sabato 27 giugno 2015

Postilla: le 5 (o mille) vite di Volverá

Perdonate la monotonia, giuro che poi la smetto. E' solo che non potevo parlare di Zapatillas senza riservare nemmeno uno spazio al brano che, quel disco, mi spinse a farmelo prestare prima e a comprarlo poi. Il detonatore, insomma. Il colpo di fulmine in streaming radiofonico. L'accendino acceso su una scia di benzina. 

Musica di David Otero e testo di Dani Martín, Volverá é uno di quei rari successi che sembrano in grado di mantenersi giovani in eterno. Ha attraversato indenne anni e concerti, vestendosi di arrangiamenti, voci e circostanze sempre nuove. Ed è così che è arrivato al giorno d'oggi, con un ruolo da protagonista nei tour solisti dei suoi due papà e la dimostrazione di saper ancora elevare entusiasmi e cori. 

Per concludere il mio personale omaggio al decennale del disco, ho voluto perció riproporvi le tappe e le rivisitazioni più significative della vita della canzone. E, già che ci sono, ci aggiungo pure un piccolo sondaggio: voi in quale versione l'apprezzate di più? 

1. VERSIONE DISCO  (2005)
Come uscì nel 2005. Come la conobbi io, e prima di me la Spagna intera.





2. SOLEDAD (2007) 



La demo del brano così come nacque: cantata da David Otero, con il suo testo originale che fu in seguito radicalmente modificato da Dani Martín. La band la fece conoscere al pubblico con il cofanetto "Arriba el Telón!"




3. CON ALEJANDRO SANZ (2009) 

Il duetto con Sanz dotò il brano di un'atmosfera nuova all'interno del greatest hits "Radio La Colifata Presenta El Canto del Loco", l'ultimo pubblicato dalla band prima di sciogliersi)




Dani Martín incluse il brano nella setlist dei suoi tour solisti, riarrangiandolo assieme alla band che l'accompagnava nei live. 






In occasione del suo concerto del 22 Maggio scorso alla Sala Riviera di Madrid (e proprio per omaggiare i 10 anni del disco Zapatillas!) David Otero eseguì il brano live per la prima volta dall'inizio della sua carriera solista. Qui le prove per il live, che tramite social network aveva condiviso con i fan. 




Así sonaba VOLVERÁ en el ensayo de esta tarde para La Riviera el 22 de Mayo... Queda mal decirlo de una canción mía, pero menudo TEMAZO... Desde YA, anuncio que se queda como canción para esta gira, nos encanta tocarla, me encanta cantarla y me trae recuerdos increíbles!!! Aquí os dejo las entradas para la Riviera... www.ticketea.com/el-pescao-en-la-riviera/Solo puedo decirte una cosa... ¿TE LO VAS A PERDER?Esta es solo una pequeña muestra de lo que viviremos dentro de dos semanas!!!SONIDO DIRECTO DEL ENSAYO, sin trampa ni cartón!!!Pd: Como mola la batería electrónica, es lo mejor que he probado para ensayar y no quedarte sin voz después de 8hs cantando!!!
Posted by El Pescao on Domingo, 10 de mayo de 2015



giovedì 25 giugno 2015

10 anni in Zapatillas

La situa: sedativi, antidolorifici, bambine sconosciute che mi corrono incontro urlando "mamma, mamma". Io che inciampo sul gradino di una pizzeria finendo spiaccicata al suolo con un ginocchio sbucciato. Insomma, ordinaria quotidianità.
Il punto è che sono stata presa da così tante cose, questa settimana, da non aver avuto modo di dedicare un post ad un evento per me discretamente epocale. Parlo del decimo (Dio mio, decimo!) anniversario dall'uscita di Zapatillas. Che, per chi non lo sapesse, é l'album che in Spagna consacrò El Canto del Loco. In copertina c'erano le Converse All Star consunte di David Otero. Dentro, un codice esclusivo che dava accesso al forum ufficiale. 




Sapeva di inchiostro e di impazienza, quel disco, quando lo scartai per la prima volta al tavolino di un bar di Barcellona. Era Dicembre, ma sembrava Aprile. Davanti a me un succo di frutta. Alle spalle il ragazzo che - da un negozio di musica vecchio stile - di sicuro ignorava che stava contribuendo a cambiarmi la vita. 


Perchè certi album, la vita, te la cambiano davvero. Magari non subito. Certo non per una qualche forza sovrannaturale sprigionata dalle sette note. Ma capita che ti piacciano tanto da spingerti a saperne di più. Capita che grazie ad un punto di incontro virtuale tu conosca altre persone che condividono la stessa passione. Che tu decida di andare assieme a loro ai concerti. Che prenda famigliarità con la lingua spagnola. Con gli spagnoli. Con la Spagna. Tanto da decidere che quella terra, che già amavi alla follia, è in effetti il solo posto dove vorresti stare. Che ti appartiene, forse. O meglio tu appartieni a lei. E allora, per assurdo che sia, ti convinci a fare quello che nei primi tre anni di Università ti spaventava. Chiedi la borsa di studio Erasmus. La ottieni. Vivi l'anno in assoluto più bello e più importante della tua giovane vita. 


E poi, a dieci anni da quel 21 Giugno 2005, ti guardi indietro, accorgendoti di quanto saresti oggi diversa se Zapatillas non fosse mai uscito. 





Ho scartabellato tra i post del mio primo blog. Ci sono voluti tre tentativi di login falliti e una richiesta di recupero password, ma alla fine sono riuscita a recuperarli. Cercavo quello in cui raccontavo le emozioni del primo ascolto. Volevo rivivere la giornata sul treno al rientro da Trieste. Quel momento in cui, sin dai primi accordi di Canciones, sono finita in un loop da ascolto compulsivo. Ed era un play dopo l'altro. Era qualcosa che non riuscivo a smettere. Mi sembrava di non aver mai sentito nulla di simile, prima. Credevo che quei ragazzi di Madrid - quelli di cui nemmeno avevo mai visto le facce, quelli che parlavano veloce, troppo, tanto che certe parti dei testi mi sfuggivano - che in qualche modo, sì, mi stessero parlando al cuore. 


Avevo ancora MSN, e amici che ci chiacchieravano dentro in lettere glitterate e carattere comic sans. Era un'altra vita. Un'altra era. Eppure quel ricordo è ancora vivido come se fosse successo l'altro ieri. 


Credevo proprio di averlo scritto, quel post. Ne ero sicura.
Invece, a quanto pare, ciò che dà inizio a qualcosa lo racconto sempre e solo col senno di poi. 


Ho trovato dell'altro, però. Ho trovato questo. E la tenerezza che mi ha trasmesso, a conti fatti, è uguale. 



6/11/2006

Siamo una setta 


...O forse una mandria di cloni.

Lo ammetterete, però: l'immagine del titolo risulta molto più suggestiva.

Il punto è che Google offre innumerevoli spunti per perdere tempo in ricerche amene.

E perdi tempo volentieri, quando l'alternativa è studiare diritto. O cercare le mail di 150 band.



Così digito “El canto del Loco”. Clicco su “visualizza solo le pagine in italiano”. E premo invio.


Tanto lo so: troverò i miei post, e poco più.

Invece, sorpresa.
Mi sbagliavo. E pure di grosso.

Siamo in tanti, ragazzi.
Siamo filoispanici convinti, o semplici amanti della musica.
Siamo quelli che prenotano gli ostelli e già non vedono l'ora di salire sul prossimo aereo.
Ascoltiamo los 40 principales, parliamo due o tre lingue.
Studiamo all'Università.

Sì, siamo in tanti.

Decine di sconosciutissimi ragazzi italiani promuovono ed inneggiano dai loro blog un gruppo che, nel nostro Paese, non è neppure famoso.

Decine di ventenni di ogni parte d'Italia ascoltano Playlist spaventosamente identiche alle mie.



Che poi, volendo, ci sarebbe materiale per uno studio sociologico.

D'altronde siamo Locos.
E Locos, non dimentichiamolo, significa “pazzi”.

Siamo una setta.



Ed io – è vero- mi sento un po' più fotocopiabile.

Però decisamente in buona compagnia.


14/11/2006
Messaggio promozionale



L'ho detto: siamo una setta.
Ed ora, pure una community.
Ebbene sì.
Seguendo il consiglio di alcuni di voi, ho aperto il primo forum italiano dei fan de El Canto del Loco.
Il numero degli iscritti è ancora esiguo, ma confido nel passare del tempo.
Nella circolazione delle notizie.
Nelle mie capacità promozionali.
(Ce le ho?)
Il numero degli iscritti è ancora esiguo, ma dà una soddisfazione immensa veder animarsi di post una propria creatura.
Se siete Locos,



C'è entrata tanta vita, in questi dieci anni. Ci sono entrati tanti concerti. Tante versioni diverse di quelle stesse canzoni. Ci sono stati sorrisi, foto, cambiamenti, e - sì- ci sono state anche le delusioni. 
Eppure quel disco, alla trentenne che sono, piace ancora adesso come piaceva alla ventenne di allora. Buon compleanno, Zapatillas, anche se un po' in ritardo. Avrai sempre uno spazio speciale nel mio cuore. 



PS: un ringraziamento speciale ad Alberto che mi ha citata nel suo personale e altrettanto sentito omaggio ai 10 anni dell'album. 

domenica 21 giugno 2015

Saggi di danza e notiziole ispaniche



- Scusa, tu sei un angelo? 
- No, sono una principessa! 
- Ah, niente allora. Lei cercava un angelo. 

I saggi delle scuole di danza sono quel microcosmo in cui, estrapolati dal contesto, i dialoghi entrano a far parte del filone fantasy. Un ambiente strano, fatto di luci blu, aria gravida di sudore adolescenziale stantio, bivi esistenziali riassunti nel cartello fuori da una porta chiusa, quello che fotografi soltanto perchè ti annoi nell'attesa. "Palcoscenico o Toilette", ti invita a scegliere. Insomma, esibirsi o andare a cagare. 

Ai saggi delle scuole di danza i ragazzi a torso nudo sembrano sempre fuori luogo. Ultimi rappresentanti di una specie estinta. Talmente inaspettati da risultare imbarazzanti. Bizzarri, quanto meno. E poi ci sono i fan. Parenti, amici, conoscenti e sconosciuti che ti braccano in platea durante l'intervallo manco fossi una stella del cinema. Da dove sono usciti? Come ti hanno localizzata? Mica lo sapevi, che ci sarebbero stati. 




Ai saggi delle scuole di danza pensi sempre "che cariiiiiineee" quando vedi le bimbette in tutù. Dura per circa nove secondi e mezzo. Poi l'acuirsi dei decibel ammazza tenerezza, istinto materno, neuroni, salute e ultimi rimasugli di pazienza. Capisci, nell'ordine, che non potresti mai fare la maestra d'asilo. Neanche quella delle elementari. Che non potresti mai avere più di un figlio. Forse neanche uno. Che in fondo non c'è troppo da stupirsi delle madri assassine. 

E comunque riscatto fu. Non che ci volesse molto, del resto. Anche se qualcuno deve tirata, dal momento che ho fatto cinque minuti di coreografia con un crampo/stiramento al polpaccio sinistro i cui strascichi mi porto avanti ancora oggi. Ci tenevo a farglielo sapere, tuttavia, a tale stratega delle sfighe che non avrà la meglio sul mio sorriso. Anche ora che a forza di tossire ho un dolore lancinante alla costola destra e mi sento grossomodo come se fossi stata appena investita da un tram. Cioè, dico: ancora? La smettiamo? 

Ad ogni modo, non era per parlarvi delle mie brillanti (seeee-vabbbè) performance danzerecce che ho scritto questo post, quanto per condividere con voi alcune simpatiche notiziole ispano-centriche che hanno recentemente attirato la mia attenzione. A causa di necessità di studio (sì, studio: prima o poi vi racconto) non ho trovato il tempo di aggiornare il blog prima. Perciò le ho diligentemente ammassate nei preferiti con l'intento di riassumerle in una sorta di bignamino domenicale. Così, giusto perchè non vi perdiate proprio nulla. Sono o non sono un ammmore? 

TUTTI PARLANO DEI PIEDI DEL SINDACO DI JEREZ

Avevo sperato in un fotomontaggio. E invece. La foto che vedete qui sotto, scattata al sindaco di Jerez nel giorno della sua proclamazione, è diventata in Spagna uno dei fenomeni più virali degli ultimi tempi. E immagino non serva che vi spieghi perchè. La sua diffusione ha fatto fioccare meme, battute, controbattute, e persino qualche teoria complottistica secondo la quale la povera donna avrebbe sei dita dei piedi. La morale è una: mai comprare scarpe strette. MAI. 


IL REGNO DI FELIPE COMPIE UN ANNO. 

Tanti auguri a teee, tanti auguri a teee, tanti auguri monarchia, tanti auguri a te! 
Sembra ieri che commentavo l'incoronazione del nuovo Re di Spagna, e invece è già passato un anno. 

Per festeggiare,  però, niente torta: Felipe e consorte hanno consegnato le medaglie al merito civile anzichè dilapidare i fondi nazionali in una festa ufficiale. Il gesto non ha fatto che confermare il bilancio positivo attribuito dai media al loro operato. Il Sovrano sarebbe complessivamente riuscito, infatti, nel difficile tentativo di far riacquisire popolarità alla Corona. Non che i repubblicani siano spariti, eh? Anzi. Proprio nella ricorrenza dell'anniversario si sono fatti sentire infuocando Twitter con l'hashtag #FueraFelipeVI. La Casa Reale, nel frattempo, coglieva l'occasione per placare la fame dei paparazzi rendendo pubbliche alcune foto della vita quotidiana a corte che sono state puntualmente inserite in fotogallery ad hoc. 


... E ANCHE GLI OUTFIT DI LETIZIA

I festeggiamenti hanno riguardato anche la Regina Letizia che - sempre più calata nel ruolo di Kate Middleton iberica - si è in quest'anno consolidata come icona di stile. Il suo look, sobrio e quasi sempre Made In Spain, è stato celebrato in occasione della ricorrenza anche dai rotocalchi nostrani. Ecco, ad esempio, i suoi migliori look secondo Oggi. 



MADONNA CERCA BALLERINA DI FLAMENCO che l'accompagni durante il tour mondiale. C
ercava, anzi. Dovrebbe anche averla già trovata, ormai. Io mi sarei anche candidata, ma poi mi hanno detto che lei è un po' stronza, e allora... 


E' USCITO "VALE", IL CORTO DI ESTRELLA DAMM a cura di Amenabar. Ricordate? Ne avevo parlato qui. Come da previsioni è molto bello e gioca su due tratti tendenzialmente associati agli spagnoli: la poca dimestichezza con la lingua inglese e l'enorme frequenza con cui dicono "vale", cosa che immancabilmente sorprende e incuriosisce gli stranieri. 




Già che c'era, anche la Mahou ha fatto uscire un videoclip in cui la parte "cantante" dei protagonisti del suo spot - manco a dirlo - se la canta in allegria.


SPAIN.INFO FA I QUIZZETTI. Volevo tacerlo per avere meno concorrenza, ma tanto l'avreste scoperto comunque. Andando a questo link trovate una serie di video, che - pubblicati a cadenza regolare - vi sfidano a riconoscere alcune tra le più emblematiche città spagnole partendo da un dettaglio. Più veloci sarete a dare la risposta esatta, più stelline otterrete. Più stelline otterrete, più possibilità avrete di garantirvi il premio: nientemeno che un viaggio in Spagna per due persone. 


MEZZA SPAGNA É ANDATA A VEDERE I MAROON 5 e l'altra mezza li ha invidiati. In ogni caso, dell'atteso ritorno della band di Adam Levine a Madrid hanno parlato proprio tutti. Il lato inquietante è che, a giudicare dalle foto postate su Facebook, persone che io conosco ma non si conoscono tra loro erano pure sedute vicine. Sei gradi di separazione? Coincidenze? Destino? Trama per l'ennesimo libro che non scriverò? Chissà. 



MARIA SALVADOR E' DISCO DI PLATINO, conquistandosi anche il record di brano italiano con più streaming giornalieri su Spotify della storia. E lo so che (a parte, forse, le 7 parole del ritornello) non è proprio una notizia ispano-centrica, ma almeno forse la smetterete una volta per tutte di chiedermi "Il Cile, chiiii?". Non che "Il Cile - quello che canta con Ax" sia proprio il massimo della vita, ma è comunque un passo avanti, dai. 

martedì 16 giugno 2015

Flamenco Y Poemas, o del perchè ne vale sempre la pena.


Capita, a volte, che ti dimentichi un passo. Una cosa semplice. Forse tra le poche che non avevi mai sbagliato prima. Capita – la sfiga! - che succeda sul palco. Il giorno dello spettacolo. Il coronamento di un anno di sforzi e di prove.



In quella frazione di secondo guardi le tue compagne muoversi ignare in perfetta sincronia, cercando nella mente il modo più rapido per recuperare. Siete. Ocho. Y... Non riesci a distinguerle, le facce del pubblico. Sono sagome indistinte dietro ai tuoi occhi da miope. E, mentre ti sforzi di continuare a sorridervi, pensi per un attimo che sia come in certi momenti della vita. Ché tutto va avanti tranne te. Ché devi solo far finta di niente ed adeguarti, sperando che il giudizio non sia troppo severo.


Ho creduto che tutti avessero visto. Ho pensato, soprattutto, di aver rovinato il quadro d'insieme. Ed è per questo che mi sono sentita in colpa. Che mi sono sentita stupida. Frustrata. Di più, incazzata nera per non aver mostrato neanche un decimo di ciò che nel mio piccolissimo so di poter fare. E poi non è possibile, accidenti. Non può essere che, dopo tanti anni, il telo nero delle quinte mi faccia ancora tremare le ginocchia. Mi incasini i pensieri. Mi frughi nella testa per tirarci fuori dubbi assurdi, anche quando per tutto il giorno sono rimasta più calma di un maestro zen.

Sono uscita a testa alta, senza sentire gli applausi. Ho salito le scale. Mi sono accasciata sulla panca del camerino scorrendo le notifiche dello smartphone senza guardarle davvero. Un video a proposito dei ragni. Un'amica che si riconosce in un mio post. La risposta non vista al fatto che nel flamenco è meglio un “mucha mierda” di un “in bocca al lupo”. “Ahahaha, scusa”. Un'emoticon sorridente. Quell'errore, quello che in molti non hanno neppure notato, io l'ho caricato di tutto il peso delle ultime giornate. Delle troppe notti insonni. Della tosse violenta e inopportuna che mi sfianca impedendomi a tratti anche di respirare. Ci ho versato dentro, a quel passo mancato, tutti i mal di testa che non ho voluto confessare. L'ansia per un nuovo progetto. Lo studio dopo aver finito di lavorare. Le scadenze imminenti. La fatica ad alzarsi quando suona la sveglia al mattino. E poi è capitato che qualcuno mi chiedesse “Com'è andata?”. 

“Com'è andata?”, tutto qui. Un intervento di cortesia. Una domanda semplice, come semplice era quel passo. E, prima ancora che potessi impedirlo, è uscito tutto sotto forma di lacrime.

Allora potreste chiedervi se ne valga la pena. A conti fatti, in quel momento avrei dovuto chiedermelo anch'io. Ma, sapete che c'è? Non l'ho fatto. Non mi è neanche passato per la mente.

Perchè puoi essere stanca. Puoi essere agitata. Puoi concederti, ogni tanto, di essere persino fragile. Ma il flamenco non è questo, per me. Non è quel pianto.

Flamenco è una professionista come l'inarrivabile Cristina Benitez che, nei corridoi del backstage, dà consigli ad una principiante su come muovere il polso. E' il Tango de Triana che ti riempie di allegria. E' Lucas Ortega che urla le emozioni senza ausilio di microfono, piazzandotele dritte tra le corde dell'anima. Flamenco è che poi ti asciughi le lacrime e ti torna la voglia di ballare. Che reagisci pensando al prossimo spettacolo come al tuo personale riscatto, sentendoti piena di una grinta che avresti voluto avere appena pochi minuti prima.

E ne vale la pena, certo che sì. Ne vale la pena per le chiacchiere e le risate in camerino. Perchè il giorno dell'evento unisce le persone più di qualunque altra occasione al mondo. Ne vale la pena per l'accento andaluso, per i dialoghi in spagnolo che impregnano l'aria del dietro le quinte. Per il privilegio di potersi godere le prove degli altri dalla postazione migliore, in un teatro vuoto. E ancora per “mi stappai la fanta” cantata sulle note di “The Final Countdown”. Per il fumo che ti intossica quando decidono di provarlo ignari della tua presenza a due centimetri da lì. Per l'improvvisa ispirazione salsera non appena lo spettacolo inizia. Per la nostalgia dell'Andalusia che ti afferra puntuale ed agrodolce come il ricordo di una relazione finita. Per gli incontri a sorpresa con persone che non vedevi da un po'. Perchè la coreografia ti piace. Perchè, per tre minuti o per un giorno, stacchi da tutto il resto. Perchè, come o più di sempre, ti diverte ballare.



Domani si ripete a Monfalcone. Ed io vi giuro che non vedo l'ora.




sabato 13 giugno 2015

La vita a Barcellona raccontata con le Gif.


Tumblr è il paradiso delle Gif. Che, per chi non lo sapesse, sono quelle simpatiche immaginette animate che i ggggiovani usano per esprimere in modo ironico i loro stati d'animo sul web. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che proprio da quel social network arrivi il nuovo fenomeno virale dei viaggiatori. Trattasi di un parto infinito di post intitolati "when you really live in" e "when you live in...": elenchi assemblati da locali (nel primo caso) o da stranieri  (nel secondo) che, trapiantati in una determinata città o Nazione, si divertono a descriverne i lati più emblematici. Solo che non lo fanno utilizzando le parole, ma impiegando - per l'appunto- le gif. Mi rendo conto che, detta così, sembra una roba un po' strana; Eppure vi assicuro che i risultati sono divertenti. Di più, portano all'immediata immedesimazione di tutti coloro che, per motivi di studio o lavoro, si siano trovati nella stessa situazione. La versione spagnola di Traveler ha riportato, in uno dei suoi blog, un mix dei punti più significativi espressi da due diversi post di questo genere con protagonista la città di Barcellona. A beneficio dei non autoctoni, ha inoltre arricchito il tutto con qualche linea esplicativa che non solo aiuta a far capire il motivo delle singole gif prescelte, ma le correda di qualche dettaglio interessante . Dato che la città catalana è una delle mete ispaniche più frequentate dai nostri connazionali, ho pensato che qualcuno di voi avrebbe potuto gradirne una traduzione italiana. Buona lettura, perciò. E buona visione. 

1. Quando qualcuno ti dice che hanno aperto un Gin Tonic Bar, un altro locale di "Hamburger Gourmet" o un nuovo negozio di cupcake in città. 




I Gin Tonic bar, gli hamburger gurmet, i negozi di cupcake... Barcellona è una di quelle città in cui le mode gastronomiche si diffondono a velocità della luce e in cui non si sa quanto molte di loro possano sopravvivere. Se poi non c'è posto per tutti, ci si potrà sempre riconvertire in un negozio di frozen yogurt o, ancora meglio, di té con bolle (che però, le bolle, non le ha, ndt).

2. Quando vedi un turista con addosso un sombrero messicano sulle Ramblas

Questo è uno dei fenomeni che meglio esemplificano l'aspetto negativo del turismo. E' sempre piaciuto molto guardare dall'alto in basso i prepotenti yankees, criticandoli perchè non sanno che la Spagna non è l'America Latina, eppure ecco che uno dei souvenir più venduti della città è parte di questo equivoco culturale, con l'imprescindibile collaborazione dei negozi del settore. Il Comune ha cercato di rimediare potenziando prodotti che lo imbarazzino meno però, sì, continua ad accadere. 

2. Quando dico ai miei amici che mi trasferisco a Sant Antoni. 





Traveler aveva già parlato della rinascita del quartiere di Sant Antoni attorno alla calle Parlament qui. E, dal momento che non c'è niente che piaccia di più agli hipster che rifiutare tutto ciò che sta diventando mainstream, forse è arrivato per loro il momento di volare verso quartieri in cui la bolla del "cool" debba ancora scoppiare.

3. Quando ti rubano la bicicletta... 
Per la prima volta... 
Per la terza volta.



Alzi catena e lucchetto chi usa abitualmente la bici senza che gli sia mai stata rubata. 

5. Quando restituisci la tua "bicing" e c'è solo un posto libero




Utilizzare una bicicletta pubblica non è un buon motivo per avere dei dispiaceri. Il Bicing era il trasporto ecologico, economico, moderno ed europeo (aggettivo che è stato sempre legato alla città e fa la gioia delle autorità) che Barcellona doveva avere. Così, nel 2007 si impiantò questo servizio di bici urbane, non perchè venissero usate per passeggiate di relax ma per favorire trasporti che disintossicassero un po' la rete di metro e autobus. Era un'idea talmente buona che si aspettavano 15.000 utenti e ne sono arrivati 150.000. L'assenza di servizio sufficiente a causa di questo errore di previsione si riscontra ancora oggi. 

6. "Moritz gratis all'inaugurazione di una galleria" 



L'altra birra di Barcellona è fedele compagna di eventi, presentazioni e serate di stile più o meno artistico in posti tipo il Mutt. 

7. Quando i turisti o espatriati si rendono conto che i locali, effettivamente, parlano catalano.



Ebbene sì, continua a sorprendere questo argomento, fonte di eterne ed interminabili polemiche linguistiche e culturali che di solito vanno a parare in: "sono stato a Barcellona, ho chiesto una cosa in spagnolo e mi hanno risposto in catalano". C'est la vie. 



8. Quando stai bevendo una lattina di Estrella Damm al Macba e, all'improvviso, appaiono i Mossos. 







Bei tempi quelli in cui il divieto di bere per strada per ordine civico era una delle principali minacce alle libertà individuali! 



9. Quando un amico che viene a trovarti vuole andare a cena sulla Rambla. 





Questo punto illustra bene la triste realtà per cui nelle città più visitate ci sono alcuni luoghi per cui i locali non possono (né vogliono) più passare. Le Ramblas sono l'esempio Barcellonese per eccellenza del luogo da cui fuggono spaventati quelli che vivono in città e a cui si recano in massa i visitatori. Inoltre esemplifica quel sorriso di leggera condiscendenza che si disegna sulla faccia di chi è arrivato da poco in un luogo ma sa già leggere i codici di ciò che è o non è appropriato. 



10. Quando qualcuno ti dice che ha in mente di restare solo sei mesi. 






Effettivamente la città ha qualcosa che fa sì che, al di là di tutte le sue pose, scomodità ed orrori vari, questo sia il punto più azzeccato di tutti. 



Trovate l'articolo originale di Traveler, in lingua spagnola, a questo link





giovedì 11 giugno 2015

Fan che incontri, Emoji che trovi


Non per fare la nerd, ma questo post ha avuto serie ripercussioni sulla mia sanità mentale. Così, in uno dei miei consueti attacchi di "Chissà Cosa", mi sono messa in testa di provare a capire quali fossero le emoji più usate dai fan dei musicisti che seguo. Non che il mio metodo sia stato proprio scientificissimo, eh. Più che altro dovete visualizzarvi una povera Crista che, sul Lago di Garda, passi i tempi morti a scartabellare Instagram mentre appunta su un foglietto: "lingua-pugno-fiorellino-scimmietta che si tappa gli occhi". Roba che, se mi avessero scoperta, ora vi starei scrivendo dall'Ospedale Psichiatrico. Comunque. Il fatto è che - per quanto sembri strano - 'sta cosa mi ha divertita. Tanto che, al momento di ricopiare il tutto su Excel (fare i conti a mano era oggettivamente troppo impegnativo) mi sono resa conto che di foto ne avevo ormai visualizzate ben più di un migliaio. Quindi sì, magari i risultati della mia ricerca non saranno proprio da prendere come La Verità Assoluta, però secondo me rischiano di andarci vicino. 



Quello che ho scoperto, in sintesi, è che non solo le emoji più utilizzate cambiano effettivamente molto a seconda dell'artista ammirato (e meno male! Immaginate se avessi fatto tutto 'sto lavoro per niente); ma rispecchiano anche in modo sorprendente i tratti distintivi delle diverse community di fan prese in esame. E questo posso dirlo, visto che - più o meno da vicino- le frequento tutte e cinque anch'io. Eccovi i dettagli. 

IL CILE - "Ciao proprio!"





I fan del Cile salutano. Non perchè siano particolarmente cortesi, quanto perchè tendono a trasferire in linguaggio grafico il gergo giovanile in cui si esprimono sul web: un agglomerato di espressioni idiomatiche in cui io ho sempre scorto una qualche lieve connotazione rappettara. Così, ecco che i "ciao proprio" si sottolineano con la manina ondeggiante, mentre che il pezzo è "una bomba" o "il top" lo dicono le icone corrispondenti. Un po' fuori dal quadro la frequenza del fiore, che ipotizzo legata alla citazione dei "prati di viole" o all'aspetto più sensibile dei testi di Cilembrini: in effetti, è più usata in relazione ai suoi brani piuttosto che all'onnipresente collaborazione nel tormentone estivo di J-Ax. In generale manca solo un "bella zio", che a questo punto mi sarei aspettata di veder descrivere così: 
 (Quello coi baffi è chiaramente uno zio, dai). 

DANI MARTÍN - Too much love! 




Saranno i proverbiali occhi azzurri. Sarà la prevalenza di ragazze molto giovani nella composizione del suo pubblico. Sarà - chissà - forse anche il contenuto romantico delle sulle canzoni più famose. Il punto è che l'ex leader de El Canto del Loco si conferma un conquistador anche su Instagram. Basta cercare l'hashtag #DaniMartín per ritrovarsi letteralmente sommersi da cuoricini di ogni tipo. Il più usato in assoluto é quello doppio, descritto nei miei foglietti come "cuore grande-cuore piccolo". La cosa (essendo io scema) mi fa anche un po' ridere, dato che nella ricerca da cui tutto ha avuto origine era risultato essere il più utilizzato per indicizzare le foto scattate dalle madri assieme ai loro figli. Molto presente anche il piú classico cuore rosso, superato in quantità soltanto dai sorrisi. Chiude l'alfabeto grafico l'emoji con il bacio. Anzi besos. Ché "eso es lo que quiero". 

EL PESCAO - Blub Blub Blub 





Per quanto possa sembrare scontato, l'emoji del pesciolino azzurro è ormai diventata il codice internazionale ed universalmente riconosciuto per indicare il nome d'arte di David Otero. Il suo impiego supera di gran lunga quello di qualunque altra immagine a lui associata, facendo pensare ad una sorta di convenzione non scritta che imponga ai suoi fan di inserirla per un preciso obbligo morale. Al secondo posto, seppur molto distanziata, c'è l'emoticon con il gesto dell'ok, utilizzata soprattutto in relazione alle foto dei live, come ad indicarne l'eccelsa qualità. Molto usata anche la chitarra, che strizza l'occhio anche al ruolo di David all'interno de El Canto del Loco. Il cuore è presente anche qui, ma nella forma del rettangolo/carta da gioco, evidenziando una vena più creativa ed anti-convenzionale dei seguaci de El Pescao rispetto a quelli piú tradizionalisti del cugino Dani Martín. 

IMAGINE DRAGONS - LOL 





Arrivati a questo punto, verrebbe da pensare che i fan degli Imagine Dragons facciano man bassa di queste icone: (per il nome della band), ☢ (per la hit "Radioactive") e (perché sono di Las Vegas). Beh, niente di tutto ciò. Invece, se la ridono un casino. Non è poi così strano come sembra: basta guardare quello che scrivono su Twitter, o video tipo questo, per capire che 'sti ammeregani sono obiettivamente out like the balcons, fuori come balconi. Io li amo anche per questo, e sembra sia così anche per le migliaia di persone che in tutto il mondo abbinano alle loro foto la faccina con le lacrime di gioia. Salvo che poi spunta una specie di bipolarismo latente quando constati la frequenza (insolita, per un fan) del posting dell'emoticon disperata. Sbalzi d'umore che si spiegano, nella maggior parte dei casi, con la lontananza di un evento live a cui si sarebbe voluti assistere, o con l'eccessiva attesa per l'agognato concerto nella propria Nazione. Da segnalare anche la presenza delle stelle (When the stars look down on me, what do they se?") e, al secondo posto, dell'emoticon con gli occhi a cuore. D'altronde l'ho sempre detto, io: "Imagine Dragons = cuoricini". 

CESARE CREMONINI - Get Lucky!





Ascoltare Cremonini porta fortuna! O, per lo meno, porta fortuna seguire su Instagram i suoi fan, che tappezzano il social di quadrifogli. Si tratta, per lo più, del giusto complemento all'augurio della hit "buon viaggio", e fa ad apripista a tutto un universo insolitamente natural. Le cosiddette "Furie Rosse" usano infatti molto anche il sole e il girasole, per quanto quest'ultimo in quantità per poco non sufficiente ad entrare nelle Top 4. Vale la pena segnalare  anche il palloncino rosso, che a me ricorda sempre il ciclo mestruale, ma che in realtà potrebbe essere una sorta di riferimento indiretto al colore storicamente indossato dagli utenti del suo forum ufficiale per riconoscersi ai concerti. 





Se volete che analizzi le emoji utilizzate su Instagram dai fan di qualche altro cantante specifico, dite pure. Però poi mi pagate, sia chiaro. 


lunedì 8 giugno 2015

L'estate addosso.

L'odore di zampirone. Lo smalto rosso sulle unghie dei piedi. La sensazione di autocombustione imminente appena uscita dalla doccia. I pensieri frivoli. I festival musicali, i gelati alla frutta e gli eventi calcistici in tv. I bei vestiti con le gambe scoperte. Cenare tardi. Il clic clac delle infradito sul pavimento. Vivere un po' più slow. Vivere più a colori. Le prove di flamenco. Le creme solari. Gli eventi all'aria aperta. I tunz tunz che arrivano attutiti da una piazza nel weekend. Le stesse quattro canzoni in rotazione perenne alla radio. La pasta fredda. La voglia di viaggiare. I tour estivi. La voglia di Mojito. L'estate è qui, ve lo volevo dire. E spero solo che quest'anno ci rimanga un bel po'. 


domenica 7 giugno 2015

España Loves Cerveza: gli spot iberici più fighi (e chiacchierati) dell'estate!

Se è vero che la birra e la Spagna sono unite tutto l'anno in una relazione di reciproco affetto, immaginate quanto possano esserlo d'estate. Vero e proprio emblema delle giornate torride, i principali marchi nazionali sfruttano questo periodo per sfornare spot uno più bello dell'altro. Si tratta di autentici micro-film che, oltre a far leva sulle situazioni di divertimento tra amici, esaltano il legame delle singole cervezas con le rispettive città o regioni d'origine. Forti di cospicui investimenti, le loro campagne pubblicitarie diventano un evento con forti ripercussioni social in grado di farsi attendere, coinvolgere personalità importanti; ed- ovviamente - far parlare di sè. Ecco i tre spot più emblematici di quest'anno, chiacchieratissimi anche dalla nostra piccola (ma bella!) comunità di blogger italo-spagnole.




- CRUZCAMPO 


Cosa succederebbe se gli alieni invadessero Siviglia? Ce lo mostra il nuovo spot di Cruzcampo Radler 
con una buona dose di ironia, un'ottima realizzazione tecnica e splendide immagini della città.  Lo slogan è "qui fa talmente caldo che vediamo ombra dove altri vedono ufo", e già dice tutto di per sè. Di lui e della filosofia del "Made in Sud" che contraddistingue l'intera comunicazione della birra parla anche Nancy su Volevo Aprire un blog, arricchendo il post con i video di alcune pubblicità passate che incanteranno gli amanti dell'Andalusia.

Io mi limito ad aggiungere che nello spot ci sono anche alcune location malagueñe, come si puó leggere in dettaglio qui . D'altronde, Cruzcampo ha sempre avuto un occhio di riguardo anche per la città della rivale San Miguel. Consigliatissimo in tal senso, per chi non l'avesse ancora visto, il suo splendido spot inneggiante "la colonna sonora di Málaga", realizzato in occasione dell'ultima edizione del Festival Del Cinema Spagnolo nel Capoluogo della Costa del Sol: a me - lo capirete - ha strappato ben piú di un nostalgico sospiro. 






- ESTRELLA DAMM

Come ho già avuto modo di scrivere, la campagna "Mediterráneamente" di Estrella Damm è da sempre uno degli eventi più attesi dell'estate spagnola, nonchè uno dei suoi simboli mediatici per eccellenza. Ogni anno ci si chiede dove sarà girata, quale sarà la sua colonna sonora, se sarà in grado di superare l'edizione precedente. E questa volta  i presupposti per il sì ci sono davvero tutti. Il corto del 2015, che sarà online il prossimo 15 Giugno, si intitola "Vale" ed è stato affidato nientemeno che alle sapienti mani del regista Amenabar. 



Non meno altisonanti i nomi degli attori protagonisti, che sono la star di 50 Sfumature di Grigio Dakota Johnson, Natalia Tena de Il Trono di Spade, e Quim Gutierrez, volto arcinoto del cinema iberico. Un cast di tutto rispetto, insomma, per una storia ambientata ad Ibiza con il brano Our Place della cantautrice Maia Vidal a fare da filo conduttore musicale. Su Youtube c'è già il trailer, mentre qui potete leggere il post che vi ha dedicato la - ritrovata, evviva!- mia amata autrice di "Rotta A Sud Ovest". 




 - MAHOU 

#SoyMuydeMahou è l'hashtag abbinato alla campagna della birra simbolo di Madrid, che sceglie di festeggiare i suoi 125 anni assieme ad alcuni tra i volti piú noti del Paese. Coinvolgendo, oltre alla Capital, anche la location gallega di Santiago de Compostela, Mahou ha radunato attorno ad un tavolo personaggi quali Alejandro Sanz, Fernando Torres, Dani Martin, Iván Ferreiro, MClan, e molti altri ancora chiedendo loro di raccontare i momenti speciali che hanno accompagnato con una birra Mahou. Il risultato é simile a quello di una chiacchierata tra amici che, attraverso i loro ricordi, ricostruiscono uno spaccato genuino della societá spagnola. La grande quantitá di stelle della musica, del cinema, del calcio e della televisione presenti ha reso in poco tempo lo spot estremamente virale. Trovate maggiori informazioni, in spagnolo, anche su questo articolo di EuropaPress 






Voi quale dei tre spot preferite? 






giovedì 4 giugno 2015

I 5 migliori account Instagram su Madrid (secondo me)

Capita, a volte, che certi account su Instagram ti aprano un mondo. Alcuni per l'alta percentuale di foto in grado di strapparti un “wow”. Altri, semplicemente,  perché ti inducono a scoprire luoghi e pietanze che magari non conoscevi. Per questo, e con la mente ancora al mio ultimo viaggio ispanico, voglio segnalarvi i miei profili Instagram preferiti per uno sguardo diverso – e forse più completo – su Madrid. Se invece cercate qualcosa di più genericamente adatto ad ogni italiano innamorato della Spagna, vi rimando a questo mio vecchio post. 



Condivide quelle che senza esagerazione alcuna definirei le migliori e più originali foto della Capital che io abbia visto in Rete, con un sapiente uso dei filtri a conferirgli un'identità propria.


Account con forte orientamento gastronomico, si caratterizza per splendide immagini di drink e pietanze, corredate da geotag e dai migliori consigli sui luoghi in cui assaporare il meglio della cucina locale.


Vero must-follow per chi ama la street art, condivide le migliori opere che arricchiscono i muri di Madrid.



Gastronomia, arte, design e tutto ciò che di originale e innovativo offre la città, raccontato e segnalato mediante scatti di egregia qualità.



Purtroppo, l'ultimo post di questo account risale a Dicembre 2014. Non potevo, però, non riservargli uno spazio, visto il titolo di questo blog. Little Italy Madrid, infatti, immortala gli aspetti piú italiani di Madrid, dal nome delle vie agli eventi per i nostri connazionali o gli innamorati del nostro Paese. 



Ne conoscete altri? Suggerite, suggerite!