giovedì 30 gennaio 2014

Trecento, ma questa non è Sparta. É Bologna, invece.

[A titolo informativo, questo è il mio post numero 300 su Blogspot. Da lì il titolo. Gioiamo.]





Certi concetti non sono mai ritriti. Io amo la musica anche per le persone che mi fa conoscere, e ho intenzione di ripeterlo ancora. Non è solo per i live. Sono le situazioni che ti porta a vivere. Quelle che apparentemente le sono estranee. Tutti i momenti che ti saresti persa se un giorno non avessi ascoltato una canzone. Incredibile, se ci fai caso.



Ci penso in Piazza del Nettuno. Bologna, oggi, è bella più che mai. Mi isolo per un attimo dalla conversazione e inizio ad osservarla: i raggi del sole ne esaltano i toni caldi. Il cielo troppo azzurro, su di noi, sembra ammiccare. “Che giornata!” ha detto Angela poco fa. Ma poi, assieme agli occhi, ho smosso anche i pensieri. Deja vù di Capodanni; di notti brave al Tonic; dei bomboloni alla crema caldi del mattino. Le case di un'amica. Il coniglio che sgranocchia i cavi. I tanti pasti al Mc Donald's. E, soprattutto, le peregrinazioni di una fan.




Sembra che si ritorni sempre qui, in definitiva. Qui, dove una me quindicenne organizzava pellegrinaggi a un edificio di via Montegrappa e macchinette usa e getta precedevano gli smartphone in surplus d'imperfezioni. Non li avrebbero documentati, quei ritagli di giornale. Stavano affissi alle pareti di un bar. Dall'altro lato della strada, un campanello che mai avrei avuto il coraggio di suonare. Iniziali. Treni presi. Insulti da cancellare da un muro. Quel concetto, alla fin fine, l'ho elaborato lì. Succedeva tanti anni prima, chiacchierando con Chiara sulla strada per la stazione. E per la prima volta dotavo di voci dei nickname. Sorrido. Il nostro punto d'incontro era una chat di Mirc. Robe che solo i trentenni ricordano ancora.

Torno presente alle mie interlocutrici. Angela mi ha presentata alle amiche come una ragazza conosciuta grazie al Cile e il discorso s'è spostato, in generale, sui fanclub. Istruttiva, la cosa. Più che altro perchè il loro entusiasmo post Google mi permette di elaborare la strategia di viral marketing definitiva. Leggi: girare per l'Italia sventolando una foto di Dani Martín e sotto la scritta “seguitelo”. Dati scientifici (e bavette varie) dimostrano che almeno la metá della popolazione femminile andrebbe a incrementare – cosí, sulla fiducia – la base utenti della mia fanpage. Divago di nuovo. Sará perché ho fame. Comunque mi sento prendere da un'ondata d'affetto nei suoi confronti. Perché quanto ad esperienze vissute, indirettamente é lui che me ne ha regalate di piú.

Quindi amo la musica. E basta. Ché se non fosse per lei mica l'avrei avuto, questo revival di vita universitaria. Dove ti basta camminare per strada per incontrare qualcuno che conosci. Dove intavolare conversazioni é piú facile che mai. E a che servono i tacchi, se l'universo è informale?

Dello scorso weekend ricordo, adesso, i kilometri fatti. Il padiglione fieristico raggiunto a piedi dal centro. La stanchezza che si finge alcol nell'annebbiare situazioni. Il cibo ingurgitato senza soluzione di (dis)continuitá. E ancora il tea al cacao. Le risate. Gli aneddoti. I discorsi fatti perché “tu mi capisci”. Le biblioteche con il piano a disposizione di chiunque. L'insegna del BomboCrepe come un faro nell'oscuritá.

E poi le mostre della Notte Bianca. I quadri esposti in Accademia. Il vino rosso tracannato di fretta a qualche inaugurazione. Ricordo le tele interattive con cui ci divertivamo a giocare. Le nostre sagome impegnate ad afferrare la Luna. Per non parlare dei panni da stendere. Della colazione alle quattro del mattino. Della coppia di perfetti sconosciuti che ho immaginato ideale per un ruolo in un film. Ricordo un appartamento incasinato, le collezioni di cianfrusaglie, e tuttavia ancora lo spazio per offrirci un caffé.




Bologna ce l'ho ancora nelle gambe, anche adesso che sono passati dei giorni. E' una cittá di ricordi a cui mi sono arresa a ritornare. Una tappa di passaggio. Un crocevia di vite e gioventú.

Lo scorso weekend, su quelle strade, ho aggiunto un altro tassello di vissuto. E, ancora una volta, non sarebbe successo se non avessi ascoltato una canzone. 

Non che potesse essere altrimenti. Ci sono luoghi che, in qualche strano modo, una melodia la portano già con sè. 

venerdì 24 gennaio 2014

La piccola, inattesa, invasione ispanofona nelle radio italiane

Ve ne sarete accorti: nell'ultimo periodo un'inspiegabile invasione di musiche ispanofone ha colpito le radio italiane. Dico inspiegabile perché ci hanno abituati ad aspettarcele in estate. La lingua di Cervantes, si sa, fa tanto vacanza. Villaggio Alpitour. Veline in trasferta massiva a Formentera. Film di Pieraccioni con figone mezze nude che ballano su un tavolo. Spiagge bianchissime. Mondiali. 'Somma, tutte quelle robe lí. Il punto é che non me l'aspettavo. E, anche se l'invasione non é certo quella che mi sarei auspicata (eqquandomai, Santa Pazienza!), va da sé che ne dovessi parlare. Il "meglio poco di niente", tutto considerato, non è poi la peggiore delle filosofie.

Le novità castigliane in rotazione sui network sono, essenzialmente, due. C'è il solito Jarabe De Palo - Miglior Vip Italo-Spagnolo su Twitter nel 2012 - che torna con un Pezzo Vinavil di cui, una volta ascoltato, non vi libererete ad occhio e croce mai più. S'intitola "Somos" e vanta un videoclip davvero bellissimo. A flamenchizzare il tutto, la collaborazione della cantaora Montse Moreno, nota come "La Duende".


E poi c'è Ana Tijoux, che in realtà di spagnolo non ha niente (è nata in Francia da genitori cileni), se non la lingua in cui canta. La sua 1977, di per sè, non mi piace neanche granché. L'ho però accolta con entusiasmo per la ventata di speranza che si porta dietro. Voglio dire: il rap in spagnolo, da noi, s'era sentito poco o nulla, fino ad ora. L'introduzione di un brano così lontano dagli stereotipi tutti italici di flamenco, reggaettón e ritmi latino-americani...beh, mi fa pensare che, forse, anche per gli altri generi in castigliano possa esserci un futuro da noi.


In Spagna, peró, é di un altro disco che tutti oggi parlano. Si tratta di "Pólvora", il nuovo - atteso - lavoro di Leiva. Io non l'ho ancora ascoltato, lo devo premettere. Ho peró amato alla follia il precedente Diciembre. Ed é per questo che, con le aspettative all'ennesima potenza, questa breve carrellata dovevo concluderla cosí. Con la traccia di apertura dell'album. Con "i versi che ci spezzano", con "i lacci che ci segneranno".  Con l'auguro "qué no mueran nunca los cantantes!" (che non muoiano mai i cantanti!) che un po' si presta a morale di questo e quasi tutti i miei post.


martedì 21 gennaio 2014

30 Momenti Epici al Palacio de Los Deportes

Con l'acquisto del biglietto numero due per l'evento dell'anno (leggi: doblete di Dani Martín nella Primavera iberica) ho ritenuto appropriato passare in rassegna i momenti epici da me vissuti nella stellinata location che l'ospiterá. In realtá, alla base di quest'idea c'é una discreta ansia. Sí, insomma: sono anni, ormai, che covo il progetto bizzarro di scrivere un romanzo sulla vita dei fan. La trama – che non sono mai riuscita a sviluppare in modo parallelamente decente e non autobiografico – dovrebbe cominciare e finire nello stesso luogo. Nello specifico, l'epilogo avverrebbe in occasione di un concerto importante, nello stesso palazzetto intriso di ricordi in cui la protagonista aveva visto il suo primo live. 



Ora: dopo aver comprato il biglietto numero due mi sono resa conto che al Palacio de Los Deportes, nell'anno 2008, ho visto il mio primo live de El Canto del Loco. L'annunciato afflusso di VIP, il viral marketing dei cartellini e la registrazione su DVD definisce altresí “importante” la doppia data live di Maggio. La consapevolezza ha dato il via ad una serie di trip mentali per cui mi sono chiesta se il romanzo che volevo scrivere non fosse in realtá il romanzo della mia vita che qualcun altro sta scrivendo per me. E siccome l'epilogo l'ho sempre immaginato tragico, potrete capire il tormento interiore. Altrimenti noto come cagotto incipiente. A sua volta altrimenti noto come “capite perché non ho bisogno di droghe?”. 

Per scongiurare tutto ció, e cercare di ficcarmi in testa che non sono la protagonista di un qualche pseudo-film di fantascienza, ho maturato quest'elenco. Ergo, ve lo sottopongo; per dirla tutta, senza troppe speranze che vi possa interessare granché. 



30 MOMENTI EPICI VISSUTI AL PALACIO DE LOS DEPORTES DI MADRID

1. L'addio a Jandro impresso sui monitor.

2. Le bandiere italiane disegnate sul braccio a inizio concerto, nel piú perfetto stile Bimbeminkia.

3. L'ammasso indefinito di verde, bianco e rosso spalmato su tutto il corpo a fine concerto, nel piú perfetto stile Kiss Che Si Struccano.

4. Valeria sull'orlo del collasso.

5. Paco che mi solleva all'improvviso da dietro a metá dello show. Io che per un attimo penso :“sto volandooo, maccheffigoooo!”.

6. L'omaccione cattivo che mi strappa di mano il bruttissimo cartellone arancione a cui mi ero affezionata instaurando un rapporto tipo Linus con la sua coperta.

7. L'abitudine di Dani di tirarsi un secchio di acqua gelata in testa nel mezzo dello show e lanciare il suddetto secchio al pubblico una volta svuotato. Eleonora che, mi dicono, rischi per quel gesto la commozione cerebrale.

8. La concomitanza del concerto con la vigilia di una partita decisiva Spagna Vs. Italia agli Europei del 2008. L'intero Palacio de Los Deportes Sold Out che intona “Chi non salta italiano é” (e un sacco di altre cose molto meno carine). Io che, nel mezzo, cerco invano di nascondere la mia bandiera.

9. I Premios 40 Principales con il record di statuette per la mia amata band.

10. L'avvenenza non trascurabile del tizio all'ingresso.

11. La coppietta amorfa che il Destino m'assegna come vicina di posto in gradinate.

12. L'esaltazione con cui mi alzo in piedi ballando come una tarantolata alla prima apparizione de ECDL sul palco. Il che, visto che i miei amici sono tutti nel parterre e sto seguendo il galá da sola, viene visto dai miei vicini come un chiaro sintomo d' insanitá mentale. Il fatto che continui a ridere per gli sms che ricevo forse non gioca  del tutto a favore di una smentita.


13. Il primo dialogo face to face con Dani Martín della mia vita. Lui indossa un giubbotto in pelle nera e il suo miglior look da Pablo Corso senza barba. Io, un naso da pagliaccio verde in plastica e un'espressione da ebete.


14. Il povero cantante del Perú che passeggia solo e sconsolato premio e riccioli per le strade di Madrid. Per poco non ci abbraccia commosso, quando gli urliamo in coro“enhorabuena!”.

15. L'amica di un'amica di una ragazza che non ricordo come si chiama e il suo personale dramma nel restare chiusa in bagno dopo lo sfollamento del Palacio. Sono abbastanza convinta che lo stia ancora raccontando ai suoi nipoti.

16. Cualquier Mariposa, La estrella polar, que viene sola y que solita se va. Con relativa coreografia da me opportunamente inventata. 



17. Il Doblete prima della fine dell'ultimo tour de El Canto del Loco. Le solite dediche strappalacrime. Piú del solito, in quel caso.

18. Lato David. Il quale immancabilmente si scompiscia nell'osservare le mie accorate interpretazioni dei brani in scaletta. Chissá poi perché.

19.  La bell'idea di farmi convincere a dormire all'addiaccio, priva di tenda, in una notte di Ottobre. Il Sacco a Pelo é stato gentilmente offerto da qualche sconosciuto mosso da pietá.

20. I riflettori. Quei cavolo di riflettori. SPEGNETE QUEI DANNATI RIFLETTORI!

21. Lo stordimento della notte insonne che mi induce a intrattenere una conversazione molto lunga e complicata con due amiche spagnole senza rendermi conto che sto parlando in italiano.

22. Lo stordimento della notte insonne che mi induce a intrattenere una conversazione molto lunga e complicata con tre amiche italiane senza rendermi conto che sto parlando in spagnolo.

23. Il café solo come invenzione del secolo.

24. Il tizio della security addetto al turno di notte, ubriaco quanto basta da intrattenere i presenti con un vasto campionario di gossip ancora (ma per poco) non raccolti dai giornali.

25. Patricia Conde e i suoi cocktail.

26. Iker Casillas che mi passa inosservato (dovevo stare davvero molto male).

27. La figlia di David che fa “ciao ciao” con la manina ai fan del suo papá oltre i vetri del Palacio, mentre lui é impegnato nel soundcheck. Premio Tenerezza 2009.

28. I tour di perlustrazione nel parcheggio con conseguente tentativo da parte delle mie compagne di fare di me una vittima sacrificale. Il tutto al grido di: “Ilaria tira fuori la bandiera che cosí Dani si ferma”.

29. L'emergere infruttuoso dal parcheggio suddetto. Javito che ci informa: “Sono appena usciti, voi da dove sbucate?”. Noi che, alzando indifferenti le spalle, indichiamo una botola rispondendo “da lí”. Il punto interrogativo che si dipinge sul suo volto.

30. I saluti malinconici tra bottiglie di birra vuote. Qualcuno che ci invita a far festa. Io che oramai posso aspirare a un ruolo da protagonista in The Walking Dead. Gli abbracci stretti di chi non verrá a Barcellona. E che, in certi casi, dopo di allora non rivedró piú. 

sabato 18 gennaio 2014

Italo- Spagnola Awards 2013: And The Winners are...


Il momento è giunto. Ci avrei fatto anche precedere un "grande", se non fosse sembrato molto poco modesto da parte mia. Comunque sia, il punto è che posso finalmente annunciarvi i vincitori degli Italo-Spagnola Awards 2013 (seguono applausi ed ovazioni). Il conteggio dei risultati, questa volta, è stato lungo e complicato. Dalla chiusura delle votazioni, lo scorso 15 Gennaio, mi sono trovata a lottare contro:
- Una gatta in piena sindrome da "spegnimento del computer molesto" tramite agguati ben congegnati al mouse (deve aver preso lezioni d'inglese)
- La Catalessi da Diluvio Universale
- Il Karma

Nel mentre, sono riuscita a constatare con discreto entusiasmo un incremento della vostra partecipazione. Non sono Macchianera, l'ho già detto l'anno scorso. Ma 111 votanti, per me, sono una cifra più che lusinghiera. L'approverebbe anche Tiziano Ferro, peraltro rappresentante degno della categoria degli italo-spagnoli in da world. Insomma, in soli due giorni avevate già raddoppiato la quantità di voti totale ricevuta nella scorsa edizione. Mi avete retwittata, condivisa, pubblicizzata. Vi siete bonariamente combattuti a suon di propaganda con i vostri lettori. Tutto questo non può che commuovermi, di fronte ad un web-contest che - non mi stancherò di ricordarlo - è nato per gioco e senza alcuna pretesa. Quindi grazie. Grazie di nuovo, ed altrettanto di cuore.

Quanto ai vincitori, come vedrete ci sono delle riconferme (Spagna In Italia si consolida una volta in più come account twitter di riferimento per la comunità Itañola) ma anche tante sorprese. In alcuni casi la vostra scelta é apparsa chiara e indubitabile sin dal primo momento: i vincitori per la miglior New Entry, per il miglior video e per il personaggio italo-spagnolo d'adozione non hanno praticamente avuto rivali. Combattutissime sino all'ultimo minuto, invece, tutte le altre categorie. Il miglior brand italo-spagnolo su Twitter, l'evento italo-spagnolo dell'anno e  il miglior duetto o brano italo-spagnolo hanno addirittura vinto per soli 3, 2 e 1 voto rispettivamente. Siete stati molto indecisi anche in merito ai miei post, il che mi fa diventare tutta rossa (e non soltanto perché il calorifero al mio fianco si é preso un po' troppa libertá).

Ma sarete curiosi, quindi bando alle ciance ed eccoli qui: l'elenco dei vincitori, le percentuali di voto e le consuete targhette bruttine che potete copiare ed incollare sui vostri blog/social channel/website di riferimento per bullarvi del vostro trionfo con gli ignari navigatori. 

Señoras y Señores, and the winners are...

Miglior sito o blog italo- spagnolo: Hola Spagna
Premio New Entry Italo- Spagnola sul web: Paladar Itagnolo
Video italo- spagnolo dell'anno: corso di gestualità italiana per spagnoli
Evento italo- spagnolo dell'anno: 100 Montaditos annuncia l'apertura in Italia
Miglior vip italo- spagnolo su Twitter: Miguel Bosè (@BoseOfficial)
Miglior account Twitter italo- spagnolo: Spagna in Italia (@SpagnainItalia)
Miglior brand italo-spagnolo su Twitter: Groupalia Italia (@GroupaliaIT)
Gruppo o pagina italo- spagnola su Facebook: ITAGNOLI - più siamo più contiamo
Duetto o brano italo- spagnolo dell'anno: Víveme - Laura Pausini e Alejandro Sanz
Premio speciale italo- spagnolo d'adozione: Papa Francesco

CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG)
Miglior post di italo- spagnola: Patate Fritte, Limone e Pepe
Miglior post musicale: Turismo in Musica - I videoclip girati a Madrid

Miglior post comico - delirante : la questione Gibilterra spiegata alle scimmiette
Miglior post di viaggi: trucchi per prenotare un volo al minor prezzo possibile
Miglior rubrica o serie di post: Un Cupcake per... 

----------------------



MIGLIOR SITO O BLOG ITALO - SPAGNOLO




VINCITORE: Hola Spagna – Il blog italiano sulla Spagna  ( 21.6% di voti) 



2. 
Sulla strada – Memorie di un narrabondo che scrive coi piedi  (16.2%)
3. [EX AEQUO] Bel País – Dio legge nei cuori, io leggo El País  (11.7%) 
3. [EX AEQUO] Vives Madrid /Vivere Madrid  (11.7%)
4. Itañolandia  (10.8%)
5. [EX AEQUO] Rotta a Sud Ovest (8.1%)
5. [EX AEQUO]  Italians in Barcelona (8.1%)
6. Lavoro in Spagna (6.3%)
7. Spaghetti BCN – Barcellona in Italiano
5.4%

PREMIO NEW ENTRY ITALO- SPAGNOLA SUL WEB



VINCITORE: Paladar itagnolo (blog in spagnolo su gastronomia e cultura italiana) -  46.8% di voti



2. [EX AEQUO] Italia-Spagna e viceversa (progetto studentesco dell'universitá di La Coruña) -   (19.8%)
2. [EX AEQUO] Italiani Spagna -  (19.8%)3. 
Borghiamo.it, progetto “#bloggerinspagna” -  (13.5%)



VIDEO ITALO- SPAGNOLO DELL'ANNO 




VINCITORE: Corso di gestualità italiana per spagnoli (amatoriale) - 59.5% di voti



2. 100 Montaditos arriva in Italia 
 (17.1%)
4. Video Meblis España 2012-2013, che riassume le attività per bimbi itañoli (di Itañolandia): (7.2%)


Il Video vincitore!


Evento italo-spagnolo dell'anno



Vincitore: 100 Montaditos annuncia l'apertura in Italia (32.4% di voti)



2. 
Acquisizione spagnola di Telecom (30.6%)
3.
Dani Martín vince come Best Latin Male ai Latin music Italian Awards 13 (22.5%)
4. 
Concerto Ska-P al Rock in Roma 2013 (
14.4%) 


MIGLIOR VIP ITALO- SPAGNOLO SU TWITTER


Vincitore: Miguel Bosé @BoseOfficial (28.8% di voti) 




2. 
Laura Pausini @OfficialPausini (25.2%)
3. 
Nek @NekOfficial (19.8%)
4. 
Laura Barriales @Lbarriales (17.1%)
5. 
Francesco Renga @RengaOfficial (9.0%)


MIGLIOR ACCOUNT TWITTER ITALO- SPAGNOLO




VINCITORE: Spagna in Italia (@SpagnainItalia) - 27.9% di voti



2. Italiana Madrid (@Italiana_Madrid) (22.5%)
3. 
Italiani a Barcellona TV (@italianiabcn) (18.0%)
4. 
Info Spagna (@infospagna) (17.1%)
5. 
Vacanze in Spagna (@Vacanze_spagna) (14.4%)



MIGLIOR BRAND ITALO- SPAGNOLO SU TWITTER




VINCITORE: Groupalia Italia (@GroupaliaIT) - 30.6% di voti




2. Desigual Italia (@desigual_it) - 27.9%
3. 
Iberia Italiano (@iberia_it) - 21.6%
4. 
Volotea (@Volotea) - 19.8%



GRUPPO O PAGINA ITALO- SPAGNOLA SU FACEBOOK





DUETTO O BRANO ITALO- SPAGNOLO DELL'ANNO


VINCITORE: VÍVEME - Laura Pausini e Alejandro Sanz (25.2% di voti)




2. Chiara e Fiorella Mannoia – Mille passi (cover dell'originale “Mil Pasos” in spagnolo) - 24.3%
3. 
Nek Feat. Sergio Dalma – La mitad de Nada - 18.0%
4. 
Dani Gancho - Cemento Armado (cover spagnola de Il Cile) - 17.1%
5. 
Luca Carboni e Miguel Bosé – Inno Nazionale - 15.3%

Il brano vincitore!


PREMIO SPECIALE PERSONAGGIO ITALO- SPAGNOLO D'ADOZIONE



VINCITORE: Papa Francesco
(itañolo per lingua, anche se non per nazionalità) - 52.3% di voti 




2. Mika (per la sua dichiarazione alla Tv spagnola secondo cui italiano e spagnolo si sono confuse a tal punto nel suo cervello che ora parla “espaliano”)34.2%
3. 
Cesare Cremonini (per i numerosi viaggi effettuati quest'anno in Spagna e i numerosi RT e FAV di tweet in lingua spagnola su Twitter) 13.5%


CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG): MIGLIOR POST DI ITALO- SPAGNOLA




VINCITORE: Patate fritte, limone e pepe (36.0%)


2. Più simpatico di uno spagnolo che fa paragoni (24.3%)
3. 
75 consigli per diventare una twitstar  (15.3%)
4. 
Ecco perchè non parlo di politica12.6%)
5. 
Hangout! (11.7%)



CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG): MIGLIOR POST MUSICALE




VINCITORE: Turismo in musica: i videoclip girati a Madrid (30.6%)

5. Una notte in arena (10,8%)


CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG): MIGLIOR POST COMICO-DELIRANTE






CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG): MIGLIOR POST DI VIAGGI






CATEGORIA ITALO- SPAGNOLA (BLOG): MIGLIOR RUBRICA O SERIE DI POST 


VINCITORE: UN CUPCAKE PER... (35.1%)

giovedì 16 gennaio 2014

Ho Smesso Tutto [Una Pseudo- Recensione]

Certi libri malsopportano i confini. Le pagine finiscono, e invece loro no. Così te li porti dietro, come una cicatrice rimasta sotto al cuore. Non per questo bella. Perchè i concetti estetici, in fondo, sono essi stessi confini.

Ecco: “Ho smesso tutto” rientra nella categoria. E non saprei descriverla, la sensazione che mi ha lasciato addosso. Non sono neanche certa di averla capita. E' un sapore amaro in bocca, di quelli che danno fastidio. Somiglia al disincanto. All'angoscia. A volte, in qualche modo, arriva a disgustare.





Che Il Cile scrive bene, poi, s'è sempre saputo. Almeno lo sapevo io, che ho aggiunto vari pezzi alla mia vita da quando mi sono innamorata delle sue parole. Eppure riesco ancora a stupirmi, davanti allo sbigottimento che mi creano le sue frasi. A quel senso di stordita ammirazione provato tante volte ascoltando le sue canzoni. Voglio dire: dovrei esserci abituata, ormai.

Invece compro quel libro. Sento dire che si legge in due ore. Che si divora, via, d'un fiato. Ed io, lettrice accanita, ci impiego la bellezza di una settimana. Sette giorni, capite? Decine di minuti passati su uno stesso paragrafo. Replay di occhi su concetti e sostantivi. Sull'ironia di quei pub in legno che nascondono piromanie latenti; sull'empatia dei cervelli che viaggiano troppo veloci per accettare di rallentarsi con le droghe leggere. Lo degusto, “Ho smesso tutto”, come se fosse un vino. Poi mi chiedono se é bello, ed io non so che dire. 



Allora dico che Il Cile scrive bene, perché forse questo giá basta. Basta alla sorta di competizione intrinseca che aggiunge un po' di pepe al mio esprimerlo ad alta voce. Perché al talento altrui reagisco  in tre fasi:  prima l'ammirazione, poi un pizzico d'invidia; per ultima, la voglia di aprire un foglio bianco di word. Manco mi dovessi misurare con qualcuno. O con qualcosa. Manco dovessi per forza dare il meglio di me. 

Chissá, magari capita anche a lui. Ho sempre pensato, ascoltando le sue interviste, che il suo modo di vivere la scrittura fosse sorprendentemente simile al mio. Non nella forma, certo; ma nell'approccio, nella genesi, nelle finalitá. Mi fa sorridere perché, per il resto, con il suo mondo non ho niente in comune. In certo modo é consolatorio. Fa pensare che ci sia una sorta di democrazia, nelle discipline creative. Insomma: puoi essere una persona tranquilla o vivere su una montagna russa di emozioni; puoi lavorare in banca o fare rock 'n'roll, ma quella passione, se ti prende, non sta certo lí a guardare chi sei. Non ti giudica, come non riesco a fare io con il romanzo de Il Cile. 

Forse dipende anche dalla sua natura frammentaria. Per certi versi é come leggere un blog trasposto su carta, tanto per parlare di cose che conosco. Non ti piaceranno mai tutti i post allo stesso modo. 

E a me, di “Ho smesso tutto”, la seconda parte piace infinitamente piú della prima. Ecco, diciamo che se il romanzo fosse iniziato a pagina 83 non avrei esitato. Avrei scritto che é stupendo. Vi avrei imposto di comprarlo con quel tono minatorio che mi dá l'entusiasmo quando é troppo acceso. Perchè da lí, da pagina 83, tutto diventa piú profondo. Piú umano. Piú toccante. Le scene ti sembra di vederle. Le persone di conoscerle. Le sensazioni, di viverle. 

Ma non inizia a pagina 83. Certo, prima di quello scoglio ci sono perle come il racconto dedicato a “Soldy”, in assoluto quello che piú mi ha fatta ridere. Peró mi manca quella vena di sentimento che invece é, a suo modo, cosí intensa nelle ultime pagine. Gusto personale, suppongo: sono e resto una romantica, vi piaccia o no.

Peró ci vuole coraggio, a scrivere un libro del genere. Puoi insistere nel dichiararlo non autobiografico, ma resta narrato in prima persona. Riferimenti ed esperienze rimangono riconoscibili. E, come ovvia conseguenza, ti espone a ragionevoli dubbi. Io, che mi sono decisa a pubblicare qualcosa solo quando era palese che non parlasse di me, trovo il fregarsene estremamente lodevole. 

E poi quella cicatrice me la sto portando dietro. Quindi magari non sapró dirvi se “Ho Smesso Tutto” è bello. Ma, nonostante Il Cile continui a piacermi di piú come cantautore, la sua prosa si merita senz'altro una chanche.