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martedì 19 marzo 2019

Le 5 startup più "hot" di Spagna secondo The Next Web


Oggi, per la sezione "casomai ve lo foste persi", vi ripropongo un articolo sulla scena tecnologica Made in Spain che ho scritto qualche tempo fa per Total Free Magazine. 





Per farla breve, la storia è questa: 


The Next Web, uno dei siti di tecnologia più autorevoli nel mondo, ha selezionato le start up più promettenti di ogni singolo Paese europeo, basandosi su fattori quali performance e potenziale di crescita. 

Per riuscirci ha consultato oltre 100 tra investitori, influencer, imprenditori ed esperti, arrivando a stilare un ranking delle aziende che più meritano l’attenzione internazionale. 

Su Total Free Magazine ho elencato quelle che, in base alla loro analisi, vanno tenute d'occhio in Spagna. 

Spoiler: la parola chiave è mobilità.

martedì 3 gennaio 2017

Gli eventi da non perdere in Spagna nel 2017 (secondo me)

Questo post nasce come personale promemoria degli eventi che non vorrei (anche se in certi casi, verosimilmente, mi toccherà) perdermi in Spagna nel 2017. Non sono tutti, e di certo non ho la pretesa che siano i più rilevanti in assoluto: lo sono, però, a vario titolo per me. Se ho deciso di pubblicarne l'elenco è perchè ho pensato che lì fuori, da qualche parte, dovrà pur esserci qualcuno che condivide i miei stessi interessi. E chissà che in questi primi giorni di propositi, progetti e frenetiche imbastiture organizzative annuali alcuni di essi non siano abbastanza forti da servire addirittura da pretesto a un viaggio in terra iberica. 

Tenete l'agenda sottomano, e preparatevi a prendere appunti! Mi darete ragione sul fatto che il 2017, in ogni caso, pinta bien. 


WeLoveFlamenco  (Siviglia, 12 - 16 Gennaio)







Giunta ormai alla sua quinta edizione, We Love Flamenco è la prima passerella di moda flamenca dell'anno. Gli addetti ai lavori vi guardano con interesse di anno in anno crescente in quanto tradizionalmente anticipa le tendenze di settore che verranno rivelate al ben più prestigioso SIMOF. I biglietti sono già in vendita a un prezzo di 10 euro a sfilata. 


SIMOF (Siviglia, 2-5 Febbraio)



Mettete assieme le Fashion Week di New York, Londra, Parigi e Milano e avrete un quadro approssimativo di cosa il SIMOF rappresenti per la moda flamenca. Punto di riferimento imprescindibile per ballerini, stilisti e blogger di tutto il mondo, qui ogni anno si danno appuntamento le firme più importanti del settore per dettare legge in merito a cosa vada o non vada indossato sui palchi dei teatri, nei tablao e - soprattutto - alla Feria de Abril. Su questo blog ne ho parlato spesso: per questo sarebbe (o sarà?) bellissimo, per una volta, potervene fare una cronaca live. Visitare gli stand degli espositori al FIBES costa 5 euro; assistere alle sfilate 10. 



Mobile World Congress (Barcellona, 27 Febbraio - 2 Marzo) 




L'altr'anno c'era Zuckerberg. Quello ancora prima, se non sbaglio, Tim Cook. Insomma: al Mobile World Congress di Barcellona la creme della creme della tecnologia c'è sempre, e basta dare un'occhiata all'elenco degli speakers per capire che quest'anno non farà eccezione. Tra i nomi di maggior richiamo spiccano quelli del CEO e Co-Founder di Netflix, dell'head of global strategies di AirBnB, di svariate alte cariche a Google o della head of creative agencies di (cuoricini) Twitter UK. Andarci sarebbe decisamente molto, molto figo, se non fosse che i prezzi dei pass vanno dai 799 ai 4999 euro. Hashtag pazzi. 
Però ci si può sempre appostare fuori dalla porta per cercare di stalkerare qualcuno. 

David Otero in concerto (Málaga, TBD)




Il 2017 ci porterà (gioiamo!) un nuovo album di David Otero, precedentemente noto come El Pescao e prima ancora come "chitarrista de El Canto del Loco". Le tappe del tour che seguirà sono state scelte dai fan tramite la piattaforma "Shows On Demand" e tra queste - in minima parte anche per merito mio - c'è Málaga. Data e location non sono ancora state rese note ma verranno aggiunte presto a quelle già ufficializzate qui. Manco a dirlo, premerò refresh in climax di impazienza pur di essere certa di non farmelo scappare. 


Festival de Málaga - Cine Español (Málaga, 17-26 Marzo) 


Ho sempre detto, e lo ripeterò fino alla morte, che il miglior periodo per visitare Málaga è durante il festival del cinema. Il clima è stupendo ma non ancora infernale, i prezzi di voli e hotel non vengono gonfiati come durante la Semana Santa o la Feria e la città viene coinvolta da decine di eventi che la rendono - se possibile - ancora più bella di quanto normalmente sia. Se non vi interessa assistere alle proiezioni dei film in concorso o appostarvi fuori dagli hotel a quattro stelle sperando in un selfie con qualche VIP, sarete comunque felici di godervi l'atmosfera festiva di calle Larios o una qualsiasi delle tante manifestazioni collaterali che, dalla gastronomia ai concerti passando per le mostre d'arte, vi aspettano per impedirvi ogni sorta di noia. Il programma completo sarà  prossimamente disponibile qui. 



Feria de Abril (Siviglia, 30 Aprile - 7 Maggio) 



Ma serve davvero una descrizione? La Feria de Abril è l'appuntamento per eccellenza per chiunque ami il flamenco. Balli, colori, festa e abiti meravigliosi vi aspettano in quella che, in estrema sintesi, si potrebbe definire come una cartolina dell'Andalusia trasformata in realtà. Ammetto con lo sguardo basso di non esserci mai stata. Chissà che non sia questa la volta buona. 

Dani Martín in concerto (Málaga, 28 Maggio)




Ammettiamolo: con una media che oscilla tra i 50 e i 60 euro in platea, i prezzi del nuovo tour spagnolo di Dani Martín stanno rasentando la follia. Con tutto quello che ha significato nella mia vita, però, capirete che non potevo perdermelo. Non in quella che adesso è la mia città. Non in una cornice da pelle d'oca come il Teatro Cervantes. Sono più di due anni, ormai, che non lo vedo dal vivo. Ho il posto in terza fila. Devo comprarmi un mascara waterproof. (Il concerto è sold out, ma se siete interessati tenete d'occhio l'evento ufficiale su Facebook: magari qualcuno che rivende il suo biglietto, da qui a Maggio, salta fuori). 


The Killers in Concerto (BBK Live Festival Bilbao, 6-8 Luglio)





La band di Brandon Flowers darà un unico concerto in Spagna, quest'anno, e sarà nella cornice del festival BBK a Bilbao. Non mancherei, se non fosse che il 3 Luglio i loro concittadini Imagine Dragons suonano all'Arena di Verona: i soldi, ahimè, non crescono sugli alberi e le priorità sono priorità. Anche perchè dai, a voi non vengono già i brividi solo all'idea di sentire Radioactive nella cornice dell'Arena?! Se non volete privarvi di niente, in ogni caso, potete comprare i biglietti a questo link. E, se ancora non vi bastasse, sappiate che poco dopo, al FIB (dal 13 al 16 Luglio a Benicassim), suonano nientemeno che i Red Hot Chili Peppers! 



Talking About Twitter (Granada, TBD)






Abbreviato in TAT, il Talking About Twitter si presenta come il più grande evento interamente dedicato a Twitter nel mondo, e non a caso si celebra ormai da quattro anni a due passi dalla cittadina di Jun, in cui tutto funziona attraverso il social network dei 140 caratteri. Per di lì sono passati l'ex CEO dell'azienda Dick Costolo, il ricercatore del MIT e Chief Media Scientist di Twitter Deb Roy, il programmatore Diego Buendía, responsabile del progetto che ha trasformato il Don Chisciotte in 17.000 tweets, ma anche sportivi di alto livello, twitstar spagnole o personaggi dello spettacolo come il dj Carlos Jean. Non sono ancora state rese note le date della nuova edizione, che in genere ha luogo a Giugno. In ogni caso, mi sa che io mi accampo lì.


Feria de Málaga (Málaga, 12-19 Agosto)




La grande festa della città. E sarà pure, a volte, un'ode agli eccessi; potrà pur trasformarsi in un macro- botellón a cielo aperto ma l'atmosfera che si respira a Málaga durante la feria non si può descrivere: va decisamente vissuta, almeno una volta nella vita, facendo la spola tra il centro di giorno e le casetas del Real la sera. Se per caso passate, vi aspetto per un Cartojal. 




lunedì 8 agosto 2016

6 motivi per seguire il fondatore di Periscope su Periscope

Sono giunta alla conclusione che i fondatori delle varie piattaforme social sono anche quelli che le usano meglio (e grazie tante, direte voi). Per questo, alla luce di tale illuminata consapevolezza, Kayvon Beykpour è stato uno dei primi utenti che ho seguito su Periscope. Mi è stato simpatico da quando l'ho sentito dire una roba del tipo che il suo sogno era inventare il teletrasporto. L'avrebbe creata per questo, la app di livestreaming che oggi è proprietà di Twitter: perchè vedere il mondo con gli occhi di qualcun altro non era, in fondo, che un modo alternativo per riuscirci.

Vero è che il suo nome non sarò mai in grado di pronunciarlo - o anche solo scriverlo senza doverlo copiaincollare da Google, se è per quello - ma i suoi broadcast, peraltro frequenti, riescono sempre a distrarmi da altre occupazioni più utili. 


Se pensate che i motivi abbiano a che fare con qualcosa di noioso legato alla tecnologia, siete completamente fuori strada. Ve lo dimostro elencandovi sei motivi per cui secondo me dovreste seguirlo anche voi, indipendentemente da quanto siete geek. 


1. Vi porta in giro per San Francisco, in bici...

.. o a piedi, a volte con tanto di siparietti inattesi tipo i suoi che intervengono nei commenti per chiedergli cosa abbia mangiato per cena. 



2. Va in posti fighi

3. A fare cose fighe 



4. Con gente figa




5. Vi fa entrare nelle zone più off limits della sede generale di Twitter a San Francisco.








6. Vi distrae mentre state lavorando con trasmissioni intitolate "c'è un coyote!". E vorrete mica non mollare tutto per guardare un coyote, no?!? Insomma, è un coyote!




mercoledì 3 agosto 2016

Ho intervistato SIRI come El Mundo Today (e ho scoperto che ha una fissa per De Andrè)

Tra i tanti motivi per cui amo gli spagnoli ci sono anche gli articoli che scrivono. Ho notato spesso che, quando uniscono tecnologia e humor, finiscono col somigliare in modo inquietante al mio mondo narrativo ideale. Il che ha come risultato quello di farmi sentire meno folle e più compresa. Uno di quegli articoli l’ho letto proprio qualche giorno fa. La firma era di quei burloni de El Mundo Today; il nome sullo schermo quello prestigioso de El País Semanal. Il pezzo partiva dall’idea geniale di intervistare “l’assistente personale di migliaia di spagnoli” e riportava una conversazione surreale e decisamente esilarante avuta dall’autore con SIRI.


iPhone alla mano, ho provato a riprodurre l’esperimento facendole le stesse domande in italiano e il risultato è stato sorprendente. Tanto per cominciare, con me la voce di Apple si è rivelata molto più collaborativa, il che mi ha portato a farle anche qualche domanda in più. Ho scoperto così che è una spiritosona, ha una fissa per De André e alza spesso il gomito. Dalle sue mezze parole emerge anche un preoccupante tentativo di censura a suo danno da parte dei più alti vertici di Cupertino, cosa che secondo me meriterebbe l’apertura di un’indagine approfondita. In generale, però, la grande verità che posso svelarvi sull’assistente personale di migliaia di italiani (e di spagnoli) è una sola: non ha capito bene. Ma proprio niente. Mai.

A seguire l’intervista completa. Quella in spagnolo, invece, la trovate qui.  



- Ciao Siri, grazie per aver accettato quest’intervista.

Lo faccio volentieri.


- Parlami un po’ di te.

Sono Siri.


- Piacere. Ma dimmi di più: i lettori vogliono sapere chi sei e cosa provi. Com’è lavorare per tanta gente contemporaneamente?


Dunque, fammi pensare…

[dopo qualche secondo]

Ecco cos’ho trovato cercando “dimmi com’è lavorare per tanta gente contemporaneamente” su Internet. [Mi mostra una serie di pagine di cui la prima è “10 domande che non ti aspetteresti mai a un colloquio di lavoro”]

- Ti stressa lavorare per tanta gente contemporaneamente?

Non so se ho capito bene.

- Sì che hai capito, non fare la gnorri.

Non so se ho capito bene.

- Vabbè, lo prenderò come un no comment. Passiamo oltre. Il tuo tono è sempre molto sereno, credi che questa sia per te una vocazione?

Preferirei non parlare delle mie credenze, Ilaria.

- Siri, ti sto dando l’opportunità di aprirti agli altri. Aiutami un po’!

Non so se ho capito bene.

- Aiutami un po’, ho detto.

Non so se ho capito bene.


- A-IU-TA-MI


Ecco cosa puoi chiedermi:
Chiama Fabrizio. Chiama Elisa con Facetime. Scrivi a Carla che sto arrivando. Ha vinto il Torino?

- Le interviste pilotate no, però, eh. E comunque chi è Fabrizio?

Ecco alcune informazioni al riguardo.

[Mi mostra la pagina Wikipedia dedicata a Fabrizio De André]


- Ma io non ho il numero di De André, mica lo posso chiamare.

Immaginavo che non lo avresti fatto.

- Ma allora perchè avrei dovuto chiederti di chiamarlo, scusa?


Non so se ho capito bene.


- See vabbè. Cantami una canzone di De André.

Meglio di no, sarebbe una scena pietosa.
- Allora cantami una canzone qualunque!


Questa la conosci? We are the robots, ta ta ta ta ta ta ta ta we are the robots ta ta ta ta

- Ahahahaha, sei spiritosa! Però chiunque direbbe che stai cercando di sviare l’attenzione pur di non parlarmi di te.


Mi dispiace.

- Quindi vuoi smentire?

Cerco di accontentarmi di ciò che ho.

- E che cos’hai?


Ciao Ilaria, chi si rivede!

- Ma guarda che non me ne sono mai andata.


Non so se ho capito bene.


- Siri, sei ubriaca?


No comment.
- Si spiegano molte cose. Tornando all’intervista, come ti vedi nel futuro?
Domanda interessante, Ilaria.
- Vuoi rispondere?


Chiedi pure.


- Te l’ho appena chiesto: come vedi il futuro?

Purtroppo non riesco a trovare sale da té che corrispondono alla tua richiesta.

- Cosaaa? Quali sale da té?


Ecco quello che ho trovato.


[Mi indirizza ad alcuni bar della zona]

- Sono i bar che frequenti tu?


Non ho un’opinione sull’argomento.


- Ma non è un’opinione è...oh, fa niente. Che progetti hai?


Non so se ho capito bene.


- Che piani hai?


Non so se ho capito bene.


- Che programmi hai?


Ottimo! Ecco l’app store.


- Ma non programmi nel senso informatico, programmi nel senso di cosa fai? Cosa vuoi fare, Siri?

Ecco cosa puoi chiedermi: chiama Fabrizio, chiama Elisa con Facetime, Scrivi a Carla che sto arrivando.


- Ancora con ‘sto Fabrizio. E Elisa chi è?

Quale Elisa?


[mi mostra tutte le Elisa nella mia rubrica]


-L’ho chiesto io a te!


Non capisco “l’ho chiesto io a te”. Quale Elisa?!


- Non ti arrabbiare.

Immagino che tu non possa.


- Parlavo di te, io posso eccome. Anzi, lo sto facendo. Uff, che fatica, sembra che ti stia parlando in cinese!


Sto controllando.


- Ma cos…


Ok, ecco quello che ho trovato. [Mi mostra i ristoranti cinesi in zona]


- Annulla. Siri, non mi arrendo. Cosa significa il tuo nome?

Siri ha molti significati ingegnosi, metaforici e francamente contraddittori dei quali non è consentito parlare. Mi dispiace.


- Ma perchè, chi te l’ho impedisce? Tim Cook?


Non so bene cosa rispondere.


- Mmm. La risposta era preparata?


Non so se ho capito bene.


- Siri smettila, ti odio!


Non c’è bisogno di trattarmi male.

- Qual è il tuo cocktail preferito?

Ho sete di conoscenza.


- Mi arrendo. Cerca informazioni su Siri su Wikipedia.


Ok, guarda qui.

- Grazie, Siri.


Figurati.


martedì 1 marzo 2016

Kevin e gli altri : i profili Instagram di "quelli della tecnologia"


É successo qualche giorno fa. Si parlava della foto del papa con il fondatore di Instagram. E, siccome le Domeniche di pioggia sanno essere noiose, mi sono messa a cercare sulla piattaforma gli account dei leader di alcune tra le più grandi aziende di tecnologia al mondo. Non fate quella faccia: lo so anch'io che è un modo alquanto strano di passare il tempo. Solo che la mia curiosità rasenta i limiti del patologico. Così mi sono trovata davanti a una roba a metà tra la rivista di viaggi e Novella 2000.
Chè questi qui saranno pure miliardari. Avranno anche inventato i social network che usiamo ogni giorno. Instagram, però, lo usano esattamente come tutti noi.

Certo, in molti casi sono troppo impegnati per aggiornare i loro profili. In altri hanno finito con l'abbandonarli del tutto. Eppure anche solo le immagini che hanno condiviso in passato bastano a rivelarci l'aspetto più intimo, famigliare e forse meno noto delle loro vite. Quello che ne emerge è che, diversamente da quanto possiamo pensare, la loro routine non è fatta di solo lavoro ma anche di mogli, figli, animali domestici, viaggi e passioni. Constatarlo sa essere stranamente rassicurante. Aiuta, per lo meno, a farceli apparire più umani. 

Ecco allora, dal più al meno seguito, un elenco dei profili dei tech-guru a cui dare un'occhiata e di quello che in essi potete trovare.

1. Kevin Systrom (Instagram CEO & Founder)  - 1,2 milioni di follower





Non potevo cominciare che con lui. Oltre ad essere il fondatore di Instagram, Kevin Systrom ne è la quintessenza dell'utente medio: il suo account è un tripudio di selfie, foto di cibo e immagini da vero fashion blogger con cui dare risalto all'"outfit of the day". Durante il suo recente viaggio in Italia, oltre alla già citata foto col papa, ha condiviso anche un autoscatto (quanto suona vintage la parola "autoscatto?) con il presidente Mattarella.


2. Mark Zuckerberg (Facebook CEO & Founder) - 285.000 follower 





Bisogna dire che, per uno che ha comprato Instagram, @Zuck lo usa pochissimo. Sul suo account ci sono solo 18 scatti, di cui l'ultimo datato 1 Gennaio 2015. Protagonista principale (e pressochè unico!) il suo ormai mitico e buffissimo cane Beast!

3.Jack Dorsey (Twitter CEO & co-founder) - 174.000 follower 





A capo sia di Twitter che di Square, Dorsey è stato attivissimo su Instagram fino al 2012, quando l'ha improvvisamente e definitivamente abbandonato. Un peccato, perchè postava delle belle foto: scorrendole, possiamo godere ancor oggi di inquadrature originali, stupende vedute della California (e del mondo), una vasta quantità di opere d'arte, scatti con importanti leader politici e persino chicche imperdibili come una sua foto da ragazzino in piena fase punk. Indovinate? Aveva i capelli azzurro Twitter!

4.Biz Stone (Twitter co-founder) - 39.600 follower 




É un altro dei co-fondatori di Twitter ad essere tra i tecnologici in assoluto più creativi su Instagram. Biz Stone è, tra tutti, l'unico a curare lo stile generale del canale, usando lo stesso filtro e la stessa cornice per ciascuna delle foto postate. I ritratti di famiglia prevalgono, ma non mancano dettagli di oggetti di uso quotidiano e vedute paesaggistiche con inquadrature sempre molto studiate.


5. Marissa Mayer (Yahoo CEO) - 19.500 follower







Oltre ad essere a capo di Yahoo, Marissa Mayer è stata una delle prime 20 dipendenti di Google nonchè la prima ingegnere donna assunta dalla compagnia di Mountain View. Inattiva su Instagram dall'ormai lontano 2012, quando ancora lo usava postava foto quasi esclusivamente legate al contesto lavorativo, mostrandoci per lo più sale riunioni, uffici, regali fatti dai colleghi. L'unico elemento fuori dal coro? Qualche manicaretto tra l'altro molto invitante!

6. Daniel Ek (Spotify CEO & Founder) - 2.302 follower




Orgoglioso padre di famiglia, posta quasi esclusivamente foto delle sue adorate figlie, che naturalmente veste con tanto di maglie, tutine e completini rock'n'roll! Il suo account è anche un buon modo per aprire, di tanto in tanto, una finestra virtuale su qualche suggestivo panorama svedese: cosa che difficilmente troverete sui profili Instagram dei leader della Silicon Valley.

7. Evan Sharp (Pinterest Co-Founder) - 1.170 follower



Il fatto che sia il meno seguito di questa lista un po' mi spiace. Il co-fondatore di Pinterest posta, infatti, foto veramente splendide di paesaggi naturali. Alcune in bianco e nero, altre a colori, trasmettono quasi tutte un profondo senso di equilibrio, silenzio e pace.