mercoledì 29 luglio 2015

Il concerto “ispanico” de La Verdi a Milano: prezzo speciale per i lettori di Italo-Spagnola

Mi rende sempre felice, potermi rendere portatrice di buone notizie. E, per chi ama la musica, questa senz'altro lo è. 

Per una volta non vi parlerò di pop, di rock da classifica, dell'intimismo cantautoriale a cui tanto spesso ho dato spazio sul blog. No. Oggi l'oggetto della mia segnalazione è nientemeno che l'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. La ragione va ricercata nella serie di concerti organizzati dall'Istituzione in occasione di Expo 2015: un vero e proprio viaggio sonoro tra i Paesi partecipanti. Tra questi, è ovvio, la Spagna non poteva mancare. A rappresentarla dal vivo, in un programma definito “originale e accattivante, di ispirazione e contenuti latino/ispanici”, ci sono le musiche di due autori locali: il catalano Carlos Surinach con Ritmo Jondo e Isaac Albéniz con la celeberrima suite Iberia. Potrete ascoltarle, assieme all'Expo Variation di Nicola Campogrande e a due composizioni del messicano Silvestre Revueltas, in un concerto diretto da Marco Parisotto. L'appuntamento è all'Auditorium di Milano in Largo Malher nella duplice data di Giovedì 6 Agosto (ore 20.30) e Domenica 9 Agosto (ore 18.00). 





Ma non è finita qui. Già, perchè L'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi ha riservato per l'occasione una promozione speciale ai lettori di Italo-Spagnola: prenotando il vostro posto entro e non oltre le ore 12 del 5 Agosto potrete, infatti, garantirvi un biglietto in platea per 13 euro anziché 35. Trovate tutte le informazioni (compresa la scheda di approfondimento sull'evento) semplicemente cliccando qui. 




Che dire? Per una volta ho l'opportunità di ricompensarvi, almeno parzialmente, per il tempo ed il calore che mi dedicate. Fossi in voi ne approfitterei. 

sabato 25 luglio 2015

Expo2015: Il Padiglione Spagna visto da Instagram


Mi sono ricreduta sull'Expo grazie alle foto postate da amici e conoscenti sui Social Network. Le loro immagini mettevano a dura prova la mia iniziale diffidenza con scorci di architetture pregevoli, pietanze invitanti e decine di microcosmi che, uniti, andavano a formare un quadro di sintetica e perfetta internazionalità. E' stato grazie a #Selfie ed #Instagood, insomma, se andarci è diventato di recente un mio proposito tardivo per il 2015. Aspetto climi più temperati, è ovvio. Ma intanto, spinta dalla mia solita curiosità, sono andata a cercare su Instagram gli scatti pubblicati dagli utenti in visita al Padiglione Spagna. Ve ne propongo una selezione,  in una sorta di tour virtuale di uno degli angoli più italo-iberici che ci siano attualmente in giro. 


- Spain is...  color!
Lo scenario più instagrammato è anche stato definito come uno degli ambienti di maggior impatto del Padiglione: uno spazio le cui pareti sono interamente ricoperte da migliaia di piatti. Su di essi, paesaggi e cibi tipici iberici vengono proiettati in un gioco di luci che conferma una mia ferma convinzione: la Spagna è e deve essere comunque piena di colori. 


Una foto pubblicata da Sandra (@sandra9989) in data:



- Spain is...food!

Progettato dallo studio B720 Arquitectos di Fermín Vazquez, il Padiglione gioca sull'alternanza di spazi aperti e chiusi, riservando ben tre diverse aree alla degustazione alimentare: un ristorante, un "chiringuito" e un bar de tapas. Proprio quest'ultimo, circondato da alberi di arance, è stato definito uno dei più qualitativamente validi di tutto l'Expo. Certo, non è economico; Ma, a giudicare dalla quantità di foto che immortalano pintxos, sangría e piatti di paella, sembrano essere in tanti a pensare che il prezzo valga la pena. L'hashtag #caromabuono dice tutto già di per sè. 


Una foto pubblicata da Expo 2015 Milano (@expo_experience) in data:

Una foto pubblicata da Beppe Meliota (@beppemeliota) in data:



- Spain is... travel!

Il vero leitmotiv del Padiglione iberico sono le valige, emblema del "Viaje Del Sabor" proposto dalle installazioni audiovisive dell'artista catalano Antoni Miralda. E' proprio uno di questi bagagli, delle dimensioni di 5x4 metri, a dare il benvenuto ai visitatori all'ingresso. All'interno ve ne sono altri, su cui vengono proiettate proposte visive ciascuna dedicata ad un diverso alimento. Tra le più instagrammate, la valigia aperta da cui escono dei fogli con parole in varie lingue, tutte legate all'esperienza del cibo. 






- Spain is ...details!
Il lato creativo degli utenti di Instagram li spinge sempre a prestare particolare attenzione ai dettagli. Ecco allora che le fotocamere degli smartphone si lasciano affascinare dai pensieri lasciati dai visitatori (la frase "che l'uomo sappia far baciare il pane e le parole" è stupenda!) e, soprattutto, dalle bottiglie appese al soffitto che la mia vena consumista associa in modo preoccupante all'arredo di certi negozi Desigual. 

Una foto pubblicata da Shila Mirarchi (@sheym89) in data:


- Spain is ... video!
Su Instagram non potrebbero mancare i tradizionali video di 16 secondi per raccontare l'aspetto polisensoriale dei padiglioni di Expo. Tra quelli relativi alla Spagna, ho scelto qui di proporvi i due secondo me più significativi: un'esibizione di flamenco in occasione di una festività andalusa, e un video che documenta l'affascinante viaggio tra i fornelli di una cucina "virtuale". Allora? E' venuta voglia anche a voi di andare a farvi un giro? 


Un video pubblicato da Anna Marcone (@anna_marcone95) in data:

mercoledì 22 luglio 2015

Quasi Quasi.

Potrebbe, in effetti, sembrarvi strano che non abbia ancora dedicato nemmeno una riga all'ultimo cofanetto live di Cesare Cremonini. A mia discolpa, non sono mai stata un'amante dei cd dal vivo. Trovo che non riescano - né probabilmente riusciranno mai - a ricreare l'esperienza di un concerto, che sviscerando nella parte acustica privano di buona parte delle dimensioni. Un concerto è sudore, è immagini, è atmosfera. Lo adoro di persona, al cinema e in dvd, ma se devo piazzare un disco nello stereo (o ascoltarlo in cuffia sotto al sole) scelgo comunque un disco registrato. Ecco perchè, nonostante la meraviglia del packaging e l'irresistibile appeal esercitato da un libretto in cui il tour viene rivissuto dal punto di vista dell'artista, non ho accolto Più che Logico con l'entusiasmo che vi sareste aspettati. 

I quattro inediti che contiene, tuttavia, valgono un bel po' la pena. Ce n'è uno, in particolare, che mi ha colpita fin dal primo ascolto. Si chiama "Quasi Quasi" e, pur raccontando una situazione personale, ho sempre pensato che con esso Cremonini fosse riuscito a tracciare un ritratto perfetto della mia (e sua!) generazione. Quella dei nati negli anni '80. Quella dei trentenni. Quelli che hanno vissuto la scelta tra Blur e Oasis come una presa di posizione obbligata per definire il proprio gusto musicale. E si svegliano, oggi, con la voglia perenne di mollare tutto e andarsene; destreggiandosi tra malinconie e crisi in una società cinica che ogni giorno sembra ricordargli che il cuore, ormai, non serve più. 

Sicuramente non è stata scritta con quest'intento, eppure è quello che io ci vedo. E' il modo in cui la vivo. La ragione per cui mi tocca così. Dato che non sembra che, almeno per il momento, sarà un singolo (il prossimo estratto dovrebbe essere Lost in The Weekend) ho pensato di farvela scoprire. 



Quasi Quasi 
Cesare Cremonini
Album: Più che Logico 

Quasi quasi
lascio ogni cosa e vado via
e poi sì, mi chiederai chi sono.
è cosi è cosi
la vita che sognavo
ombre e luci e qualche giorno buono
quasi quasi
la chiamerei malinconia o crisi
è come scegliere tra Blur e Oasis
tra una canzone e una poesia
tra mille giorni spesi
ma se vuoi facciamo finta che non sia successo niente
un cuore al giorno d’oggi a che serve?
me lo dicevi sempre, così
non ho più pensato a te. 
Io non ho più pensato a te. 

Quasi quasi
ti porto al cinema, non per i baci
ma per vederti ancora
è cosi è cosi
mi sento come un trailer prima di un film
e non mi fa paura
quasi quasi
stanotte ci perdiamo tra le luci
della città e scappiamo
dimmi di sì
ti porto a cena solo con gli amici
tu che ne dici?

ma se vuoi facciamo finta che non sia successo niente
un cuore al giorno d’oggi a che serve?
me lo dicevi sempre
ma se vuoi tranquillità e spaventi
son cose d’altri tempi
come essere sentimentali
tu che ti aspettavi? 
Io non ho più pensato a te
io non ho più pensato a te
non ho più pensato a te

ho messo degli occhiali da sole per nascondere gli occhi
e il mio sorriso migliore su quegli abiti corti
amore fammi un po’ di luce che la strada è veloce
e a guidare nel buio non sono capace, non sono capace

quasi quasi
lascio ogni cosa e vado via e poi sì
mi chiederai chi sono
è cosi è cosi
la vita che sognavo
la vita è ombra e luci
e qualche giorno buono
quasi quasi 

domenica 19 luglio 2015

14 posti dove alloggiare gratis in Spagna in cambio del vostro talento

Ragazzi, ho scoperto un sito fighissimo. Uno di quelli che proprio non posso non condividere con voi. Si chiama WorldPackers e propone un nuovo tipo di baratto fatto su misura per i viaggiatori. Il principio è: tu mi aiuti facendo quello che ti riesce meglio, e io ti faccio stare gratis nel mio hotel.

Potete candidarvi per fare le pulizie, aiutare in cucina, stare alla reception; ma anche per gestire i social network o fare foto e video della struttura da postare a fine promozionale su Internet. Se siete creativi potete addirittura realizzare dipinti e sculture da lasciare come arredo. Il lavoro non vi porterà via molto tempo: raramente si richiede, infatti, un impegno superiore alle 4/5 ore al giorno. Per tutto il resto del tempo potrete godervi del sano turismo, soggiornando all'estero per periodi che vanno dalla settimana a svariati mesi. E scusate se è poco. 

Il sito propone due diversi criteri di ricerca. Potete selezionare il vostro ambito di competenza per scoprire quali strutture cercano gente come voi nel mondo (in Brasile, ad esempio, c'è un'infinità di opzioni!). Oppure digitare il posto e le date in cui vorreste andare in vacanza per veder comparire l'elenco degli alberghi disponibili in quella determinata Nazione o città. 

Come immaginerete, sono andata subito a cercare quali fossero quelli che hanno aderito al progetto in Spagna e quale tipo di aiuto cercassero. Per risparmiarvi la fatica della consultazione li ho raggruppati qui, in una personalissima classifica che va dal più al meno interessante da un punto di vista assolutamente personale. Chissà che non possa essere utile a qualcuno!

1. Málaga Beach and City Backpapers



Unica struttura che ha (per ora) aderito al progetto nella mia Málaga, questo ostello si trova in una posizione ottimale vicina sia al centro che alla spiaggia. Offre tutti i pasti, un servizio di lavanderia e una stanza riservata allo staff in cambio dello svolgimento di mansioni di vario genere. Tra esse ci sono l'aiuto alla reception e con le pulizie, l'amministrazione, la creazione e il mantenimento di website e la realizzazione di opere d'arte figurative o scultoree a livello professionale. Sono garantiti due giorni liberi alla settimana, per una permanenza che va dalle 2 settimane ai 4 mesi. L'unico requisito è un buon livello di inglese, ed io ci sto seriamente facendo un pensierino: sarebbe un ottimo punto di partenza per ri-trasferirsi lì e cercare alloggio e lavoro mentre hai già una base sul posto. Attenzione, però: accettano solo proposte dell'ultimo minuto!

2. Makuto Hostel, Granada 



Descritto come un ostello diverso dai soliti, Makuto Guesthouse si trova in una mansione storica in uno dei quartieri più affascinanti (posso confermarvelo!) della stupenda Granada: quello dell'Albaicín.

Cercano PR che li aiutino a promuovere party e attività di ogni genere, guide turistiche che accompagnino i visitatori in giro per la città e aspiranti cuochi che si diano da fare in cucina. In cambio offrono una stanza riservata allo staff, un servizio di lavanderia e tutti i pasti. L'unico requisito è una buona conoscenza dell'inglese. La permanenza minima è di 4 settimane e sono garantiti due giorni liberi alla settimana. 

Come suggerisce il nome, questa struttura nelle isole Canarie cerca persone nel settore digital & tech. Non si tratta di un ostello ma di una scuola di lingue con un dipartimento di online marketing che offre seminari e workshop nel settore. 


Cercano qualcuno che si occupi di social media e della creazione di website, con un livello intermedio di inglese. In cambio offrono una stanza privata e l'uso della lavatrice. Per i pasti dovrete provvedere voi, ma vi chiedono solo 8 ore di lavoro alla settimana e sono garantiti ben 3 giorni di riposo. Considerata la location, ve li godrete tutti. Potete fermarvi anche soltanto sette giorni.

4. 
Hub Fuerteventura coworking and hackspace (Fuerteventura) 






La destinazione già di per sè vale la pena. Se poi ci aggiungi che questo particolare spazio si dichiara votato alla creatività e alla condivisione del sapere, capirete quanto sia facile innamorarsene. Anche perchè garantisce almeno 3 giorni liberi alla settimana, un letto in una stanza condivisa con persone di tutto il mondo, e l'uso della lavatrice in cambio di qualcuno che si occupi di social media e creazione di video digitali. Unica richiesta: un livello medio di inglese. La permanenza minima è di 2 settimane; quella massima di un mese.

5. Cat's hostel, Madrid 





Se cerchi alloggio nel centro di Madrid, questo ostello ti capiterà sempre fuori su tutti i website e le piattaforme dedicate. Consigliato per chi ama i party e la movida, vanta più di 10 anni di esperienza nel settore. 

Hanno bisogno di qualcuno per cucinare e servire i piatti, di qualcuno che dia una mano al bar e di qualcuno che si occupi delle pulizie. Sono, inoltre, molto richieste le professioni nel settore "media", ovvero persone che si occupino dei canali social, che sappiano scattare ottime fotografie, o che realizzino video digitali. In cambio, il Cat's hostel mette a disposizione una stanza, la colazione e il servizio di lavanderia. La permanenza va dalle 4 alle 10 settimane e sono garantiti 2 giorni liberi a settimana.

6. 
Rifala Rural Hostel, Aniñón


Aniñón é un villaggio medievale di 700 abitanti in provincia di Zaragoza e questo ostello promette ai suoi ospiti di vivere l'atmosfera della Spagna autentica in un luogo tranquillo in cui é possibile riposarsi e meditare. 

Numerosissime le "professioni" richieste, che vanno dall'insegnante di lingue al giardinaggio, passando per qualcuno in grado di dare una mano con piccole riparazioni domestiche allo sviluppatore di siti web. Cercano anche aiuto in cucina o al bar. L'unico requisito è una conoscenza minima dello spagnolo. In cambio avrete una stanza condivisa, servizio di lavanderia e tutti i pasti pagati per un minimo di 4 e un massimo di 20 settimane.

7. Toc Hostels and Suites, Madrid 





Alloggio, colazione ed uso della lavatrice garantiti in quello che si presenta come uno dei "migliori ostelli di Madrid" se darete una mano al bar o alla reception. Richiesti un buon livello di spagnolo ed inglese e garantiti due giorni liberi alla settimana. Il soggiorno può essere solo ed esclusivamente di due mesi. 

Collocato nel cuore della città e di fronte alla spiaggia de "La zurriola", si presenta come un ottimo punto di partenza per vivere sia la città che l'oceano. Se amate il surf o volete avvicinarvici, lo staff vi fornirà anche tutto il materiale necessario. Cercano guide turistiche, aiuto alla reception e con le pulizie, per una permanenza che va dalle 2 alle 8 settimane. In cambio avrete un letto, la colazione, l'uso della lavatrice e un giorno libero alla settimana. Richiesto un livello medio di spagnolo e buono di inglese.

9. 
Fabrizzio's Terrace, Barcellona 






Ben ubicato, questo ostello dichiara di far sentire i propri clienti "come se fossero a casa loro". Cercano lavoratori che parlino spagnolo e inglese e che si fermino a Barcellona almeno un mese (ma specificano: più tempo stanno, meglio è). In concreto, offrono una stanza condivisa, la colazione e l'uso della lavatrice in cambio di una mano con l'amministrazione, la pulizia, il rifacimento dei letti e la reception. Garantiti 2 giorni liberi alla settimana. 



Ubicata nel mezzo del niente a 1500 metri di altitudine e circondata dai meravigliosi scenari del Parco naturale de las Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas (il più grande di Spagna) questa vecchia fattoria restaurata garantisce la vacanza ideale a chi vuole prendersi una pausa dalla città e dalla frenesia quotidiana. Non per niente, il primo villaggio popolato è a 2-3 ore di cammino e non vi sono vicini.

Cercano persone che si occupino di giardinaggio e della cura degli animali per un periodo che va dalle 2 settimane ai 111 (!) mesi. In cambio, oltre ad un letto in una stanza condivisa con altre persone provenienti da tutto il mondo, offrono anche tutti i pasti e un servizio di lavanderia. Garantiti due giorni di riposo alla settimana. 


Con una meravigliosa vista sull'Alhambra, questo ostello cerca persone che parlino bene l'inglese e abbastanza bene lo spagnolo per un aiuto con le pulizie, la cucina e la reception. Gradito anche qualcuno che sappia occuparsi di piccole riparazioni manuali. In cambio offrono un letto, la colazione e l'uso della lavatrice. Garantiti 2 giorni liberi a settimana, per una permanenza di almeno un mese. 



Ideale per chi cerca il classico turismo da spiaggia in una località meravigliosa nelle vicinanze di Málaga. 

Cercano PR, addetti all'amministrazione, e un aiuto con le pulizie e il rifacimento dei letti. La permanenza minima è di 8 settimane, con un giorno di riposo garantito alla settimana. In cambio, però, avete soltanto l'alloggio (pasti e lavanderia sono a carico vostro). 

In piena Costa Blanca, questo ostello è collocato in un edificio restaurato del XIX secolo con un design moderno e uno staff giovane. Ideale per chi ama la spiaggia e l'atmosfera mediterranea, cerca qualcuno che gestisca i social media, oltre a persone che aiutino alla reception, con l'amministrazione e con le pulizie. In cambio offrono un letto e il servizio di lavanderia (ma, attenzione: non i pasti!). La permanenza va da uno a due mesi e sono garantiti due giorni liberi a settimana. 


Se siete nottambuli o soffrite d'insonnia, questo è il posto per voi: Fabrizzio's Petit cerca gente che parli inglese e spagnolo e che si occupi della Guest House durante la notte, dando una mano in particolare con la reception e le pulizie. Sono garantiti 2 giorni liberi, un letto, la colazione e l'uso della lavatrice, per una permanenza che va dalle 2 alle 8 settimane.

Allora, avete trovato qualcosa che fa al caso vostro? 

lunedì 13 luglio 2015

Tutte le versioni del Gazpacho! (O, per lo meno, quelle più amate)

Gli spagnoli, in estate, si fanno amare un po' di più. La ragione si chiama Gazpacho, ha la consistenza rossa della passione, ed è grossomodo la sola pietanza che io consideri appetitosa quando il termometro supera i trentacinque gradi. Certo, rischia di trasformarti l'alito in un'arma letale. Ma sei single, hai un fidanzato col raffreddore, e/o non rispondi al nome di battesimo di Dracula, è un lato negativo su cui é facile soprassedere. Specie se consideri quelli positivi. Tipo che si prepara in pochi minuti. Rinfresca. Disseta. E - ciliegina sulla torta - lascia persino ampi margini alla creatività. 

Il contenitore, per esempio. Ché il Gazpacho puoi servirlo in un piatto fondo, come una qualunque zuppa fredda. Renderlo un po' più ispanico con le ciotole in terracotta. Presentarlo in piccoli bicchieri come sfizioso aperitivo ad una festa tra amici.




E poi le guarnizioni. Nessuna. Dei crostini di pane croccante. Verdure crude tagliate a listarelle o dadini. C'è solo l'imbarazzo della scelta, che può essere dettata dall'estro del momento o semplicemente dall'umore. 

La ricetta che uso io, fedele a quella tradizionale, la trovate qui. L'avevo condivisa ormai parecchio tempo addietro assieme a considerazioni di dubbia lucidità - ma innegabile verità- su Pau Dones e Kekko (con tre k) dei Modá. Non è l'unica, però. Perchè, come tutti i piatti di successo, anche il miracoloso nettare andaluso vanta innumerevoli reinterpretazioni.

Ne ho raccolte alcune tra le più popolari sul web. Così, se in mezzo ai vari Flegetonte proprio non ce la fate a nutrirvi di altro, potrete almeno alternare un po' i sapori. 


SALMOREJO

Originario di Córdoba, il salmorejo é, per i suoi elementi di distinzione con il gazpacho, oggetto di dibattito annale. C'è chi afferma, ad esempio, che il gazpacho non dovrebbe contenere pane, caratterizzandosi così per la maggior liquidità. E c'è chi dissente energicamente, affermando che il pane ci va sempre e comunque, solo che il Salmorejo ne ha in quantità doppia rispetto al gazpacho tradizionale. Comunque sia, su una cosa sono tutti d'accordo: la versione cordobese é piú densa, non contiene aceto, e viene guarnita con uova e prosciutto. 


Qui la ricetta di Giallo Zafferano. 



GAZPACHO DI CETRIOLI E BASILICO 
Una delle varianti verdi del Gazpacho, che per la sua leggerezza e cremosità sembra essere particolarmente apprezzata da siti e food blog di tutto il mondo. Qui una ricetta al 100% vegetariana, che utilizza latte di soia nella preparazione. 



GAZPACHO DI ANGURIA

Popolarissima su Pinterest ed Instagram, questa declinazione ancora più estiva del gazpacho aggiunge la nota dolce dell'anguria agli ingredienti tradizionali. Ne esiste anche una versione piccante con il peperoncino. Per provarle entrambe, vi rimando alla ricetta di Gustissimo.it 


GAZPACHO VERDE ALL'AVOCADO

Altra variante del gazpacho "verde", questa volta più raffinata ed esotica. La ricetta che vi propongo è presa da LeiTv, un sito che mi ha sempre dato moltissime soddisfazioni nei miei esperimenti culinari (molte più di quante me ne abbiano date altri food blog considerati più autorevoli).  La trovate qui. 



GAZPACHO BIANCO 

Sono numerose le versioni di "gazpacho bianco" presenti sul web. Su Pinterest qualche americano ne propone una piuttosto ardita con limone, mandorle, cetrioli, uva, pepe bianco e germogli. La più diffusa, tuttavia, resta quella con sedano bianco, cipolle, olio, aceto e cumino, con cui potete cimentarvi leggendo qui.  




GAZPACHO DI FRAGOLE


Amatissimo anche dagli spagnoli, il "gazpacho de fresas" è tra le varianti in assoluto più popolari su Instagram. Cercando la ricetta ho scoperto che era stato proposto anche ad un'edizione di Masterchef. Se, però, preferite restare su varianti più abbordabili, ecco due possibili soluzioni: qui la più popolare con l'aggiunta delle fragole al pomodoro e agli ingredienti salati, e qui una succosissima ed alcolica rivisitazione da dessert. 

Buen provecho!




sabato 11 luglio 2015

Quello che farò non appena starò bene.

Se c'è una cosa che detesto, è scrivere per lamentarmi. Ho sempre inteso dolori e malumori come fatti privati, da esorcizzare tutt'al più in qualche racconto o poesia. Ne ha già abbastanza, il mondo, per avere voglia di sobbarcarsi anche i tuoi. Ne ha di più grandi. Di più urgenti. E, quando accende il computer, chiede soltanto di scordarsene un po'. É così che mi sono guadagnata l'immagine che ho sempre voluto dare: con pazienza. Pensando agli altri. Selezionando, come tutti, le cose che di me avrei voluto far sapere. Così sono l'"anima lieta". Sono quella da cui correre a sfogarsi perchè sai che in tutto troverà sempre e comunque almeno un lato positivo. Quella che vive a tinte forti, preda d'entusiasmi d'intensità maggiore della media. Li condivido - quelli sì - con la precisa sensazione di svolgere un servizio pubblico. Capita che ci riesca. Che a volte sappiano spingere qualcuno ad incuriosirsi nei confronti di un musicista, di una canzone, di un luogo. Mi scrivono, in quei casi. Conoscenti, amici, perfetti sconosciuti. Mi fanno sapere che quella curiosità ha portato a belle scoperte. Ed io - per assurdo che sembri - mi sento di colpo una persona migliore. Più utile. Più capace persino di volersi bene.

Share the love, dice il buon Cremonini. Non The Pain. Perchè in fondo è raccontare il dolore, non l'amore, ciò che davvero ti mette a nudo davanti agli altri. Ti rende fragile. Vulnerabile. Fa di te l'agglomerato di aggettivi a cui per sempre mi rifiuterò di appartenere.




Non vuol dire che non lo provi, però. Non vuol dire che non attraversi anch'io dei periodi in cui tutto ciò che vorrei fare è piangere. Dormire. Scagliare oggetti contro la parete urlando dalla rabbia e dalla frustrazione. Ecco, questo è uno di quei periodi.

Ché ho passato un mese (un mese intero!) tra febbre, bronchite e studi medici. E dopo tutto questo tempo, dopo essermi letteralmente ammazzata di medicine, la tosse ancora mi sveglia nel cuore della notte. Gli antibiotici mi disegnano chiazze rosse e pruriti sulla pelle. Il dottore mi impedisce di prendere il sole. Ed io, pallida, brutta ed annoiata tra le pareti di casa, ho la sensazione che - di nuovo - mi abbiano derubata dell'estate.

Oh, quanto la volevo, l'estate. Quanto ero felice, le prime giornate di Giugno coi trenta gradi, i vestiti colorati e la promessa fasulla che, almeno questa volta, sarebbe andato tutto bene. Credevo di meritarla, dopo che ospedali e condizioni meteo l'avevano cancellata dai calendari del 2014.

Invece.

Dire "invece" è già di per sè come sputare lacrime.

Leggo molto, nei fine settimana, mentre il resto del mondo si gode la vita. 

E oltre a leggere penso. Penso ai miei viaggi. Alle mie strane nostalgie. Penso, soprattutto, a quello che vorrei fare una volta guarita. Ho stilato un elenco. Perchè forse la volontà funziona meglio della chimica. Perchè mi aiuta a non buttarmi sul letto e vegetare. Perchè, in fondo, sono e voglio ancora essere quella che vede in tutto i lati positivi. 




Quindi mi taglierò i capelli. Mi farò le meches. Mi metterò lo smalto sulle unghie e andrò a comprarmi un bel vestito nuovo. Quello lungo di H&M, magari. Mi sbronzerò di Mojito al tavolino all'aperto di un bar, godendomi l'aria fresca della sera. Ascolterò musica a palla sotto il sole, con il livello di carica dell'iPod come unica preoccupazione al mondo. Diventerò un po' rossa, e poi nera. Nera da far schifo. Nera come i bambini quando si abbronzano facendo i castelli di sabbia. Magari mi comprerò finalmente anche quel bikini con le frange il cui acquisto rimando da una vita.  Poi nuoterò nel mio amato mar mediterraneo. Sentirò il sale sulle labbra. Le gocce che cadono dai capelli bagnati mentre mi stringo, con un filo di pelle d'oca, dentro all'asciugamano giallo e nero. Tornerò a Málaga. Andrò a trovare le amiche. Vedrò finalmente il Pompidou Pop Up. Andrò ad un altro concerto de Il Cile. Magari a Viareggio. Forse a Bergamo. Chissà. Prenoterò un volo per Barcellona. Farò in modo che l'acquisto di quel biglietto non sia stato vano, e mi godrò El Pescao dal vivo sulla terrazza panoramica di un hotel assieme ad altre 99 persone. Poi tornerò a lavoro. Tornerò a ballare. E, quando mi chiederanno com'è andata la mia estate, potrò finalmente rispondere "da Dio!".

giovedì 9 luglio 2015

Life & Hope: italospagnolismi all'Expo

Ad Expo 2015 c'è spazio anche per la street art. L'italianissimo Padiglione Cibus ospita infatti 13 murales di altrettanti artisti internazionali, configurandosi come una vera e propria galleria a cielo aperto sul tema dell'alimentazione sostenibile. Tra i talenti coinvolti, con mio immenso piacere, ci sono anche gli spagnoli Boamistura, artefici dell'opera "Life and Hope". Le loro sono due immagini circolari che rappresentano la rinascita, l'andamento ciclico delle stagioni e della natura da cui proviene il cibo che mangiamo. 

Il collettivo madrileño, che tra le altre cose é anche molto attivo sui social, ha condiviso sui suoi canali le foto delle distinte fasi di lavorazione del coloratissimo murales, e la fanpage dello stesso Padiglione Cibus su Facebook non è stata da meno. Ho voluto così raccogliere le migliori qui sotto, un po' perché amo i work in progress, e un po' come conferma del fatto che, se Spagna e Italia si uniscono, non può che nascerne qualcosa di buono. 


















martedì 7 luglio 2015

4 mete alternative per le vacanze in Spagna


Il computer che emana calore peggio di un forno a legna. Il sudore che ti appiccica i vestiti. La produttività che cala in proporzione diretta alla tua voglia di spiaggia e mojito. Per chi in questo periodo dell'anno lavora, sognare le vacanze è quasi un bisogno primario. Ti induce a passare delle ore sui siti di compagnie aeree ed enti turistici, maledicendo gli inevitabili aumenti dell'alta stagione. "Dove andare?" è la domanda per eccellenza. Soprattutto se, come me, siete filo-ispanici. Il che significa che  avvertite una profonda esigenza di Spagna, ma ci siete stati troppe volte per ricadere sulle sue destinazioni più scontate. Insomma, basta con Barcellona e le file interminabili al Parc Guell. La conosci a menadito, ormai, Valencia! Per non parlare di mete come Ibiza o Formentera, popolate (orrore e raccapriccio) in modo pressochè esclusivo dalla nostra peggior fauna nazionale. 

Naaa. Nelle mie ricerche, ho trovato almeno 4 mete alternative che mi piacerebbe esplorare. Angoli affascinanti del vasto territorio iberico che il turismo di massa conosce ancora poco. Ve le elenco. Chissà che non ispirino anche voi. O che non vi inducano a regalarmi un viaggio mossi da infinita gratitudine, magari.


1. Playa de Las Negras (Almería) 





Collocata nella splendida Costa di Cabo de Gata, questa spiaggia protetta dal vento è consigliatissima a chi sogna una vacanza tranquilla sulle rive di un mare cristallino. A circa un'ora di cammino si trova anche la cala di San Pedro: un angolo di sabbia 
bianchissima circondato da vegetazione che alberga durante tutto l'anno una comunità hippie. 

Playa de Las Negras è comodamente raggiungibile in autobus dalla città di Almería, ma tutti i principali siti di turismo consigliano di arrivarci prendendo un'auto a noleggio. In questo modo, infatti, potrete muovervi piú agilmente da lí attraverso i 60 km di costa, disseminati di villaggi di pescatori e spiaggette mozzafiato. In una di esse, quella di San Miguel de Cabo de Gata, é anche possibile ammirare i fenicotteri.

Per maggiori informazioni vi consiglio di consultare questo sito


2. Isla de Tabarca (Alicante) 




Sapevate che, proprio di fronte ad Alicante, c'é una piccola isoletta di soli 68 abitanti? Si tratta di Tabarca: un Paradiso naturale in cui abbondano spiagge bianche, acque cristalline e ottimi ristoranti in cui degustare la gastronomia locale. La sua scarsissima popolazione si concentra tutta nella parte occidentale dell'isola, dove si trovano la chiesa, le mura ed un museo. Ad est, invece, soltanto distese di campi coltivati.

L'apertura di stabilimenti ad hoc negli ultimi anni ha reso possibile pernottare sul territorio di Tabarca, ma nonostante ciò la visita in giornata rimane la più consigliata: vi è un servizio marittimo che collega l'isola ad Alicante o Benidorm in circa un'ora di navigazione. 


3. Isole Cies (Galizia) 




























Ve lo confesso: le Cíes sono diventate una delle mie recenti ossessioni. Sono state definite da molti "i Caraibi della Galizia" e basta guardare le foto per capire il perchè. Collocate di fronte alla città di Vigo, formano un piccolo arcipelago di tre isole, due delle quali (Monteagudo e Faro) collegate da una striscia di sabbia che forma una laguna: è la spiaggia di Rodas, scelta dal The Guardian come migliore al mondo. Alla terza isola, San Martiño, si accede soltanto con imbarcazioni private dopo aver richiesto ed ottenuto il permesso di ancoraggio. 

Soltanto in estate e in pochissime altre occasioni quali la Settimana di Pasqua si possono raggiungere le isole Cíes in trasporto pubblico dal porto di Vigo. Attenzione, peró: bisogna prenotare prima. L'arcipelago é infatti parte di una riserva naturale protetta e, per non alterarla, sono ammessi soltanto 2.000 visitatori per volta. 

4. Río Tinto (Huelva) 














Se spiaggia e dolce far niente non fanno proprio a caso vostro, potrebbero invece affascinarvi le atmosfere extraterrestri del Río Tinto, in provincia di Huelva. Si tratta di un fiume ubicato in uno dei distretti minerari più antichi al mondo, a cui il ferro disciolto ha donato una colorazione rossastra. Attorno ad esso, montagne, tunnel, e contrasti cromatici naturali completano un quadro ambientale assolutamente atipico e a tratti surreale. Per ammirarli, è consigliato effettuare un tour delle vecchie miniere a bordo di un treno della fine del XIX secolo. 


L'ambiente del río tinto é talmente simile a Marte da essere stato scelto dalla Nasa come scenario di una simulazione di ricerca della vita sul Pianeta Rosso. 

Vi si arriva in autobus da Huelva (1 ora e mezza) e da Sevilla (1 ora e 45 minuti). Trovate maggiori informazioni in italiano qui.