sabato 9 settembre 2017

Una dipendenza "maravillosa".

Ok, parliamo un secondo de La Maravillosa Orquestra Del Alcohol. Abbreviato MODA. Da non confondere con i MODÁ. Del resto, la differenza tra la MODA e i MODÁ sembra fatta ad uso e consumo delle femministe; Così, tanto per per dimostrare che femminile singolare è sempre meglio di maschile plurale. Non ci fosse l'accento di mezzo potrebbero addirittura assurgerla a motto. 

Ma sto già divagando.

La Maravillosa Orquestra Del Alcohol, si diceva. Questa band spagnola di nome bizzarro ed influenze variegate che ho scoperto anni fa grazie a un tweet di Dani Martín. Sí, insomma, quando ancora Dani Martín usava Twitter per consigliare musica. E non mi stancherò mai di ripeterlo: fatelo anche voi, musicisti del mondo. Segnalateci canzoni che ascoltate, artisti che vi piacciono, cd con cui riempire le nostre playlist. Fate che i social diventino per noi che vi seguiamo un terreno di scoperta continua, non per forza incentrata in modo esclusivo su di voi. Parlo sul serio. Dani Martín e Dan Reynolds degli Imagine Dragons sono stati i responsabili di una quantità impressionante di musica valida arrivata negli anni alle mie orecchie a seguito di raccomandazioni testuali inferiori ai centoquaranta caratteri l'una.

Comunque. Sto di nuovo divagando. 

Si dà il caso che i ragazzi de La MODA siano tornati adesso con un nuovo singolo. Si chiama La Inmensidad ed io davvero non riesco a smettere di ascoltarlo. Lui, il cantante, ha una voce particolarissima. Rotta. Rovinata. Il contrario della bellezza per come siamo abituati a concepirla. A volte i versi trascendono la metrica dandoti addirittura una lieve sensazione di stonatura. 

Eppure, Dio. 

Questa canzone, in qualche modo, mi si insinua tra le viscere. Le mescola da dentro. Mi regala sensazioni che vanno ben al di là della scelta esclusiva tra "Mi piace" e "Non mi piace". 

La Inmensidad mi ha instillato una sottospecie di dipendenza simile a quella provocata dalla droga. I sintomi dell'astinenza tendono a manifestarsi nella loro fase più acuta tra l'una e le due del mattino, quando l'impulso a premere il play mi catapulta in un loop che rasenta l'overdose.

Quando si pubblicherà questo post io starò verosimilmente tornando da Cadice. Nelle orecchie avrò tutt'altre note. Negli occhi altri ricordi vista Oceano. Eppure, m'è sembrato giusto farvela ascoltare. 

Senza altre parole. Solo "wow". 


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