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domenica 15 aprile 2018

Festival del Cinema di Málaga: Gli eventi da non perdere (secondo me)

Il tappeto rosso steso per le vie del centro incarna l'essenza stessa del Festival di Málaga. La vera star sei tu. Anzi: la città, coinvolta in una festa senza sosta e senza eccessi a cui ti senti costantemente invitato a partecipare. Málaga sboccia, mentre festeggia il cinema in lingua spagnola. Niente climi d'inferno o botellones da Feria. Niente troni giganteschi a ostacolare il via vai quotidiano. Solo la gioia. Il cielo azzurro. La cultura. Tutto quello che potrei desiderare.





I sorrisi dei passanti, un anno in più, danno il benvenuto alla bella stagione. Si è fatta attendere, quest'anno. Eppure eccola qua. Tra le ragazzine appostate acca ventiquattro fuori dall'AC Málaga Palacio e le signore che commentano gli outfit del red carpet. Perchè il vero evento non sono le tavole rotonde, le premiazioni o le proiezioni a pagamento nelle sale prestigiose. Macché. L'anima della kermesse sta, piuttosto, nel palco allestito in Plaza Merced. Nelle foto in bianco e nero che incorniciano calle Larios per la delizia dei turisti inglesi. In quest'amore inenarrabile, profondo ed intensissimo che mi spinge a urlare "ME ENCANTA, ME ENCANTA, ME ENCANTA" mentre passeggio con aria ebete in quello che per me é il posto migliore di tutto il Pianeta. In questo periodo più che mai. 



Anche se alcuni degli eventi clue di questa ventunesima edizione sono ormai belli che andati (due su tutti: il Galà di apertura con la prima performance live del nuovo singolo dei Dorian e la masterclass del super-ospite Guillermo del Toro), il calendario è fitto e ancora tutto da godere. 

Mi sono messa a spulciarlo con l'idea di organizzarmi l'agenda, estrapolandone gli eventi a cui non voglio mancare. Non sono necessariamente i più interessanti o imperdibili in senso generale, ma di sicuro lo sono per me. Ho voluto quindi riportarli in questo post nella speranza che la mia selezione possa tornare utile anche a qualcun altro. In fondo se leggete questo blog è altamente probabile che condividiate i miei gusti. E non sapete quanto vi capisca se siete troppo pigri o impegnati per consultare il programma completo. 


FESTIVAL DEL CINEMA DI MÁLAGA: GLI EVENTI DA NON PERDERE (Secondo me)



- Hacerse Mayor y Otros Problemas - Mercoledì 18 Aprile h.16.45, Cine Albéniz, Sala 2 


Premiere speciale per il Festival con proiezione unica ad un orario infelice, questa commedia di Clara Martínez Lázaro ha una trama che sembra fatta su misura per me. Il film narra la storia di Emma, una donna di 35 anni che scrive racconti per bambini e ha la sensazione che la sua vita sia un completo fallimento. Come molte della mia generazione, si trova infatti in quella fase dell'esistenza in cui sei single e con un lavoro precario mentre la tua migliore amica ti informa di essere rimasta incinta. I know that feeling, girl. 


- El Mundo Es Suyo - Mercoledì 18 Aprile, h. 20.00, Teatro Cervantes (Premiere) ; Giovedì 19 Aprile, h.21.30, Cine Albéniz, sala 1, h.23.45, Sala Albéniz, Sala 2. 


Questo me l'ha consigliato Nancy Aiello di Volevo Aprire un Blog, aggiungendo che devo prepararmi guardando "El Mundo es Nuestro". Ho intenzione di obbedire. Il film, che rientra tra quelli in concorso, fa da seguito a quel lavoro con cui Alberto López e Alfonso Sánchez - meglio noti come El Culebra ed El Cabeza- sono passati dagli sketch di Youtube alle ambizioni da Grande Schermo. La trama, manco a dirlo, è andalusissima: Rafi si presenta a casa dell'amico Fali dopo che la moglie l'ha cacciato di casa. Si è messo in un grosso casino, e Fali vorrebbe aiutarlo a risolverlo, solo che il giorno dopo ci sarà la Prima Comunione del figlio e suo suocero gli ha chiesto di portare il vestito fino al luogo in cui si terrà l'evento. Facile a dirsi... ! Le risate sembrano assicurate. 


- Casi 40 - Venerdì 20 Aprile, h. 20.00, Teatro Cervantes (Premiere); Sabato 21 Aprile, h. 19.00, Cine Albéniz, Sala 3, h. 16.45 Cine Albéniz, Sala 2. 




Sempre per la serie "film da ultra-trentenni", anche questo lungometraggio in concorso mi ispira non poco. Intanto perchè lo dirige David Trueba, il che dovrebbe essere di per sé una garanzia. E poi per la trama, che parla di musica e re-incontri. Un piccolo tour di concerti riunisce, infatti, due vecchi amici: lei, cantante di successo ormai ritiratasi dalle scene; E lui, che sopravvive come commerciante di prodotti cosmetici e aspira a rilanciare la carriera musicale di quella che fu la sua grande cotta adolescenziale. 


- Camarón: Flamenco y Revolución- Venerdì 20 Aprile, h.21.30, Cine Albéniz, Sala 1 



Il lato flamenco del festival del Cinema. Questo nuovo documentario analizza la figura rivoluzionaria e innovatrice di Camarón raccontandone la storia a 25 anni dalla sua morte. Imperdibile per chiunque ami e studi l'arte andalusa per eccellenza. 


... E IN PIÚ: 

Per chi ha la fortuna di poterci andare, segnalo una masterclass gratuita e secondo me interessantissima che avrà luogo Venerdì 20 alle 11 nella sala Rectorado dell'Università di Málaga: Isabel Peña e Rodrigo Soroyen illustreranno infatti l'intero processo creativo che porta alla stesura di una sceneggiatura, dalla prima bozza all'ultima riscrittura in sala montaggio. Se volete assistere non dovete fare altro che inviare una mail a info@festivaldemalaga.com scrivendo come oggetto "Masterclass Rodrigo Sorogoyen + Isabel Peña" ed indicando nel corpo della mail il vostro nome e cognome. 

Siccome non solo di cinema si vive, sappiate inoltre che per tutta la durata del festival (Fino, cioé, a Domenica 22) in Plaza Marina troverete degli stand gastronomici di cucina tipica spagnola e latino-americana. Non solo, ma i seguenti stabilimenti aderiscono all'iniziativa "Ruta de platos de cine" con menú, bevande e piatti speciali in occasione della manifestazione: Soca (calle Carretería, 54) , El Pimpi (Granada, 62), La Sole (Zegrí, 4) , Yubá (San Juan, 11) , Batik (Alcazabilla, 12) , La Fábrica (Trinidad Grund, 29) 


LAST BUT NOT LEAST: 

Io non sono una grande fan di Alejandro Sanz, ma forse potrebbe interessarvi sapere che proprio al festival di Málaga uno dei cantanti più internazionalmente affermati di Spagna presenterà in anteprima assoluta il docu-film sulla sua carriera (Sanz: lo que fui es lo que soy)! La premiere avrà luogo Giovedì 19 alle 22.30 al Teatro Cervantes. Sarà poi ritrasmessa Venerdì 20 alle 19.15 al Cine Albéniz (Sala 2). 





sabato 5 agosto 2017

5 account da seguire su Instagram per mangiare bene a Málaga

Non è certo novità delle più recenti che Málaga stia puntando sempre più sulla gastronomia di qualità. Tra le stelle Michelin di Dani Garcia al Muelle Uno, la tradizione gourmet de La Cosmopolita e la cucina fusion di Oleo, la storia e nel piatto si accompagna oggi alla modernità. Proposte raffinate, menú vegan e bar 100% instagrammabili si affiancano a creare un quadro in grado di accontentare sia gli hipster che la nuova e più esigente tipologia di turisti attratti in città dalla sua ricca offerta museale. 

Quando sei di fuori, però, non è spesso facile localizzare i luoghi migliori in cui sfamarsi. Il rischio è quello di finire nelle classiche trappole per turisti, dove servono paella pre-cotta a prezzi più alti del normale. O magari di non schiodarsi dalle attrazioni a pois dell'ormai ubiquo impero Pimpi, che ha rinunciato alla sua identità di enoteca a favore di un menù onnicomprensivo. Come fare, allora, a trovare i posti che davvero valgono la pena? Potete affidarvi al vostro istinto, certo (la tecnica: "vai dove vanno i locali" funziona sempre). Potete chiedere a me, se vi fidate. Potete prenotare uno di quei food tour che vi portano in giro alla scoperta dei sapori più autentici del luogo (e forse trovare sempre me come guida). Oppure, potete usare i social. 

Su Instagram - regno dei foodies per eccellenza - sono numerosi gli account votati alla segnalazione dei locali più cool di Málaga. Siccome ogni tanto un post di pubblica utilità va fatto, vi segnalo quelli che in più di un'occasione mi hanno fatto scoprire pietanze e posti degni di nota. 

Se ne avete altri da aggiungere, i commenti sono tutti per voi! 



Foto: Instagram @comerbienmalaga


Come il nome stesso suggerisce, questo account vuole indicarvi i locali in cui mangiare bene nella Capitale della Costa del Sol. Nella sua gallery non troverete soltanto nomi o indirizzi, ma veri e propri consigli a prova di indeciso sulle migliori pietanze da assaggiare. Seguitelo e scoprirete perle come l'hamburger "Madriz Style" del Nuevo Y Sur, che rivisita in chiave contemporanea e pane total black il tradizionale bocadillo de calamares di Madrid; oppure l'invitante tartar di tonno e avocado servita al Treinta y Tres RestoBar. I dolcetti di mela e cannella del CocoLimón. E ancora, per i nostalgici, il bell'aspetto dei cannoli siciliani de La Dispensa Italiana. In generale il focus è sulle ricette un po' più insolite e gourmet, ma c'è spazio anche per piatti della tradizione come le melanzane con melassa de El Tapy ("Bueno, bonito y barato"). 


2. Eating Out En Málaga (@eatingoutenmalaga) 


Foto: Instagram @eatingoutenmalaga



Katy è una ragazza di origine russa che vive a Málaga e racconta per immagini la sua esperienza gastronomica in città. Sul suo insta-blog troverete grandi classici malagueñi come il Brunchit, il Matahambre o l'Aire Gastrobar , ma a me ha fatto soprattutto venire voglia di mangiare i gamberoni con pisto verde di Wendy Gamba o la tosta de caballa con pimientos del piquillo y tomates di Gloria Hoyos. Da seguire anche se amate i cocktail: scoprirete dove berne di buoni, e spesso con un'ottima vista.  

3. Málaga Se Come (@malagasecome)

Foto: Instagram @malagasecome



Dietro a "Málaga Se Come" si cela un progetto che offre servizi di comunicazione e marketing per aziende del settore gastronomico. Gestito da Arantxa López López, l'account Instagram ospita immagini di piatti da provare in locali non solo della città di Málaga ma anche dei dintorni, alternate di tanto in tanto a foto di paesaggi del territorio e promozione delle iniziative organizzate. Tra le "chicche" l'ajoblanco con granita di uva e formaggio del Palodú Gastrobar , il - decantatissimo! - gelato artigianale di Nonna (che di recente ha aperto anche in piena Plaza de La Merced) o la coca de mortadela trufada di Coco Bambú a Torremolinos. Il buon vino, poi, ha qui un ruolo da protagonista! 

4. Málaga Tendencias (@malagatendencias) 


Foto: Instagram @malagatendencias



Sebbene non si tratti di un profilo gastronomico in senso stretto, questo account dedicato ai luoghi e alle esperienze più cool di Málaga segnala spesso anche bar e ristoranti. Dall'impressionante colazione healthy di No Piqui  ai dolci de La Tertulia a El Limonar, senza dimenticare i succhi naturali di La Bella Julieta , c'é di che appuntare in agenda!

5. Sabor a Málaga (@saboramalaga) 


Foto: Instagram @saboramalaga



"Sábor a Málaga" é un marchio che designa l'autenticità dei locali e dei prodotti della tradizione locale. Se lo riconoscete fuori da un ristorante o sull'etichetta di qualcosa che avete comprato al supermercato, potete essere certi di aver fatto una buona scelta. Curiosamente, Instagram é il social network in cui sono meno attivi (seguiteli soprattutto su Twitter per scoprire, grazie ai retweet e ai contenuti propri, gli ingredienti e le pietanze da non perdere), ma é comunque un must-follow per qualsiasi foodie a Málaga. Tra le foto degli eventi che organizzano o a cui prendono parte troverete gli immancabili espetos , prodotti derivati dalla capra malagueña (tra le razze piú pregiate), oli a edizione limitata  e, ovviamente, olive. 

Vi è già venuta l'acquolina in bocca? 

lunedì 30 gennaio 2017

Musica d'attesa.

"Aggiungi brano alla playlist", e m'ubriaco di gratitudine semplice. Ci sono periodi in cui più di altri le canzoni sembrano parlare a tutta te stessa. Alla pelle, alle orecchie, a quel qualcosa di profondo e inesplicabile che riempie e scalda dentro di un indefinibile star bene. Sono giorni in cui riscopri vecchi brani, in cui trovi finalmente il nome dell'autore di quel motivo che ti si è conficcato in testa dalle frequenze di una qualche radio accesa; Giorni in cui il sapore della primavera sembra schiudersi in nuove uscite belle da far commuovere. E per quattro minuti - Repeat; Altri quattro; Repeat- tutta la delusione degli appuntamenti mancati e tutta la stanchezza di un sole poco sfruttato svaniscono di botto dentro alla felicità. 

Non c'è stand by senza colonna sonora. Per questo, mentre aspettate i risultati degli Italo-Spagnola Awards, vi propongo una selezione musicale di lingue alternate che spero troverete molto, moolto meno fastidiosa di quella dei call center di telefonia. 


Brunori è uno di quegli artisti che riescono a raccontare un'era partendo dai più semplici dettagli quotidiani: il talento in assoluto che più invidio. Canzone contro la paura è il conforto di un pensiero condiviso oltre che, per me, la vera chicca di A casa tutto bene

"Ma non ti sembra un miracolo / che in mezzo a questo dolore / e tutto questo rumore / a volte basta una canzone, anche una stupida canzone/ a ricordarti chi sei?"






Spogliatosi dal nome d'arte e uscito dalla breve parentesi indie, "El Pescao" ci regala adesso l'album migliore della sua carriera solista. Ho intenzione di dedicarci un post ad hoc, ma intanto cominciate ad ascoltare "Me Voy". Ecco cosa significava quel "musica: David Otero" che leggevamo sui libretti de El Canto del Loco. 





La mia tardiva rivalutazione dei Baustelle continua. Amanda Lear è la conferma di un idillio cominciato con Lili Marleen, e credo che dovrebbe essere inserita in un qualche manuale sul miglior modo per evocare immagini attraverso le parole. O - che poi è lo stesso - su come raccontare storie usando la forma canzone. 




Forse aspettava me. Sabina ci ha messo otto anni a sfornare un nuovo album di inediti: esattamente lo stesso tempo che ho impiegato io a tornare a vivere a Málaga. Se nel 2009 salutava il mio Erasmus con "Vinagre y Rosas", il prossimo mese di Marzo tornerà con "Lo niego todo". Alla produzione c'è Leiva, e il primo estratto - omonimo - fa sperare nei fuochi d'artificio. 




Del verso "I mezzi sogni da mezzi addormentati magari li ritwittiamo" ho fatto subito un mantra personale. Questo, contenuto in Made in Italy, non sarà forse il miglior pezzo di Ligabue, e tantomeno il più originale: è curioso, tuttavia, come il testo racconti in un certo senso la causa sottintesa che un giorno m'ha messa su un aereo.






L'evoluzione di Melendi, se solo ci pensi, può lasciarti sconcertata. É passato dall'essere un tizio rasta e incasinato che cantava di marijuana a ritmo di rumba al reincarnarsi in un omino tirato a lucido che sperimenta ad ogni album con nuove sonorità. Quelle di Desde que estamos juntos, orecchiabili in modo quasi ossessivo, ti trasportano a Cuba, per un'iniezione di allegria istantanea. E sarà pure commerciale quanto vuoi, ma l'esperienza mi insegna che non sarebbe Málaga senza la sua voce dentro alla mia soundtrack. 







lunedì 13 giugno 2016

AAA Famiglie italo-spagnole cercasi!


Itagnoles a rapporto! 

Se siete italiani, vivete in Spagna, e avete dei figli piccoli questo post è fatto apposta per voi. 



Sapete che mi rende sempre felice segnalarvi iniziative che coinvolgono i nostri due Paesi. Per questo, oggi, vi inoltro l'appello che mi sono ritrovata nella casella e-mail. A farlo è Paola, la cui missione è trovare i protagonisti perfetti per un programma televisivo che andrà prossimamente in onda sul canale Boing.

La trasmissione si basa sulla serie Adventure Time e verrà girata in giornata nella cornice di un parco multi-avventura di Madrid. Quello che cercano è un genitore italiano residente in Spagna con un figlio dagli 8 ai 12 anni di età. La coppia genitore-figlio dovrà superare un casting e verrà quindi chiamata a portare a termine una serie di prove che prevedono l'elezione di un vincitore finale.

La produzione assicura che si tratta di un'esperienza diversa che farà la gioia dei più piccoli e magari - perchè no? - costituirà anche per gli adulti un bell'aneddoto da raccontare.

Se volete maggiori informazioni, potete contattare la casa di produzione oppure scrivere a Paola qui. 

domenica 24 aprile 2016

We all looked up: consigli in ritardo per la festa del libro


Le traduzioni, a volte, possono sviare. 
"Fino alla fine del mondo" sembra un po' il titolo di un romanzo di Moccia. Di quelli sdolcinati, con la classica storiella d'amore adolescenziale. Lui ama lei. Lei ama lui. Complicazioni di mondi diversi e promesse incompiute d'eternità. Letture stucchevoli. Prevedibili. Ritrite. Ed è anche un po' per questo se, sugli scaffali della Giunti, quel volume rischiava di passarmi inosservato. Ad aggravare il tutto, il fatto che sul web appaia ovunque etichettato sotto la categoria Young Adults. Cioè, andiamo. Per favore. Dai. 

Perdermelo sarebbe stato un peccato, invece. Di quelli capitali.
Quindi, d'accordo, la giornata del libro era ieri. Sant Jordi. I 400 anni dalla morte di Shakespeare e Cervantes. Il momento perfetto, decisamente, per chi volesse regalare consigli assieme a una manciata di rose. 

Eppure ho ormai fatto dei ritardi una dichiarazione d'intenti; ed è perciò con certo orgoglio che sfido le consuetudini facendolo ora.


Foto via: devilishlystylish2011.blogspot.it


We All Looked Up - chiamiamolo così, col titolo originale - è già candidato alla Top 5 delle mie migliori letture del 2016. I motivi per cui dovreste leggerlo trascendono le ragioni più classiche. Perchè certo, Tommy Wallach ha messo in piedi una gran bella storia. L'ha fatto con una scrittura visiva, magistrale, in cui frasi dal retrogusto quasi poetico si mischiano al colloquiale senza che tu neanche lo percepisca al primo acchito. L'ha fatto incollandoti alle pagine, affidando ai capitoli brevi di un countdown i destini e le visioni di personaggi tutti ben caratterizzati. Wallach, che non a caso può vantare ora il ruolo meritato di "autore di best seller" si è dimostrato impeccabile sia nella struttura narrativa che nella redazione di un finale che, con una trama così, avrebbe rischiato fin troppo facilmente di rovinare tutto.

Ma non è solo per questo, che ve lo segnalo. No. Lo faccio perchè adoro i progetti cross-mediali. Quelli curati nei minimi dettagli. Quelli che ti fanno capire che c'è stato un ragionamento, studiato con dedizione per riuscire a darti qualcosa in più rispetto agli altri.

Così Wallach, che è anche musicista, ha realizzato di suo pugno la colonna sonora del libro. Un disco di dieci tracce, come sono dieci le tappe del countdown che scandisce gli eventi della storia. Un disco la cui copertina richiama quella del romanzo, preannunciando di rispecchiarne fedelmente in musica il mood, i fatti e le sensazioni.

Immaginate, quindi, il mio entusiasmo quando ho scoperto che quell'album - disponibile su Spotify - sapeva emozionarmi almeno quanto il libro. Un libro che, a proposito, con Moccia & Co non c'entra proprio nulla. Anzi, a reggerne le fila c'è il contrario esatto del concetto di eterno. Ci sono Eliza, Andy, Peter, Anita. E poi Bobo. E poi Misery. Personaggi intrecciati da un comune destino e da una stessa volontà. Sì; perchè l'asteroide Ardor ha il 66,6% di possibilità di schiantarsi sulla terra. E di fronte alla possibilità che tutto finisca quei ragazzi decidono, ognuno nel suo piccolo, di dare un senso alle loro giovani vite.

Ma "dare un senso" non significa, per forza, fare gesti eclatanti. Può voler dire aiutare gli altri, può voler dire raccontare qualcosa al mondo, può voler dire inseguire un sogno o magari - perchè no- anche solo l'amore. E se, detto così, vi sembrasse una roba da libro di autoaiuto, rischiate di venire delusi a suon di colpi di scena degni del migliore dei film.

Vi lascio con le note di A Natural Disaster, la traccia che apre l'album e che forse meglio di tutte può introdurvi nello scenario diversamente pre-apocalittico in cui, spero, possiate un giorno ringraziarmi - etichette e traduzioni a parte - di avervi fatto scoprire.

lunedì 11 aprile 2016

Quasi una tradizione: account spagnoli belli per il vostro feed di Instagram

Vi ho già detto che sono fan di Verne, vero? Ebbene; qualche giorno fa, l'amato blog de El País ha pubblicato un altro di quegli articoli che a me piacciono un casino. Lí, María Sánchez Sánchez elencava 118 (!!!) account Instagram Made In Spain segnalati almeno una volta dalla comunità InstagramEs. Consultarli tutti, va da sè, rischierebbe di risultare impegnativo per chiunque abbia uno straccio di vita sociale. Così, dato che aumentare il contenuto ispanico dei vostri feed di Instagram sta diventando una mia sottospecie di missione a cadenza annuale, ho estrapolato per voi i diec...perdón, undici a mio avviso più meritevoli. Per farlo mi sono basata sulla creatività, sull'originalità e, naturalmente, sul molto poco oggettivo gusto personale. Eccoveli a seguire. 

Buona lettura, buon follow e buona visione a tutti. 


1. Mebeliart 


Jordi Beli studia graphic design a Lleida. Il suo soggetto preferito sono i ritratti, in cui ama giocare con una componente fantastica, surrealista e variamente "magica". 

@mebeliart


2. Mr.boo 

Mr Boo è un fantasma. O, per meglio dire, un utente misterioso travestito da fantasma. Dopo aver indossato il caratteristico lenzuolo bianco con i buchi per gli occhi, si fa fotografare in luoghi sempre diversi della Penisola Iberica. Il motivo? Come sostiene nella sua biografia, "ha un sacco di questioni in sospeso".



@Mr.boo


3. Jesuso_Ortiz

From Málaga with Love, Jesuso potrebbe tranquillamente essere descritto come la versione iberica e più colorata della nostra virgola. Proprio come lei, fa interagire disegno e oggetti d'uso quotidiano per realizzare illustrazioni semplici eppure mai banali.



@jesuso_ortiz


4. Isaaccordal

Scultore di Potevedra, Isaac Cordal crea piccole statue che fotografa in ambienti urbani per ricreare situazioni che hanno in molti casi l'obiettivo di farci riflettere sulle tematiche più scottanti della nostra società.



@isaaccordal


5. Gretaway 

Interior designer di Girona, il soggetto fotografico preferito da Dani sono gli aerei incorniciati dagli edifici e i pattern geometrici che ritrova, giorno dopo giorno, nelle architetture attorno a lui.


@gretaway




6. DeliciousMartha

Dopo aver studiato Pubblicità e Public Relations, Marta ha deciso di fondere su Instagram le sue passioni per la gastronomia e la comunicazione. Food blogger molto seguita, ci regala così foto di manicaretti di ogni genere, sempre molto studiate nella composizione. 



@deliciousmartha


7. Kpturas

Fotografo freelance, Juan Chaves ama giocare con le prospettive e le forme, restituendoci immagini a dir poco insolite dei paesaggi spagnoli. 



@kpturas



8. Toni_laoshi

Di La Vall d'Uixó (Castelló), Toni Laoshi si fotografa nella stessa posizione con fondi diversi, accompagnando i suoi scatti con testi di canzoni.

@toni_laoshi




9. Ensanx

Co-founder di @catalunya_arquitectura, Jordi "cerca la bellezza dove sembra che ci sia solo un angolo, una parete triste o un edificio poco attraente". Obiettivo che risulta chiaro dalle sue foto, tutte immancabilmente a soggetto architettonico. 


@ensanx


10. Pabloalekoh
Pablo vive tra Albacete e Valencia e, decisamente, ama il mare. I suoi scatti lo ritraggono spesso, avvalendosi di specchi, cornici o espedienti prospettici per conferire ai paesaggi un tratto originale.



@pabloalekoh


Il numero pari sarebbe stato, a questo punto, una ragione sufficiente a chiudere la lista. Non potevo, peró, prescindere dalla menzione speciale al profilo più itañolo tra tutti quelli segnalati da Verne. E quindi... 

11. Bidibadau

Spagnola residente in Italia, Paloma ama l'arte, la natura e i racconti brevi con cui spesso accompagna le sue fotografie.



@bidibadau




Se anche voi avete scoperto qualche altro account spagnolo particolarmente affascinante, come al solito, fatemelo sapere!

domenica 3 aprile 2016

Jenny Penny Full: da Verona al tour spagnolo

Le mie Domeniche, sostanzialmente, sono fatte di musica e scrittura. 

Quando un ragazzo mi ha contattata chiedendomi di aiutarlo a promuovere il tour spagnolo di una band di Verona, pensavo che mi sarei limitata ad una segnalazione su Facebook. 

Solo che poi è arrivata la Domenica. Poi, quella band l'ho ascoltata. E dalla prima esplosione di percussioni di Far Continents mi è stato subito chiaro che l'avrei amata un bel po'. Il video, girato in Portogallo, è stato la ciliegina sulla torta. Il necessario e riuscito compendio visivo ad un sound che, già di per sè, ti trascina verso dimensioni altre. Autentiche oasi di pace e relax. 




Si chiamano Jenny Penny Full. E, dal prossimo 7 Aprile, porteranno la loro musica in giro per i locali spagnoli. La prima tappa è l'Honky Tonk Bar di Madrid, assieme ad Almirante Boom. Poi toccherà a Jaén (Café Teatro Central), Zaragoza (La Ley Seca) e Barcellona (Restaurant Cinc).

























Un'ottima opportunità, per gli italiani che vivono in Spagna, di farsi cullare dalle atmosfere internazionali - eppure Made in Italy - di un gruppo di connazionali meritevoli davvero. Per arrivare preparati, questo é il link del loro canale youtube. Non fatevelo ripetere due volte, itañoles! 

giovedì 3 marzo 2016

Viva Las Vegas! [Libri e musica per una vita migliore]


Esiste il termine "comfort books"? Perchè altrimenti dovreste proprio inventarlo. Almeno così, forse, saprei spiegarvi meglio perchè Sophie Kinsella riesce a rendermi felice. 

Seguo la saga di "I Love Shopping" da talmente tanti anni che ad ogni nuovo capitolo è come ricongiungersi con dei vecchi amici. Persone che nel tempo sono cresciute. Hanno messo sù famiglia. Hanno cambiato impieghi, lavori, priorità; eppure restano se stesse nei loro tratti più profondi ed essenziali. Quasi come nella vita vera. 


Da quando è uscito "I Love Shopping a Las Vegas" di nuovo mi addormento ogni notte dopo aver riso, pianto o provato tenerezza per Becky Bloomwood & Co. É appagante. Direi rassicurante. E, sapete che c'è? Per quanto sembri strano, basta a rendere le mie giornate migliori.


Una foto pubblicata da Ilaria (@ilaria_luna84) in data:

Ché poi, in fondo, l'ho sempre sostenuto: un buon libro e un buon disco sono di per sè sufficienti a rendere la quotidianità più bella. Figuriamoci se poi si sposano anche bene assieme. Ed è capitato, sì. E' capitato che questa volta le luci al neon, il bip frenetico delle slot machine e tutti gli strass della città più kitsch del mondo si accompagnassero ad un rinnovato entusiasmo per le note di Brandon Flowers. Che, per un bizzarro caso del destino, proprio da quella città proviene.

Intendiamoci: il suo "The Desired Effect" è stato uno dei dischi che ho ascoltato e amato di più nel 2015, eppure è solo negli ultimi giorni che ho riscoperto le canzoni più vecchie. É successo in un attimo di noia, mentre portavo avanti la mia ormai consolidata abitudine di trovare concerti interi su youtube ed ascoltarmeli 5 minuti al giorno - tra parentesi, dovrebbero costruirci sù un format televisivo:  "concerti in 5 minuti". Ti mettono di buon umore e sembrano durare tantissimo di più.

Comunque: è grazie a uno di questi concerti - e, per la precisione, ad un live nella sua Vegas natale - che mi sono innamorata di brani come Magdalena, attualmente in loop nelle mie playlist di Spotify.


Per qualche ragione che fatico a limitare alla provenienza geografica, trovo che il sound di Brandon Flowers - cognome peraltro petalosissimo, ché io sono avanti -  si accompagni perfettamente al viaggio On The Road dei personaggi della Kinsella. Ed è per questo che oggi ve li consiglio entrambi, aspettando con ansia il giorno in cui finalmente uscirà un (quanto sarebbe bello?) "I love shopping a Madrid". 





E voi, quali accoppiate di libri e musica trovate ideali?






giovedì 11 febbraio 2016

[Guest Post] Cosa Vedere a Madrid


É sempre bello poter scoprire e segnalare altre realtà italo-spagnole del web. Ci ho costruito attorno addirittura un contest: capirete che è un concetto che mi sta abbastanza a cuore. Lascio quindi con piacere a Matteo il compito di presentarvi "Cosa Vedere a Madrid", il blog di cui è autore e su cui troverete tante informazioni utili in vista di un vostro prossimo viaggio nella Capital. Quanto a me, non preoccupatevi troppo: ormai dovreste aver capito che ogni mio prolungato silenzio è un po' la quiete prima della tempesta. La mente che ribolle. L'equazione sempre ingiusta tra il tempo e le idee. 'Somma, sto per tornare - e molto presto - ad inondarvi di post! 



COSA VEDERE A MADRID 

di Matteo Serena



Il blog si compone di alcune sezioni che vogliono aiutare il turista ad organizzare il viaggio: queste sezioni riguardano argomenti quali i voli, con la lista delle compagnie che operano i voli per Madrid dagli aeroporti italiani e una selezione di hotel tratta da Booking.com (Hotel a Madrid).

Tra le altre sezioni si trovano i trasporti della città (Come muoversi a Madrid), tra i quali è impossibile non menzionare il Metro di Madrid, le principali attrazioni come musei e monumenti (Cosa visitare a Madrid) e, per rendere la visita ancora più gradevole, una lista delle attività ed esperienze turistiche che si possono svolgere nella capitale spagnola (Cosa fare a Madrid). 



Il Triangulo del Arte è una delle zone con la più alta densità di opere d’arte del pianeta, zona che prende come vertice la Stazione di Atocha da un lato, che peraltro si trova di fronte al Museo di Arte Contemporanea Reina Sofia, all’interno del quale si trova il celebre quadro Guernica di Picasso, fino alla Fuente de Neptuno, dove si trovano il Museo Thyssen Bornemisza, famosa collezione privata d'arte che ha pochi eguali nel mondo, e il Museo del Prado, pinacoteca talmente conosciuta che quasi non merita la pena di essere menzionata. 

Madrid è visitata anche e soprattutto per motivi legati allo sport: tra le attrazioni più visitate annoveriamo,infatti, lo stadio Vicente Calderon dell'Atletico Madrid e soprattutto lo stadio Santiago Bernabeu del Real Madrid; il famoso Tour del Bernabeu, percorso da quasi un milione di appassionati ogni anno, è la visita allo stadio del Real Madrid. Se si volesse assistere ai match in casa delle due squadre, si possono prenotare online i biglietti del Real Madrid e i biglietti dell'Atletico Madrid

Se invece si volesse fare dello shopping a Madrid, sicuramente merita una vita l’outlet Las Rozas Village, ubicato a pochi km da Madrid dove si possono trovare a prezzi accessibili le migliori marche a livello internazionale. 

Tra le attività alle quali non si può mancare c’è l’assistere a uno spettacolo di flamenco a Madrid; nella capitale spagnola si trova infatti il tablao (locale) di flamenco più importante al mondo, ossia il Corral de la Moreria, dove non sarà difficile vedere seduto al tavolo di fianco al vostro attori di Hollywood o capi di stato. 

A circa un'ora di auto circa da Madrid si trova Toledo, città meravigliosa tutelata come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, raggiungibile con il treno Madrid Toledo in appena 30 minuti. 

Il sito Cosavederemadrid.it non solo offre l'opportunità di prenotare un volo, una stanza d’hotel, il biglietto di un museo o di una partita di calcio, ma soprattutto racconta la città attraverso gli occhi di un connazionale che ci vive da molti anni. Infine le pagine social (Facebook, Twitter e Google+) sono utili per rimanere sempre aggiornati sulle news relative a Cosa vedere a Madrid.

sabato 16 gennaio 2016

Flamenco ovunque: due blog 100% italo-spagnoli


Ormai quella di consigliarvi le letture per il weekend rischia di diventare una sottospecie di tradizione. E, in un periodo quanto mai denso di avvenimenti flamenchi, il tema non potrebbe che essere legato a cantebaile e volant. 

Foto: We Love Flamenco 2016 // Sfilata di Lola Azahares

Perchè si sa com'è che va: succede sempre un po' tutto assieme. Così, a Siviglia sta per concludersi We Love Flamenco: tradizionale apripista del più prestigioso SIMOF nel dettare le tendenze della moda per bailaoras. E, mentre El Torombo terrà uno stage ad Udine, a Reggio Emilia la mia amatissima Rocío Molina si prepara a stupire tutti con  Afectos.








E' in questo contesto, mentre fissavo l'agenda immersa in un inventario di vorrei-ma-non-posso, che mi sono stati segnalati due blog decisamente italo-spagnoli. 

Il primo, Qué mire Usted! Raccoglie recensioni di spettacoli ed interviste ai professionisti del flamenco italiani e spagnoli.

Il secondo, De Palo en Palo, ha invece l'obiettivo di approfondire - nella nostra lingua - la storia di un'arte antica, multiforme e riconosciuta dall'Unesco Patrimonio Immateriale dell'Umanità.


A redigerli entrambi sono Katia, Paola e Claudia, alias Las Tres Gracias: amiche italianissime che proprio proprio quell'arte ha fatto incontrare. Nell'invitarvi a conoscerle meglio, spero aiutino anche voi a portare nelle nostre vite una piccola dose di flamenco in più. 

venerdì 28 agosto 2015

Flor de Azahar: un po' di Spagna a Trieste

Io, una bandiera della Spagna, sono in grado di avvistarla anche a migliaia di kilometri. Può essere magari piccola. Accasciarsi avvilita in una zona protetta dal vento e dallo sguardo dei passanti. Eppure io ne annuserò l'odore. Dico sul serio: io so avvertirne la familiarità indotta, patriota - come sempre - di una patria non mia. 

E' così che ho scoperto Flor de Azahar. Attratta dalla famigliarità brillante di quel semi-nascosto simbolo nazionale. Negli occhi ho acceso l'entusiasmo. Ho urlato "Spagnaaaa", come la più pericolosa delle psicopatiche, ed ho improvvisamente cambiato direzione. Succedeva qualche giorno fa, poco prima di passare alla Feltrinelli ad imboccare il tunnel della dipendenza da La Ragazza Del Treno (tra parentesi: leggetelo, vi manderà in trip). 

C'erano delle scarpe, accanto a quella bandiera. Sandali da donna. Con la zeppa. Ho pensato che avrebbero potuto essere nel mio stile. Sopra di loro, la vetrina pulita di un negozio piccolo ma ben arredato dichiarava le sue origini nella parola Madrid. 







Lo confesso, perciò: avrei voluto regalarvi un post più lungo. Uno di quelli che inizio a scrivere senza sapere bene dove voglio andare a parare. Sono rilassanti, per me. Vi avrei detto, magari, del mio ritorno al lavoro. Segnalato un paio di canzoni dei Dorian, di Brandon Flowers e di Fabrizio Moro. Vi avrei, soprattutto, sottoposto dubbi amletici di difficile risoluzione quali: perchè c'è questa mania di fare i concerti di Lunedì? Perchè il ciclo ti viene sempre quando devi andare da qualche parte? Perchè le fashion blogger asiatiche tendono a farsi fotografare con i piedi rivolti all'interno?

Invece. 

Se non l'ho fatto non é per un atto di pietà nei confronti della razza umana, ma perchè ho scoperto che a Trieste esiste un altro luogo per filo-ispaniche incallite. Certo è un po' più defilato rispetto al nuovo Desigual in centro (lo troverete in Corso Italia 9, Galleria Rossoni), 
ma anche molto più autentico e a suo modo originale. Cosa più importante, propone capi di moda iberica a prezzi ragionevoli. E quindi niente: ho pensato che, se vi trovate da queste parti, vi sarebbe piaciuto andare a darci un'occhiata. 



Non foss'altro perchè ha la bandiera all'esterno. Piccola. Protetta dal vento e dagli sguardi dei passanti. Ma, per chi ha il Mal di Spagna, bella quanto basta a farvi sentire a casa.