovesse fuoriuscire, indovinate a chi daranno la colpa?
Sono momenti difficili. E come sempre, nei momenti difficili, la mia
mente inizia a fare viaggi tutti suoi. Del tipo che fisso il vecchio
e consunto sacchetto del MediaMarkt appeso vicino al lavandino, con
la sua bella scritta “Yo no soy tonto” in evidenza, e inizio a
pensare che magari potrebbe essere stata la vera ispirazione del
testo della canzone de El canto. Sí , insomma, a me le idee migliori
vengono sempre in bagno, e sempre a partire da colossali stronzate.
Perché mai per il resto del mondo dovrebbe essere diverso? Se non sembrasse la
domanda di una malata di mente ( e se non fossi preoccupata per lo
sciacquone) magari dopo potrei anche chiederglielo, a Dani. Nel frattempo,
peró, mi viene anche in mente come reagirebbe una ragazzina isterica stile fan del nanetto con la frangia (al solito, non lo nomino affinché non capiti gente strana, per sbaglio, sul blog) in questa situazione. La immagino, tutta emozionata, raccontare agli
amici “ho usato lo stesso bagno di Dani Martíííííín!”,
magari saltellando su due piedi a mani congiunte, e mi viene la
ridarella. Lo giuro, non riesco a trattenermi dal ridere. Spero solo
che non ci sia nessuno dietro la porta.
La
voce di Dani “Bueno, empezamos?!”, in lontananza, mi riporta di
botto alla realtá. Improvviso un'ave maría veloce prima di tirare
l'acqua, e grazie al cielo non succede niente. Cioé, l'agglomerato
di carta igenica sul fondo s'infittisce, ma se non altro non ho
allagato lo studio, né creato cortocircuiti irrimediabili. Sospirone
di sollievo, e via, di nuovo, verso la mia poltroncina. Giusto in
tempo per sentire Dani che, indicandomi, dice a qualcuno “ella”.
E guardarlo con aria interrogativa.
Scopriró
piú avanti che, mentre facevo la fila al bagno, lui stava spiegando
a tutti i presenti, nel caso non lo sapessero, che Celine viene
direttamente dalla Francia e “l'altra ragazza, che adesso non c'é,
dall'Italia”. Sono seguite domande in merito alla zona d'Italia in
cui io vivessi, cui la mia amica parigina ha cercato di rispondere
con la miglior esattezza possibile, fissata in un punto intermedio
tra Venezia e Trieste. Tzé, mi perdo sempre le conversazioni
migliori. Vescica maledetta.
Comunque,
un'altra cosa che vi posso raccontare – facendo una lieve
eccezione alla censura sul repertorio - é il momento che piú di tutti gli altri m'ha dato la
pelle d'oca. Ovvero quando é arrivato il mio turno di richiedere la
MIA canzone.
“Ilaria,
te toca!”, diceva lui guardandomi.
“A
me, se fosse possibile, piacerebbe ascoltare Ekix ma...”
“Uff,
quanto tempo che non suoniamo quella canzone! La sapete?!” ,si
rivolge agli altri della band. E proprio mentre troppe teste scosse
stanno per farmi desistere , Iñaki si emoziona piú di me. Visto
l'entusiasmo con cui racconterá l'accaduto su twitter, pare che quel
brano gli piaccia da morire.
“Io
la so!”
“Come
puoi ricordartela?!”
La
fanno piano e voce. Il tutto dopo che Dani si fa portare il portatile
con il testo, che non ricorda bene. Dopo che si sbagliano e gli
sottopongono quello di María la Portuguesa. Dopo che io, visti gli
sforzi a cui li sto costringendo, intervengo a dire che “Dani, se é
troppo un casino non importa, va bene qualunque altra, eh?”
“No,
no! Ekix va bene”. E poi fa abbassare le luci, a creare atmosfera.
E in quella penombra, su quelle note, io vorrei che il tempo si
congeli.
(To be continued)
(To be continued)
:-)))) formaggio e cartaigienica...mi hai fatto morir dal ridere!
RispondiEliminabesos
kit
Era quella l'intenzione! :D Grazie Kit!!
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