domenica 30 novembre 2014

Lo spagnolo in immagini

Lo spagnolo, se l'analizzi dall'esterno, affascina anche per le tante bizzarrie. Sono espressioni peculiari di cui è spesso difficile trovare in altre lingue un corrispettivo letterale. É storia fatta lettere. Frutto semantico di una società in cui chi ama le parole non può far altro che perdersi ammirato. Come me. Oppure come Ed M.Wood, di origine anglofona, che così bene lo racconta su Babbel.com. 
É proprio lí che ha raccolto in un post i suoi vocaboli castigliani preferiti, corredandoli di stupende gif animate in grado di riportarne il significato in modo visivo, immediato, e con la sempre apprezzabile aggiunta di un pizzico di ironia. 
Ho voluto riportarne qui i principali. Non solo per il valore estetico o l'utilità educativa, ma anche perché - solidarietà tra stranieri - sono pure tra quelle che piú hanno conquistato me. 

1. L'ossessione per il latte 



"Non si può fare molto con il latte, in inglese", dice Ed M.Wood. E neanche in italiano, a dire il vero. Si può bere a colazione. Averlo alle ginocchia. Piangerci sopra dopo averlo versato (ma è meglio di no). Poco altro. Non è così in Spagna, dove è  l'ingrediente principale della maggior parte delle conversazioni colloquiali. Anziché a "tutto gas" lì si va a "tutto latte" (a toda leche) quando si corre molto veloci, si "dà un latte" (dar una leche) a qualcuno quando lo si colpisce, ci si attacca un latte (me he pegado una leche) quando si cade e ci si fa male. Una cosa è "la leche!" quando è veramente una gran figata, ma se ci aggiungi un "ay" davanti e cambi il tono, stai imprecando per qualcosa che non va. Se defechi nel latte ("me cago en la leche!"), poi, sei proprio contrariato. Forse é perché sei di latte cattivo ("estar de mala leche"), e cioé davvero di pessimo umore. Ma, se qualcuno te lo fa notare, potresti rispondere incazzato "y una leche!". Come a dire "per niente", intendendo di sí. 
2. 50 sfumature di grigio...polvere.  


La polvere è un altro dei concetti più versatili della lingua spagnola. In italiano gli oggetti possono prenderla e le persone possono morderla, ma nella lingua castigliana... oh, nella lingua castigliana ci puoi fare moltissimo di più. Chiedete ad un mia compagna di Erasmus, che all'arrivo a Málaga credeva di dire "ti spolvero" quando in realtà stava facendo pesanti avance sessuali ad ignari sconosciuti! Ma se "echar un polvo" significa avere un rapporto carnale (quante sfumature di grigio ha la polvere spagnola!, dice il nostro amico Ed su Babbel), basta la forma passiva ed un'acca spostata per intendere che si é veramente stremati ("estar hecho polvo") dopo una giornata di lavoro. Se dici a qualcuno che "ha la polvere" (tiene polvo) stai dichiarando di sentirti attratta fisicamente da lui, mentre se lo fai polvere (hacer polvo a alguien) lo stai distruggendo in un qualche tipo di competizione. 

3. Le onde della Resaca





La risacca, per noi, é solo quella della marea. Per i postumi di una sbronza dobbiamo usare perifrasi lunghe e mai abbastanza utili a descrivere mal di testa epici e rapporti ravvicinati con la tazza del wc. Forse l'assenza di sintesi dipende dal nostro generico non essere, poi, dei gran bevitori. Studi relativamente recenti hanno dimostrato che il maggior consumo di alcol, in Europa, arriva dall'Inghilterra e dalla Spagna: due Nazioni che, guarda caso, hanno vocaboli sintetici ed azzeccatissimi per indicare le conseguenze degli eccessi: hangover e resaca. In questo senso l'immagine che accompagna la definizione del vocabolo nel post di Babbel.com é, secondo, me, in assoluto la piú azzeccata. Basta guardarla un po' piú a lungo e ti viene la nausea. Come dopo una notte a troppi brindisi all'ora. 

4. La Grande Bottiglia 


Letteralmente "grande bottiglia", "botellón" é in realtà uno di quei vocaboli che semplicemente non si possono tradurre. Intimamente correlato alla resaca, e spagnolo piú delle tapas e delle corride, indica l'abitudine, da parte della popolazione piú giovane, a mettere ciascuno una cifra per comprare dell'alcol e consumarlo in compagnia in qualche luogo pubblico. Come ricorda anche Ed M. Wood, é in genere il primo vocabolo che imparano gli studenti Erasmus appena atterrano su suolo iberico... chissà perché. 

5. La candela non brucia la vela. 


Dove c'é mare, ci sono navigatori. Sarà per questo che la Spagna, terra peninsulare e ricca di arcipelaghi, fa della parola "vela" un altro dei vocaboli piú frequenti e versatili del parlare comune? Non lo sapremo mai. Resta il fatto che quello della tela che, spinta dal vento, muove la barca, non é l'unico concetto indicato da una parola apparentemente identica all'italiano. La vela é anche la candela, e se stai a due candele ("estar a dos velas") a livello economico non te la passi bene. Se invece passi la notte in candela ("pasar la noche en vela") significa che non riesci a dormire, mentre se ti "desvelas" ti svegli, e se hai passato il tempo "desvelado" quando avresti dovuto riposarti significa che non hai chiuso occhio, in genere per qualche causa esterna, dai rumori dei vicini alle preoccupazioni. 

E le vostre parole spagnole preferite, quelle che piú vi affascinano a livello semantico, quali sono? 

martedì 25 novembre 2014

Verso gli Italo-Spagnola Awards 2014: segnala i tuoi preferiti!

Quest'anno gli Italo-Spagnola Awards sono ancora più vostri! E ancora più scopiazzati da Macchianera...ma vabbè, tanto mica s'offende, quello. Al di là dell'incipit da pubblicità del Panettone, ci tenevo a ricordarvi che manca ormai pochissimo alla terza edizione dei premi più attesi dal mondo itañolo (assecondatemi!), e quest'anno ho intenzione di stupirvi con effetti speciali. Ci saranno nuove categorie, targhette di sempre più dubbio gusto estetico, nuove piattaforme per le votazioni. Ma, soprattutto, ci sarà un maggior coinvolgimento da parte vostra. Sì. Perchè, anzichè pubblicare direttamente le nomination basate sul mio gusto personale, questa volta sarete voi a decidere, da subito, chi sarà degno di farne parte. Come nei Macchianera Awards, per l'appunto. Quindi, bando alle ciance e datevi da fare: compilando il modulo qui sotto avrete l'opportunità di segnalare le vostre realtà italo-spagnole preferite dell'intero mondo del web e non solo. Pagine facebook, account Twitter, blog, siti, personaggi...tutto quello che, nel corso di questo 2014, è riuscito a strappare almeno un wow al vostro bipolarismo nazionale. Perchè la segnalazione vada a buon fine, vi basterà esprimere la vostra preferenza per tre categorie: "sito o blog italo-spagnolo", "account twitter italo-spagnolo" e "pagina facebook italo-spagnola". Per il resto, sta a voi decidere se compilarle tutte o limitarvi ad alcune di esse. Potete anche selezionare più di una realtà per categoria, se vi sembra che ce ne siano diverse meritevoli di entrare in nomination. Insomma: fate un po' come vi pare, spaccate tutto, vedetevela voi. Per me il vostro sarà in ogni caso un grosso aiuto per cercare il più possibile di non dimenticare nessuno. Potete partecipare fino al prossimo 8 Dicembre compreso. Ah! So che vorreste tutti segnalare me perchè mi amate tantissimissimo eccetera (buongustai!) ma mi spiace dirvi che non sono in gara. 

domenica 23 novembre 2014

Musica e innovazione: 5 motivi per amare El Pescao

A volte posso sembrare monotona. Vittima di quell'entusiasmo cieco e propagandista che distorce i contorni della realtà. Il fatto, però, è che il nuovo progetto de El Pescao ha strappato ammirazione a tre versioni distinte di me. Non solo a quella, più evidente, della fan; ma anche a quella professionale di qualcuno che lavora nei social media. E, ancor prima, alla studentessa universitaria che ha dedicato entrambe le tesi di laurea all'analisi delle nuove tecnologie come opportunità per la promozione musicale. Per questo ho voluto riassumere, in una di quelle liste che tanto piacciono a noi bloggerZ, le ragioni obiettive per cui David Otero - questo il suo vero nome-  si merita ammirazione al di là del mero aspetto musicale. Buona parte della responsabilità è anche di MUWOM, l'agenzia che lo affianca nelle strategie digital. Un team giovane, creativo e alla perenne ricerca di innovazione che peraltro vi invito a seguire sui social: il loro account twitter vi porterà alla scoperta, tra altre tantissime cose, di app per musicisti e musicofili che già da sole (garantito!) vi strapperanno un “wow!”.

1. Il videogame.

É La trovata più recente, e forse anche la più innovativa in assoluto. Per la prima volta in Spagna (e probabilmente anche in Europa) un disco è stato trasformato in un videogioco per iOS e per Android. Con una grafica accattivante, una struttura classica a livelli ed una notevole possibilitá di interazione, El Pescao Skate racchiude in sé tutte le caratteristiche per non farci staccare gli occhi dallo schermo. David Otero diventa un personaggio che l'utente dovrà far muovere su di uno skateboard per raccogliere tutte le note necessarie a comporre le sue canzoni. Il tutto, ovviamente, schivando ostacoli e nemici. Non solo, ma il gioco comprende la possibilità di ascoltare i brani del disco Ultramar cantandoci o suonandoci sopra fino a renderli completamente propri. Un modo per rivoluzionare completamente l'esperienza tradizionale d'ascolto, rendendola attiva e divertente.





2. Il neuromarketing

Per scegliere il secondo singolo estratto dall'album, El Pescao ha coinvolto i suoi fan in un esperimento che coinvolge nientemeno che la neuroscienza. Una tecnologia brevettata da Sociograph ha permesso di collegare dei sensori alle dita dei 30 partecipanti per misurarne il livello di attenzione e di emozione durante l'ascolto di due brani. É stato, anche in questo caso, un procedimento pionieristico nel settore musicale, che ha portato il nome de El Pescao all'intresse del panorama internazionale.



3. Il collage su Instagram

Per svelare la copertina del suo secondo album solista “Ultramar” El Pescao ha sfruttato al meglio le potenzialità di Instagram. La cover è stata, infatti, ricreata mediante un originale collage visibile soltanto da cellulare. Il risultato complessivo, che riporto qui sotto, risultava formato da singoli mini-video, ciascuno dei quali riproduceva un frammento di una delle canzoni della tracklist dell'album. Nella didascalia di ognuno di essi, inoltre, veniva riportata una curiosità inerente la canzone in questione. Un lancio creativo, insolito, completo e multimediale.


4. La caccia al tesoro

Poco prima dell'uscita del disco sul mercato spagnolo, lo staff de El Pescao ha nascosto alcune copie dell'album in svariate città del territorio spagnolo, tutte debitamente autografate e corredate di lettera personalizzata. Sono stati quindi pubblicati sui social network e sulsito ufficiale del cantante gli indizi per trovarle. Chi riuscisse a decifrarli e si recasse per primo nel luogo del nascondiglio, si aggiudicava il disco gratis e in anteprima assoluta. La lettera allegata, inoltre, invitava a scattarsi una foto con la copia appena trovata e pubblicarla sui social con l'apposito hashtag. In questo modo non solo si integravano efficacemente online ed offline, ma ci si garantiva un discreto ritorno in termini di promozione virale.

5. L'invito al remix

Quasi a sfidare l'impostazione classica dell'industria discografica – da cui si é, infatti, staccato – El Pescao ha reso scaricabili gratuitamente dal suo sito web le singole piste che compongono il primo singolo Azul Y Blanco (base di chitarra, voce, base di batteria, etc.) invitando i musicisti a ricomporle a proprio piacimento, ricreando versioni personalizzate della canzone da caricare e divulgare su Youtube. La piú originale? Senza dubbio questa in stile videogioco degli anni '80 . 





David Otero ha lasciato la Sony, si é completamente auto-finanziato il disco, ed ha scelto un'azienda esperta in digital e new media come unica consigliera esterna. Ha rinunciato ai passaggi radiofonici a pagamento sui circuiti top 40, ha realizzato videoclip low cost disegnandoli lui stesso o puntando su giovani produttori audiovisivi. Il risultato? La vetta delle classifiche di iTunes. Ecco perché non é solo una questione di gusto musicale, ma la dimostrazione concreta di qualcosa che ho sempre sostenuto. Lo scrivevo giá in quelle famose e ormai datate tesi di laurea, a dire il vero: internet non deve essere per forza il nemico. Al contrario, web e mondo digital offrono potenzialitá infinite all'industria discografica, sempre che abbia il coraggio di rinunciare ai propri meccanismi e ricostruirsi da capo. Ci ha provato sotto molti aspetti, a volte riuscendoci, a volte meno. Ma, almeno fino ad ora, mi sembra che non sia mai riuscita ad andare troppo oltre. Ad osare tanto. A crederci fino in fondo. Nonostante i numerosi passi avanti, le major conservano l'approccio di base per cui le canzoni non si devono sentire prima della data d'uscita; i video che le riportano su youtube vanno rimossi; le tempistiche di promozione seguono tappe prestabilite da decenni. Io, invece, credo che possa esistere anche un mondo nuovo. É per questo, e non solo perché sono una fan, che ammiro El Pescao.


martedì 18 novembre 2014

TOP 5: le città della Spagna più fotografate dagli italiani


Quali sono i luoghi piú fotografati dagli italiani in Spagna? Un quesito italo-spagnolo di tutto rispetto, a cui non ho saputo trovare una risposta pronta sul web. Quindi, in conseguenza del fatto che: 
A) Pioveva
B) Sono curiosa 
C) Le robe che faccio per lavoro tendono ad avere una pessima influenza sulle mie idee di blogger, 
ho provato a risolvere l'arcano da sola. Mi sono messa su Instagram, ho cercato le immagini postate da utenti diversi con l'hashtag #Spagna, e ho passato in rassegna le cento più recenti. Beh, in realtà gli scatti erano in totale quasi 23 mila, ma diciamo che non ero poi così curiosa. Oltretutto, mi premeva semplificarmi al massimo l'arduo calcolo delle percentuali (che, trattandosi di matematica, odio, aborro, schifo, bleah).
Quello che ho scoperto, e che spero rappresentativo a sufficienza (oltre che indicativo delle mie patologie mentali a sufficienza), si riassume nella top 5 delle città iberiche più instagrammate dai nostri connazionali. La trovate qui sotto. E, per la verità, non è che riservi poi tutte 'ste gran sorprese...





TOP 5: LE CITTA' SPAGNOLE PIÚ FOTOGRAFATE DAGLI ITALIANI 


1. BARCELLONA (31%)  

Era scontato, dai. Non è un mistero per nessuno che la capitale catalana sia una delle mete predilette dall'italiano medio. Una colonia, quasi quanto Formentera. La destinazione cosmopolita per eccellenza, che sentirai sempre additare da qualche amico come prova lampante del suo "essere stato in Spagna". Sospirerai sonoramente, mentre finge di conoscere un Paese. Perchè cultura, architettura e passioni ne fanno in realtà uno dei posti meno strettamente iberici che si possano concepire.
La protagonista indiscussa della maggior parte degli scatti è la sempre affascinante Sagrada Familia, seguita dal Parc Guell e (qui emerge tutta la nostra pulsione calciofila!) dallo Stadio Camp Nou. Non mancano le vedute del Paseig Maritim e della spiaggia della Barceloneta, mentre meno frequenti - ma comunque presenti - sono altri luoghi emblematici quali l'Eixample, Plaza Catalunya, il Mercat de la Boquería, il Palau de la Música Catalana e i quadri esposti alla Fundació Miró. 

Il bello di Instagram, peró, é che non si limita ad offrire scatti da cartolina. Ed é cosí che scopro, grazie ai post di ignari sconosciuti, l'esistenza di una mostra  da poco conclusasi su Internet, il cui allestimento sembra essere stato degno d'attenzione. Da tenere presente, in vista di un prossimo viaggio, anche il mirador di Turó de la Rovira, uno dei piú suggestivi e amati dai locali, che resta peró complessivamente meno noto ai turisti. Tutti, tranne una instagrammers un po' piú intraprendente, che l'ha immortalato nel contesto di un viaggio spettacolare. 


Uno scatto dalla mostra "Big Bang Data" allestita a Barcellona


Il primo posto della Catalogna nella hit parade degli utenti instagram d'Italia diventa ancora piú netto (35%) se si integrano le foto scattate nelle localitá costiere della regione: Cadaqués, Badalona, Tossa de Mar e LLoret de mar le destinazioni preferite. 


2. MADRID (12 %)

Chissà cosa direbbero, i madrileñi d.o.c, se sapessero di essere stati superati nientemeno che da Barcellona! Ad ogni modo, la Capital si conferma una destinazione molto amata dai nostri connazionali, con il Palacio Real ad aggiudicarsi il premio di monumento più fotografato. Lo seguono - a distanza - Las Ventas, lo stadio Vicente Calderón (la pulsione calciofila si fa sentire anche qui!), e il Jardín Botánico. Presenti e irrinunciabili anche il giardino interno della stazione di Atocha e le allettanti proposte gastronomiche del Mercado de San Miguel. 


Il giardino della stazione di Atocha condiviso dal sito europaenfotos.com 



3. VALENCIA (8%)

Valencia occupa il terzo gradino del podio, aiutata dai numerosi voli low cost, dalla sua vita notturna, e da un'anima giovane e creativa che sembra non essere sfuggita agli utenti della app di photo-sharing: il soggetto piú fotografato é sí, come prevedibile, la Ciudad de las ciencias, ma seguito da una varietá sorprendente di graffiti, murales ed opere innovative di street-art. 

Street Art a Valencia


4. SIVIGLIA (7%) 

La città andalusa, a quanto pare, conquista gli italiani soprattutto con il Real Alcázar. É forse il primo risultato veramente inaspettato della mia ricerca, visto che supera persino la Giralda e la splendida ed emblematica Plaza de España


Il Real Alcazar di Siviglia



5. MALAGA (5%)

A giudicare dagli hashtag utilizzati, la maggior parte dei nostri connazionali arriva (purtroppo) nella mia cittá di adozione grazie alle tappe delle crociere Costa. Sembra non si spostino nemmeno troppo dal luogo dell'attracco della nave, peraltro, visto che la farola, collocata alla fine del muelle uno, é assieme alla spiaggia della Malagueta una delle protagoniste piú frequenti delle foto condivise. Il soggetto predominante, peró, restano le vedute panoramiche dall'alto, per lo piú scattate dal mirador dell'Alcazaba. 


Una veduta di Málaga 


Se si integrano le foto scattate nei dintorni (Mijas e Marbella) la capitale della Costa del Sol arriva a pari-merito (7%) con la sua odiatissima rivale Siviglia, confermando forse la tendenza turistica a organizzare tour completi dell'Andalucía, piuttosto che limitarsi ad un'unica destinazione.

Al di fuori della top 5, completano il quadro delle destinazioni ricorrenti Granada (con un 100% di foto a soggetto Alhambra), a pari merito con Tenerife. A poca distanza troviamo la giá citata Formentera, ed altre due isole incantevoli: Ibiza e Fuerteventura. 
Isolano é anche il soggetto dell'immagine con hashtag #Spagna più apprezzata in assoluto (almeno fino a Sabato scorso!): uno splendido tramonto sul mare visto dalla Playa Blanca di Lanzarote, che ha fruttato ben 114 like al suo autore sim_italy. Interessante anche la coloratissima opera di Street Art immortalata a Cáceres: chissá di chi è! Mi chiedo assieme a chi ha scattato la foto.


Il tramonto di Lanzarote immortalato da Sim_Italy


Ma gli utenti del web, lo sappiamo bene, non si limitano a instagrammare i panorami piú suggestivi delle loro vacanze: la didascalia scelta per accompagnare l'immagine ha spesso un peso non inferiore al dato visivo. C'é chi si limita ad una veloce descrizione del soggetto, chi ci accompagna opinioni personali e persino chi, forse a corto di parole proprie, prende a prestito quelle altrui. Cosí, capita che aarsev_ associ un selfie scattato a Zaragoza ad un verso de "La Mia Cittá" di Emma (E dimmi se c'è un senso al tempo, al mio vagare inutile, e dimmi se c'è davvero una meta o dovrò correre per la felicità. E corro avanti e torno indietro, scappo, voglio, prendo e tremo, stringo forte il tuo respiro, e penso a me che non ho un freno, spingo forte e non ti temo). E capita, anche, che altre due instagrammers mi facciano scoprire citazioni che avevo scordato o proprio ignoravo.

"Le cose sono unite da legami invisibili" - scrive Claudiat102 sotto ad una foto scattata al Jardín Botánico di Madrid - "Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella." 

Ma la piú bella in assoluto, quella in cui piú mi identifico, é di Josef Koudelka. La ricorda ama72lia, riassumendo in fondo il senso di tutti i post analizzati. "Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco."

Non potrei essere piú d'accordo. E, tanto per cambiare, mi è venuta voglia di partire. 




domenica 16 novembre 2014

Orecchio assoluto 1.0: l'album che educa i bambini alle note

C'é un progetto di cui mi preme parlarvi, e non é soltanto per questioni di amicizia. In fondo lo sapete, che l'alternanza di deliri e serietá é sempre stata uno dei tratti distintivi di questo blog. Sì, insomma: la versione digital dei miei sbalzi d'umore. Amo la musica, é un dato di fatto. Ed é per questo che trovo innovativo “Orecchio Assoluto 1.0”, un album studiato per sviluppare la capacitá di individuare le note al primo ascolto nei bambini in tenera etá. Non solo: ma chiunque, dopo il play, provi a riprodurne vocalmente i brani svilupperá l'intonazione. Cosa di cui, peraltro, avrei un disperato bisogno anch'io.



Responsabile dell'idea é Giuliano Prada, compositore, arrangiatore e realizzatore di tutti i pezzi. Non soltanto un grande strumentista attivo – tra innumerevoli altri campi – sulla scena flamenca italiana; ma anche (e, in questo caso, soprattutto) un insegnante di musica con esperienza ultra ventennale. Proprio i suoi studi e la sua abitudine all'interazione con i ragazzi delle scuole l'hanno portato a mettere a punto il CD, che é giá disponibile su tutte le principali piattaforme online: iTunes, Amazon e GooglePlay.

“L'orecchio assoluto non è riconducibile a una ragione genetica, ma si può formare gradualmente con metodo e con paziente ascolto” - si legge sul sito - “Costruire le strutture mentali per acquisire l'orecchio relativo o allenarsi per impadronirsi dell'orecchio assoluto è solo una questione di paziente esercizio.” Un esercizio che, in questo caso, avviene addirittura in forma passiva. Più comodo di così…! 



Ogni brano del progetto è disponibile in due versioni. La prima (tracce dall'1 al 10) prevede lo strumento seguito dalla voce e serve ad imparare ad associare un suono alla nota corrispondente. Consigliato soprattutto per l'ascolto nei primi mesi ed anni di vita del bambino.

La seconda versione (tracce 11-20) prevede la voce seguita dallo strumento ed invita il fruitore a riprodurre vocalmente le brevi melodie ascoltate. L'obiettivo è, in questo caso, quello di educare la voce all'intonazione ed è perfetto soprattutto per affinare le doti di chi già canta in un coro o chi, in generale, aspiri ad un miglioramento delle proprie capacità canore.

Gioco formativo per i bimbi ed utile esercizio per gli adulti, “Orecchio assoluto” è perfetto per un momento di condivisione musicale tra figli e genitori. Genitori che, peraltro, sono messi in guardia sulle pericolosissime controindicazioni: “attenzione! Potreste anche voi involontariamente migliorare il vostro orecchio musicale e la vostra intonazione.”

Per approfondire vi consiglio una scorsa al sito web ufficiale e alla relativa pagina facebook. In bocca al lupo a Giuliano e tutto il team.   

venerdì 14 novembre 2014

Talent Show flamenchi e altri deliri su X-Factor

Ehi, signori produttori televisivi! Mi vedete? Sono quaggiù, quella che agita le braccia! Guardatemi, però, chè sennò mi sento scema. Ecco, sì. Un po' più a destra, vicino alla signora del blog con le ricette. No, non quella che scrive i post in comic sans, l'altra.…esatto, bravi! Ciao, piacere mio. Ora che ho la vostra attenzione rimanete dove siete, che c'ho 'na roba da proporvi. Una figata, eh? La boccata d'aria fresca destinata a dare una svolta alla vostra carriera. Il nuovo che avanza. Il format definitivo. L'avanguardia del piccolo schermo. Un'ideona, insomma, dai. 

É che guardavo X Factor, ieri sera. E, prima che iniziasse, ho realizzato un'immagine che - alla resa dei conti - credo abbia fatto ridere soltanto me. Pazienza. Voglio dire, si sa che solo le menti eccelse sono in grado di cogliere il mio umorismo raffinato e culturalmente pregno di significati. É soltanto a beneficio della loro crescita intellettuale che, ora che ho scoperto il programmino per realizzarli, inonderò di meme il web come-se-non-ci-fosse-un-domani. Comunque. L'immagine in questione, di chiara ispirazione decadentista e studiati rimandi alla mitologia celtica, era quella che segue. Un'opera d'arte ispirata a un dramma realmente accaduto nell'aula di una scuola di danza tra un gruppo di simpaticissime e bellissime allieve che proprio non so chi siano (me ne hanno parlato molto bene, però. Secondo me dovreste coprirle d'oro; così, sulla fiducia). Da contemplarsi in religioso silenzio. 



Orbene, la ricerca di italo-spagnolismi nel programma degli ascolti record, unito a simile capolavoro, ha scatenato un pandemonio tra le mie sinapsi. Ed é lí che entrate in gioco voi, miei cari produttori televisivi. Perché il mondo ha bisogno di un talent show flamenco. Dico sul serio. Non serve neanche ipotizzare strutture troppo innovative. Scopiazzi da X Factor e via andare. Io già me lo immagino: coreografi di tutto rispetto come giudici. Sara Baras ed Estrella Morente tra gli ospiti. Il Tommassini della situazione che si fa di acidi prima di creare le scenografie. Bellissimo. Quasi mi commuovo. 

Le squadre potrebbero rimanere, nella sostanza, quelle di XFactor: ballerini uomini under 24, ballerine donne under 24, ballerini/e over 24 e gruppi. Ogni settimana verrebbe assegnato un palo diverso. Tipo: "puntata a tema Alegría". Al che ogni concorrente, assieme al suo giudice, sceglie su quale alegría ballare, che coreografia inscenare, quale abito indossare. Televoto, ballottaggi e lacrime restano gli stessi. E chi vince viene scritturato per una presenza fissa al Corral de la Morería. 



Cioè, non é semplicemente GENIALE? So che verrete a fare la fila fuori da casa mia per chiedermi i diritti, perciò mi sono portata avanti e ho già allestito le transenne su tutta la strada. Potete portare anche la quechua, ma cercate di non lasciare tutto quel casino imbarazzante che seminano in giro i fan ai concerti. Sennó i vicini poi si arrabbiano con me. 

Ad ogni modo, io non capisco proprio perché ad X Factor nessuno canti mai qualcosa di spagnolo. Così, giusto per darmi il contentino di scrivere un post criticando la pronuncia. Niente. Inglese, francese, italiano. Ma la lingua più musicale di tutte mi viene bistrattata così. Tzé. Anzi, sapete che c'é? Ora che se ne é andato Morgan mi candido a prendere il suo posto. Davvero, chiamatemi. I Komminuet sarebbero perfetti per interpretare un'inedita versione de El Puntito di Dani Martín. Lui fa la parte rappata, e lei entra con la voce femminile nei ritornelli. Mi sembra già di sentirla. 



Per la seconda assegnazione punterei su qualcosa di diametralmente opposto come El Pescao de El Canto del Loco. E per la terza interpreti sempre diversi, una botta di vita: Pachanga de El Pescao. Sono troppo avanti, ammettetelo. Poi, già che ci sono, ne approfitterei per convincere Fedez ad assegnare canzoni tematiche a Fragola. Chessó, Strawberry Fields Forever, Tappeto di Fragole, Marmellata 25. Cose così. Non capisco perché non l'abbia ancora fatto, del resto. Incompetente. 

Ma, nonostante tutto, un po' di italo-spagnolismo alla fine l'ho trovato anche nel talent canoro. Lo incarna Leonardo De Carli. Che, per chi non lo sapesse, é uno dei due twix reporter che appaiono per circa due secondi prima e dopo la puntata con il fine di fare si e no una domanda ai concorrenti. Tra l'altro hanno sempre addosso qualcosa di rosso e di giallo, guarda tu la coincidenza. 


Ma non é perché si travestono da bandiera spagnola che meritano una menzione su questo blog, quanto perché uno di loro (Leonardo, appunto, quello non riccio) é in fondo abbastanza italo-iberico di per sé. Basta guardare il suo account Twitter, sulla cui foto di copertina campeggiava fino a poco tempo fa il Muelle Uno di Málaga (dovrete credermi sulla fiducia: deve averla cambiata apposta, il maledetto).

Si dá il caso che il tizio sia una vera e propria star di youtube. Tra i suoi video ce n'é più di uno ambientato proprio nella mia adorata capitale della Costa del Sol. Nelle intenzioni dovrebbero essere divertenti, ma confesso che io li guardo con la stessa espressione con cui guarderei un esercizio di fisica quantistica con le istruzioni per lo svolgimento in cirillico. Solite questioni di umorismo alternativo, suppongo. Peró a lui non lo dite, ché una rappresentanza itañola sui media fa bene alla categoria, anche se é di secondo piano. E soprattutto, magari può aiutarmi a mettere una buona parola per la faccenda di sostituire Morgan. Secondo me El Puntito piace anche a lui. 


domenica 9 novembre 2014

La sede da sogno di Desigual a Barcellona

Non solo ti guadagni da vivere in Spagna, ma lo fai anche in un gran bel posto. Mi é bastato imbattermi per caso nelle foto della "nuova" sede principale di Desigual per capire che chi ci lavora può aspirare senza sforzo all'elenco dei più invidiati al mondo. Inaugurata poco più di un anno fa a Barcellona, la struttura si configura come un enorme edificio di 24000 metri quadrati affacciato direttamente sulla spiaggia della cittá. Dentro ci lavorano più di 1000 dipendenti di 85 nazionalitá distinte, la maggior parte dei quali non arriva ai 30 anni. Se già vi sembra una gran figata, aspettate di leggere il resto: l'ambiente, permeato dallo spirito del brand, é progettato per stimolare la creatività e il lavoro di squadra. Per questo, la maggior parte degli spazi é aperta, così da favorire lo scambio comunicativo tra colleghi. Oltre all'enorme Open Space adibito ad ufficio collettivo, però, ci sono anche le Think Tank: stanze in cui isolarsi da soli o in team. Tra esse, un meraviglioso "pensatoio" dedicato ai creativi con un divano candido vista mare; oppure il roof, il luogo ideale per spremersi le meningi in estate. 



Da Desigual, che tra le altre cose é nata come me nel 1984 (il che contribuisce già di per sé a spiegare perché sia così mitica) ognuno ha un proprio computer fisso ed un portatile collegato alla rete aziendale. In questo modo, i dipendenti sono incoraggiati a lavorare in qualsiasi angolo dell'edificio o persino seduti sulla spiaggia, purché non perdano l'ispirazione. 

Non gli si può neanche imputare un "sí, però" ambientale, ai creatori di questo Paradiso. Si dá il caso che l'intera struttura sia stata, infatti, costruita all'insegna dell'ecosostenibilitá: la carta é stata abolita e l'edificio dispone di un sistema intelligente per la riduzione del consumo energetico. Inoltre, un parcheggio sicuro per le biciclette é riservato ai lavoratori ai fini di promuovere un trasporto non inquinante. Insomma, non vi resta che guardare le foto qui sotto e - probabilmente - finire col cercare dove si spedisce il curriculum. 





giovedì 6 novembre 2014

In un concerto può entrarci la vita: #LogicoTour a Conegliano

15 anni. Metà della vita. Mica un fardello da niente, riempirli di canzoni.

Voglio dire, quanto può cambiare una persona in quindici anni? Quanto sono cambiata io, con gli orizzonti sempre nuovi dentro a un trolley, le passioni che sbiadiscono, gli sbalzi d'umore? Io che andavo al liceo con una cassettina nel walkman, e mi portavo il lettore cd ad una gita in inghilterra. Io che ascoltavo l'iPod sul treno per l'Università. Quattro tracce per Trieste. Molte di piú per Parma. Almeno due album su di un volo per Málaga. Io che, nell'attesa di un corriere Dhl, ho installato Spotify pure sul cellulare. C'era la stessa voce, dentro. Sempre lo stesso timbro, a rincorrermi mentre crescevo. E ora mi sembra assurdo, se ci penso. Perché, in fondo, é una delle mie poche costanti. Perché c'é stato un suo concerto sullo sfondo di ogni tappa importante. Il primo. Il mondiale del 2006. I pianti catartici in teatro. Il rientro dall'Erasmus. C'é stato lui, puntuale come la più molesta delle sveglie, a ricordarmi il passato anche mentre lo ricercavo in altri lidi. Vorrei. Vorrei che sparisce dalla scaletta come Dicono di Me dai pre-concerti spagnoli. Proprio adesso che ho la sensazione – questa sensazione assurda – che un qualche tipo di cerchio si sia chiuso.




É passata quasi una settimana, dal live di Cesare Cremonini a Conegliano. Eppure, se ci penso, mi sorprendo ancora a sorridere tra me e me. 15 anni. “Ho la sensazione che mi abbiate dato fiducia”, dice ringraziando su quel palco enorme. Ed ogni volta é come se non fossero passati. Tra le transenne mi aspettano le stesse persone, gli stessi abbracci. Hanno il sapore dei ricordi condivisi, l'aspetto di un discorso da riprendere, lasciato in sospeso appena un secondo fa. Non é stato solo un bel concerto: é stata una bella giornata. Coi crampi alla pancia dal troppo ridere. Gli aneddoti sugli spara coriandoli comprati dai cinesi. I camerieri carini, i turni in bagno, la gente che li scambia per una processione finalizzata alle foto. Attese organizzate. Attese calme. File che hanno il sapore dei re-incontri e della gioia, malgrado tutti i lividi e i disagi. “Cosí ha senso”, mi scopro a pensare. “Era per questo che lo facevo”.




Poi le canzoni. Soprattutto quelle. Il film dell'esistenza che si srotola su un palco degno delle migliori star internazionali. Occupa da solo mezzo parterre, tra esplosioni di luci e pianoforti a comparsa. Una sorta di M rovesciata che lascia proprio a tutti, finalmente, il miracolo concreto di una bella visuale. Inizia, quel film, dietro ad una tenda bianca. La sagoma di Cesare in controluce sulle note dell'intro, e subito rischio, ancora una volta, di lasciarmi andare ai paragoni. Ma basta ascoltare le prime note di Logico, e ricordo dove sono. Non hanno senso, i paragoni. Perché Cremonini é uno di quegli artisti che si assumono il rischio di iniziare con una hit. La leggo come una sicurezza ferma, ai limiti di una giustificata presunzione. Come a dire “io me lo posso permettere”. A intendere che di canzoni buone ne ha abbastanza da non temere l'inizio col botto. Non calerá, il ritmo. Non si smorzerá l'entusiasmo. Vedrete.





E infatti. Si alternano come una collana di suoni psichedelici: Dicono di Me e il viaggio in autobus a Nerja; Stupido a chi e l'Arena di Verona; Vieni a Vedere perché e Dani Martín. Si palesano La vespa e i sedici anni in discoteca. Vent'anni per sempre, Il Comico, PadreMadre e un festival della Vodafone a Lignano, Latin Lover e l'incontro di Cesena, i brividi dell'immedesimazione filo-ispanica su Fare e Disfare. E ancora “I Love You” con lo strascico di un'intera estate, La nuova stella di Broadway che piace a mio padre. C'é spazio persino per “Il primo bacio sulla Luna”, che per me ha i tornanti e le distese verdi della strada per Ronda. Che mi spiazza, disorienta, e inevitabilmente mi commuove.

La miglior scaletta che abbia mai assemblato tra tutti i suoi tour, questo mi sembra. Perché non riesco a smettere nemmeno un solo istante di cantare a squarciagola. E mi si increspano i capelli per le gocce di sudore, tra i salti e riflettori che mi illuminano il viso. Mentre impreco in direzione del cameraman che mi incolla al maxischermo e mi condanna ai “ti ho vistaa”, mentre ad ogni nuovo accordo mi sfugge dalle labbra che “questa l'adoro”. Un repertorio ad alta densità di successi, che predilige i ritmi sostenuti e sa stupire anche in quelli piú distesi. Perché Io e Anna si accompagna a un video in bianco e nero dalla fotografia impeccabile, e racconta una storia piú di quanto il testo faccia giá. Perché al piano, questa volta, non ci sono Vorrei o Niente di Piú ma Una Come Te e Figlio di Un Re. Collocate dove non ti aspetti, colorate di una tinta nuova. Ecco, forse proprio “Figlio di un Re” é il brano che mi convince meno, perché ne amavo – soprattutto – le sonoritá corali che la versione intimista mi pare un po' appiattisca.

Peró fa niente, perché poi c'é Marmellata 25. C'é Cesare che si china a cantarmi negli occhi che “mi hai lasciato pure tu”, e io che rido pensando che, invece, la sua musica é una delle poche cose che non ho lasciato mai. C'é GreyGoose, ancora. C'é Mondo. C'é Un Giorno Migliore. Che, come tutte le tradizioni che si rispettino, é ormai da anni destinata a sigillare di speranza lo show.







Uno show che ha trasformato due ore in pochi minuti. 24 canzoni in una proiezione di polaroid di esperienze fatte. Una notte in hotel nell'insonnia dell'adrenalina.

Sono cambiate tante cose, in 15 anni. Ma la felicitá che mi ha avvolta a Conegliano dimostra (ed é rassicurante!) che ce ne sono certe destinate a non cambiare mai. E quindi Grazie. Ancora una volta é questa, la sola parola che mi sento di dire. 

sabato 1 novembre 2014

L'oroscopo italo-spagnolo di Novembre!

C'é un posto per ognuno di noi, in Spagna. E, per capire quale sia, basta chiedere alle stelle. Dico davvero. Voglio dire, non che creda ciecamente agli oroscopi. Però, se ci pensate, sono sibillini a sufficienza per prestarsi alle interpretazioni più svariate. Li leggi con il filtro della filo-ispanicità. Ci metti giusto giusto quel pizzico di fantasia che serve a scorgere i segnali tra le righe. Et…voilà! La meta delle prossime vacanze ti apparirà evidente e inevitabile come un chiaro disegno del Destino. Certo, con questo metodo potreste cercarla anche sull'elenco telefonico. Del tipo che lo apri a caso, ti esce il cognome Bianchi, e ti convinci che devi partire per uno dei Pueblos Blancos in Andalusia. O sul vocabolario, magari. Già vi vedo: "è uscita la z, devo andare a Zaragoza!" Però volete mettere l'autorità di Urano in collisione con Plutone? L'ineluttabilità del piano congegnato da Saturno? Il benevolo influsso di Marte nel segno? Non c'è storia, dai. Così, siccome sono magnanima, ho decrittato per voi i loro saggi consigli. Il risultato è quello che trovate qui sotto: un delirante oroscopo italo-spagnolo nato dal remix di previsioni astrologiche scovate sulle bibbie dell'internet (leggi: alfemminile, oroscopo.net, e qualche altra trovata qua e là). 'Somma: ditemi di che segno siete e vi dirò dove dovete andare. Tranquilli, a quel Paese non è incluso tra le opzioni. 

PS: lo so che mancano un sacco di posti bellissimi, ma la Spagna é grande e i segni dello zodiaco sono solo 12. Facciamo che magari gli altri li tengo per l'oroscopo cinese, ok?

ARIETE 

La tua indole cerca la libertà, e i viaggi sono benvenuti soprattutto nella seconda metà del mese. Evita i soliti ambienti intellettuali: in questo periodo ti annoieresti a morte! Hai bisogno di aria nuova e creativa, proprio come quella che si respira a BILBAO. 



TORO 

C'è da dire che la Spagna non è proprio la meta che consiglierei a un toro (state ridendo fortissimo, vero?). Evita il Sud, Pamplona e le corride e ascolta gli astri, invece. "A Novembre sentirai il bisogno di stare un po' da solo", dicono. Di guardarti dentro, di capirti meglio. E devi ricordarti - aggiungono- che avrai la tenacia e la grinta per affrontare qualunque cosa. Perché "A fine mese la vittoria ti aspetta a braccia aperte". Dai, più chiari di così… parti per il CAMINO DE SANTIAGO! 



GEMELLI 

Bella partenza di mese, all'insegna della socievolezza, della voglia di conoscere nuova gente e di divertirti. 'Somma, gemellino: c'hai voglia di far bagordi. Ti consiglierei le discoteche di Ibiza, ma non siamo in stagione. La vita notturna di BARCELLONA, però, non ti deluderà! 




CANCRO

A quanto pare ti faranno incazzare di brutto. E tu rischierai di incasinarti la vita sulla scia di un grosso grasso Vaffa che lì, stretto tra i denti, proprio non ti sta. Ecco, evita. Piuttosto fermati, pensa alle conseguenze, fai un bel respiro. Rilassati: questa è la parola d'ordine. E cosa c'è di meglio di una spiaggia paradisiaca nell'isola di FUERTEVENTURA per farlo? Tornerai abbronzatissimo. E il Vaffa lo diranno a te. 



LEONE 

Poco da fare: non sei mai stato un segno da "austerity". Grazie ad alcuni ottimi risvolti professionali, potrai finalmente goderti una vacanza all'insegna del lusso e di tutti gli agi che hai sempre sognato. Goditela e fai la vita del riccone tra MARBELLA e PUERTO BANÚS. Il momento migliore per partire? I primi otto giorni o gli ultimi quindici del mese. You decide, Re della Giungla. Roar. 



VERGINE 

É un ottimo periodo per la vita sociale, il dialogo, e la complicità con le persone che ti sono care. Avrai voglia di scoprire nuovi orizzonti, di cambiare, magari di organizzare un viaggetto con le amiche di sempre (scusate la parentesi personale: Laura?! Stai leggendo?!).  La meta consigliata é VALENCIA, perfetta per combinare turismo, movida e ambienti culturali. 



BILANCIA 

Dunque. Da qualunque punto li guardi, i tuoi oroscopi di Novembre dicono che: a) sarai di malumore; b) ti pioveranno addosso critiche; c) non te ne andrà bene una almeno fino alla fine del mese. 'Somma, Bilancino, sei sfigato forte! Affoga i dispiaceri nel vino e prenditi una sbronza a LA RIOJA, va! 




SCORPIONE 

É il periodo ideale per "impostare un programma di divertimento o di apprendimento di un hobby o di una lingua straniera". Inoltre, dal vivo o sui social, fare amicizia ti sarà più facile del solito. Parti per studiare lo spagnolo a SALAMANCA: di corsi e bella gente ce ne sono finché vuoi!



SAGITTARIO 

Gli spostamenti sono più che mai favoriti verso fine mese, quando potranno essere forieri di nuovi contatti che porteranno ad inaspettati risvolti positivi anche sul piano professionale. L'amore é in assoluto il grande protagonista: le coppie già consolidate troveranno nuovo slancio e complicità, mentre i single potrebbero conoscere finalmente la persona con cui costruire un legame duraturo. Partite per SIVIGLIA, é considerata una delle cittá più romantiche di Spagna! 



CAPRICORNO 

Scusate se mi dilungo un po' di più  ma é il mio segno e sono di parte. Ché vabbé che non credo agli oroscopi, però se dicon cose belle li leggo volentieri. 'Somma, pare che noi capricornine  saremo più determinate e stacanoviste che mai, il che ci porterà ad avanzamenti di carriera mica da ridere. Firmeremo contratti, saremo oggetto di cambiamenti di ruolo, responsabilità e - in certi casi - addirittura di lavoro. Saremo creative ed ispirate: per questo gli astri (per bocca de Al Femminile) ci suggeriscono di rimettere mano ad un progetto. Che nel mio caso significa, sú per giù, "muoviti a scrivere 'sto benedetto libro, eccheccazzo!". "Guai a restare in casa!", concludono poi. E la chiave di lettura non può essere che una: urge cercare opportunità a MADRID. 



ACQUARIO 

Sei stanco/a e vivi un periodo piuttosto incasinato in amore. Aspetta a buttare tutto all'aria, peró. Prenditi una pausa, parti con un'amica del Sagittario (sbrigati a convincerla, prima che si fidanzi con un sivigliano!) e prenditi del tempo per riflettere. I paesaggi naturali delle ASTURIE sapranno trasportarti in altre dimensioni. 



PESCI 

É un periodo fortunato! Sei entusiasta, e hai l'energia e il coraggio che ci vogliono per operare le scelte giuste. Potresti trovarti a cambiare sede lavorativa o allontanarti anche soltanto per un po' dalle attività che sei solito fare: attento, però, a non farti distrarre dalle piccole cose. C'é bisogno di spirito di adattamento e voglia di non prendersi troppo sul serio. Qualitá fondamentali ovunque, ma forse un po' di più in Andalusia che altrove. ALMERIA e il vicino DESERTO DI TABERNAS sapranno toglierti il fiato.