sabato 17 ottobre 2015

Cachitos de Italia: la musica italiana che ha trionfato in Spagna


Era fine Settembre. Le tendenze di Twitter, in Spagna, erano tutte un commento alle elezioni catalane. In mezzo a loro, però, un hashtag aveva catturato la mia attenzione. #CachitosItalia, declamava inaspettato. E, con la sua popolarità, sembrava già rivendicare una nomination ai prossimi (prestigiosissimi!) Italo Spagnola Awards. Cliccandoci sopra, ho scoperto che si riferiva ad un programma allora in onda su TVE. Uno speciale che, denso di metafore gastronomiche, ripercorreva la storia della musica italiana che negli anni ha trionfato nella Penisola Iberica.

Ebbene, di quel programma ho trovato adesso il video su Internet. Ve lo propongo, non soltanto perchè è l'ennesima ottima occasione per scoprire come ci vedono all'estero; Ma anche - anzi, soprattutto - perchè porta ad esplorare frontiere nascoste oppure ormai dimenticate dell'italo-spagnolismo musicale. Ah, siccome in Spagna sono avanti, sappiate che c'è anche la playlist del programma su Spotify. 



Per chi non avesse un'oretta a disposizione o volesse sapere a cosa va incontro prima di cliccare play, eccovi un resumen dei punti salienti.



- La strepitosa notizia per cui Torrebruno, italiano d.o.c, aprì nientemeno che il concerto dei Beatles a Las Ventas di Madrid. Mica cotica.

- Un videoclip itagnolissimo di Albano e Romina in abiti gitani che cantano "Prima Notte d'amore" nella cornice di un pueblo blanco che giurerei collocato in provincia di Cadiz. 



Renato Zero che canta in spagnolo con addosso una specie di maschera rossa con la Z di Zorro. La didascalia dice che "aveva ceduto al fascino del Glam Rock", ma dietro a quell'affare "somigliava più a Camilo Sesto che a David Bowie. "


- Modugno nelle vesti di intrattenitore bilingue, che sfoggia un "vogliamo cantare tutti assieme? Cantemos todos?" come se declamasse i miei stati italo-iberici su Facebook. 

- Il revival di grandi classici come Lucio Dalla ("responsabile - con Caruso - di aver dato vita a tutta una scuola di cantanti con la voce rotta"); Toto Cotugno ("riferimento di studio obbligato per capire meglio Sergio Dalma"); un'irriconoscibile Anna Oxa col caschetto bruno, la Sgianna Nannini, una scatenata Rita Pavone e la - sempre e ovunque lodatissima - "tigresa de Cremona" Mina. 




- Un giovanissimo Eros Ramazzotti con i jeans a vita spaventosamente alta ed un timbro quasi normale. "Non sappiamo perchè, ma da qui in poi la sua voce è diventata sempre più nasale", commenta la tv spagnola. 

- Lo spazio riservato a nomi più attuali come Marco Mengoni con la sua performance all'Eurofestival, un agitatissimo Jovanotti ai tempi di Gimme Five e Zucchero con Baila. 


- Milva con la r arrotatissima in una toccante interpretazione de "La cucaracha, la cucharacha, ya no puede caminar". 

- Le coreografie de Las hermanas Goggi. 



- ... E la migliore in assoluto: Sabrina con la giacca da torero (!!!).

- I duetti itagnoli. Tipo Gina Lollobrigida e Raphael in Besame Mucho; oppure Patty Pravo e Julio Iglesias in Bambola. VamVola, anzi, secondo lui. D'altronde lei gli dice "NON te acuerdas", non è che ci possiamo lamentare. 



- Morandi in una versione psichedelica di Bella Belinda che si dimena con un volante che galleggia in mezzo ad ingranaggi in cartongesso. Boh. 

- Le versioni spagnole di canzoni italiane, come Yo Canto a cura del cappellonissimo Riccardo (anzi, perdón, RICHARD) Cocciante; Yo Caminaré di Fausto Leali, Yo no te pido la Luna di Fiordaliso, Será Porqué te amo dei Ricchi e Poveri o (con l'accento) di Tozzi. C'é persino Gigliola Cinquetti che intona "La lluvia no moja nuestro amor cuando yo soy feliz" (e il cielo blu che fine ha fatto?) e di nuovo Patty Pravo - ormai é un'ossessione - che si rivolge a "tú que en Kengsinton Vives" nell'interpretazione iberica di Walk on The Wild Side. La menzione speciale va però al povero traduttore di Centro di Gravità Permanente di Battiato. Me lo immagino a piangere in un angolino maledicendo la sua intera discendenza mentre cerca di rendere in spagnolo "Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming" 



- Gli spagnoli che hanno cantato in italiano, per lo più cimentandosi con le cover. Ana Belén, per esempio, con Agapi Mou e un album intitolato addirittura Made in Italy. O Victoria Abril con un click d'ironia (e il cuore che si EXALTA).


- La rivelazione per cui ti accorgi, dopo tanti anni, che la melodia alla base di Venezia degli Hombres G è esattamente LA STESSA di Centro di Gravità Permanente di Battiato.

Miguel Bosé e Sergio Dalma, i più italo-spagnoli di tutti. 

I Collage (ma voi ve li ricordate?) che, definiti la versione italiana de Los Pecos, pare siano stati uno dei gruppi nostrani di maggior successo in Spagna (nnamo bbene)









- Il montaggio con Se Fue di Laura Pausini, la didascalia che informa del fatto che "mancano venti secondi perchè Laura se ne vada", e subito dopo Nek che canta "Laura se fue". GLI SPAGNOLI SONO L'UNICO POPOLO CON IL MIO STESSO SENSE OF HUMOR.

- Il finale col botto a cura di Raffaellona Carrà, amatissima dagli iberici oltre che la più citata ed adulata nei tweet di commento alla trasmissione. 




A voler proprio fare un appunto, mancavano i LunaPop con Vespa Especial. Un programma così, però, io lo vorrei anche da noi. Ovviamente, con la musica spagnola. RAI, MI SENTI?! RAAAAAIIIIIII?!?!

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