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lunedì 2 febbraio 2015

10 modi per farsi venire delle idee (ovvero: tentativi di rendersi utili)

É piú o meno dacché ho memoria che sono in lotta con le idee. Ogni giorno le scaccio, le limo, le scremo. Ma, per quanto io provi a ridurle, sembrano sempre una valigia troppo grande per entrare nell'armadio delle mie ventiquattr'ore. È frustrante. Dico sul serio. E mi dispiace se sembro presuntuosa, quando affermo che pagherei per averne un po' meno. Perchè è un problema serio, per me. Mi rubano tempo. Energie. A volte mi constringono a rinunciare a momenti di vita sociale ed interrelazione col prossimo. Le idee, signori e signore, sono la mia maggior causa di frustrazione. Per ognuna che ne porto a compimento, ce ne sono almeno cinque che sono costretta ad abbandonare. La cosa mi rende nervosa, intrattabile. Difficile da sopportare per chi mi sta vicino.







Capirete, perció, che io resti allibita quando, nelle mie peregrinazioni virtuali, mi imbatto in decine di post con titoli del tipo: “come farsi venire delle idee per i vostri contenuti”; “Più di cinquanta modi per avere sempre qualcosa di cui scrivere” and so on. Cioè, siete seri? Ho anche provato a leggerne qualcuno. Includeva banalità abbastanza sconcertanti. Eppure, fioccavano condivisioni. Commenti entusiastici. Ringraziamenti accorati. Al che mi sono detta: forse di consigli posso darne anch'io. Insomma, basta analizzare quello che faccio quando ho delle idee, giusto? Non ci avevo mai pensato. Salvo qualche doverosa - e a tratti dolorosa - pausa, per me “l'ispirazione” è sempre arrivata e basta. Però, forse, una correlazione con certe abitudini può esserci davvero. Io ci provo, ad elencarle. Non garantisco che possa funzionare anche con persone sane di mente ma, se fosse così, vi prego di farmelo sapere. Insomma: potrei buttare giù un manuale di auto-aiuto, diventare miliardaria e partire per un giro attorno al mondo! Vorrete mica privarmi di questa soddisfazione?

10 MODI PER FARSI VENIRE DELLE IDEE :Tutorial a cura di un cervello iperattivo

1) Passa molto tempo in bagno. Dai, é universalmente noto che il bagno é la fucina di tutte le migliori idee del globo. Nascono seduti sulla tazza del wc. Sotto la doccia. Nella vasca. Sullo specchio appannato mentre ti lavi i denti (bisogna strofinare molto vigorosamente, peró, altrimenti non vale). Ovunque, purché sia tra le quattro pareti della stanza con - si spera! - piú privacy di tutta la casa. L'unica eccezione è mentre ti piastri la frangia. In quel caso no, non viene proprio in mente niente. Dev'essere perchè i neuroni si lessano col caldo, va a sapere. In sintesi: se non hai la frangia e ci tieni all'igene orale (o, in alternativa, hai il cagotto) dovresti essere giá a buon punto per scrivere Guerra e Pace. 




2) Cammina. Sarebbe meglio all'aria aperta, ma funziona anche tracciando degli immaginari solchi alla Paperon De Paperoni mentre vai avanti e indietro per il soggiorno. Non so se ci sia una spiegazione scientifica (forse il cervello si ossigena meglio? Si shackerano i pensieri? Boh) ma ho imparato negli anni che l'ispirazione é tutto fuorché sedentaria. NB: aiuta anche per concentrarsi meglio quando si ripete in vista di un esame.

3) Leggi. Tanto, tantissimo, di ogni genere. Ma, soprattutto, del genere di cui vorresti scrivere tu. Mi spiego: vuoi postare sul blog? Leggi una marea di blog. Vuoi parlare di fisica nucleare? Leggi tutti i trattati possibili e immaginabili sulla fisica nucleare (complimenti per l'ambizione, peraltro) Vuoi scrivere poesie? Leggi poesie. Eccetera eccetera. Lo so che può sembrare un'ovvietà, ma il confronto con gli altri è sempre il primo e principale sprone.

4) Pensa a quello che vorresti leggere tu. Hai una curiosità specifica su un determinato argomento? Ti piacerebbe trovare un'analisi completa di qualche evento che ti ha colpito? Allora cerca su Google se qualcuno ne ha già parlato. Se sì, trova i dettagli che sono stati trattati in modo più superficiale e approfondiscili. Oppure, costruisci un'immaginaria conversazione virtuale con l'autore del post creandone un altro in cui lo citi e dai la tua opinione. Se invece quello che cercavi non esiste: congratulazioni, hai fatto Bingo! Puoi occupartene tu.

5) In tempi di crisi, ricorri al tuo “guru”. Dove per “guru” si intende non qualche sciamano ungro-giapponese, bensí l'autore che in assoluto più ammiri. Insomma: non so se capiti anche a te, ma a me le persone che scrivono bene mettono voglia di impugnare carta e penna. Credo sia una specie di spirito di competizione intrinseco. Di quel tipo di invidia che ti induce a metterti alla prova. Non lo so. In ogni caso, funziona. Perciò, se proprio hai un blocco creativo, riprendi quel libro che hai già letto duemilavolte e rileggilo per la volta numero duemilauno. Può funzionare anche per i contenuti. Voglio dire: se non altro potrai citarne a memoria i passi salienti. Ottimo tappabuchi in caso di necessitá. 

6) Scrivi. Anche semplicemente le riflessioni della giornata. Anche male. Non importa cosa o come, ma scrivi. Sempre. Come diceva - nonostante i suoi trascorsi - il mio caro e sempre venerato Baudelaire “l'ispirazione viene lavorando sodo”. Ed è vero. Personalmente, più scrivo più mi vengono altre idee su cui scrivere. É come una sorta di sistema auto-alimentato: basta iniziare. Ah, piccolo trucchetto extra: butta giú quanta piú roba puoi quando sei “ispirato”. In questo modo, avrai materiale in abbondanza da sfruttare per i momenti in cui sei a corto di idee o hai altro da fare (come pensate che farei a pubblicare piú di un post alla settimana, altrimenti?)






7) Tieni sempre sottomano un tacquino, un cellulare, uno scontrino...insomma, qualcosa su cui appuntare i tuoi pensieri, foss'anche con una grafia da medico che ricorda da vicino i geroglifici egizi. Non si sa mai quando e come arriveranno le idee giuste (beh, a meno che tu non sia in bagno; in quel caso é scontato): meglio essere pronti a fermarle quando ti colpiscono. No, non fidarti della tua memoria. In questi casi non funziona mai.

8) Se possibile, sii meno pigro di me e scrivi la mattina. Personalmente ho sempre pensato che quella dello scrittore che scrive di notte sia una leggenda metropolitana also know as emerita fesseria. Le idee migliori vengono la mattina, appena alzati, subito dopo il caffé. É un dato di fatto. Alla sera sei troppo provato dal lavoro e dalle fatiche della giornata per riuscire a dare il meglio di te.

9) Traduci. L'ultima spiaggia, ma sempre efficace. Trova un articolo che ti appassiona scritto in un' altra lingua a te nota e traducilo citando la fonte. Cosí facendo, lo farai conoscere ad un nuovo tipo di pubblico, che potrá apprezzarlo quanto o piú di te. Prendete il mio post piúletto in assoluto: non é altro se non questo. Grado di sforzo: quasi zero.

10. Non ascoltare musica mentre cerchi idee. A meno che non tu non voglia scrivere di musica, certo. In caso contrario, lascia perdere. Se sei come me, il tuo flusso di pensieri finirebbe con il costituirsi grossomodo cosí: "potrei parlare dei concetti metafisici applicati alla migrazione dei passerotti nel...UUUUUUUHHHH BELLA QUESTAAAAA! Chi la cantava? Quanto tempo!!! Ma dicevo, i fenicotteri...AY QUÉ RICA ESTÁ LA GAMBA, MARI LOLI, BAILA BIEEEEEN (accompagnato da palmas flamencas), siiiii ora la condivido! E quindi, giusto, i koala.... oh, ma l'avranno messa poi Maria Salvador su Spotify? 'Spe che controllo. Ah, cacchio, i prezzi dei biglietti degli imagine dragons, ecco cosa dovevo guardare!!! aaaibetmailaifeee aibeeetmailaiffffff ai bet mai laifff for iuuuuuuuuuu. uuuuu uuuu uuuu! [Fine. Idee R.I.P.]



venerdì 6 dicembre 2013

Idee per un Natale filo-ispanico

Ebbene sì, gente. E' ormai tempo di Mercatini. Di nasi congelati. Di odore di Vin Brulé. Tempo di soundtrack del Titanic suonata live dai peruviani, evidentemente troppo pigri per cambiare repertorio entro il prossimo millennio. Celine Dion, ne sono certa, si paga l'affitto grazie a loro. Anzi, ormai l'avranno fatta cittadina onoraria di Lima. Tra l'altro ottima per tagliarsi le vene, volendo rimarcare il mood della canzone. Comunque.
E' anche tempo di pronostici su chi andrá a Sanremo. Di web contest d'ogni genere e specie (a tal proposito, in attesa dei miei, segnalo questi di Onstage Magazine). Di addobbi. Ecco, soprattutto di addobbi. Di quelli che illuminano gli spazi pubblici con alberi sempre troppo piccoli, troppo grandi, troppo moderni, troppo boh. Di quelli che adornano i balconi privati a intermittenze folli, cromaticamente sconnesse, entusiaste o eleganti spesso in modo incompatibile. Babbi Natale che si arrampicano. Oltraggio all'estetica. Pura ode al kitsh. E nonostante tutto... Dio, quanto mi piace il Natale!

Se siete come me, e volete viverlo da veri filo-ispanici, forse posso suggerirvi qualche idea. Per esempio: 

ALBERO

Ci sono molti modi per decorarlo in onore della vostra amata Penisola Iberica. Se non vi sentite poi così creativi, potete cercare di acquistare in giro per il web delle decorazioni patriottiche che richiamino la bandiera spagnola, o più semplicemente rievocarne i colori alternando il giallo e il rosso nelle luci e nelle palline.


Se poi amate il folklore e non avete paura dei surplus decorativi, ci sono anche quelle che ricordano  il tradizionale Traje de luces dei toreri. 


Per chi preferisce il tocco personale, un'idea carina da copiare potrebbe essere quella di appendere all'albero i souvenir dei vostri viaggi in Spagna: dalla scarpina flamenca presa a Jerez alle palle di vetro della Sagrada Familia con la neve (ecco, magari se avete dei gatti evitate) passando per il portachiavi del Real Madrid. 



Ma la soluzione in assoluto più originale, se vi piace il fai da te, è quella di rivestire delle normalissime palline monocromatiche con le mappe delle città spagnole che avete visitato per un effetto sobrio e al contempo personalissimo con cui stupire tutti i vostri amici. 



PRESEPE 

Se lo fate, non dimenticate di nascondere da qualche parte un Caganer! La figurina, rappresentata nell'atto di espletare proprio quel bisogno primario a cui state pensando dal momento in cui ne avete letto il nome, è di tradizione catalana. Può essere anonima o ritrarre personaggi famosi, ma l'importante è che ci sia: si dice porti fortuna. E sono abbastanza certa che si possa ordinare online. 

MUSICA 

Basta con il solito Jingle Bells! Quest'anno, allietate il cenone della vigilia con autentici villancicos (canti di Natale) flamenchi! Basta navigare un po' sul sito della Fnac per trovarne in quantità considerevoli. E, se proprio non volete spendere, rimane pur sempre Spotify!

DOLCE 

Perchè non affiancare al panettone un bel torrone fatto in casa? In Spagna è il dolce natalizio per eccellenza, e qui trovate una ricetta che potrebbe fare al caso vostro.
Ottimi anche i Polvorones, di origine andalusa. E per il 6 Gennaio non dimenticate il Roscón de Reyes! 

Se poi la nostalgia della terra del cuore vi cogliesse pure a Capodanno, niente paura! Basta sintonizzare TVE Internacional e mangiarsi i 12 chicchi d'uva allo scoccare della mezzanotte alla Puerta del Sol. Un'idea elegante ed originale per presentarli ai vostri ospiti arriva da Pinterest, ed è quella che vedete nell'immagine qui sotto. 




Niente male, vero? E immaginatela accanto a un piatto di lenticchie: l'italo-spagnolismo ve lo guadagnerete ad honorem!

martedì 26 novembre 2013

Dicesi Baby Shower.

Baby Shower: usanza americana diffusa in tutto il globo da serie tv di culto e (presumibilmente) qualche film con Jennifer Aniston. In tali frangenti tende ad essere interrotta da eventi di portata drammatica, quali rottura delle acque, risse con tiro-di-capelli tra invitate, irruzioni di vecchi amanti, decorazioni ridotte in disordinati ma esilaranti frantumi. Grazie al cielo, quello di Laura é stato molto piú tranquillo. Strano, lo devo ammettere, considerato che torta di pannolini e cicogna confiabile– altro che Hollywood – li aveva pure lei. 



Per dare il benvenuto alla bimba che porta in grembo, tutto era stato studiato nei minimi dettagli. C'erano tavolate imbandite, regalini per gli ospiti, premi per i vincitori dei giochi a tema. E, c'era, soprattutto, tanto rosa. Sulle tovaglie. Nei piatti. Nei bicchieri in plastica. Nei tovaglioli. Nelle forchette. Nelle sue due splendide composizioni floreali. Erano rosa i palloncini appesi agli angoli della casa, quelli che Veronica ha gonfiato con efficienza impeccabile. Rosa una candela accesa. Rosa i marsh mallow a forma di margherita. Le caramelle per i piú golosi. Persino le decorazioni degli incredibili cupcakes fatti in casa da Daniela, sí, persino quelle erano tutte rosa. Ed era bello a vedersi, contrariamente a quello che forse state pensando. Un modo come un altro per visitare in carne ed ossa la casa di Barbie, o fare del mondo pendant col mio ipod.



Non ve lo dico mica per niente, badate bene. C'é una ragione precisa se ora mi accingo ad elencarvi le idee piú indovinate dell'ennesimo party stupendamente riuscito. Perché l'ho giá detto: le feste di Laura, dacché ne ho memoria, sono sempre state le migliori. Certo, c'é chi vi direbbe che la compagnia influisce. Te ne rendi conto il giorno dopo, davanti al piatto di carne avanzato dal barbecue, quando i discorsi si spostano sull'elencazione dei capodanni piú disastrosi delle nostre vite. Eppure, se anche voi avete degli amici preziosi e divertenti almeno la metá dei miei, forse un tocco di creativitá basta a fare di un pretesto un evento di cui tutti parleranno per un bel po'. E non precisamente per le risse tra invitate. La capirete dopo, la ragione di cui andavo cianciando. Intanto, peró, leggete qui. Dico a voi, future mamme! Leggete. Forse siete giunte qui per caso, ricerca mirata su Google. Avrete digitato “Idee per baby shower”, magari. O “soluzioni creative per party premaman”, qualcosa del genere. Ebbene, eccone qualcuna, direttamente da quanto ho visto e vissuto Sabato scorso a Desenzano:

SULLA TAVOLA:

- Piccole culle realizzate con uova sode e carote

- Antipasti salati a forma di sonaglini



- Ciucci caramellati (di quelli che si comprano all'Autogrill, per capirsi)
- Biscotti con glassa rosa a forma di lettera, disposti in modo da comporre il nome della nascitura (gli stessi biscotti, chiusi in un sacchettino trasparente, diverranno il regalino da dare ai vostri ospiti al momento del congedo)


I GIOCHI:

- Appendete ad una parete le foto dei vostri invitati da neonati (ve le sarete fatte mandare prima), ciascuna abbinata ad un numero. Date ad ognuno degli ospiti un foglietto con tanti numeri quante sono le foto appese e sfidateli a riconoscere gli altri. Il primo che riuscirá ad abbinare nomi e volti si porterá a casa un premio.




- Prendete un gomitolo di lana (nel nostro caso, ovviamente, rosa) e sfidate gli invitati a tagliarne un pezzo della misura secondo loro corrispondente a quella del diametro della vostra pancia (vostra perché mi sto rivolgendo idealmente a voi donne molto incinte, ovvio. Non é che vale per chiunque). Il secondo premio in palio é per chi ci si avvicina di piú.


- Spronate i vostri ospiti ad infilarsi un palloncino sotto il maglione e disponete un bicchiere di carta all'altro lato della stanza. Con una monetina tra le ginocchia, dovranno raggiungere il bicchiere nel minor tempo possibile lasciandovi cadere dentro la monetina stessa. L'idea sarebbe quella di ricreare una circostanza abbastanza frequente nelle donne in stato interessante: dover raggiungere il bagno per fare la pipí con tanto di pancia e camminata un po' “a papera”. Richiesto un alto tasso di ironia e una quantitá di dignitá ad essa inversamente proporzionale.


Il fatto é che non lo so, se dicesse sul serio. Ma da quando Laura, nel mezzo del suo baby shower, ha avanzato la proposta di mettersi ad organizzare eventi in modo professionale...beh, ho pensato che le riuscirebbe da Dio. Quindi, nel dubbio, io inizio a farle pubblicitá. Anche se, qualunque party voi organizziate o le facciate organizzare, una cosa ve la devo premettere: il livello di emozione che ho raggiunto riabbracciando un'amica con cui sono cresciuta al suo ottavo mese di gravidanza, ecco, quello forse non lo eguaglierete mai. E, se sono melodrammatica, scusate: é per adeguarmi al clima di tutte quelle serie tv.  

venerdì 18 ottobre 2013

Non é un post da Venerdí.

“E' come se ogni persona che muore lasciasse il suo posto ad un'altra che nasce”. Cioè, più o meno come se la vita fosse un treno per pendolari stracolmo, con un numero limitato di sedili blu. Neanche troppo comodi, a dir la verità. Qualcuno mi ha detto quella frase, una volta. E ultimamente io non faccio che pensarci. Sarà che quel viavai ora mi avviene tutt'attorno. Movimento incessante sul mio stesso vagone, mentre cerco invano di ascoltare l'iPod. Sarà che nelle ultime settimane notizie di nascite e di morti mi vengono comunicate nello stesso giorno. Gente che conosco. Gente di cui ho sentito parlare. Persino personaggi in vari campi noti. 



Allora rifletto. Forse c'è davvero qualcun'altro, abbinato a ciascuno di noi. Forse siamo collegati due alla volta, come da una sottile corda rossa di estensione indefinita. Forse il Pianeta Terra è una specie di matassa ingarbugliata. Un gomitolo che si può srotolare. Ma con che criterio ci hanno abbinati? Aree geografiche? Passioni? Se muore un Premio Nobel, per esempio, chi prende il suo posto è necessariamente destinato a grandi cose? O sarà invece un completo buono a nulla, per pura legge di compensazione? Se liberi un posto in prima classe, lo puoi cedere a qualcuno di seconda, o il controllore gli farà pagare un sovrapprezzo? 



Sarebbe bello saperlo. Sarebbe bello...sì, insomma, conoscere chi c'è dall'altra parte del nostro filo. Pensate se ognuno potesse sapere con esattezza chi è la famiglia che metterà al mondo l'individuo che prenderà il suo posto. Entrarci in contatto. Parlarci prima di andarsene per sempre. 

M'immagino un ufficio con le porte in vetro. Gigantesco. Asettico. Dentro, pile e pile di registri (chissà perchè, nonostante il quadro fantascientifico, me li immagino cartacei) ordinati scrupolosamente su appositi scaffali. Chi lo volesse, potrebbe entrarci e chiedere chi c'è, in attesa del suo sedile blu. Certo, dovrebbe compilare maree di scartoffie. Ma, alla fine, un'impiegata con gli occhiali andrebbe a tirar fuori la sua cartella. Ci soffierebbe sopra, per mandare via la polvere. E lui lo saprebbe. Al che potrebbe decidere di dedicare la sua vita alla ricerca di quest'altra persona. O meglio, della madre che la genererà. Una che magari vive all'altro capo del mondo. E nel viaggio per raggiungerla chissà quante altre persone incontrerebbe! Quali avventure vivrebbe! 

Sarebbe una bella trama per un libro, in effetti. 
Ma poi ho pensato che sarebbe troppo drammatica.
Che non potrei ridurla in tweet. 
Che mi fa un brutto effetto, leggere “Dance, Dance, Dance” di Murakami. 

E poi questo non è neanche un post da Venerdì. 

sabato 29 giugno 2013

Una mente malata.


Situazione: due sdraio posizionate sotto il sole. Due persone. Un iPod. 

- Guarda che ti son cadute le cuffie per terra. 
- Ah, grazie. 
- ...che poi te le rimetti sú e ti trovi i quadrifogli nelle orecchie. UUUUHHHH! 



Con uno scatto felino, la ragazza col costume rosso si mette seduta. I movimenti affrettati di una nevrotica, inizia a sondare con affanno nel contenuto di una piccola borsa bianca. Poi, finalmente, trova il cellulare. Lo afferra. Sospira di sollievo.

- Oh, che succede? 
- I quadrifogli nelle orecchie! E' un'immagine bellissima! Me la devo segnare AS-SO-LU-TA-MEN-TE!
- …
- Cioè, puó diventare una metafora per qualcosa. “Io che ho quadrifogli nelle orecchie”! Wow!
- Sí, non che abbia molto senso...
- Ma non importa! Suona bene! Il senso poi si trova, basta costruirci un contesto attorno! 
- …
- Per esempio, potrebbe voler dire che...ehm... che...
- …
- Ci sono! Che le mie orecchie sono fortunate perché possono ascoltare la sua voce! Oddiooooo, é anche romanticissimo! 

Esaltata, la tizia col costume rosso si rimette a dormire. 

Decisamente, a me il sole fa male. 

lunedì 11 giugno 2012

Euro, 12. Sul cartellino del prezzo.


Comunque: a me, la dicitura “Euro12”, fa venire in mente, piú che altro, un cartellino del prezzo. Cosí, visto che il mio cervello fa notoriamente viaggi tutti suoi, mi sono messa a pensare a cosa potrei comprarmi (o mi comprerei, o mi sono comprata) con quella cifra. Non me ne vogliano teorie anticapitaliste, ma devo dire che é piuttosto sorprendente come una banconota rossiccia e una moneta argentodorata possano bastare a sprazzi di felicitá. Sempre che tu non abbia, poi, grosse pretese.



Euro, 12. Tirati fuori dal portafoglio, per me hanno all'incirca questo valore:

1. Un volo Ryanair da Verona a Madrid (prenotando ora, e per tempo limitato)
2. Un biglietto per venire a vedermi ballare flamenco a San Vito al Tagliamento (l'assonanza, giuro che non era voluta). 
3. Due biglietti per un concerto dei Belgrado (nel caso in cui non l'annullino prima)
4. Un biglietto per un concerto de El Pescao.
5. Una maglietta da Pimkie.
6. Un cd in offerta alla Fnac.
7. Un libro in edizione economica
8. Un pack di merchandising di Dani Martín (maglietta + foulard o maglietta+ agenda)
9. Una pizza marinara con bibita e coperto.
10. Un'abbuffata infinita da Pepe y Pepa a Málaga (o, in alternativa, una cena alla Marisqueria Vicente. O una paella al Palo, fate voi.)
12. Due mojito a bordo spiaggia.
13. Un biglietto del cinema con una confezione mini di pop-corn.

E voi? Che cosa comprereste, invece? Nei commenti, porte aperte all'immaginazione! 

martedì 21 febbraio 2012

Carri allegorici ed attualitá: ve le do io, le idee!

I dilemmi di martedì grasso. Gli stessi da una vita, ma oggi soprattutto due: perchè gli uomini travestiti da donna sanno portare con scioltezza il tacco dodici e io no? E, poi, i carri allegorici non dovrebbero avere una qualche minima attinenza con quanto accaduto nel corso dell'anno? Cioè, non dico che debbano per forza fare satira pungente, ma se l'unica ispirazione alle cronache é una raffigurazione in cartapesta (peraltro, ben fatta) sul famoso tunnel del Cern, a me sembra che manchi qualcosa. Oltrettutto, ora che mi ci hanno fatta pensare, condivido il loro dubbio: che diavolo ne é stato di quell'esperimento lì?



Il fatto è che credo di averlo già detto: il carnevale, di per sé, non mi fa impazzire. Per lo piú non mi travesto, nemmeno. Peró, rimane il fatto che sono una creativa. Presumo di avercelo nel DNA e, oggettivamente, é spesso piú una tortura che un pregio. Perché io non riesco a smettere di partorire idee. Mai. Nemmeno un istante. Cosí, poi paragono la triste realtá di Giamaica, Preistoria e Torte con i miei scenari mentali e, inevitabilmente, me lo chiedo: come caspita é possibile che ci abbia veramente pensato solo io?! Sul serio la fantasia é rimasta dominio di pochi? Una volta, anche nel nostro piccolo ritaglio di nord est, i carri e i gruppi mascherati erano colorato pretesto per ricordare quanto successo, ridendoci sú. Ed oggi, a me, sembra che sia rimasto invece solo colore.

Comunque la colpa é mia, lo riconosco. Faccio presto a dire – a ripeterlo ogni anno – che le mie idee erano belle e spiritose, se poi per pigrizia non le metto in pratica mai. Del senno di poi son piene le fosse, della serie. Ma é con quel senno di poi che oggi voglio raccontarvi ció che mi ero aspettata non fosse venuto in mente solo a me.

Del tipo: i Maya. Possibile che al Carnevale del 2012 non si faccia neanche una menzione ai Maya?! A me, sinceramente, sembrava quasi banale. Avevo pensato che sarebbe stato spiritoso travestirmi da Ape Maya, in realtá, con la parrucchetta bionda, le alette e le righe di rito. Ma contaminare il tutto col caratteristico elmo della comunitá precolombina. Con una lancia. Con uno scudo su cui fosse raffigurato (sarebbe bastato stamparlo e incollarcelo sopra) il famoso calendario profetico. Per dire.



E poi mi sarei aspettata di vedere almeno un gruppo di quattro ragazze travestite da Hostess della Pan Am. Facile e d'impatto inmediato,con strizzata d'occhio alla serie tv.



La mia idea piú bella peró, era indubitabilmente quella basata sulla protesta del mondo del web. Un po' nerd, forse, ma di sicuro sulla bocca di tutti. In realtá, questa posso anche capire che non sia stata realizzata: troppo recente per avere tempo di montarci sú un carro. Ve la devo raccontare, peró, perché l'avevo visualizzata bene.



Pensateci. Gruppo mascherato composto da: gente con la maschera di Anonymous (che poi é giá carnascialesca di per sé); pirati in stile classico, con tanto di bandiera, che trascinano fumettesche palle da carcerato al piede; poliziotti con la scritta FBI sulla divisa che li inseguono; icona del “mi piace" di facebook, affissa in cartapesta su qualcuno imbavagliato; icona di Youtube, imbavagliata anch'essa, smartphones imbavagliati, icona di msn imbavagliata, e via dicendo. Sul carro, il gigantesco schermo del computer e due agenti dell'FBI che lo colpiscono con un martello. E non puó certo mancare l'uccellino di twitter tristemente chiuso in una gabbia.

Polemico ma figo, no? Avrebbe riassunto tutta la vicenda anche con certa minuzia. Ci sarebbe solo da finire di pensare alla musica. 

Vabbé. Sia come sia, tenetemi presente per il prossimo carnevale. Che magari io non mi maschero, peró vi elargisco molto volentieri idee. 

martedì 6 dicembre 2011

Regali di Natale per Filoispanici

L'albero sta lí, ancora spoglio e un po' sbilenco, intento a impossessarsi del suo consueto angolino. A ricoprirlo c'é la polvere di un anno che – non lo so perché- odora di transizione. Stavolta, per adornarlo, useremo decorazioni fatte a mano. Cuori intagliati nel cartoncino bianco. Bagni di porporina e brillantini spray. La neve altro non sará che cotone, in una specie di Copy & Paste alla Muciaccia che, se non avessi avuto la brillante idea di beccarmi l'influenza intestinale, di sicuro m'entusiasmerebbe un casino. Non é istinto creativo fine a se stesso, intendiamoci. E nemmeno adeguamento spicciolo ai tagli di MarioMonti, l'uomo che continua a sembrarmi una domanda da test della personalitá (io preferisco la spiaggia). No. E' che, vedete: quando l'anno precedente la tua gatta ha fatto capitombolare l'abete a terra in una media di due volte al giorno, inizi anche a valutare soluzioni alternative. Questa sua ossessione per le forme sferiche, tra l'altro, non é mica sana: ieri, mentre guardavo Fiorello, ha piazzato la zampetta in faccia a Jovanotti. Tutto perché, sullo sfondo, le luci dei riflettori le sembravano piccole palline. Cioé, capite la gravitá? Che poi, non riuscendo a prenderle, c'é pure rimasta male. Poverina.

Comunque. Respiro atmosfera natalizia a Go Go. Sará per questo che m'é venuta voglia di parlare di regali. Per questo, o magari per la pubblicitá invasiva con cui le aziende danno a conoscere le loro “apposite confezioni” sul web. Resta il fatto che le mie vocazioni da aiutante di Babbo Natale non sarebbero tali se non prendessero le misure di gusti e caratteri del destinatario. Dei destinatari, anzi, in questo caso. Perché quelle che vi propongo a seguire sono soluzioni regalo perfette per qualunque declinazione di filoispanismo . Poi resta beninteso che potete suggerirne altre voi. 



-PER IL FILO-ISPANICO NOSTALGICO. E' l'italiano che, per studio o per lavoro, ha vissuto una certa quantitá di tempo in Spagna. Quello che proprio non vuole rassegnarsi al ritorno in patria e porta gli amici allo sfinimento con il monotematismo dei suoi verbi al passato. Ex erasmus in depressione, turista disadattato con un pezzo di cuore a Madrid, gente con lo sguardo perso che mescola le lingue nelle sue conversazioni quotidiane. I filoispanici nostalgici si commuovono guardando vecchie foto e non passano giorno senza fermare lo zapping satellitare su TVE Internacional. Per loro propongo:

  • SOLUZIONE 1 ( fino a 20 euro): I sapori e gli odori sono tra le cose che piú stimolano il ricordo. Ecco perché i filo- ispanici nostalgici ricercano costantemente i piatti e le bibite (per lo piú alcoliche) che hanno caratterizzato il loro passato felice. Un libro di ricette spagnole puó aiutarli nell'intento. Personalmente mi trovo bene con “ I sapori della Cucina Spagnola” di Daniela Guaiti (De Vecchi editore) ma una rapida occhiata tra gli scaffali di una librería qualunque vi fará sicuramente trovare un volume a caso vostro, rimanendo al di sotto dei 20 euro. In alternativa, se avete l'opportunitá di andare in Spagna prima di Natale, potete ricreare il kit gastronomico perfetto in un qualunque supermercato. Una bottiglia di Tinto de Verano Sandevid o uno stock di Colacao li renderá ancor piú felici, garantendovi peraltro un risparmio notevole.



  • SOLUZIONE 2. (da 15 a 25 euro circa ): se il vostro filo-ispanico nostalgico é anche un accanito lettore, un libro in lingua originale puó sempre essere una buona idea. Consiglio sempre qualcosa di non troppo impegnato o tecnico perché, per quanto il destinatario possieda un ottimo livello di castigliano, stará comunque sempre leggendo in una lingua diversa dalla sua. L'ideale é un romanzo o qualcosa di comico, come le mitiche raccolte di monologhi di Buenafuente (in tal senso, un classico sempre intramontabile). In alternativa, – nel caso in cui la vostra liberia di fiducia non vantasse l'apposita sezione per stranieri e voleste evitare le spese di spedizione dalla Spagna – potete deviare verso un romanzo in lingua italiana ambientato in terre iberiche. Carlos Luis Zafón é di certo il caso  da noi piú famoso ma anche, forse, il piú “scontato”. Io ho apprezzato particolarmente “Ritorno a Granada” di Victoria Hislop e “Il segreto del Gazpacho” di Gervasio Posadas. Ma, con google e un po' di pazienza, le soluzioni al caso vostro possono essere davvero molte.
  • SOLUZIONE 3. (da 50 euro in sú) : Se avete un budget piú alto, sará sicuramente apprezzatissimo un cofanetto dell'ultima stagione della sua serie spagnola preferita (informatevi prima di quale sia, onde evitare fastidiose gaffes) o una raccolta di film del suo regista spagnolo preferito. Potete ordinarli da siti affidabili come fnac.es (comodo anche per tempi di spedizione: si affidano al corriere UPS e sono davvero rapidi), zonadecompras.com , il nuovissimo amazon.es o elcorteingles.es 


  • SOLUZIONE 4. (piú di 50 euro ): Sempre in caso di budget piú ambiziosi, il migliore dei regali per un filoispanico nostalgico rimane sempre e comunque un biglietto aereo per tornare nel luogo in cui ha lasciato un pezzo di cuore. Meglio ancora se con soggiorno in hotel incluso per tutto il weekend.

PER IL FILO- ISPANICO FLAMENCO. E' quello (anzi, quella: nella loro maggioranza sono donne) che, della Spagna, ama soprattutto le radici musicali. Studia flamenco o magari l'insegna. E non importa che lo suoni, lo canti o lo balli: imparerá inevitabilmente il castigliano con perfetto accento andalú. Lo farebbero felici:
  • SOLUZIONE 1. (fino a 20 euro) : Un kit fai- da- te comprendente tutti quei piccoli accessori di cui una bailaora non puó fare a meno: rosa per capelli, orecchini a cerchio finto-argento, pettinino e forcine. Sempre utili e sicuramente apprezzati, vi faranno fare bella figura a poco prezzo. 


  • SOLUZIONE 2. (piú di 50 euro) : Cambia il genere, ma anche in questo caso i cofanetti possono essere un'idea azzeccata. Con l'avvicinarsi del Natale, le antologie tematiche in cd e dvd spopolano su internet e nei negozi spagnoli. Numerosi siti, come “De Flamenco” li hanno a loro volta raggruppati per fornirvi qualche idea. Per comprare dall'italia, i soliti Fnac, Corte Inglés, Amazon e Zona de Compras sono, anche in questo caso, i piú affidabili.

  • SOLUZIONE 3. (piú di 70 euro ) : Se potete permettervi spese piú esose, una gonna professionale o – ancora meglio – un paio di scarpe da flamenco faranno la felicitá della vostra destinataria. L'importante, se non siete degli esperti, é che vi informiate prima in merito alle marche, onde evitare di incorrere in fregature.
- PER IL FILO- ISPANICO CALCIOFILO. Ogni tanto si sveglia urlando “Campeones del mundooo”, in casa ha un altarino dedicato a San Iker e la Roja é la sua religione. Probabilmente a quest'ora sta meditando di migrare a Plaza Colón in occasione della prima partita di Euro 2012. Per lui:
    SOLUZIONE 1. (fino a 20-25 euro): Il peluche di un Polipo gli ricorderá sempre il mitico Polpo Paul e, con lui, una delle giornate piú belle della sua vita. Nei negozi di giocattoli per bambini ne troverete senz'altro uno. Non ha importanza se non é quello originale: eventualmente potete sempre sbizzarrirvi con la confezione, sfogando la vostra creativitá a costo zero. Immaginate, ad esempio, l'impatto visivo di due vaschette di plastica accostate. Appiccicate su di una la bandiera della Spagna precedentemente disegnata su carta o cartoncino e sull'altra quella dell'Olanda. Inserite il peluche nella prima e...beh, capirá senz'altro a cosa volete alludere.

    - SOLUZIONE 2. (piú di 50 euro) Un'altra bell'idea (seppur piú costosa) é il Kit del Tifoso della Roja, che trovate giá pronto su molti siti web o che potete creare in autonomia, ad esempio unendo una maglietta della Selección campione del mondo a cappellino, sciarpetta o bandiera. Anche in questo caso, basta armarsi di santa pazienza e fare un giro sui siti web.
- PER IL FILO-ISPANICO AUTOIRONICO. Persona tendenzialmente felice e spiritosa, non rinuncia a prendere in giro sé stesso e la sua grande passione iberica. Gli strapperete un sorriso con:
  • SOLUZIONE 1 (fino a 20-25 euro) . Che ne dite di biancheria intima targata España? Calvin Klein propone dei boxer da uomo che fanno proprio a caso vostro. E, per lei , un bel tanga con bandiera fa sempre il suo effetto. 



  • SOLUZIONE 2 (fino a 20-30 euro). Per chi ama sperimentare davanti ai fornelli, il grembiule flamenco é il must che ogni filo-ispanica dovrebbe avere. Se riuscite a fare una capatina in Spagna, lo troverete in qualunque negozio di souvenir. In caso contrario, al solito, c'é sempre il caro vecchio web (lo vendono anche siti italiani come idearegalo.it).
  • SOLUZIONE 3 (50 euro circa). Chi non ha mai sognato di tornare bambina, anche solo per un'istante? La Barbie Flamenca adempie perfettamente a questo scopo, proponendo inoltre una gran varietá di modelli. Da notare che sia questa soluzione che la precedente potrebbero essere perfette anche per la filoispanica flamenca.


- PER IL FILO-ISPANICO FAN. E' fan di un gruppo o cantante spagnolo, ragion per cui pianifica le sue vacanze in base alle date di un tour e i suoi risparmi vanno interamente a beneficio di Ryan Air. Per lui, senz'altro:

  • SOLUZIONE 1 (fino a 20 euro) . Un kit di merchandising del suo idiolo. L'esperienza personale mi induce a dire che i fans  di Dani Martín li trovano giá pronti sul sito apposito. Per gli altri, non sará comunque difficile assemblarne uno personalmente: se accostate a una maglietta qualcosa di piú economico come pins, penne, etc dovreste riuscire a farlo felice per un prezzo ragionevole.
  • SOLUZIONE 2. (fino a 50-55 euro) Se l'artista ammirato dal vostro filoispanico é uno di quelli che riempie i palasport, una tenda quechua pieghevole (con l'eventuale aggiunta di un sacco a pelo) potrebbe rendere un po' piú confortevoli le sue notti all'addiaccio mentre spera nella prima fila.

  • SOLUZIONE 3. (piú di 50 euro) Per disponibilitá economica maggiore, non c'é cosa che farebbe piú felice un fan filoispanico di un biglietto per il prossimo concerto con allegato viaggio andata e ritorno per la cittá in cui avrá luogo.

Se poi volete aggiungere al vostro regalo un tocco di creativitá in piú, potete presentarlo in una delle scatole di Todo Lo Demás esPrestado. Vendute sia online che in appositi negozi in Spagna, rappresentano tutto ció che davvero si dovrebbe regalare a qualcuno che ci sta a cuore: dai baci ai ti amo, passando per “migliaia di momenti felici” e “un sacco di fortuna”. Comprandone una contribuirete inoltre ad una buona causa, dal momento che tutto il ricavato andrá a beneficio dei progetti sociali del San Joan de Dios.



Allora, avete giá trovato il regalo che fa per voi?