venerdì 6 maggio 2016

Bar in cui scrivere un libro a Málaga

Stereotipi. Preconcetti. Pose. Chiamateli come volete. 
Resta il fatto che, se ci chiedono di immaginare uno scrittore, ce lo figuriamo quasi sempre al bar. Un posto figo, con l'atmosfera giusta. Uno di quelli costruiti per passarci le giornate e veder scorrere via la vita. La luce cambia, riflessa da una vetrata sul tavolino all'angolo. Prima innocua e definita. I caffè veloci al banco. Le mamme coi passeggini. Poi sempre più intensa. Dialoghi e look informali-ma-non-troppo dei colloqui di lavoro per qualche startup. Poi Insopportabile. I panini. Le insalate. L'odore di cibo che impregna l'aria. Scusa, cameriere! La frenesia. Il tintinnio dei bicchieri. Impossibile concentrarsi. Via via più tenue. I gruppi di universitari, il suono delle risate. Rossastra. Qualche coppietta ancora impacciata ai primi incontri. Più gesti che parole. Lampadine che si accendono. Un bianco o un giallo che, in ogni caso, non esiste in natura. Giacche e cravatte, birre del dopo lavoro. Ed è lì che capisci che è ora di andare.
In quei posti i camerieri non sono insofferenti. Li lasciano lì, gli scrittori. Nel posto in cui si sono abituati a saperli. Alleati e complici dell'osservare senza essere osservati. E pazienza se il conto, a volte, non lo pagano neppure.
Tutta fantasia? Può darsi. Eppure, per alimentarla, basta seguire qualche autore su Instagram. Vedi Tommy Wallach, una delle mie più recenti scoperte, il cui feed sembra quasi un catalogo delle caffetterie americane. Ma di esempi ce ne sarebbero a decine, da ogni angolo del globo. E francamente non lo so, se davvero in quei bar producano qualcosa. Però è bello - ammettiamolo - dare di sè un'immagine bohemienne. Sostituire le macchine da scrivere ai portatili, i café letterari agli Starbucks, giustificare la creatività a suon di vino e caffeina giusto perchè l'assenzio pare brutto. Sentirsi, in virtù di tutto questo, destinati anche per un solo attimo a cambiare il mondo di parole. Ora: siccome tra i miei progetti più prossimi c'è quello di ri-trasferirmi a Málaga e tra quelli meno prossimi quello di scrivere finalmente un altro libro, ho fatto una selezione dei locali cittadini secondo me più adatti allo scopo. I requisiti? Come sopra: atmosfera affascinante, tranquillità, e naturalmente il wifi gratuito. Un po' per le eventuali ricerche da fare online; un po' per controllare le mail di tanto in tanto. Ma, soprattutto, perchè che senso avrebbe fare lo scrittore figo se poi non ne instagrammi le prove? Scherzi a parte, echadles un vistazo: possono tornare utili anche a chi lavora da freelance!
1. Café con Libros 



Che è il posto perfetto lo dice già il nome. Se ogni bravo scrittore è innanzitutto un avido lettore, qui restare a corto di ispirazione è impossibile. I libri sono ovunque, a scopo sia decorativo che di consultazione. Potete prenderli e leggerli liberamente mentre sorseggiate il vostro caffè accomodati sul divano all'interno, o vi godete il sole sui tavolini all'aperto in Plaza de La Merced. Lo immagino perfetto per: fantasy, gialli e romanzi d'avventura.

Plaza de la Merced, 19, 29012 Málaga. 2. Recyclo Bike café



Qui i più hipster potrebbero impazzire. Imperdibile sicuramente per l’arredamento, con le bici appese al soffitto, ma anche per i succhi di frutta naturali, gli smoothies a base di verdura, e le colazioni con un’ampia varietà di opzioni vegetariane e vegane. Altamente instagrammabile e blogger-friendly: urge imporsi di finire almeno il paragrafo prima di scattare a tutto spiano.
Lo immagino perfetto per: guide di viaggio, biografie musicali, cataloghi d'arte e tesi.
Calle Marqués Villafiel, 4, 29005 Málaga.
3. Dulces Dreams



Questa piccola caffetteria e coffee-shop sottostante un Hotel Boutique merita una visita per le sue squisite torte fatte in casa. L'ambiente, tutto giocato sui toni del bianco, è minimal e sofisticato. C'è anche una terrazza con vista panoramica. Lo immagino perfetto per: romanzi rosa e chick lit.
Plaza de los Mártires Ciriaco y Paula, 6, 29008 Málaga.

Buon best-seller a tutti! E, se trovate altri posti in cui diventare i nuovi Hemingway, non scordatevi di farmelo sapere! 

2 commenti:

  1. Ila, sei una sognatrice. Sai benissimo che a Malaga non esiste un posto in cui non ci sia almeno una persona che urli.....
    (a me piace proprio pure per questo) ;)
    luca_parma

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    1. Aahahhahaha ma magari le urla malagueñe potrebbero ispirarmi per un trattato sociologico, mai dire mai :D

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