venerdì 16 settembre 2016

SORPRESAAAAAA!

"L'hanno rifatto. Accidenti, alla fine ci sono riusciti di nuovo. "


Il pensiero mi attraversa la mente per quello che dev'essere un millesimo di secondo. Incompiuto. Seppellito senza pietà da una decina d'altri, tutti troppo veloci e discordanti per poter trovare posto in un costrutto verbale. Luci spente. La porta che si apre sull'aula deserta. 
"Ma qui non c'è ness..."
"SORPRESAAAAAAAAA"




Il  video, a riguardarlo ora, mette a fuoco a rilento la mia immagine stordita. Il sacchetto in plastica, gravato di tacchi inutili per prove che mi ero appena resa conto di non dover fare. Il commento su un'assenza dà un senso tutto nuovo allo stranissimo ritardo di Elena. Al modo in cui rallentava nel parcheggio per cercare qualcosa di non meglio precisato in una borsa troppo piccola per poterlo contenere.

E quindi eccomi qui, d'ovatta e meraviglia. Gli occhi che vagano impazziti sui dettagli di un posto cambiato a mio favore.

"Cosa.. ma io... grazieee...cioè...oddio,  la sangría non l'avevo mica vista. Ma Rajoy?!"

Ci sono braccia che mi stringono. Schermi di cellulari (staranno mica trasmettendo live? Avrò i capelli a posto?). Palloncini gialli e rossi. E, sullo sfondo, uno striscione enorme. "Hasta Luego Ila", si legge in mezzo ad uno sciame di foto nei colori delle mie due bandiere. Gli scatti attaccati con lo scotch mi ritraggono assieme alle mie compagne del corso di flamenco. Spettacoli, selfie scattati a lezione, momenti di relax in una pizzeria. Non li ricordavo tutti. Certi mi fanno provare quella strana sensazione a cui un libro che ho letto, chissà quale, dava il sapore di lezione di vita. Sì, insomma, era una cosa del tipo che quando sei anziana e riguardi le foto di te da giovane pensi "cavolo, ma allora ero carina a quell'età". E quando invece quell'età l'avevi ti fissavi sui difetti sentendoti da buttare. Un po' come quando ti sembra che tutto quel che scrivi faccia schifo, ma non appena ritrovi un racconto che hai buttato giù dieci anni prima pensi che una volta avevi molto più talento di ora. Insomma, forse serve solo prospettiva. Ma, comunque, come sono arrivata fin qui?

Ah, già: la festa a sorpresa. Incredibile! Ora posso dire di averne avute ben due, e in nessuna delle due ero struccata o in pigiama. Mi sento una privilegiata. La protagonista di un romanzo chick-lit. Non so bene se piangere o urlare di gioia.

Cristina mi versa un bicchierino di sangría dall'enorme caraffa poggiata sul tavolo. "Assaggia", dice, "Che mi devi dare il tuo parere". É più forte di quanto ricordassi. Mi stordisce di botto nel mio stomaco vuoto. "Aspetta che mi siedo", e dopo non ti alzi più. Eppure è squisita. Scivola sul palato assieme a una serie di ricordi confortanti. Dolciastri e fruttati. Una mezza vita senza le bucce amare. 





E dire che un po' mi ero insospettita, con tutti quei messaggi che arrivavano a mia madre. Mai dire a una che lavora sui social media che "niente, sono le notifiche dei like di Facebook". Insomma, lo sanno tutti che le notifiche dei like di Facebook non suonano! Una volta avevo anche provato a farglielo presente, ma poi ho pensato che non fossero fatti miei. Poi magari Android, beh, quando passi al lato bianco non puoi essere sempre certissima al mille per cento di quello che Zuckerberg stia combinando per gli altri dispositivi, no? Cioè, in realtà più o meno sì. Però quel giorno, al ristorante... Il modo in cui sogghignava misteriosa girando lo schermo in modo che non vedessi era lo stesso in cui io stessa cercherei - senza riuscirci- di nascondere qualcosa.

Eppure non l'avevo associata, l'eventuale sorpresa, alla comunicazione di servizio di Lucia. Parlava di novità per il nuovo corso accademico. Di spettacoli del Venerdì. Sono stata io stessa a dire che sarei andata, "così vi saluto prima di partire". E, per la seconda volta alla veneranda età di quasi trentadue anni, sono finita nella rete come il pesce di cui in quel video imito l'espressione. Una sardina da mangiare in forma di espeto. O un boquerón, magari.

Su quel cartellone, assieme alle foto, ci sono personaggi illustri con didascalie geniali scritte - la riconosco - nella grafia di mio papà. C'è Cervantes che non vuole twittare, Rajoy che sostiene di dover fare il governo. Galliani che propone uno scambio con Messi. Renzi che parla di singoli che fanno la differenza legandoli alla popolazione di un Paese. Mi fanno sorridere. Poi, tra tutti i pensieri, uno prende corpo con una nitidezza che impressiona.

"Ma quindi è vero. Sto per partire davvero. "



Dopo una notte di Luna piena, il tracking di SendMyBag.com dice che il pacco con lenzuola e coperte è atterrato su suolo malagueño proprio mentre una delle mie più care amiche dava alla luce il piccolo Giorgio. In fondo è quasi uguale alla sceneggiatura che mi ero scritta in testa. Forse la mia vita è veramente un bellissimo film. 




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